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   Pentagono
  L'ereo che ha colpito il Pentagono aveva le dimensioni almeno di un 727

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  •  javaseth
      javaseth
L'ereo che ha colpito il Pentagono aveva le dimensioni almeno di un 727
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/3/2006
Da
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Il testimone che aveva visto "le facce dei passeggeri" dice che la sua testimonianza era stata manipolata dai media. L'aereo era delle dimensioni di un 727 o più grande. La traiettoria era meno angolata. Il testimone ha il morbo.

Da Prison planet

Ciao
-javaseth
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"..io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe"
Inviato il: 30/6/2006 22:06
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  •  Tifoso
      Tifoso
Re: L'ereo che ha colpito il Pentagono aveva le dimensioni almeno di un 727
#2
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/12/2005
Da Academia Chute Boxe
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Il testimone Cissell:
I was about four cars back from where the plane crossed over the highway. That it happened so quickly I didn't even see what airline it was from. However, I was so close to the plane when it went past that had it been sitting on a runway, I could have seen the faces of passengers peering out.
Al più ora diventa attendibile la sua testimonianza e quindi ha visto un aereo che volava basso e non un missile.
Che poi i giornalisti ci mettano del loro è un classico. Ci sono anche altri testimoni che si sono lamentati e avevano visto un caccia e invece i giornalisti hanno scritto che era un grosso aereo ?

Altre testimonianze sono molto meno pittoresche.

Ultimamente ho sentito che il tassista del taxi marrone poteva essere un agente della CIA con un doppio lavoro ( sentita qui a LC in risposta a questa notizia:
http://www.survivorsfundproject.org/SFPFinal/survivors_fund_project_clients/lloyd.asp
Obiettivamente mi ricordo che dalle foto solo il parabrezza si era rotto. Cambiarlo costerà 1000-1500-2000 dollari, non capisco in effetti perchè non poteva più guidare il suo taxi. Non si vede mai il lato destro del suo taxi dalle foto solo il sinistro, anche se mi ricordo che ho una foto di una macchina con la fiancata destra danneggiata ma non mi ricordo se era o meno il taxi e comunque con 4000-5000 dollari te la cavi.
http://www.abovetopsecret.com/forum/thread191416/pg1
http://www.pentagonresearch.com/018.html

Cioè dal modo in cui è descritto il palo 1 è caduto dopo (!!!) addosso al tassista. Tipo le torri . Questa è veramente grossa se viene interpretata alla lettera. Cosa ha piegato il palo 1 però ?
Invece: stavano spostando il palo dalla macchina ( peso circa 150 kg ) quando c'è stata un esplosione.
As he approached the Navy Annex, he saw a plane flying dangerously low overhead. Simultaneously, the plane struck a light pole and the pole came crashing down onto the front of Lloyd’s taxi cab, destroying the windshield in front of his eyes. Glass was everywhere as he tried to stop the car. Another car stopped and the driver helped move the heavy pole off Lloyd’s car. As they were moving the pole, they heard a big boom and turned to see an explosion. The light pole fell on Lloyd and he struggled to get up from underneath, wondering what had happened.
Ecco questa mi sa di balla:
1 - il cofano o la tettoia del taxi non sono danneggiate nè rigate dalle foto.
2 - Era forse fermo il taxi quando il palo 1 gli sarebbe caduto addosso ? No, he tries to stop the car. Se vai a 40 Km all'ora non è difficile fermare la macchina solo che tra tempo di reazione e tempo di frenata ci si mette quasi 20 metri .
3 - dove sono le altre macchine nel senso di marcia del taxi se il traffico procedeva a passo d'uomo ? infatti non procedeva a passo d'uomo.
4 - il palo 2 era 25 metri indietro e messo dietro degli alberi per terra e non c'eran altri pali.
Quindi ? Che è successo allora qui ? Sarà meglio che io trovi la fiancata destra del taxi per vedere se non ci sono segni sul metallo.

Sulle esplosioni: stupendo che dal video di Bob Pugh si sente effettivamente un esplosione all'interno del Pentagono e una guardia si volta in direzione del Pentagono proprio in quel momento e quindi effettivamente c'è stata una detonazione : c'erano già giù gli elicotteri e i soccorsi in quel momento.
Si vedevano delle bombole interne nelle foto mostrate durante il processo Moussaoui.

