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  La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana

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  •  benitoche
      benitoche
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#91
Dubito ormai di tutto
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Haaa è vero il FORUM GIUSTO,hahahaha
Perdonami Redna,credimi provo per te una grande stima,lo dico sul serio,da sempre,non c'è un perchè è solo così

IL tuo post-franceschettiano è un minestrone,tocchi svariatissimi argomenti,la logica mi impone chiarimenti
Non posso farne a meno,come non sopporto i telegiornali che saltano in 20 minuti dalla politica alla guerra alla moda allo sport,così non sopporto franceschetti ed i suoi articoli capaci di frammischiare di tutto di più in sole 20 righe
Come in home molte gente ha malsopportato questo modo di fare anche quì la cosa non riesco a digerirla

I miei post saranno anche OT(ma solo fino ad un certo punto in quanto una visione del caso MORO internazionale sei stata la prima tu REDNA a metterla in gioco)riguardo il forum,ma non lo sono di certo riguardo il tuo post,sei tu che parli di Dante dei fedeli dell'amore degli Skull and Bones,allora o fai chiarezza oppure certe cose ignobili non vanno scritte,questo è il lavoro sporco di franceschetti,non coadiuvarlo
Inviato il: 11/3/2011 17:40
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  •  redna
      redna
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#92
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/4/2007
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Citazione:
Perdonami Redna,credimi provo per te una grande stima,lo dico sul serio,da sempre,non c'è un perchè è solo così


cacchio, ma allora il karma esiste.....

Citazione:

IL tuo post-franceschettiano è un minestrone,tocchi svariatissimi argomenti,la logica mi impone chiarimenti


certo può anche chiarire ma, per restare in tema gastronomico, non farn un fritto misto però.....


Citazione:
Non posso farne a meno,come non sopporto i telegiornali che saltano in 20 minuti dalla politica alla guerra alla moda allo sport,così non sopporto franceschetti ed i suoi articoli capaci di frammischiare di tutto di più in sole 20 righe

il sig:Franceschetti ha un blog e anche un forum.
Potresti andarglielo a dire.

Citazione:
I miei post saranno anche OT(ma solo fino ad un certo punto in quanto una visione del caso MORO internazionale sei stata la prima tu REDNA a metterla in gioco)riguardo il forum,ma non lo sono di certo riguardo il tuo post,sei tu che parli di Dante dei fedeli dell'amore degli Skull and Bones,allora o fai chiarezza oppure certe cose ignobili non vanno scritte,questo è il lavoro sporco di franceschetti,non coadiuvarlo

non stavo parlando di OT stavo solo dicendo che il tema del forum era sulle versioni ufficiali della storia italiana e per questo ho postato riguardo all'uccisione di Moro.
La visione internazionale potrebbe essere considerato il periodo storico in cui è avvenuto il sequestro e ci potrebbero essere coinvolte talmente tante persone per cui è del tutto impossibile arrivare ad una verità proprio perchè molti ci sono di mezzo e sono tutt'ora in parlamento (italiano).

Se poi noti un lavoro sporco da parte dell'autore dell'articolo che ho postato allora significa che i chiarimenti li devi fare proprio con la stessa persona e non con me che, ovviamente, non ti saprei dare le risposte su quel tema, perchè ho postato solo riguardo il sequestro Moro in questa sezione.

Se si vuol parlare di Dante e dei fedeli d'amore forse è il caso di cominciare un altro forum perchè il discorso allora diventa più complesso e non fa parte della verità e delle versioni ufficiali della storia italiana.
Il periodo di Dante non credo che abbia a che fare con le stragi di stato e l'assassinio di Moro o vicendi recenti della storia d'Italia.

In ogni articoli, a mio avviso, ci sono delle parti da tenere in considerazione e delle altre da studiare.Non perchè non si sanno le cose signfiica che quelle parti NON sono, automaticamente, da considerare.
Non le conosciamo, o le conoscono in pochi, questo è il problema.
Inviato il: 11/3/2011 17:53
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  •  Manfred
      Manfred
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#93
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 3/11/2009
Da Osnabrück
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Nella smorfia il numero 55 è musica, questi 55 giorni di sequestro che fin da allora mi hanno sempre ricordato il film "I 55 giorni di Pechino" e non riuscivo ad collocarli in un contesto simbolico. La musica doveva cambiare, altrimenti erano fottuti. Roma è ancora caput mundi e le idee buone come il sangue partono dal centro verso la periferia.
Inviato il: 11/3/2011 21:09
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  •  Fabyan
      Fabyan
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#94
Mi sento vacillare
Iscritto il: 29/7/2008
Da nowhere
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Moro, un testimone racconta: “Controllavamo il covo Br di via Montalcini”

Via Montalcini, uno dei misteri italiani. Sul covo delle Br del quartiere Portuense di Roma, che secondo la ricostruzione ufficiale è stata la prigione di Moro per tutti i 55 giorni del drammatico sequestro, ora emergono nuovi elementi. Alla vigilia della commemorazione per il 33esimo anniversario del rapimento dl presidente della Dc Aldo Moro e l’uccisione della sua scorta in via Fani sul sito www.cadoinpiedi.it viene pubblicato un articolo dove viene riportata la testimonianza di una persona che nel 1978 era un militare di leva.

L’uomo racconta alla giornalista e scrittrice Stefania Limiti, autrice de “L’anello della Repubblica” (edito da Chiarelettere) che durante il rapimento venne scelto per far parte di un gruppo di dieci uomini chiamati per tenere sotto osservazione via Montalcini. Era il 23 aprile del 1978. L’uomo, già ascoltato dalla Procura di Roma, racconta: “Ci dissero di tenere sotto osservazione l’appartamento dove era sequestrato l’onorevole Aldo Moro. Il nostro compito principale – continua – era controllare tutti i movimenti provenienti da quell’appartamento. Avevamo una postazione di controllo: sulla strada era situato un lampione per l’illuminazione stradale che fu smontato pezzo per pezzo da falsi tecnici dell’Enel, portato in una caserma dei Carabinieri dove fu installata una micro telecamera all’interno della lampadina: serviva per vedere gli spostamenti all’interno dell’appartamento”.

Lo statista democristiano fu tenuto prigioniero dai brigatisti fra il 16 marzo e il 9 maggio del 1978. L’appartamento di via Montalcini a Roma, era intestato alla brigatista Anna Laura Braghetti, e sulla ‘prigione’ al Portuense, pesano da sempre delle ombre. Un luogo immortalato dalle terribili foto dei brigatisti che ritrassero il politico nella feroce immagine della prigione-sgabuzzino delle fotografie inviate ai quotidiani di allora. Moro fu ucciso nel garage del palazzo di via Montalcini 8 alle 6 del mattino e poi trasportato in via Caetani in una Renault 4 rossa rubata. La polizia a pochi giorni dalla strage di via Fani, quando alla polizia arriva una prima segnalazione, forse una voce generica, forse una soffiata precisa, entrano nel palazzo di via Montalcini ma non perlustrano l’interno 1. Gli agenti bussano anche ma poi, inspiegabilmente, vanno via.

