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  L'IMMAGINE MEDIATICA DELLA DONNA

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  •  perspicace
      perspicace
Re: L'immagine mediatica della donna
#31
Sono certo di non sapere
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Da località sconosciuta
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@Rickard

Secondo te esiste il problema della "mercificazione del corpo umano"?

Nel suo complesso intendo trovi giusto o origine di problemi che le persone abbiano diritto a vendere i propri organi (fegato, reni, retine, etc. etc.)?

Esistono i confini etici? Come il considerare l'essere umano merce interscambiabile oppure ognuno è padrone della propria carne e di tutto ciò che da essa viene prodotto (vendita della propria progenie ad esempio)?
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Io non parlo come scrivo, io non scrivo come penso, io non penso come dovrei pensare, e così ogni cosa procede nella più profonda oscurità. Kepler
Inviato il: 24/11/2013 11:31
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  •  Calvero
      Calvero
Re: L'immagine mediatica della donna
#32
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
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Citazione:


Su questo posso anche essere d'accordo, anche perché non fa altro che rimarcare quanto sia fasulla tutta la diatriba sulle donne "nude" nella pubblicità, ossia un artifizio propagandistico utilizzato per il divide et impera (le donne "contro" gli uomini) e per sviare su argomenti sterili e puerili (come la "giusta" quantità di nudezza nelle pubblicità o le donne che "danneggiano la causa" mostrando tette e culo).


edit - piccole correzioni h 11,43

Il fatto che tu possa essere d'accordo, mi dice che qualcosa non ti scompiffera nell'argomento.

Mi turba che un cervello fino come il tuo, a mio avviso, non abbia colto più profondamente il dilemma.

Ti faccio un altro esempio, visto che hai parlato di propaganda e ti "svelo" come la stessa si auto-produce anche da parte di chi vorrebbe denunciarla in buona fede, poiché assoggettati a determinate logiche che ci "impongono" in quali ordine di idee esaminare le problematiche, soprattutto quando le medesime sono prodotte in seno alla morale.

Se Te guardi sopra, nel video incorporato da Perspicace, potrai notare che il titolo recita: "Donna: quale immagine nella pubblicità?"

.. ecco, appunto, che ci caschiamo con tutte le scarpe e pure col sorriso ebete stampato in faccia di chi crede di fare una buona azione (non sto dicendo a Perspicace, sia chiaro).

Se coloro che l'hanno ideato fossero stati liberi dalle congiunzioni astrali della propaganda, quella di COME si argomenta e, non solo, DEL PERCHÉ si decide di farlo, allora avremmo visto scritto questo titolo:

- "I bisogni e i rapporti delle donne con la pubblicità" ... e senza punto di domanda.

Quindi, non per concludere, ma per capirsi meglio, Perspicace non ha proprio sbagliato con l'ultimo suo intervento, quello a cui tu hai successivamente risposto; diciamo che non ha posto correttamente i termini e i piccoli approfondimenti...

... comunque, così come accade per altri temi dal contesto fortemente differente, è in atto ugualmente una desensibilizzazione forzata che riguarda il generale e non il particolare.
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 24/11/2013 11:39
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Re: L'immagine mediatica della donna
#33
Sono certo di non sapere
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Da Bologna
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Scusate, riporto la notizia pure qui: ecco una frase estratta dalla testimonianza sotto giuramento di Ruby Rubacuori al processo sulle cene eleganti, che al tempo degli eventi era minorenne:

“Berlusconi leccava genitali a Belen mentre Nicole Minetti gli praticava sesso orale”.

Ne veniamo a conoscenza perché fa parte delle motivazioni della sentenza con cui il Tribunale di Milano, lo scorso giugno, ha condannato Berlusconi a sette anni di carcere per concussione e prostituzione minorile. Poi ci sono le altre piacevolezze:

Nel “collaudato sistema prostitutivo di Arcore” Berlusconi era “regista delle esibizioni sessuali” e “consapevole che Ruby fosse minorenne”.

Inoltre Berlusconi ha tentato di far mentire Ruby pagandola con 5 milioni di euro.

Chiusa la parentesi.

Link 1

Link 2
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Quando dici le cose come stanno, stai sulle palle a tanta gente
Inviato il: 24/11/2013 12:13
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  •  perspicace
      perspicace
Re: L'immagine mediatica della donna
#34
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/9/2011
Da località sconosciuta
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@Calvero

L'origine della pubblicità è il condizionamento delle masse, per cui esse sono un vettore ottimale per instaurare "schemi mentali" e "stili di vita".

Certo sono solo una piccola parte della "comunicazione alle masse", ci sono dentro un infinità vettori che vanno dal generico (TV, Web, carta stampata) o singole categorie (film, prima pagina, blog).

Tutti però hanno la "facoltà" di "condizionare le menti in formazione", le nuove generazioni, che dopo aver ricevuto il contenuto del vettore lo conservano e trasmettono come parte integrale della loro cultura.

Alcuni hanno lo scopo di "desensibilizzare" altri di "sensibilizzare" ad esempio "vedere ogni giorno morti ammazzati" in fascia protetta o "mercificazione del corpo umano" (donne nude) nella maggior parte dei palinsesti, così come il "sensibilizzare al concetto di bellezza standard oggettiva".