Leggerai delle castronerie sul traffico. Dalle foto era fermo sul senso di marcia della Route 27 vicino al Pentagono (andando verso Nord e il centro di Washington ), molto scorrevole per uscire da Washington e andare verso Sud. Ore 9:38 di mattina.
( ??? ).
_________________
? ?
Inviato il: 30/6/2006 23:06
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  •  javaseth
      javaseth
Re: L'ereo che ha colpito il Pentagono aveva le dimensioni almeno di un 727
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/3/2006
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Another car stopped and the driver helped move the heavy pole off Lloyd’s car






Ciao
-javaseth
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Inviato il: 30/6/2006 23:55
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  •  javaseth
      javaseth
Re: L'ereo che ha colpito il Pentagono aveva le dimensioni almeno di un 727
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/3/2006
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Eric Hufschmid ha intervistato un certo Sam Danner, il quale afferma di essere stato testimone dei fatti del Pentagono.

http://www.erichufschmid.net/EyewitnessToFlight77.html

Very interesting

Ciao
-javaseth
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Inviato il: 17/7/2006 22:59
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  •  ivan
      ivan
Re: L'ereo che ha colpito il Pentagono aveva le dimensioni almeno di un 727
#5
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/7/2004
Da Bronx
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Citazione:


However, I was so close to the plane when it went past that had it been sitting on a runway, I could have seen the faces of passengers peering out.




Quanti di voi, quando passa un aereo, o quando prendete l'aero, riuscite da lontano, a vedere le facce dei passegegri negli oblò dei finestrini?

Una vita che prendo l'aereo e dalla pista non riesco mai a vedere all'interno dell'aereo attraverso i finestrini.

Il nostro amico ci doveva vedere molto bene, io, invece, dovrò cambiare occhiali.

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The undeserving maintain power by promoting hysteria F. Herbert

You don't need to take drugs to hallucinate: improper language can fill your world with phantoms and spooks of many kinds R. A. Wilson

La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 18/7/2006 8:29
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  •  shrek76
      shrek76
Re: L'ereo che ha colpito il Pentagono aveva le dimensioni almeno di un 727
#6
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 26/5/2006
Da
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Ivan,
"However, I was so close to the plane when it went past that had it been sitting on a runway, I could have seen the faces of passengers peering out."
in sostanza vuol dire:

"Ero così vicino che avrei potuto vedere i passeggeri guardare fuori"

E' chiaramente una esagerazione come se ne usano frequentemente in forma parlata, resta pure con gli occhiali che hai.

Riccardo
Inviato il: 20/7/2006 17:24
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  •  javaseth
      javaseth
Re: L'ereo che ha colpito il Pentagono aveva le dimensioni almeno di un 727
#7
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/3/2006
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Citazione:
Eric Hufschmid ha intervistato un certo Sam Danner


Dopo questa intervista Sam Danner è stato intervistato anche da Michael Collins Piper, Christopher Bollyn, e Alex Jones.

Poi il figlio di Danner, Matthew, ha chiamato Hufschmid dicendo che il padre ha mentito, è si andato al Pentagono quel giorno, ma non ha visto l'aereo che lo ha colpito.

Sam Danner, comunque, afferma di aver avuto un incidente, il 18 luglio 2006, con un SUV con targa governativa, che, sempre secondo Danner, avrebbe spinto la sua macchina deliberatamente fuori strada.

Certo è una storia strana...chi sta mentendo?

Eccone un'analisi fatta da Hufschmid.

Ciao
-javaseth
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Inviato il: 7/8/2006 20:33
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Re: L'ereo che ha colpito il Pentagono aveva le dimensioni almeno di un 727
#8
So tutto
Iscritto il: 24/7/2005
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Hanno perfino identificato quel che restava dei cadaveri!?!?!?


NON C'ERANO ARABI SULL'AEREO AA 77
Maurizio Blondet (www.effedieffe.com)
30/03/2005


L’11 settembre, l’aereo della American Airlines AA 77 fu lanciato a schiantarsi contro il Pentagono. Guidato, ci è stato detto, da alcuni terroristi arabi. Le foto di tali terroristi furono persino diramate dall’Fbi. Oggi Thomas R. Olmsted, un medico psichiatra ed ex ufficiale della Marina Usa che vive a New Orleans, ha ottenuto la prova definitiva che non c’era a bordo nessun arabo (1).
Lo ha fatto nel modo più semplice: esigendo, in forza della legge sulla libertà d’informazione (Freedom of information Act, FOIA) i risultati delle autopsie sui resti umani dell’attentato. L’ente che ha compiuto le autopsie è quanto di più ufficiale esista: l’Istituto di Patologia delle Forze Armate (AFIP), che ha condotto la triste indagine sui resti con la consulenza di esperti dello Smithsonian capaci (ha vantato il Washington Post) di “leggere scheletri come una complessa mappa. Capaci di identificare la razza del morto dai denti, e il sesso dall’arcata sopracciliare. Possono dirti chi era un operaio, perché certe ossa s’ingrossano per aggiustarsi a certi movimenti abituali dei muscoli, e chi è stato un sarto o un tessitore, dai piccoli solchi sui denti con cui usavano trattenere i fili…a volte riescono a identificare un individuo da un pezzo di cranio grande come una moneta”.