Nel libro della Limiti, il militare rivela: “Dovevamo poi sorvegliare i movimenti intorno al palazzo e tenere sotto osservazione i bidoni della spazzatura. Moro era tenuto, ci dissero, nell’appartamento del piano rialzato, quello con il giardinetto. In quello del primo piano erano stati messi microfoni ad alta ricezione, in grado di captare anche i più piccoli rumori. Roba sofisticata per l’epoca, forniti, infatti, da agenti stranieri”. E sulla famigerata Renault 4 rossa aggiunge: “Ricordo di aver visto la Renault 4 rossa parcheggiata nel cortile che dava ai garage e un’altra auto, una Rover con targa straniera e con una o forse più multe poste sul parabrezza. Un giorno fu portata via e fui piuttosto sconcertato quando la rividi nello spiazzo della caserma di via Aurelia. La ‘missione‘ durò fino all’8 di maggio, un giorno prima dell’epilogo tragico del sequestro. Ci dissero che il nostro compito era finito e che ci avrebbero rispedito alle nostre destinazioni. Rientrai ad Avellino e – conclude – poi ho avuto il foglio di trasferimento per Battipaglia. Mi è stato esplicitamente detto di dimenticare quello che avevo visto e fatto a Roma”.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/15/moro-un-testimone-racconta-controllavamo-il-covo-di-via-montalcini/97764/
Inviato il: 15/3/2011 22:53
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  •  ivan
      ivan
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#95
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/7/2004
Da Bronx
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Piu' voci diverse stanno man mano facendo venire a galla i tanti lati oscuri della vicenda Moro.

Ma ci sono anche altre strane storie che stanno venendo allo scoperto, come questa:

link

Citazione:


Camorra, il pentito Carmine Schiavone
«Comprammo armi militari Usa a Gaeta»
...

Inviato il: 16/3/2011 2:29
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  •  incredulo
      incredulo
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#96
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 23/8/2006
Da Asia
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Sempre sul caso Moro, una miriade di informazioni UTILISSIME per capire cosa e' successo, e tutti quegli INTRECCI che c'erano allora, non sono spariti tutto di un tratto OGGI.

www.ilcassetto.it/notizia.php?tid=154

un saluto
Inviato il: 16/3/2011 6:22
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  •  audisio
      audisio
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#97
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 29/4/2008
Da
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Comincio con la prima.
Portella della Ginestra:
versione ufficiale, è stato il bandito Salvatore Giuliano fomentato
dagli agrari mafiosi.
Piccolo problema:
il fuoco sui contadini viene aperto da grande distanza, la gente che
aspettava il comizio non era concentrata ma sparpagliata, perchè
lo spiazzo era molto ampio e la gente non era moltissima.
Eppure, questi banditi (molti reclutati da poco tempo fra pecorai e
gente di paese, con poco addestramento, causa i numerosi arresti
compiuti nei mesi precedenti) con i fucili dell'epoca riescono a centrare
con grande precisione quei poveri contadini.
Una precisione clamorosa, da tiratori scelti.
Successivamente, sia Giuliano sia colui che aveva avvalorato la matrice
giulianiana della strage, Gaspare Pisciotta vengono eliminati.
Giuliano freddato dopo che era stato già catturato dai carabinieri ed
era inerme nelle loro mani, Pisciotta avvelenato all'Ucciardone da un
caffè che bevve solo lui, mentre i suoi compagni di cella evitarono di
farlo.
Poi è venuta fuori quella che pare essere la verità, almeno sugli
esecutori.
Furono in realtà Iunio Valerio Borghese e i suoi reduci della X Mas, gente
super addestrata militarmente, ad eseguire materialmente l'operazione.
A Giuliano chiesero di addossarsi la colpa, lui accettò sia per i soldi sia
per ricandidarsi come capo dei separatisti siciliani.
Ma per essere sicuri di procurare un buon numero di morti, in modo
da terrorizzare e scongiurare le future lotte bracciantili, gli fu chiesto
di incorporare nell'azione gli uomini di Borghese.
Inviato il: 16/3/2011 12:33
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  •  audisio
      audisio
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#98
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 29/4/2008
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Comunque, il primo mistero della storia italiana è la scomparsa
in mare della nave che portava Ippolito Nievo in Piemonte a
rendere conto della gestione del Governatorato delle Due
Sicilie.
Nievo, dalle lettere che scrisse ai parenti, sembrava voler rivelare
cose molto pesanti.
Nelle lettere, riservate quindi intime, traspare un uomo tormentato,
anzi direi di più schifato da ciò che aveva visto da quando mosse da
Quarto, in una lettera addirittura Nievo afferma che se avesse saputo
come si sarebbe evoluta la missione garibaldina non vi avrebbe mai
partecipato.
Lo stesso Garibaldi disse, più tardi, che Ippolito Nievo era il migliore
dei Garibaldini e ne onorò la dirittura morale (Garibaldi sembra essersi
portato nella tomba molti segreti, ma si trae questa impressione del
personaggio, un idealista facilmente manipolato dai poteri forti, e sembra
che nella fase finale della sua vita si sia reso conto di questo).
Quella nave sparì e non se ne trovò più traccia, nonostante che
(essendo di legno) qualche relitto si dovesse pur trovare, in caso di
normale naufragio.
Infatti, si è ipotizzata un'esplosione a bordo attribuita alle caldaie, ma
recentemente in una puntata di La Storia Siamo Noi, alcuni storici hanno
ipotizzato che si sia usato un ordigno con uno dei primi inneschi a tempo,
adottando le soluzioni trovate all'epoca dagli anarchici e che i neonati
servizi segreti del Regno conoscevano a menadito...
Inviato il: 16/3/2011 12:46
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  •  redna
      redna
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#99
Sono certo di non sapere
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Proprio oggi ricorre il 33° anniversario della morte dei cinque uomini della scorta di Moro e del rapimento dello statista.


Moro: istituzioni ricordano via Fani

Corone alloro in luogo uccisione 5 agenti scorta e rapimento

(ANSA) - ROMA, 16 MAR - Corone di alloro per ricordare il rapimento di Aldo Moro e l'uccisione di 5 agenti della scorta sono state deposte in via Fani. Alla cerimonia, in occasione del 33mo anniversario, hanno preso parte tra gli altri il sottosegretario Letta, il presidente del Pd Bersani e Rosy Bindi, il presidente della Regione Lazio Renata Polverini.

'Ricordare il percorso della nostra vicenda democratica - ha detto Bersani - e' l'unico modo per cercare di avere le idee piu' chiare su come andare avanti'.

Inviato il: 16/3/2011 17:05
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  •  florizel
      florizel
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#100
Sono certo di non sapere
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Lascio solo il link, e riporto qualche stralcio dell'articolo...

Unità d’Italia e pulizia etnica: Fenestrelle, lager Savoia.

"Deportazioni, l’incubo della reclusione, persecuzione della Chiesa cattolica, profanazioni dei templi, fucilazioni di massa, stupri, perfino bambine (figlie di “briganti”) costretti ai ferri carcerari. Una pagina non ancora scritta è quella relativa alle carceri in cui furono rinchiusi i soldati “vinti”. "


Fu il nord a sdoganare la mafia, con l’Unità d’Italia.

E' questo che oggi si festeggia.


Segnalo una discussione aperta sull'argomento.

Qui.
Inviato il: 17/3/2011 14:22
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  •  Manfred
      Manfred
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#101
Dubito ormai di tutto
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Dai toni degli articoli assomiglia che devono sentirsi responsabili anche i discendenti di quelle popolazioni che al momento dei fatti narrati vivevano ancora nei territori appartenenti all'impero austro-ungarico.
Per non fare di tutta l'erba un fascio si fa di tutta l'erba un fascio.
Invece di esaminare il ruolo di massoneria, nobiltà nera, mafia, le stesse forze che continuano a manipolare gli eventi di oggi come di allora, si colpevolizza il nord come unico blocco sociale responsabile, il credo leghista in versione meridionalista.
Inviato il: 17/3/2011 16:04
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  •  florizel
      florizel
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#102
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Invece di esaminare il ruolo di massoneria, nobiltà nera, mafia


Manfred, non è che con la celebrazione di un'unità coatta ed imposta si intende tenere nascosto proprio il ruolo di quei poteri?