Quando c'è un involucro specifico le persone accedono ai contenuti selezionandoli e consapevoli del contenuto (es. un giornaletto porno) e la società si premura di evitare che questi contenuti finiscano e i recettori sbagliati. Ma quando non c'è involucro (es. cartellone pubblicitario o TV) il destinatario del vettore può essere chiunque anche un bambino, quest'ultimo non avendo ancora sviluppato difese può e verrà condizionato sia per la "desensibilizzazione dal omicidio" che alla "mercificazione dell'uomo in generale".

Sia i produttori (la ditta che ordina la pubblicità, i pubblicitari) che gli esecutori (le modelle e i modelli o gli attori attrici) si rendono responsabili del messaggio veicolato in maniera diretta o indiretta, nel momento in cui questi contenuti non sono "dentro un involucro specifico" sono destinati a tutti ed "dovrebbero" essere adeguatamente studiati per non danneggiare la formazione culturale degli individui che formeranno il tessuto della società. IMHO
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Inviato il: 24/11/2013 12:19
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  •  Rickard
      Rickard
Re: L'immagine mediatica della donna
#35
Dubito ormai di tutto
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Da Un mondo pervaso di follia
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Calvero

Citazione:
Ti faccio un altro esempio, visto che hai parlato di propaganda e ti "svelo" come la stessa si auto-produce anche da parte di chi vorrebbe denunciarla in buona fede, poiché assoggettati a determinate logiche che ci "impongono" in quali ordine di idee esaminare le problematiche, soprattutto quando le medesime sono prodotte in seno alla morale.

D’accordissimo su questo.

Citazione:
Se Te guardi sopra, nel video incorporato da Perspicace, potrai notare che il titolo recita: "Donna: quale immagine nella pubblicità?"

.. ecco, appunto, che ci caschiamo con tutte le scarpe e pure col sorriso ebete stampato in faccia di chi crede di fare una buona azione (non sto dicendo a Perspicace, sia chiaro).

Se coloro che l'hanno ideato fossero stati liberi dalle congiunzioni astrali della propaganda, quella di COME si argomenta e, non solo, DEL PERCHÉ si decide di farlo, allora avremmo visto scritto questo titolo:

- "I bisogni e i rapporti delle donne con la pubblicità" ... e senza punto di domanda.

Purtroppo il video non è più disponibile e non so dove reperirlo (se tu lo sai dimmelo, perché sicuramente sarebbe interessante). Ma sul resto del ragionamento sono d’accordo.

Citazione:
Quindi, non per concludere, ma per capirsi meglio, Perspicace non ha proprio sbagliato con l'ultimo suo intervento, quello a cui tu hai successivamente risposto; diciamo che non ha posto correttamente i termini e i piccoli approfondimenti...

Ritengo che questo sia un modo un po’ “light” di porla, ma immagino che si tratti di punti di vista…

Citazione:
... comunque, così come accade per altri temi dal contesto fortemente differente, è in atto ugualmente una desensibilizzazione forzata che riguarda il generale e non il particolare.

Credo che, più che di “semplice” desensibilizzazione, si tratti di far passare punti di vista tanto parziali e incompleti quanto totalizzanti.


Perspicace

Citazione:
Secondo te esiste il problema della "mercificazione del corpo umano"?

No.

Citazione:
Nel suo complesso intendo trovi giusto o origine di problemi che le persone abbiano diritto a vendere i propri organi (fegato, reni, retine, etc. etc.)?

Esistono i confini etici? Come il considerare l'essere umano merce interscambiabile oppure ognuno è padrone della propria carne e di tutto ciò che da essa viene prodotto (vendita della propria progenie ad esempio)?

Che cazzo c’entrano gli organi? Che cazzo c’entra il vendere la progenie (che comunque non appartiene a se stessi, perché si tratta di altri esseri umani)? Che cazzo c’entrano i “confini etici”?

Tu stai facendo un mischione con tutto e il contrario di tutto, utilizzando argomenti assolutamente propagandistici, infatti anche adesso, anziché restare nel merito del topic da te stesso aperto, vai a parare su tutt’altre cose come vendere gli organi o i figli (perché non anche gli organi dei figli?), esattamente come prima sei andato a parare sui nazisti e i negrieri.

Questi non sono argomenti, ma discorsi spiccatamente emozionali che offuscano la vista ed impediscono di avere una chiara visione di ciò di cui si sta parlando.

Tu invito a rileggere i tuoi vari messaggi del topic e soprattutto la loro impostazione, per poi argomentare il tuo punto di vista senza svarioni su nazisti negrieri che vendono gli organi dei loro figli ebrei.
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La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità. - Nikola Tesla
Inviato il: 24/11/2013 12:32
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  •  Rickard
      Rickard
Re: L'immagine mediatica della donna
#36
Dubito ormai di tutto
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Da Un mondo pervaso di follia
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Citazione:

perspicace ha scritto:

Quando c'è un involucro specifico le persone accedono ai contenuti selezionandoli e consapevoli del contenuto (es. un giornaletto porno) e la società si premura di evitare che questi contenuti finiscano e i recettori sbagliati. Ma quando non c'è involucro (es. cartellone pubblicitario o TV) il destinatario del vettore può essere chiunque anche un bambino, quest'ultimo non avendo ancora sviluppato difese può e verrà condizionato sia per la "desensibilizzazione dal omicidio" che alla "mercificazione dell'uomo in generale".

