Per evitare di impegolarvi in complicati test a 3D, suggerisco un semplice esperimento, con ragionamento accluso (che dovrebbe andare bene anche per i “non adetti”):
Chiunque possieda un esposimetro può fare questa prova. Uscite all’aperto, in una giornata di sole, con il cielo terso (scie chimiche permettendo), diciamo fra le 10 del mattino e le 4 del pomeriggio (cioè con il sole che sia almeno a una ventina di gradi di "alzo").
Andate in uno spazio aperto (una piazza, un ponte, oppure in aperta campagna), mettetevi in un punto qualunque, rivolti verso il sole, e misurate la luce incidente (la luce che vi colpisce direttamente), tenendo l’esposimetro davanti al petto.
Diciamo, ad esempio, che l’esposimetro vi dia f:16 di diaframma a 1/125, con 100 ASA di sensibilità.
Ora giratevi di 180°, e misurate nuovamente la luce che vi colpisce (che sarà riflessa, a questo punto, e non più diretta), tenendo sempre l’esposimetro davanti al petto.
Io vi posso già dire che in qualunque luogo vi troviate, la lettura in ombra sarà quasi certamente di f:8 a 1/125, sempre per 100 ASA. Potrà oscillare, a seconda di certe variabili, di mezzo stop al massimo (potrà cioè oscillare da un minimo di f:5,6 / 8 (fra 5,6 e 8 di diaframma) a un massimo di 8 /11 (fra 8 e 11 di diaframma). Non di meno, e non di più.
Questo cosa significa?
Significa che in un QUALUNQUE ambiente aperto, con sole pulito, e con una declinazione solare di almeno 20 gradi, la SOMMA dei tre elementi che contribuiscono a riflettere luce nelle ombre (terreno, particelle d’aria, e strutture verticali), comporta MEDIAMENTE uno scarto di un paio di stop circa.
Ne volete una conferma? Le istruzioni per gli astronauti, incollate sul dorso dell’Hasselblad, danno come standard 1/250 f:11 in pieno sole, e 1/250 f:5.6 in piena ombra. Due stop esatti.
Questo scarto è talmente costante, che io negli ultimi anni (in cui facevo foto) avevo addirittura smesso di misurare la luce. Cioè, la misuravo all’inizio della giornata, per avere un punto d riferimento, e poi in base a quello aprivo e chiudevo il diaframma a seconda dell’angolazione con la sorgente di luce.
Ora, se alla situazione ambientale TOGLIETE le particelle atmosferiche, TOGLIETE qualunque struttura verticale (automobili, per esempio), e ABBASSATE la declinazione a 12°, la luce riflessa NON POTRÀ MAI essere superiore a –3 stop (a parità di condizioni con l’esempio sopra, cioè, non potrà essere mai più di 5,6), mentre rischia tranquillamente di andare sotto di 5 stop.
In conclusione, QUALUNQUE foto fatta sulla Luna DEVE necessariamente avere una luminosità in ombra che sia INFERIORE di 3-4 stop rispetto a quella in luce, indipendentemente dalla quantità effettiva di luce che arriva dal sole.
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