Non risulta dagli articoli, se ti riferisci a quelli linkati nel mio commento, che DEVONO sentirsi responsabili le popolazioni del nord Italia.
Almeno, non all'epoca dei fatti... forse oggi, e solo se qualche domanda (in merito ad un'unità sofferta da tutti) se la son posta.

In ogni caso, non è esattamente di "colpe" che si può parlare,proprio per quello che tu affermi: non sono state le popolazioni a decidere se unità dovesse essere... la storia, finora, tranne che in pochi casi, l'hanno imposta e scritta quei poteri.
Inviato il: 17/3/2011 19:12
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  •  Fabyan
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#103
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Il golpe inglese - Mario J. Cereghino e Giovanni Fasanella
Non è un libro di chiacchiere, dietrologie o ipotesi complottistiche, ma si basa interamente su centinaia di documenti secret e top secret che abbiamo trovato negli archivi di Kew Gardens

Inviato il: 9/9/2011 23:36
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  •  benitoche
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#104
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

audisio ha scritto:
Comincio con la prima.
Portella della Ginestra:Giulio Andreotti




Da Portella della Ginestra a Mattei a Moro quel che non si vuole è un avvicinamento dell'Europa alla Russia,chiunque ci prova si brucia
Inviato il: 14/12/2011 19:22
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  •  black
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#105
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#106
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  •  ivan
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#107
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Un servizio sulla Gladio e la strategia della tensione (è in inglese):

link Operazione Gladio

Da far accapponare la pelle ...

In che mani siamo stati.
Inviato il: 18/1/2012 0:06
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  •  Vincent51
      Vincent51
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#108
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Si torna a parlare di Ustica e dello "strano" incidente di Ramstein dove morirono i piloti delle Frecce Tricolori che avrebbero dovuto testimoniare davanti al giudice Priore due settimane dopo:

Ustica, torna l'ipotesi del depistaggio
Inviato il: 2/2/2012 9:30
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  •  florizel
      florizel
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#109
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Ed il "depistaggio", di cui parla l'articolo sopra, è stato pienamente legittimato: è confermata la sospensione del risarcimento per i parenti delle vittime della strage di Ustica, o meglio della strage del DC 9 che 32 anni fa tolse la vita a 81 persone.

La motivazione "sarebbe" la seguente: "La Corte ha quindi rigettato l'istanza dei legali dei familiari delle vittime che chiedevano l'immediata liquidazione anche con Buoni del Tesoro per non incidere troppo sulle casse dello Stato, rinviando al 15 aprile del 2015."


E la "crisi" sembra venire in soccorso alla motivazione congiunta a quella precedente:
". Per i giudici d'Appello sussistono infatti «gravi motivi che giustificano la sospensione dell'esecutività della sentenza per il grave danno che il debitore potrebbe ricevere a fronte peraltro di un'impugnazione che non evidenzia profili di evidente infondatezza»."

Queste ultime parole della Corte d'Appello, "un'impugnazione che non evidenzia profili di evidente infondatezza", sembrano rimettere in discussione tutto l'iter giudiziario che ha portato a stabilire anche la presenza di depistaggi circa il fatto che si trattò di un'operazione militare, oltre alla mancata garanzia di sicurezza del volo ai passeggeri.

"Il collegio ha motivato la sua decisione spiegando che proprio nel processo di appello si dovrà stabilire se sussistano i presupposti per il risarcimento e, in questo caso, si dovrà definirne l’ammontare. I giudici hanno osservato che il “pagamento immediato di una somma di assoluta rilevanza” potrebbe creare “grave danno al debitore”."
Inviato il: 16/3/2012 16:01
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  •  vuotorosso
      vuotorosso
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#110
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Citazione:

florizel ha scritto:


Queste ultime parole della Corte d'Appello, "un'impugnazione che non evidenzia profili di evidente infondatezza", sembrano rimettere in discussione tutto l'iter giudiziario che ha portato a stabilire anche la presenza di depistaggi circa il fatto che si trattò di un'operazione militare, oltre alla mancata garanzia di sicurezza del volo ai passeggeri.

"Il collegio ha motivato la sua decisione spiegando che proprio nel processo di appello si dovrà stabilire se sussistano i presupposti per il risarcimento e, in questo caso, si dovrà definirne l’ammontare. I giudici hanno osservato che il “pagamento immediato di una somma di assoluta rilevanza” potrebbe creare “grave danno al debitore”."


Ormai avrai capito che sono per il bicchiere mezzo pieno, per quanto sia sempre piú difficile.
Quindi guarda il lato positivo: puó questa espressione essere usata per rigirarlo un po'nel c..o ad equitalia ?

Sperando che la somma di assoluta rilevanza sia calcolata relativamente e non assolutamente, come dovrebbe essere d'altronde visto che specificano proprio "per il grave danno che il debitore potrebbe ricevere "
Inviato il: 16/3/2012 16:31
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  •  ivan
      ivan
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#111
Sono certo di non sapere
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Il bel paese non è mai stato un posto facile dove vivere, almeno non per tutti.
Nel bel paese la frase di Pasolini "il successo è l'altra faccia della persecuzione" pare essere sempre stata valida.

E' di questi giorni una notizia sulla misteriosa fine di uno dei migliori artisti di tutti tempi, il Caravaggio .

link articolo "Studioso napoletano: Caravaggio morì assassinato a Palo Paolo Pacelli, Università di Napoli: fu omicidio di Stato

Terribile: il successo che diventa persecuzione .
Inviato il: 1/4/2012 12:45
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  •  ivan
      ivan
Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#112
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Il mistero delle pensioni negate: = > link <= .

Mandare i carabinieri a prendere i dati che un ente pubblico nega ....

C'è dell'incredibile in questa vicenda ...

Così come è incredibile quest'altra storia: link articolo "forse ripristinati alcuni treni per il meridione"

SI pensava di leggere nel 2012 le cronache da marte, non di leggere che per avere la pensione dopo aver pagato per una vita devi ripagare cifre astronomiche o che forse ti faranno la grazia di darti un treno ...


Siamo messi male, come abbiamo fatto a ridurci così poi è un mistero : link articolo B. Grillo

Ma la realtà su come abbiamo poi fatto a ridurci così alla fine è semplice: link articolo "Cittadini, vi rubiamo tutto. Non l’avete capito? Cazzi vostri"

Citazione:

"Le tasse sono bellissime". Lo disse Padoa Schioppa. Io però aggiungerei: "Dipende dall'uso che se ne fa!". Le tasse per comprare cacciabombardieri, per finanziare finte missioni di pace in Iraq e in Afghanistan, per i rimborsi elettorali di un miliardo di euro ai partiti, per le centinaia di milioni di contributi ai giornali? Per i vitalizi dei parlamentari ottenuti dopo una legislatura, per tenere in piedi le Province, per i costi da monarchia rinascimentale del Quirinale, per le Grandi Opere Inutili come la Tav, la Gronda o Expo 2015? Per i maxi emolumenti dei parlamentari, dei consiglieri regionali e provinciali, per le doppie triple pensioni, per centinaia di migliaia di auto blu? Potrei continuare per ore.
Fino ad oggi c'è stato un patto tacito con lo Stato. Io pago e tu in cambio mi eroghi dei servizi. Il contribuente non si è preoccupato di dove finissero i suoi soldi per due motivi, il primo è che il livello di tassazione era gestibile mentre adesso si lavora solo per lo Stato fino ad agosto inoltrato, il secondo è che i servizi erano accettabili o a costi contenuti. Ora questo non è più vero. I servizi fanno schifo e li paghiamo doppi con le scuole private, gli ospedali privati, la sicurezza a spese nostre con porte blindate, sistemi di allarme e grate alle finestre. Una delle prime voci di spesa sono gli interessi sul debito pubblico, pari a circa 100 miliardi all'anno. Li paghiamo con le nostre tasse. Ma perché siamo indebitati per duemila miliardi, per fare che cosa? Qualcuno ci ha il chiesto il permesso per ridurci in miseria? Mentre Rigor Montis fa il curatore fallimentare, chi ha causato la bancarotta del Paese è ancora a piede libero, a pontificare cazzate.
E' corretto pagare le tasse. E' corretto che tutti le paghino in proporzione al reddito. Non è corretto lavorare come gli schiavi ai tempi dei faraoni per vedere dilapidato il frutto del nostro lavoro da presuntuosi e incompetenti nel migliore dei casi, corrotti e ladri nel peggiore, che si spacciano per statisti e ci propongono le loro ricette per la crisi in prima serata televisiva. Il Patto con lo Stato va ridiscusso presto e con altri interlocutori. Se, per ipotesi, si raddoppiasse il gettito fiscale, io sono più che certo che, senza cambiare le regole e dare ai cittadini la possibilità di entrare nel merito dei meccanismi della spesa pubblica per decidere su base referendaria on line, ad esempio l'intervento in Afghanistan o l'abolizione delle Province, la situazione si aggraverebbe. La Grecia ci sembrerebbe un Paradiso. I conti dello Stato peggiorerebbero. E' come buttare i soldi in un pozzo senza fondo. E' necessario introdurre la destinazione d'uso per le nostre tasse. Io pago se so dove vanno a finire i miei soldi. Il tempo della fiducia sulla parola a questa gente è alle nostre spalle


E anche questo sermone di Grillo, apparentemente pieno di buone intenzioni, rivela scenari futuri non tranquillizzanti .

Non si sa piu' come salvarsi, non si sa piu' a cosa credere.


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Inviato il: 11/4/2012 15:48
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#113
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E' di questi giorni la notizia di novità nel caso che ha visto la triste fine di un calciatore => link il caso Bergamini

Questo è un articolo di qualche anno fa (2009) sullo stesso caso : link

Lo scenario è sempre lo stesso, è quello del romanzo giallo all'incontrario che contraddistingue i grandi e piccoli misteri del belpaese con indagini e ricostruzione dei fatti condotte in maniera così sciatta che si possono fare mille congetture.

Raccapricciante la perizia: link,

E le cronache dicono che la perizia restò in un cassetto e che ogni tentativo di approfondire le indagini sia finito nel classico porto delle nebbie.

C'è da rabbrividire al pensiero di che mani siamo stati .
Inviato il: 23/4/2012 0:36
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#114
Sono certo di non sapere
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Seguendo un link lì nella pagina dei terremoti ed attività di estrazione, ho trovato la seguente pagina che parla di uno tenti misteri italiani, ossia dell'attività del Principe Borghese: link Il Principe Nero Italiano: Terrore e Guerra Contro lo Stato Nazione .
Inviato il: 30/5/2012 21:38
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#115
Sono certo di non sapere
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Una preoccupante analisi dell Senatore Giovanni Pellegrino sui fatti di Brindisi; il senatore ha dichiarato "apertis verbis" di credere poco, anzi per niente, alla matrice mafiosa dietro l' attentato di Brindisi e di ritenere che dietro quella bomba vi siano Servizi di intelligence ostili, che hanno mascherato dietro un finto carattere artigianale e dilettantesco dell' ordigno una sottile strategia di intimidazione

Link pdf intervista: qui
Inviato il: 2/6/2012 4:04
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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
#116
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Su CDC "IL CONTESTO O QUEL CHE POTREBBE ACCADERE NEL PAESE DEL GOLPE PERMANENTE"

link


Viviamo tempi sciagurati e miserabili sotto molteplici punti di vista, tempi in cui, non solo le normali aspirazioni di verità, trasparenza e giustizia vengono tradite e vilipese da chi si è assunto la presumibile responsabilità di traghettare il paese fuori dalle secche di questa interminabile e devastante crisi globale, continentale e nazionale, ma nei quali perfino il semplice sentimento della decenza è andato smarrito e forse perduto per sempre. Dopo anni di egemonia (sub)culturale berlusconiana ci si aspettava qualcosa di meglio e di più incoraggiante per le sorti della traballante Repubblica. E poi siamo veramente sicuri che i cosiddetti tempi bui della ribalta del Cavaliere sono veramente terminati ? Quel che non posso più tacere è la mia indignazione di cittadino e le ferite che quotidianamente mi vengono inferte nella mia dignità di semplice uomo civile. Disgraziatamente in questo 2012 ancora così lungo e dolente si susseguono i ventennali, trentennali, quarantennali delle celebrazioni dei “sacrifici” di solerti e coraggiosi servitori dello Stato assassinati per aver anche solo sfiorato quei famosi fili che non lasciano scampo. Non solo Falcone e Borsellino, ma anche il generale Dalla Chiesa e l’onorevole Pio La Torre, come il commissario Calabresi, per tacere di quella lista fin troppo lunga di politici, magistrati, carabinieri, poliziotti e giornalisti… Uomini che hanno creduto in uno Stato il quale per la sua metà ha quantomeno favorito incoraggiato e coperto gli assassini mentre l’altra è rimasta a guardare impassibile per non disturbare troppo. Sono indignato e offeso per la quantità di melassa e di sentimenti insinceri, esibiti ed artefatti che ci vengono riversati addosso con tutto il sapore della menzogna e del non detto. Le prime vittime di questo bombardamento di bassa retorica sono proprio i ragazzi e i più giovani che poco sanno e poco conoscono della nostra storia più recente. Ci sarà qualche motivo se fra gli studenti è diffusa la convinzione che a compiere le stragi degli anni passati sono stati i brigatisti ? Il nostro Presidente – il solito Prode Camomillo -, campione dei conformismi di ogni stagione, prima comunista filosovietico ortodosso e poi, stabiliti i rapporti di forza fra le Superpotenze, uomo assai apprezzato dall’establishment americano, tromboneggia e vaneggia fra gli scrosci di applausi del pubblico pagante. E’ tutto chiaro, no ? Da un lato ci siamo noi, gli onesti, i giusti, i “democratici” e dall’altro i “mostri”, i cattivi, i nemici delle istituzioni e del popolo italiano. Il nostro Prode Camomillo e la corte dei miracoli ministeriale ci parlano senza apparente cognizione di causa di pericoli per la democrazia – quale democrazia ? -, di marea dilagante dell’eversione e del terrorismo d’incerta matrice, dei rigurgiti criminali delle mafie, dei brigatismi e degli anarcoinsurrezionalismi vari… Non stiamo andando da nessuna parte e tutto questo gran parlare di pericoli e di attacchi alle istituzioni non solo confonde il cittadino medio, ma avvelena anime e coscienze, esaspera e rende rabbiosi ed inquieti impedendo il normale esercizio della pura razionalità. Indubbiamente a cavallo dei due turni delle recenti amministrative si sono verificati episodi terroristici e criminali di assoluta gravità che richiederebbero tutta la prudenza e il riserbo possibili da parte degli inquirenti incaricati delle indagini. Invece la consueta grancassa mediatica e le solite narcisistiche da strapazzo si sono trasformate in altrettante occasioni per fare del sensazionalismo inqualificabile. Verrebbe da dire che, per suscitare ed alimentare la tensione e l’insicurezza dei cittadini, tutto fa brodo…