Sia i produttori (la ditta che ordina la pubblicità, i pubblicitari) che gli esecutori (le modelle e i modelli o gli attori attrici) si rendono responsabili del messaggio veicolato in maniera diretta o indiretta, nel momento in cui questi contenuti non sono "dentro un involucro specifico" sono destinati a tutti ed "dovrebbero" essere adeguatamente studiati per non danneggiare la formazione culturale degli individui che formeranno il tessuto della società. IMHO

Comprendo il tuo punto di vista su questo, ma non sono d'accordo perché ritengo che, benché non sia la stessa cosa e sia assolutamente più pertinente, sia una variante dell'antico discorso sulla TV che "rimbecillisce" soprattutto i bambini che non hanno le difese appropriate.

Ritengo questa argomentazione fallace perché parte dal presupposto che i soggetti deboli (bambini ecc.) siano costantemente esposti alle "influenze" di TV e pubblciità senza alcun filtro possibile, quando non sta scritto da nessuna parte che debba essere così.

Se i genitori/tutori di un bambino lo lasciano vegetare davanti alla TV, non è colpa della TV, è un comportamento sbagliato dei genitori che usano la TV come una babysitter senza mai spiegare/filtrare ciò che i bambini ricevono e il significato di quelle immagini.

Così anche per la pubblicità con doppio senso incorporato, se il soggetto debole viene lasciato solo, quindi in balia di TV e pubblicità, è ovvio che il risultato sarà di un certo tipo, ma la colpa, se dev'essercene una, io la attribuisco a chi ha lasciato solo quel bambino, senza accompagnarlo e senza spiegargli ciò che riceveva, in modo che potesse sviluppare spirito critico, nonché le difese di cui parlavamo prima.
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Inviato il: 24/11/2013 12:40
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  •  perspicace
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Re: L'immagine mediatica della donna
#37
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Secondo te esiste il problema della "mercificazione del corpo umano"?

No.

Citazione:
Che cazzo c’entrano gli organi? Che cazzo c’entra il vendere la progenie (che comunque non appartiene a se stessi, perché si tratta di altri esseri umani)? Che cazzo c’entrano i “confini etici”?


Vedi la morale e "l'etica" non sono sempre esistite, darle per scontate vuol dire non conoscerne l'essenza.

Per te non esistendo il problema della "mercificazione del corpo umano" non esistono neanche i suoi prodotti.

Cosa centrano "la vendita di organi e della progenie" con i "confini etici"?

Una volta entrambe le cose non erano contestate dalla morale e dall'etica, la società non le considerava un problema e anzi le considerava la normalità.

Questo perché la morale e l'etica crescono, si evolvono e dopo si trasmettono.

Ma perché nascono? Perché si vedono i frutti di cetre scelte e il peso che le scelte individuali hanno sulla società.
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Inviato il: 24/11/2013 13:02
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  •  captcha
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Re: L'immagine mediatica della donna
#38
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Così anche per la pubblicità con doppio senso incorporato, se il soggetto debole viene lasciato solo, quindi in balia di TV e pubblicità, è ovvio che il risultato sarà di un certo tipo, ma la colpa, se dev'essercene una, io la attribuisco a chi ha lasciato solo quel bambino, senza accompagnarlo e senza spiegargli ciò che riceveva, in modo che potesse sviluppare spirito critico, nonché le difese di cui parlavamo prima.

"La televisione non è cattiva. Dipende dall'uso che se ne fa."
Inviato il: 24/11/2013 13:47
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  •  Rickard
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Re: L'immagine mediatica della donna
#39
Dubito ormai di tutto
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captcha ha scritto:

"La televisione non è cattiva. Dipende dall'uso che se ne fa."

Ovvio. Sarebbe molto stupido definire un oggetto inanimato dalla generica funzione (trasmettere suoni e immagini), come intrinsecamente malvagio
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Inviato il: 24/11/2013 14:00
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  •  perspicace
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Re: L'immagine mediatica della donna
#40
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Purtroppo il video non è più disponibile e non so dove reperirlo (s


L'avevo aggiornato al post #15 eccolo:

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Inviato il: 24/11/2013 14:30
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  •  Rickard
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Re: L'immagine mediatica della donna
#41
Dubito ormai di tutto
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perspicace ha scritto:
Citazione:
Purtroppo il video non è più disponibile e non so dove reperirlo (s


L'avevo aggiornato al post #15 eccolo:


Grazie, non so perché ma ora me lo visualizza mentre quello al post 15 no... Boh, misteri dell'informatica.

Comunque visto il video e francamente non sono impressionato: un ricettacolo di propaganda e piagnisteo femminista.

Alcune delle pubblicità mi hanno onestamente fatto ridere, aldilà del loro cattivo gusto, ma il video cerca la facile indignazione innescando meccanismi pruriginosi di "buongusto" e "perbenismo" che facciano gridare allo scandalo vedendo qualche tetta e qualche culo.