Diciassette mesi dopo la richiesta, il dottor Olmsted ha finalmente ottenuto dall’AFIP – a quanto pare obtorto collo – l’elenco degli identificati e le relative risultanze delle autopsie. Da queste risulta che l’AFIP ha identificato con sicurezza sia tutti gli uccisi (125) che lavoravano al Pentagono, sia i 64 passeggeri dell’AA 77. Il solo corpo che l’Istituto dice di non aver potuto identificare è quello di Dana Falkenberg, una neonata i cui genitori, e la cui sorellina, sono stati identificati, e che doveva essere a bordo: evidentemente il corpicino è stato così maciullato dall’impatto, da non lasciare resti riconoscibili.
Un lavoro egregio. Che mostra che nessun arabo è stato identificato fra i corpi, e anche qualche sospetto mistero in più.
Uno: la lista dell’AFIP comprende 64 passeggeri, mentre quella diramata nelle ore dell’attentato dall’American Airlines ne ha solo 58. Come mai, visto che le compagnie aeree contano e identificano scrupolosamente i passeggeri al momento dell’imbarco? Il dottor Olmsted, che aveva in mano solo la lista dell’American Airlines diramata dalla CNN in quel terribile giorno, ha chiesto alla compagnia di ricevere la lista ufficiale. L’ha chiesto per ben tre volte: invano. La compagnia, per qualche motivo, si rifiuta di confermare una lista resa pubblica da anni, e persino di dire se quella della CNN è vera o incompleta. Curioso.
Ma anche più curiosi i profili professionali di un buon numero di passeggeri che risultano morti a bordo del Volo 77. Per quanti più ha potuto, Olmsted ha rintracciato il mestiere, la ditta per cui lavoravano e la loro specializzazione. Ecco il risultato.
I signori Don Lee, Ruben Ornado e Chad Keller lavoravano tutti e tre per la Boeing, e Lee anche per la National Security Agency (NSA), il segretissimo ente della sicurezza interna americana.
Stanley Hall lavorava alla Raytheon, la nota compagnia missilistica, ed era considerato “il decano dei sistemi bellici elettronici”.
William Caswell, fisico delle particelle, lavorava per la US Navy. Il suo lavoro era così segreto, che la famiglia non ha la minima idea di quel che facesse per la Marina, e nemmeno per quale motivo quel giorno si trovasse su quel volo diretto in California.
Charles Droz, un altro dei morti, era un alto ufficiale della US Navy; in pensione, lavorava come specialista di software per la “EM Solutions”, un’azienda altamente dedicata alle comunicazioni militari, che produce i cosiddetti “Wide Area Networks”, dalle ovvie applicazioni belliche.
Robert Penniger, anche lui a bordo dell’AA 77, lavorava per la BAE System, una ditta che si definisce “leader industriale nei sistemi di controllo di volo”, e i cui dirigenti paiono provenire tutti dai servizi segreti: da Richard Kerr ex vicedirettore della Cia, a William Schneider, già sottosegretario di Stato per la scienza e la tecnologia, a Robert Cooper, già direttore di un ente celebre per la ricerca militare: la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), alla quale si devono i primi sviluppi della rete che oggi conosciamo come Internet, pensata originariamente come un sistema di comunicazione capace di resistere ad un attacco nucleare.
John Sammartino e Leonard Taylor, anch’essi a bordo del tragico volo, lavoravano per la Xontech, un’altra compagnia missilistica, legata alla Boeing.
Vicki Yancey prestava la sua opera per la Vreedenberg Corporation, un’altra ditta collegata all’intelligence militare (la vedova di Yancey lavora tuttora alla Northrop-Gruman, missili e aerei da caccia).
John Yamnicky, 71 anni, era un capitano della US Navy a riposo che adesso operava come “defense contractor” (mercenario specializzato) per la Veridian (fornitrice di soldati a noleggio) e, secondo suo figlio, aveva partecipato a diverse “operazioni coperte”.
La signora Mary Jane Booth era addirittura segretaria del general manager della American Airlines, la compagnia che stava per perdere l’aereo nell’attentato.
Robert Ploger, nome aggiunto nella seconda lista aggiornata della CNN insieme alla moglie, era anch’egli collegato al mondo militare: era figlio del generale Robert Ploger.