Fra tutti i più recenti episodi criminali – ed è giusto e corretto definirli in tal modo – quello di Brindisi spicca per cinismo, crudeltà e barbarie. Chi ha colpito premeditando la strage ha voluto trasmettere un messaggio molto chiaro ai cittadini italiani: “Se noi siamo capaci di ideare e realizzare attentati contro le scuole ed inermi studenti significa che voi non potete essere sicuri in nessun posto…”. Purtroppo un’azione del genere prelude ad altri lutti e altro sangue… La situazione avrebbe dovuto richiedere la necessaria calma quantomeno da parte di chi ha la responsabilità di gestire gli eventi successivi… Invece si è assistito al solito spettacolo indecoroso, perché di spettacolo si è trattato… Brindisi diventa un’altra Cogne, un’altra Garlasco, un’altra Perugia, ecc… I media in toto – stampa, televisioni, Internet – si sono esercitate nel consueto “gioco di società” sulla “caccia all’assassino o agli assassini” senza molto costrutto. E’ la mano della mafia o del terrorismo mafioso… No, è il terrorismo “eversivo”… No, è quello “stragista”… No, si tratta di stragismo mafioso… No, è mafia “stragista”… E via discorrendo, fino a ripiegare sul folle o sul pazzo solitario che, magari, è spinto da motivazioni pseudopolitiche… E’ un gioco inutile e forse inevitabile, ma comprensibile nella società della comunicazione e dell’”informazione spettacolo”, mentre fa gridare vendetta quando ad esso partecipano gli organi inquirenti…

Si dice – e forse non senza ragione – che le prime ventiquattro ore sono importanti e decisive per l’individuazione dei colpevoli di un qualsiasi delitto, poi le indagini diventano sempre più difficili ed ostiche. Se così stanno le cose abbiamo ben pochi motivi per essere rassicurati. Quasi a corpo ancora caldo si è gridato ai quattro venti – soprattutto dalle parti della Procura di Lecce – che l’assassino o gli assassini avevano le ore contate, perché era stato reperito un filmato di videosorveglianza che avrebbe ritratto inequivocabilmente l’attentatore proprio al momento della deflagrazione delle bombole. Il filmato sarebbe stato consegnato alla “Stampa” che avrebbe provveduto a pubblicare un paio di “sequenze” del presunto attentatore che, veramente, non possono dire nulla allo spettatore o al lettore. Un povero disgraziato – colpevole di assomigliare all’uomo del filmato – ben conosciuto da quelle parti è stato interrogato ed esposto al serio pericolo di linciaggio. Inutile aggiungere che l’uomo è innocente e che il danno subito non potrà mai essere ripagato… Eppure, con tanto di filmato e di sequenza dell’attentato – gli inquirenti danno l’impressione di non riuscire a dare un volto al terrorista. Se l’uomo è schedato come membro di una qualche consorteria della criminalità organizzata o come eversore, non dovrebbe essere troppo difficile identificarlo… Invece si brancola nel buio e vorrei aggiungere che si brancola colpevolmente nel buio… Considerato che, ormai, il filmato esibito come “pistola fumante” è stato “bruciato” nel momento in cui è stato dato in pasto all’informazione, perché non si dà finalmente al cittadino italiano l’opportunità di visionarlo. In fondo, in proposito, sono solo state fornite descrizioni con ricchezza di colpevole enfasi senza che il pubblico potesse farsi un giudizio preciso su elementi fattuali. E poi, a questo punto, l’individuo ripreso – se veramente è coinvolto nel crimine – si sarà dileguato e, possibilmente, avrà trovato riparo all’estero tanto è stato il “rumore” che è stato fatto intorno a queste prove così “schiaccianti”. Se fossimo cittadini decenti e attivi dovremmo stringere d’assedio le istituzioni, il Presidente della Repubblica, i ministri e i magistrati per pretendere un comportamento consono alla situazione e smetterla di blaterare le consuete corbellerie sui pericoli che corre la democrazia.

Se ci sono elementi seri per fare determinate dichiarazioni, li si porti finalmente a conoscenza del cittadino, altrimenti nel migliore dei casi ci troviamo di fronte a colpevole incuria ed incompetenza. Nel peggiore si ripete il copione fatto di quegli occultamenti, depistaggi e manipolazioni a cui la “strategia della tensione” ci ha abituato…

Ahimé ! Temo – come al solito – che la complessa situazione attuale non sia suscettibile da essere incasellata in qualche comoda categoria, così come la recente ondata “terroristica” non si presti a comode e rassicuranti etichette che, quantomeno, ci permettano di individuare con assoluta chiarezza mandanti, esecutori e moventi. Quantomeno si potrebbe parlare di “concorso di colpe”…

Per sbarazzarsi delle etichette e delle categorie abusate in questi giorni proviamo ad effettuare un’analisi logica “esaminando” le tre fondamentali “piste” a cui si è accennato per tutti questi giorni, ovvero “il folle solitario”, “il terrorismo” e “la mafia”.


- “Il folle solitario”: è, in fondo, l’ipotesi più rassicurante e consolante per la cittadinanza. Da un lato il fatto che esistano individui che, smarrito senso del limite e ogni tabù, siano capaci di commettere stragi a colpi di esplosivi o armi automatiche, inquieta e spaventa l’uomo comune, ma, dall’altro, lo tranquillizza… I Breivik, i fanatici ossessionati dalle armi, i poveri studentelli sfigati ed esaltati e altra varia umanità non rappresentano che una percentuale insignificante della popolazione e, una volta arginati in maniera seria e decisa, non sono in grado di nuocere. Il “folle” è ,quasi per sua stessa natura, isolato, avulso da qualsiasi setta o congrega e, al limite, fa lega con un pugno di altri compagni di viaggio ugualmente “squilibrati” come nel caso del cosiddetto gruppo “Ludwig” che imperversò nel Veneto degli anni Ottanta. Dal punto di vista criminologico il fenomeno rientra nella categoria dei serial killer variamente motivati. Tuttavia, come è stato giustamente e ripetutamente rilevato, a Brindisi sussistono diversi elementi oggettivi che portano ad escludere l’azione di un pazzo isolato, primo fra tutti il trasbordo e la sistemazione delle bombole. Insomma la complicità è altamente probabile nell’esecuzione di un atto terroristico il cui carattere sofisticato non pare granchè compatibile con le modalità d’azione del serial killer. Ci si dovrebbe domandare invece perché gli inquirenti hanno insistito e ancora insistono, riecheggiati dai media, sull’ipotesi dell’assassino solitario…

- “Il terrorismo”: in questo caso bisognerebbe chiarire una buona volta la portata e l’ampiezza semantica del concetto. Il “terrorismo” puro, quello eversivo o sovversivo, non importa di che matrice si tratti – brigatista o “anarcoinsurrezionalista”, “rosso”, “nero”, “bianco”, ecc… - colpisce i simboli di quel che è percepito come Potere o Sistema. Si può trattare del Palazzo di Giustizia, della caserma dei carabinieri, dei luoghi deputati ai riti officiati dalle corporations e del consumismo… Negli anni Settanta – Ottanta i terroristi colpivano “simboli fisici” nella persona dei manager o dirigenti dei grandi gruppi industriali o dei funzionari dello Stato preposti alle funzioni repressive (magistrati, poliziotti, carabinieri, ecc…). Nel caso dell’Unabomber americano – a cavallo fra “terrorismo puro” e “gesto individualistico” – si volevano colpire i “simboli” del progresso tecnologico ed informatico e del consumismo per mettere sotto accusa una certa idea di sviluppo. Nonostante il terrorista “puro” e “sovversivo” si definisca come “rivoluzionario” in realtà non sovverte alcunché… La sua azione si esaurisce in un nichilismo autoreferenziale a prescindere dalla bandiera esibita, nutrita di slogan e analisi sommarie per quanto non totalmente campate in aria. Considerata la sostanziale impotenza e l’incapacità di incidere sulla realtà, il “terrorista puro” si presta ad essere inconsapevolmente sfruttato, utilizzato e manipolato proprio da coloro che pretende di voler combattere… A conti fatti, prima che politica, la scelta di coloro che decidono di intraprendere questa strada è esistenziale: io esisto perché mi oppongo anche se il Sistema non si può abbattere…