E se proprio volessimo dirla tutta, non è che agli uomini siano "imposti" dai media modelli meno castranti di quelli "imposti" alle donne: l'uomo deve essere di successo, bello figo, palestrato, donnaiolo, dominatore, avere esclusivamente interessi "da uomo" e così via.

Fra l'altro vien daa chiedersi quale sia lo scopo di tutte queste rivendicazioni, anche se non c'è da fare troppi sforzi di immaginazione, dato che il video lo dice chiaramente alla fine: le donne che "devono" fare anche cose "da uomini", come le soldatesse ecc.

Il tutto per spacciare sonore fregature come conquiste della cività, come fu a suo tempo l'asilo nido, ossia affidare i propri figli a completi estranei perché la donna doveva lavorare, esattamente come gli uomini.
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Inviato il: 24/11/2013 15:13
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  •  Ingmar
      Ingmar
Re: LIMMAGINE MEDIATICA DELLA DONNA
#42
Ho qualche dubbio
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Ovviamente si combattono le implicazioni di un qualcosa, ognuno di noi immagina una "china", nota fallacia logica (seppur non in senso assoluto) quindi ognuno tira da una parte o dall'altra generalmente parlando.
Bisogna quindi evitare che nel nome di combattere la propaganda si desideri limitare la libertà invece di combattere la mentalità, ci possono essere delle eccezioni a ciò ma bisogna dosarle bene, perchè imporre le proprie convinzioni è molto oneroso dal punto di vista del progetto, in quanto rompe un armonia, quindi deve essere una extrema ratio.
Questo dovrebbe scongiurare parzialmente la china proibizionista, cioè arrivare ad impedire, nella fattispecie, per legge, alle donne di disporre del proprio corpo.
La china liberista, invece (non libertaria o liberale) se portata all'estremo, può negare che la mercificazione del corpo sia un risultato del contesto sociale che, anche non negando questa libertà possa essere soggetta a critiche, perchè, per dire la prostituzione è davvero sacrilega a mio parere nel togliere reciprocità a quello che dovrebbe essere lo scambio reciproco per eccellenza, in questo caso solo uno dei due ha piacere, per quanto un piacere destituito di ogni profondità.
E' vero libere scelte diventano non del tutto libere in quanto figlie di imperativi morali e spesso di propaganda, però attenzione all'idea che siccome "non c'è nessuna cosa come l'assenza assoluta di influenza" si debba negare l'autonomia di ogni scelta. Il femminismo è stato sacrosanto nell'affermare l'autonomia della donna e il suo affrancamento dall'essere principalmente l'oggetto di qualcosa o qualcuno, l'essere un ruolo prima che una persona baste ricordare lo stupro come reato contro l'onore.
Oggi però ci sono molti femminismi diversi, forse è per questo che si potrebbe chiamare solo antisessismo, visto il contesto storico, e il suddetto rischio di dividere e parcellizzare le lotte sociali è certamente un rischio, soprattutto nel separarle pretestuosamente dal quadro più ampio in cui sono inserite, come le discriminazioni di classe, dei più svantaggiati. Il "capitalismo" ha certamente mangiato a quattro ganasce sulla liberazione della donna, propagandando i suddetti imperativi morali, per avere più forza lavoro.
La colpa non è però dell'autodeterminazione femminile, tengo a precisarlo.
Oggi si potrebbe lavorare tutti molto di meno, dedicandosi, tra le altre cose anche molto più alla famiglia, se si riuscisse a rompere la catena di asservimento al lavoro, che fisiologicamente ne limita l'accesso e crea ampie sacche di disoccupazione e concentrazione di orari di lavoro.
Inviato il: 24/11/2013 17:00
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  •  perspicace
      perspicace
Re: L'immagine mediatica della donna
#43
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Nudo artistico o pornografia?

Oggi pomeriggio su un canale Mediaset alle 14:30 (quindi fascia protetta) secondo me hanno trasmesso pornografia.

Ma sembra che il confine sia labile o addirittura lavabile...

Il commercio del corpo: ruolo, etimologia e significato

I fatti di cronaca delle ultime settimane hanno bombardato le orecchie dei fruitori di giornali e telegiornali con parole come squillo, prostituta, escort, ecc. Questi termini che, tra l’altro, sono tutti sinonimi, hanno, nel significato, un senso comune che esprime una situazione di disagio e di povertà sia morale che economica.