Insomma: una folta comitiva di scienziati militari, specialisti di controlli elettronici del volo, alti tecnologi dell'aviazione e della missilistica ed esperti di telecomunicazioni avanzate, o comunque vicini al mondo dell’aeronautica e della marina da guerra. Il tipo di profili professionali che è più facile immaginare nella stanza dei bottoni che ha guidato il dirottamento e il lancio dei quattro aerei l’11 settembre – impresa altamente tecnologica – che nelle vesti di ignare e impotenti vittime dell’attentato.
Che dire? Vero è che Washington e i suoi dintorni (in cui sorge il Pentagono) sono meta di un gran numero di personaggi nel business della difesa, che ci vanno di frequente a condurre i loro affari ed a vedere ministri e senatori; può essere pura coincidenza che tanti di quei signori fossero nello stesso volo. Olmsted avanza un’ipotesi estrema: che tutti costoro fossero in qualche modo a conoscenza del complotto e dei suoi dettagli tecnici, e che siano stati “attratti” su quel volo destinato al disastro per farli morire coi loro segreti. Gente di cui il sistema di potere voleva liberarsi.
Ma non occorre arrivare a tale ipotesi omicida. Ce n’è una a portata di mano, meno tragica e più inquietante. Bisogna ricordare che nel lontano 1962 l’ammiraglio Lyman Lemnitzer sottopose seriamente al presidente Kennedy un progetto di attentati simulati clamorosi per ferire l’opinione pubblica: di tali attentati la propaganda avrebbe incolpato Fidel Castro, e questo avrebbe giustificato l’invasione di Cuba (2).

Ebbene: uno di questi progetti – come si legge nella proposta di Lemnitzer, oggi pubblicata – prevedeva di creare “un esatto duplicato di un aereo civile di linea” per poi “a un momento dato riempire l’aereo duplicato con passeggeri selezionati, imbarcati sotto nomi falsi. Il volo sarebbe stato convertito in un drone (aereo senza pilota, telecomandato) …e poi distrutto con un comando dato da un segnale radio”.
Non è rimasta traccia dei motivo di certi curiosi particolari della proposta. A che scopo riempire l’aereo di “passeggeri selezionati”, per di più “sotto falso nome”? E che significa “passeggeri selezionati”? Selezionati per morire, oppure per…
Per scomparire dall’anagrafe. Vivi in realtà, ma morti ufficialmente nel falso attentato, liberi ormai di agire sotto una nuova identità. Per esempio: un gruppo di scienziati militari preziosi per l'industria bellica, di specialisti di operazioni segrete utili alla causa: ancora più utili se si finge che siano morti in un attentato aereo, mentre in realtà continuano a lavorare in laboratori sconosciuti a tutti, in una segretezza ormai resa perfetta dalla loro “scomparsa”, comprovata da una lista di vittime e dalle loro autopsie. Con nuovi nomi, altre vite ricostruite, altre mogli e figli magari. Perché no? In fondo è il sogno di ogni agente segreto: far credere al nemico di essere morto. La copertura più sicura e invulnerabile (3).



di Maurizio Blondet



Note

1)Thomas R. Olmsted, MD, “No arabs on flight 77”, Part I e Part II, pubblicato da Sierra Times (il periodico dei cattolici Sierra Club) il 6 e 7 luglio 2003 e ripubblicato il 26-27 marzo 2005. Nell’articolo integrale sono le fotocopie delle autopsie eseguite sulle vittime dall’Armed Forces Institute of Pathology.
2)L’intera vicenda è stata narrata da James Bamford, giornalista della ABC, nel suo libro “Body of Secrets”: l’ho riportata nel mio “11 Settembre colpo di Stato in Usa”, Effedieffe, pagg. 122-124.
3)Fatto singolare: il 2 marzo 2001, dunque molti mesi prima del fatale 11 settembre, la Fox News diffuse una fiction televisiva del titolo “The Lone Gunman” (l’assassino solitario) in cui s’immagina quanto segue: dei “cattivi” prendono da terra il controllo di un aereo di linea carico di passeggeri, grazie ad un sistema di telecomando, con l’intenzione di lanciarlo contro (indovinate?) il World Trade Center. Nella fiction, i cattivi non sono terroristi arabi, ma congiurati del settore militare-industriale che intendono, con l’attentato spettacolare, infiammare l’opinione pubblica, convincerla a reclamare la “guerra al terrorismo globale”, e così vendere al Pentagono nuovi sistemi d’arma.






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chiedo scusa per aver aperto (qualche giorno fa) un argomento senza autorizzazione.
Inviato il: 13/8/2006 20:37
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