Ammettendo che il “sovversivo” sia interessato a colpire i simboli, nel caso di Brindisi l’obiettivo sarebbe curiosamente e sorprendentemente costituito dalla scuola e dall’istruzione. Quello che non torna è il tentativo di compiere una strage indiscriminata che suscita naturale riprovazione e allontana eventuali adepti dalla scelta di intraprendere la strada delle armi e della sovversione. Nessun brigatista o “anarcoinsurrezionalista” genuino potrebbe mai compiere simili gesti. Entra allora in gioco il “terrorismo stabilizzante”, quello concepito per istillare nell’opinione pubblica sentimenti di paura, rabbia e insicurezza per alimentare la domanda collettiva di ordine e sicurezza e, magari, distogliere da altri problemi ben più urgenti e tangibili. “Il terrorismo stabilizzante” è ben più sofisticato di quello “ingenuo” dei “sovversivi” e punta al cuore del potere. Destabilizza i governi percepiti come troppo fragili e deboli, rafforza quelli che puntano alla “tolleranza zero” nei confronti degli indesiderabili (oppositori, immigrati, marginali, delinquenti da strada, teppisti, giovani, ecc…) e sposta l’asse politico decisamente a “destra”. La necessità di affrontare presunti pericoli sovversivi o eversivi artatamente gonfiati, consente anche di prendere in tutta tranquillità le decisioni di politica – ad esempio economica, valutaria, tributaria e finanziaria – impopolari. Considerato il livello di sofisticazione di tali operazioni è chiaro che ci si debba affidare agli specialisti della “guerra psicologica”, gli esperti di manipolazione dell’opinione pubblica, alla complicità più o meno inconsapevole di parte dei mass media del mainstream e che le azioni “terroristiche” devono essere affiancate da movimenti di opinione “legali” che facciano pressione perché vengano adottate ineludibili misure per fronteggiare le questioni di pubblica sicurezza. Se certamente non siamo in possesso degli elementi per poter affermare che a Brindisi si è consumato un atto di “terrorismo stabilizzante” si può certo tranquillamente concludere che l’ipotesi è sicuramente molto più convincente di quella che punta sulla “pura sovversione”. A mio giudizio, al pari della tesi del “folle solitaria”, quest’ultima può essere ragionevolmente scartata…

- “La mafia”: quantomeno questa categoria si presta ad essere analizzata ed esaminata in maniera più concreta e diretta. Innanzitutto dobbiamo intenderci sulla vera portata e sull’influenza delle mafie: i traffici d’armi e droga, lo spaccio di stupefacenti, il business dei rifiuti, il racket delle estorsioni, il riciclaggio e l’investimento in attività lecite come l’edilizia generano un’ingente di capitali da riversare nei circuiti finanziari ed economici internazionali. L’iniezione di liquidità nel sistema economico “legale” porta inevitabilmente rispettabilità e potere. Si pone, in questo caso, una domanda ineludibile: chi gestisce, amministra e fa fruttare questi capitali ? E’ chiaro che, in qualche modo, tali soggetti hanno una notevole voce in capitolo nell’ambito dei poteri mafiosi e criminali. Se si riducono i fenomeni mafiosi e relativi alla criminalità organizzata alla dimensione puramente delinquenziale si rischia di rimanere confinati in una visione ristretta e limitata, sostanzialmente ingannevole. In quanto esse stesse potere, le più forti organizzazioni criminali internazionali sono in grado di contrattare con gli altri poteri, statali e sovranazionali, economici, finanziari e politici, più o meno occulti. In tale ambito non deve stupire se una buona parte della massoneria – fenomeno complesso sostanzialmente egemonizzato da gruppi di potere americani ed inglesi – si configura come “mafia dei colletti bianchi”, in rapporto con le mafie “delinquenziali”. Inoltre la Storia si è incaricata di smentire l’estraneità delle mafie alle pratiche terroristiche. Se occorre la criminalità organizzata non si fa scrupolo di versare sangue innocente. Si pensi alla strage di Portella della Ginestra ove sicari di Cosa Nostra mitragliarono inermi manifestanti comunisti e socialisti con il concorso della banda Giuliano e di ex marò della X Mas. La presenza dei mafiosi siciliani incombe in diversi episodi della “Strategia della Tensione” e degli “Anni di Piombo”… In paesi come il Messico o la Colombia le mafie dei narcotrafficanti hanno allestito strutture militari di tutto rispetto in grado di fronteggiare direttamente l’apparato statale. In genere il “terrorismo mafioso” ha un carattere mercenario, poiché ai boss vengono spesso appaltati quei lavori sporchi che la rispettabilità non consente di compiere direttamente. In tal senso le mafie offrono una vasta gamma di killer e assassini a contratto pronti per l’uso come ha dimostrato la storia della CIA americana che, in tempi di “Guerra Fredda”, ha intrecciato scabrosi rapporti con Cosa Nostra italoamericana coinvolta, innanzitutto, in ripetuti tentativi di assassinare il dittatore cubano Fidel Castro. Quando le mafie agiscono in proprio, spesso utilizzano strumenti terroristici per far passare messaggi che solo i destinatari sono in grado di interpretare. E’ stato il caso della strage del Rapido 904 o di Natale (1984) voluta da Cosa Nostra siciliana con il concorso di spezzoni della camorra napoletana e della Banda della Magliana. All’epoca per la prima volta lo Stato lanciava una vasta offensiva giudiziaria nei confronti dei mafiosi siciliani e dei camorristi ed, evidentemente, si intendeva lanciare messaggi ricattatori attraverso lo stragismo. E’ ancora il caso della strategia “stragista” del 1993 che ha colpito in varie riprese Roma, Milano e Firenze. Secondo qualche autorevole opinione i Corleonesi indirizzarono alcuni criptici “avvertimenti” ad antichi soci ben introdotti nelle logge massoniche o in ordini cavallereschi. In genere tali atti fanno ragionevolmente pensare al concorso di network che si associano a Cosa Nostra per perseguire propri obiettivi economici, politici e criminali.

Tale discorso non si può affatto escludere per quel che concerne l’attentato brindisino che può essere stato concepito anche per “comunicare” con soggetti più o meno istituzionali. Insomma una sorta di trattativa che, però, difficilmente può riguardare solamente gli aspetti meramente “criminali” come la richiesta di benefici giudiziari premiali e “amnistie” di sorta soprattutto in una fase in cui si parla insistentemente di transizione e di passaggio verso nuovi assetti ed equilibri di potere. In ogni caso la pista della Sacra Corona Unita – organizzazione mafiosa poco radicata e, in questo momento, apparentemente debole – o della criminalità pugliese non sembra molto promettente: perché mai si dovrebbe compiere un attentato stragista provocando la reazione dello Stato e delle forze dell’ordine ? Su questo punto l’apparente inerzia della polizia e dei carabinieri induce a ritenere che sul coinvolgimento della Sacra Corona Unita nessuno in realtà sembra seriamente scommettere. Se vogliamo parlare di responsabilità mafiose, è molto più probabile il coinvolgimento di organizzazioni non pugliesi. La candidata più accreditata è la Ndrangheta calabrese – una delle più potenti e spietate organizzazioni criminali del mondo – con il plausibile coinvolgimento di altri soggetti a causa soprattutto delle più recenti inchieste giudiziarie lombarde e calabresi.