Molte delle parole solitamente adoperate per indicare l’atto della prostituzione, infatti, hanno in sé una radice che indica, a seconda dei casi, l’azione del commercio, della vendita e dell’esposizione sul mercato. L’oggetto di tale traffico è, manco a dirlo, il corpo, inteso, però, nella sua appetibilità sessuale. Si parlava di situazione di disagio e povertà perché al fondo della scelta di dedicarsi alla prostituzione c’è una decisione estrema: è come dire che quando l’avaro mercato del lavoro non accetta più niente dell’individuo: ad esempio la capacità intellettiva, maturata dopo anni di studio, la prestanza fisica, dovuta alla giovane età, la capacità di compiere lavoretti manuali e artigianali, dovuta al senso pratico, allora non resta altro da fare che s-vendere per intero il proprio corpo. È questo, infatti, il senso della parola prostituta, derivata dal verbo latino sto (stare, porre) preceduto dal suffisso pro- (davanti), mettere davanti, esporre, in questo caso il proprio corpo, allo scopo di venderlo. C’è, invece, un senso più legato al denaro e al guadagno dietro le parole ‘porno’ e ‘meretrice’. Il primo dei due termini, infatti, deriva dal verbo greco pernēmi, che significa praticare il commercio e vendere, utilizzato, nel nostro caso, per indicare la pratica della vendita del proprio corpo. Con una sfumatura di significato leggermente differente, oggi la stessa parola indica tutto quel materiale che ha come oggetto l’esposizione del nudo, non quello artistico, effettuata, appunto, a fini di vendita. La radice mer-, invece, che sta alla base di meretrice, è la stessa del verbo latino mereo, che significa ottenere un guadagno, ma al di là del nostro caso specifico, il senso di questa parola non aveva un valore negativo per i romani. La valenza negativa compare quando il termine è declinato al femminile, infatti, meretrice è colei che ottiene un guadagno vendendo sé stessa. A una classe leggermente più alta appartengono, poi, le ragazze squillo. Questo vocabolo, nato da una traduzione italiana della locuzione inglese “call girl”, significa letteralmente ragazza chiamata, o meglio, ragazza a disposizione su chiamata. Visto il senso del discorso condotto fino ad ora, è abbastanza intuitivo capire il motivo della reperibilità delle squillo, che, però, sicuramente non sono costrette a esporsi in vendita sulla piazza o sulle strade, ma lavorano al riparo sia dagli agenti atmosferici che da possibili incidenti di sorta. Magari, ad essere esposte erano, però, le propagande delle loro prestazioni e la loro dignità di donne, purtroppo costrette a un mestiere infamante.[...]
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Inviato il: 24/11/2013 17:05
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  •  Pyter
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Re: L'immagine mediatica della donna
#44
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Oggi pomeriggio su un canale Mediaset alle 14:30 (quindi fascia protetta) secondo me hanno trasmesso pornografia.

Anche su rai 1 ogni domenica alle 14.
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"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Inviato il: 24/11/2013 18:07
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  •  Calvero
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Re: L'immagine mediatica della donna
#45
Sono certo di non sapere
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Pragmaticamente - soltanto l'abolizione del sistema pubblicitario può terminare (terminare nel senso di eliminare) ogni processo morboso che in maniera automatica andrà sempre a innescarsi e in modo, neanche a dirlo, esponenziale.

Per capirsi, non è che la televisione una volta era più sana. Era semplicemente l'inizio. Nulla che potesse andare in altre direzioni. Questo per quanto concerne il "problema televisione" che poi, oltretutto, mi dissocio completamente dal considerarla un mezzo neutrale. Ma quando lo si capirà, non sarà la nostra civiltà a riconoscerlo.

Tornando al discorso della donna, la sua autonomia e la sua libertà sono un falso problema; in ragione di quale prospettiva? ...

... il discorso di Ingmar è valido, a mio avviso, fino alla misura in cui si continuerà a credere che fare ciò che si vuole del proprio corpo e immolarlo ad una sovrastruttura che non ti appartiene, riguardi la libertà, e anche questo potrà essere solo riconosciuto da una civiltà, se mai verrà, che non può essere la nostra ...

... ecco perché, per quanto inflazionato, ma purtroppo ineluttabile, è soltanto la presa di coscienza di esistere (che non è vivere) in un mondo finto, che potrà portare a dei cambiamenti degni di quanto si auspica, e senza che nessuno imponga niente che, per la precisione, mai l'ho voluta sostenere questa cosa ...

..ed è anche per questo che votare è inutile. Lo dico anche per rispondere indirettamente a Sertes nell'altro Topic. Poiché non vi sarà imposizione di ciò che è giusto che non possa scatenare parimenti dispotismi. A prescindere la democrazia sarà generatrice di decadenza che, come per la televisione ...

... non è che una volta si stava meglio: era soltanto l'inizio.

Quindi una cosa è denunciare le falsità e incrinare le fondamenta di un modello esistenziale finto; una cosa è pensare di riuscire a riportarlo in un ordine di cose migliore. Semplicemente è impossibile, non accadrà mai.
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Inviato il: 24/11/2013 20:15
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Re: L'immagine mediatica della donna
#46
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Citazione:
Ovvio. Sarebbe molto stupido definire un oggetto inanimato dalla generica funzione (trasmettere suoni e immagini), come intrinsecamente malvagio

Stupidissimo. Ma sempre molto molto meno dell'idea da babbeo puro di valutare l'oggetto in sé stesso.



Citazione:
Ingmar ha scritto:

Lol. Ma che c'entra ?

Rettifico forse ho capito, è il distorcere la sacrosanta libera espressione individuale privandola di qualsiasi contesto e negando la sua possibile corruzione, fino all'essere una liberatoria verso gli sfruttatori con la scusa che "nessuno ti ha puntato la pistola alla tempia" quando c'è di mezzo fame, condizionamenti sociali.


Citazione:
Calvero ha scritto:

Questo per quanto concerne il "problema televisione" che poi, oltretutto, mi dissocio completamente dal considerarla un mezzo neutrale. Ma quando lo si capirà, non sarà la nostra civiltà a riconoscerlo.

Sprazzi di intelligenza attraversano piacevolmente il thread.
Inviato il: 24/11/2013 20:21
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  •  Ingmar
      Ingmar
Re: LIMMAGINE MEDIATICA DELLA DONNA
#47
Ho qualche dubbio
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Calvero ha scritto:
.. il discorso di Ingmar è valido, a mio avviso, fino alla misura in cui si continuerà a credere che fare ciò che si vuole del proprio corpo e immolarlo ad una sovrastruttura che non ti appartiene, riguardi la libertà, e anche questo potrà essere solo riconosciuto da una civiltà, se mai verrà, che non può essere la nostra ...


Forse non l'ho considerato nel post che hai citato tu, poichè l'ho già affrontato in quello citato da Captcha.
Io semplicemente affermo che sia qualcosa che non si risolve nella proibizione e rientra tra le libertà teoriche riguardante individui consenzienti, ma so benissimo, che se questa libertà avviene nel contesto attuale è quasi sempre finta, troppo spesso quando lo stato liberalizza la mercificazione è perchè ha declinato un altra sua responsabilità nei confronti della tutela della dignità degli individui, se mai l'avesse avuta. Però ricordo che un periodo il suicidio era punito (spesso con la morte, ridicolo), ma non voleva dire che lo stato aveva a cuore la tua vita o gli importava se morivi di fame, semplicemente non eri padrone nemmeno di quello.
Quindi è pacifico che non la considero una vera libertà almeno nella parte riguardante l'immolare il corpo ad una sovrastruttura, non però in quella di fare quello che si vuole del proprio corpo e non dover rispondere ad una morale terza, che spesso era legata appunto a vincoli di onore di tipo proprietario o insomma all'essere una specie di "protetta" una sorta di sede dell'onore di famiglia.
Non sono sicuro però di avere capito a che sovrastruttura fai riferimento.

Insomma se lo stato ti dice che sei "libero" di vendere gli organi, con tutta probabilità vuole mantenere l'atomizzazione sociale generata dalla concorrenza e liberarsi lui dal dovere di darti una alternativa, non ponendo più alcun limite alla a quanto può cadere di "prezzo" di un individuo in stato di necessità e del suo svilimento, sotto i colpi della spietata e cruda competizione economica.
Per quanto riguarda la Tv, è chiaro il mezzo in sè è neutrale, quasi sicuramente non lo è il motivo della sua creazione, come detto sopra, se ne può fare un uso positivo, ma è chiaramente una cinghia di trasmissione.

Credo che da qui nasca buona parte della diatriba tra chi la considera neutrale e chi no. A volte è davvero una questione di definizioni.
Inviato il: 24/11/2013 22:34
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  •  Calvero
      Calvero
Re: L'immagine mediatica della donna
#48
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Citazione:

Io semplicemente affermo che sia qualcosa che non si risolve nella proibizione e rientra tra le libertà teoriche riguardante individui consenzienti, ma so benissimo, che se questa libertà avviene nel contesto attuale è quasi sempre finta, troppo spesso quando lo stato liberalizza la mercificazione è perchè ha declinato un altra sua responsabilità nei confronti della tutela della dignità degli individui, se mai l'avesse avuta.


Bravo, ottima analisi.

Citazione:

Non sono sicuro però di avere capito a che sovrastruttura fai riferimento.


Poco [o meglio niente] viene considerato questo concetto: - la società esiste e si sostiene attraverso dei rituali e questi rituali sono tali solo quando un ruolo ne assolve il compito che, come con tutte le religioni, avrà il suo ritorno solo se allineato ai dogmi che la sostengono. Pensare di abbracciare una libertà quando si vende al dogma che più è rappresentativo - qualcosa di sé (in questo caso, la figa), significa non solo non essere stati liberi di nulla ma di aver osservato un rituale; più correttamente, si è obbedito ad un messaggio subliminale - che, per la cronaca, non sono solo quelli messi nei film.

Citazione:

Insomma se lo stato ti dice che sei "libero" di vendere gli organi, con tutta probabilità vuole mantenere l'atomizzazione sociale generata dalla concorrenza e liberarsi lui dal dovere di darti una alternativa, non ponendo più alcun limite alla a quanto può cadere di "prezzo" di un individuo in stato di necessità e del suo svilimento, sotto i colpi della spietata e cruda competizione economica.


Questi sono soltanto problemi trasversali oppure semplicemente connessi al degrado di milione di esistenze in perenne conflitto tra perenni [false] dicotomie. Siamo sempre noi che scateniamo lo sfruttamento e la mercificazione, è inevitabile, noi siamo poveri dentro, quindi giustamente saremo svenduti.

Citazione:

Per quanto riguarda la Tv, è chiaro il mezzo in sè è neutrale, ...


Chiaro un cazzo. La Televisione non è e non sarà - mai un mezzo neutrale. Dura a capirla. Amen. Non solo, questo rimane a prescindere dal fatto di quali intenzioni vi siano state a monte che la riguardano...

.. ma per fortuna questo discorso sulla TV in sé - non è connesso direttamente con la problematica che stiamo trattando, perché non ho voglia di approfondirlo e si andrebbe troppo OT.