Rimaniamo nel campo delle ipotesi e delle ricostruzioni sommarie e, tuttavia, i pochi dati disponibili ci suggeriscono l’assoluta insufficienza delle consuete categorie utilizzate per descrivere e spiegare gli atti di terrorismo compiuti sul suolo italico. Molto spesso i grandi delitti celano inconfessate e inconfessabili cointeressenze…

Certo… Può darsi… Può darsi che ogni singolo episodio di terrorismo o pseudoterrorismo, di devastazione o di violenza sia perfettamente autonomo e che la mafia più o meno siciliana abbia colpito una scuola brindisina con un attentato stragista o che la gambizzazione del manager di Ansaldo Nucleare sia stata compiuta da un gruppo neobrigatista o “anarcoinsurrezionalista”… Oppure che le diverse e reiterate azioni più o meno dimostrative contro Equitalia siano da ricondurre a centri sociali “oltranzisti”, a disoccupati organizzati o a “milizie” e gruppi di estremisti “antitasse” sul modello importato dall’America… Così come, ancora, sono presenti sul territorio numerosi gruppi ora criminali, ora estremisti o soggetti isolati, tutti pronti a condurre una guerra “privata” contro lo Stato, le istituzioni, oppure il neocapitalismo finanziario, le banche, i grandi poteri sovranazionali, ecc… Ma è fattibile ritrarre un quadro che presenti essenzialmente questi colori ? Si può concepire un mosaico le cui tessere sono tutte sparse ? Oppure esiste la reale possibilità di strumentalizzare spezzoni delle mafie di questo paese, gruppi e gruppetti “estremisti” o del “microterrorismo” nonché la delinquenza più spicciola ? O non è da escludere il ricorso alla “false flag operations” e alle tattiche di “guerra psicologica” ? In aggiunta non si può dimenticare che il malessere e il generale depauperamento di risorse nella vita quotidiana degli italiana costituisce un’ottima riserva a cui attingere per attuare operazioni all’apparenza “destabilizzanti”…

Come abbiamo visto, l’analisi storico – logica suggerisce scenari più complessi e più semplici al tempo stesso, al di là delle comode etichette e categorie. Quel che personalmente mi colpisce dell’ultima ondata di “terrorismo” è il suo carattere, per così dire, “evocativo”. L’azione di Brindisi si consuma contro una scuola intitolata al compianto giudice Falcone e a sua moglie proprio nei giorni in cui si dovrebbe commemorare la strage di Capaci. In maniera del tutto spontanea e naturale i primi sospetti ricadono su Cosa Nostra siciliana, apparentemente tornata in auge per richiamare le istituzioni e coloro che le rappresentano al rispetto di patti inconfessabili. Invece la gambizzazione di Adinolfi, il manager dell’Ansaldo Nucleare ci proietta negli anni di Piombo, degli attentati brigatisti contro manager, dirigenti, direttori della grande industria. Oltretutto il ferimento è stato compiuto a Genova, città che ha assunto un particolare significato nella storia del brigatismo rosso e si pensi solo al sequestro del giudice Sossi, all’omicidio del giudice Coco o quello del sindacalista dell’Italsider Guido Rossa. Insomma siamo ben lontani dal territorio di quel terrorismo e stragismo mafioso che cerca in genere di far passare messaggi criptici indirizzati a selezionati e ristretti ambienti in grado di interpretarli… I presunti richiami simbolici delle azioni criminali pocanzi citate pare destinato all’opinione pubblica intera e, in particolare, a quella che ancora conserva un buon ricordo di quanto accadde fra il 1969 e il biennio 1992 – 1993. Quasi si volesse insistere sul ritorno di fantasmi del passato, nemici della “democrazia” spietati e senza scrupoli come la Cosa Nostra dominata dai Corleonesi o come il brigatismo nel periodo della sua più marcata efficienza militare. Il tempo potrebbe rivestire il ruolo da protagonista in tutta la nostra attuale vicenda…

In particolare le analogie con quanto accadde circa venti anni fa sono veramente sorprendenti ed inquietanti… Allora la Prima Repubblica venne scossa dagli scandali politici e dalle inchieste sulla corruzione e il malaffare sotto la spinta della magistratura milanese impegnata in quella colossale ricostruzione del sistema delle tangenti passato alla storia sotto il nome di Tangentopoli. Il cosiddetto “pentapartito” – e, soprattutto, i due perni principali della coalizione, la DC e il PSI di Craxi – venne squassato via, lasciando un vuoto nell’elettorato moderato e conservatore pronto per essere accalappiato da nuovi soggetti, partito – azienda di Berlusconi in primis. Proprio come il PD, il partito erede del PCI – il PDS, sotto la direzione della segreteria di Occhetto – aveva “tenuto” risultando il partito più votato alle amministrative, ma era ben lontano dall’acquisire un ruolo preminente nella politica italiana. Il maggior beneficiario dell’ondata di indignazione e repulsione verso il sistema politico e partitico risultava la Lega di Bossi, un oggetto misterioso, sostanzialmente insediato nel Nord Italia il cui successo è certo paragonabile a quello del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. In attesa di tempi migliori per il ceto politico, poi, la supplenza di governo venne affidata a dicasteri tecnici intenti a imporre una linea di “lacrime e sangue” per la cittadinanza. In parecchi sensi l’attuale governo Monti può essere accostato a quello di Carlo Azeglio Ciampi, futuro Presidente di una Repubblica apparentemente rinnovata. Infine l’attuale clima di insicurezza, malessere e di “instabilità” condite dalla apparente recrudescenza della violenza mafiosa e dei “terrorismi” nuovi e meno nuovi ci riporta al fatidico biennio che ha preceduto l’instaurazione della cosiddetta “Seconda Repubblica”.

Stiamo forse assistendo al passaggio dalla Seconda alla Terza Repubblica ?

E ancora una volta l’instabilità e l’instaurazione dei nuovi equilibri di potere vengono consolidati sulle macerie e sul sangue di innocenti ?

E’ di nuovo “Strategia della Tensione” ?

Chi ha una certa età – anche giovane ma non giovanissimo come il sottoscritto – si rammenterà l’atmosfera plumbea di venti anni fa… Apparentemente messa alle strette dall’offensiva giudiziaria, la mafia siciliana metteva a segno gli attentati contro i giudici del vecchio pool antimafia di Palermo, Falcone e Borsellino e delle loro scorte. Nel corso dell’anno successivo – nel 1993 – una nuova ondata stragista e terrorista sconvolgeva il paese con una serie di attentati che, da Milano a Roma e passando per Firenze, fra l’altro prendevano di mira il patrimonio artistico, storico e monumentale del paese. Mi ricordo distintamente come l’allora Ministro degli Interni Nicola Mancino – democristiano “demitiano” di lungo corso e futuro Vicepresidente del CSM, l’organo di autogoverno della Magistratura – citò in una relazione un fantomatico pericolo terroristico senza far mai menzione della mafia. Non sarebbe trascorso troppo tempo e sarebbe emerso che Cosa Nostra stava tentando diversi approcci per avviare trattative sul “41 bis” e un “papello” di richieste difficilmente accettabili. Ancor oggi, tuttavia, la pista esclusivamente mafiosa dell’attacco “colombiano” concepito per ottenere benefici di legge dallo Stato non convince del tutto… L’ipotesi puramente criminale trascura diversi elementi e un contesto che ancora non sono stati completamente disvelati. Fu solo per occultare i veri o finti negoziati con i mafiosi che vennero gravemente depistare le indagini sulla strage di via D’Amelio… Che venne trafugata la famosa agenda rossa di Borsellino e che scomparve l’agenda “elettronica” di Falcone… Che non venne perquisita l’abitazione del boss corleonese Salvatore Riina… Che venne sostanzialmente protetta la latitanza del compare di Riina, Bernardo Provenzano, ecc… ecc…. ecc… Ma quelli non furono solo gli anni dell’”offensiva mafiosa”, degli attentati contro i vecchi notabili democristiani ed andreottiani, contro i magistrati simbolo della lotta alla criminalità organizzata e delle bombe contro Chiese e monumenti… In Emilia Romagna una banda di strani rapinatori, quasi tutti agenti di polizia, seminò il terrore e un gran numero di cadaveri mettendo a segno rapine per trascurabili cifre. L’efficienza militare della gang e le modalità operative richiamavano quelle della sanguinaria banda del Brabante Vallone che terrorizzò il Belgio fra il 1982 e il 1985. Sul versante della cosiddetta “guerra psicologica” alcuni misteriosi “telefonisti” rivendicarono diverse azioni e indirizzarono innumerevoli minacce e intimidazioni a nome della fantomatica sigla “Falange Armata”. Un caso di vero e proprio “terrorismo virtuale”… I sospetti si indirizzarono verso alcuni operatori della VII Sezione del SISMI, il servizio segreto militare che, fra l’altro, amministrava GLADIO, la sezione italiana della STAY BEHIND, la rete paramilitare atlantica allestita dagli americani e dagli inglesi a partire dal Dopoguerra. La base americana di Aviano divenne il bersaglio di modesti attentati dimostrativi rivendicati dall’ennesima sigla brigatista.