Insieme ad una decina di altre questioni, questa della televisione, venisse compresa, sarebbe il segnale che qualcosa sta cambiando, ma non riguarda la nostra civiltà. Noi siamo fottuti, e VIVA Dio che sia così; sia mai non andassimo dove stiamo andando, rischieremmo di rovinare anche quelle a venire [di civiltà]. Ma, tranquilli, verremo scordati e neanche nominati come monito. Così come ora noi abbiamo scordato il mondo che c'era prima di questo.

Citazione:

Credo che da qui nasca buona parte della diatriba tra chi la considera neutrale e chi no. A volte è davvero una questione di definizioni.


Col cazzo .. e due. La cosa è molto semplice. La nostra concezione di realtà non ci permette di concepire cosa è neutrale. Non c'è termine che possa circoscrivere meglio un concetto se vuoi spiegarlo ad una capra.
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Inviato il: 25/11/2013 12:56
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  •  Pyter
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Re: L'immagine mediatica della donna
#49
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Guerra totale al femminicidio!

Il governo: guerra totale al femminicidio

L’impegno di Letta. Dal Quirinale il titolo di Cavaliere alla donna sfregiata con l’acido «simbolo di dignità»



Ed ecco che scatta il "simbolo": la dignità ancora non ne aveva.
In attesa di quelli nelle strade sarde, il governo colma finalmente un vuoto.




Alcune considerazioni nè maschili nè femminili, ma neanche neutre:

a) Guerra totale e poi gli dai il titolo di Cavaliere? Non dovrebbe essere titolo di Amazzone? E se poi si offende?
b) adesso che aveva la possibilità di far bella figura con la "missione di pace" se ne esce con la guerra totale?
Se fossi io al governo cercherei prima di trovare dei punti di contatto con le donne. E i punti comuni ci sono, cribbio se ci sono, direbbe Silvio.
c) Ma come si fa a fare la guerra totale a qualcosa che non esiste, nemmeno nei vocabolari?
d) questa storia di fare una guerra a qualcosa che non esiste sta diventando una fissa politicamente trasversale.
e) Enrico Letta (sempre che qualcuno non mi corregga) è maschio. E questo origina due sottocommi:
e1)Continua la politica del Giano bifronte.
e2)Se fossi una donna non mi fiderei.
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Inviato il: 25/11/2013 14:33
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  •  Calvero
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Re: L'immagine mediatica della donna
#50
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  •  Calvero
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Re: L'immagine mediatica della donna
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Re: L'immagine mediatica della donna
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Acido >> simbolo di dignità >>

?!? Lisergico
Azz...stupefacente...non credevo fosse possibile restare sconvolto dal termine.
Terreno sorride, Natura è neutrale ride di me.
Fatevi un piacere non capiteli dato che debbo ancora scoprire chi è Narcisso fra noi tre. Stramatta ha annusato rotoli busindrici sigillati nella cavità ultranasa di Sfinge.

MarGò oggi lei accusa un vuoto Trismegenetico in quanto è da un bel pò che bivacca allungandosi sulle acque interne che congiungono i due eteronimi.
Al momento non mi è possibile accennare altro dato che non riesco a comprendere perchè il tempo talvolta e talaltra mi copia ma comunque lo ringrazio per il naso andato e non rifatto di Sfinge.
Inviato il: 25/11/2013 16:01
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  •  Pyter
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Re: L'immagine mediatica della donna
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Re: L'immagine mediatica della donna
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Calvero ha scritto:
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A quando il Teorema di Ferradini ?
Inviato il: 25/11/2013 19:57
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  •  Calvero
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Re: L'immagine mediatica della donna
#55
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Ingmar ha scritto:
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Calvero ha scritto:
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A quando il Teorema di Ferradini ?


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  •  Davide71
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Re: L'immagine mediatica della donna
#56
Dubito ormai di tutto
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Ciao a tutti:

secondo me è semplice.
Le macchine vanno a benzina e gli uomini vanno a sesso. Il sistema spinge le donne ad essere p*** così gli uomini si prostituiscono al sistema per pagarle.
Così asservisce le une e gli altri.
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Non date le perle ai cani e ai porci perchè non le mangeranno e vi si rivolteranno contro.
Inviato il: 26/11/2013 1:23
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  •  Ingmar
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Re: L'immagine mediatica della donna
#57
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Citazione:

Davide71 ha scritto:
Ciao a tutti:

secondo me è semplice.
Le macchine vanno a benzina e gli uomini vanno a sesso. Il sistema spinge le donne ad essere p*** così gli uomini si prostituiscono al sistema per pagarle.
Così asservisce le une e gli altri.


Questo parlando in generale, di uomini e donne dalla sessualità immatura, sono quindi d'accordo.
In quel contesto l'uomo tende ad essere un consumatore di atti sessuali, anche privi di ogni contenuto ed indipendentemente dalla reciprocità del rapporto, cioè non importa perchè la donna è con lui è cosa provi, ha portato a casa il punto. Diventa quindi una sorta di masturbazione con il bonus per l'ego e l'espressione del potere che ha portato a possedere la donna.
La donna d'altro canto avrebbe anche lei un forte desiderio sessuale, ma, puntanto sulla sua diversità rispetto all'uomo ed esagerandola, il potere spinge a reprimere questo desiderio, forse tramite i giudizi morali (in sintesi ciò che è un punto per l'uomo non lo è per la donna, anche se le cose lentamente stanno cambiando), di conseguenza reprimendosi e talvolta disprezzando l'uomo (a ragione per alcuni di loro) può riuscire ad utilizzare il suo desiderio di fare punto.
Persino Berlusconi, pubblicamente facendo il discorso "che gusto c'è a pagarle, dov'è la conquista" sapeva che filosoficamente parlando è meglio questa cosa, ma poi sappiamo che le pagava. Ora qualcuno dirà che, parlando "da uomini" e in termini "concreti" le si paga di più conquistandole quindi tanto vale pagarle, deve esserselo detto anche lui, ma sappiamo che è fallace come spiegazione e presuppone tutto un modo di concepire il sesso e le relazioni affettive come una transazione economica di cui tirare le somme. Vero è che, talvolta per colpa delle donne, questo succede, perchè non c'è reciprocità nei favori che ci si fa durante il corteggiamento.
Mi ritrovo con quanto detto da questo post https://abbattoimuri.wordpress.com/2013/07/03/la-schizofrenia-della-donna-emancipata-e-schiava-dei-cliche-cavallereschi/comment-page-1/#comment-7946
E la donna che lo redige, come me è tutt'altro che maschilista, anzi.
Per quanto riguarda la non esistenza del femminicidio, secondo me bisogna spostare il focus, perchè insistere che non esista un fenomeno, indipendentemente dal nome discutibile e dalla maniera in cui viene affrontato, può risultare forzato.
Possiamo chiamarlo uomini che uccidono donne per gelosia, per possesso, ma anche, sapendo che nemmeno le donne sono angeli, reazione spropositata ad una legittima rabbia, anche quando il torto è inizialmente il loro.
Il dato è semplice, l'inverso accade molto meno spesso, la forza dell'uomo è quasi irrilevante perchè parliamo proprio dell'intenzione di uccidere. Qualcuno, da un'altra parte per minimizzare ha detto che semplicemente l'uomo è più aggressivo, ma non mi pare un buon argomento, semmai parte del problema, se così fosse.
abbattoimuri.wordpress.com/2013/07/15/la-prima-violenza-sulle-donne-e-dello-stato/
Quello che c'è da chiedersi è piuttosto perchè il sistema ponga così l'accento su questo tema, pur essendo una cosa gravissima, anzi appunto per questo, un potere corrotto finge (?) di sentirsi così investito da un tema morale, lo stesso che si accanisce su individui svantaggiati ed in difficoltà. Che sia fatto proprio per ingenerare divisione e litigio, fare sì che gli uomini se la prendano con donne e immigrati perchè il governo sembra occuparsi molto di loro senza fare nulla per gli altri, ostacolando così la pacificazione necessaria per fare un fronte unito contro la disgrazia economica. abbattoimuri.wordpress.com/2013/07/15/la-prima-violenza-sulle-donne-e-dello-stato/
Citazione:
Quello che so è che la Camusso ha detto che “la crisi è un alibi“, ha aperto il suo intervento dicendo che la questione economica con la violenza sulle donne non c’entra affatto, ed è così che ha sostanzialmente rasserenato capitalisti/sfruttatori i quali, deresponsabilizzati, possono continuare a fare quello che gli pare.

Appunto il sessismo è un prodotto difficilmente scindibile dal contesto di un oppressione più ampia, che può tranquillamente avvenire da parte di una donna come da parte di un uomo, nei confronti di chiunque altro a prescindere dal sesso, quello del forte/furbo/privilegiato contro lo svantaggiato, in difficoltà, sfortunato. Dire "debole" è effettivamente fuorviante, la debolezza può essere contestuale e si potrebbe pensare che è il solito vizio di difendere chi non si da da fare :D.
E' solo un ipotesi di riflessione la mia che calo giù umilmente.
Ma non troppo, eh .
Inviato il: 26/11/2013 17:14
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  •  Pyter
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Re: L'immagine mediatica della donna
#58
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Per quanto riguarda la non esistenza del femminicidio, secondo me bisogna spostare il focus, perchè insistere che non esista un fenomeno, indipendentemente dal nome discutibile e dalla maniera in cui viene affrontato, può risultare forzato.

No, è il femminicidio che è forzato.

Se in Piemonte vengono uccise 200 persone e l'80% di essi sono tifosi della Juve, è innegabile che esiste lo juventifosicidio.

Lo si può negare?
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Inviato il: 26/11/2013 18:53
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Re: L'immagine mediatica della donna
#59
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I complotti non esistono, ... tranne quando ci sono
Inviato il: 26/11/2013 21:47
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  •  perspicace
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Re: L'immagine mediatica della donna
#60
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Ti faccio i complimenti trotzkij è davvero un ottimo articolo.

Grazie
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Io non parlo come scrivo, io non scrivo come penso, io non penso come dovrei pensare, e così ogni cosa procede nella più profonda oscurità. Kepler
Inviato il: 26/11/2013 22:41
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