Nel convulso succedersi degli eventi e nell’accavallarsi delle situazioni di incerta lettura, giova ricordare che nel 1990 – un altro anno percorso da notevoli tensioni e conflitti – il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti rivelò per primo in Europa l’esistenza della GLADIO e della rete STAY BEHIND suscitando gli inevitabili mal di pancia a Washington e fra le cancellerie del continente. Qualche tempo prima un sedicente agente a contratto della CIA e del MOSSAD rivelò nel corso di un’intervista sulla RAI, il connubio fra l’Agenzia americana, Cosa Nostra italoamericana, la mafia siciliana e la loggia Propaganda Due. La scabrosa alleanza sarebbe servita a controllare ingenti traffici di armi e droga e a finanziare e manipolare il terrorismo di ogni colore sul continente europeo a partire dal 1969. L’uomo della CIA accusava piuttosto apertamente l’allora Presidente USA George Bush, già direttore dell’Agenzia e grande magnate texano del petrolio. Sulla presunta amicizia con Bush, il Gran Maestro della P2 Gelli non smentì chiaramente…

La tensione raggiunse il culmine nella notte fra il 27 e il 28 luglio del 1993 quando, quasi contemporaneamente, esplosero tre ordigni: il primo – in via Palestro a Milano, davanti al Padiglione di Arte Contemporanea – provocò la morte di quattro vigili del fuoco e di un clochard marocchino, mentre la seconda e la terza vennero collocate a Roma, davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano e alla Chiesa di San Giorgio al Velabro. Intimidazioni nei confronti del Vaticano ? Appare evidente che, nel corso dei quella giornata, agirono più “nuclei” non necessariamente di soli mafiosi. Contemporaneamente uno strano blackout isolò Palazzo Chigi facendo paventare un tentativo di colpo di stato… Tali modalità operative appartengono certo molto più a determinate sezioni dei servizi segreti che ai più “rozzi” mafiosi…

Prove generali per un golpe ? In realtà nel paese del “golpe permanente”, delle sistematiche operazioni di demolizione del dettato costituzionale e dei messaggi mafiosi, l’ipotesi del “colpo di stato” tradizionale fa semplicemente sorridere… Non è più probabile che gli autori ed ideatori dell’intera operazione, oltre che creare un’atmosfera di terrore, tensione ed insicurezza apparentemente “destabilizzanti”, volessero mandare degli avvertimenti nei confronti dei rappresentanti delle istituzioni. Ed, in effetti, il ricatto continua… Il servizio segreto civile, il SISDE, viene investito da un grave scandalo che coinvolge le più alte cariche istituzionali. I fondi del SISDE erano stati utilizzati per “esigenze personali” da diversi operatori e direttori del servizio… Il servizio segreto civile dipendeva dal Ministero degli Interni che allora era retto da Mancino, ma che nel corso degli anni Ottanta era stato a lungo diretto dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Lo scandalo avrebbe inferto il colpo decisivo alla morente Repubblica… Nel corso di un memorabile intervento televisivo il Presidente Scalfaro intervenne per denunciare il “gioco al massacro” come al solito senza fare nomi… Non trascorrerà ancora molto tempo che l’intero caso dei “fondi neri” del SISDE verrà lasciato decantare, mentre nel frattempo si sta preparando la normalizzazione…

Caro lettore, se vuoi davvero capirci qualcosa o, comunque, fare uno sforzo ragionevole e ragionato per interpretare anche quanto avviene oggi, occorre ricostruire con pazienza e perizia il Contesto, ovvero quel che accade alle tue e alle nostre spalle… Occorre rievocare il concetto pasoliniano di Palazzo, ripensare a quelle stanze del potere in cui le classi dirigenti nazionali ed internazionali, massoniche, economiche, finanziarie, industriali, politiche, diplomatiche, militari ed “intellettuali” contrattano e negoziano le vite di intere popolazioni. Potendo rintracciare moventi e azioni di chi, rispetto alla comune massa, si pone sempre qualche gradino al di sopra e a due passi da cielo, non ti sembrerà così inconcepibile che una vita venga spezzata con la facilità con cui si beve un bicchiere d’acqua. Cerchiamo allora di fare qualche passo in più per comprendere e aggiungere qualche tessera al mosaico…

Ogni attentato che colpisce, ferisce e uccide innocenti e meno innocenti possiede tutti i crismi del crimine e come tale deve essere analizzato. Forse aveva ragione il politologo Giorgio Galli quando, qualche tempo fa, scrisse che non si può comprendere, analizzare e interpretare il mondo del Potere senza ricorrere alla criminologia e alle sue categorie. In fondo, con altri mezzi e strumenti e con altre modalità, siamo sempre al cospetto di gang e bande – dai connotati spiccatamente mafiosi o meno – in guerra per l’accaparramento di risorse, patrimoni e ricchezze. Facciamo allora finta di leggere un particolare romanzo giallo scritto da un autore con l’intento di sfidare il lettore ad individuare l’”assassino” o gli “assassini”… Quel romanzo ha una trama e una struttura complessa che coincide con la descrizione del Contesto e con la rievocazione del Palazzo o dei Palazzi…

Vediamo allora di sintetizzare gli elementi principali della narrazione e lascio a voi – in caso di dimenticanza – aggiungere i “pezzi” che eventualmente mancano…

Naturalmente nessuno rivelerà o riuscirà a svelare l’identità dell’autore o gli autori del delitto, ma forse, prima di terminare la lettura, avrà a disposizione un quadro più completo…

FINE (?)

PS: per ragioni indipendenti dalla mia volontà ma intuibili, il racconto del romanzo dei disgraziati tempi odierni non potrà proseguire, complici alcune “intrusioni” al mio PC. Posso solo costatare che ci sono molti modi per tacitare le voci “altre”… Mi posso solo rimettere alla vostra buona volontà e desiderio di ricerca e di verità. Qua a Milano fra qualche giorno arriverà il Papa portandosi appresso tutta la buriana che sta scuotendo la Chiesa… Per chi si appresta a dare un colpo definitivo alla Seconda Repubblica per far germinare la Terza, un momento fra i più propizi…

Brindiamo a tempi migliori…

HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
1.06.2012

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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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Sul caso Pasolini:




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Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana
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