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Indice del forum Luogocomune
   Esperienze & Riflessioni
  Anarchia

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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Anarchia
#1621
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 9/7/2006
Da marca gioiosa et amorosa
Messaggi: 1386
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Ok prealbe, ora ho capito. Sai com'è, anche nei forum è l'ermeneutica a farla da padrone...

Carlo
_________________
Bicarlonato.
Inviato il: 19/2/2008 21:15
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Anarchia
#1622
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
Messaggi: 478
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No problem, Carlo; è un equivoco che ci poteva anche stare.

Ossequi.


Prealbe


P.S. Però adesso ritira quello che hai detto sul mio stile!!!


Inviato il: 19/2/2008 22:23
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Anarchia
#1623
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 6/4/2006
Da
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BlSabbatH Citazione:
lo stato non dovrebbe nè tendere ad autoestinguersi nè a diventare pervasivo, dovrebbe rimanere costante

Giri un po' attorno al problema

Non ho ancora capito se per te è leggittimo che lo Stato abbia il monopolio della violenza e il diritto al prelievo di risorse ai cittadini contro la loro volontà oppure no.

Se sì, lo Stato è pervasivo.
Se no, lo Stato si estingue.

Mi pare che non ci sia una terza via.

Poi, in caso di risposta affermativa, mi piacerebbe discutere di questo, prima ancora che di monopoli e proprietà privata.
Inviato il: 19/2/2008 22:40
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  •  nessuno
      nessuno
Re: Anarchia
#1624
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/7/2005
Da Albino (BG) - Bassa Valle Seriana
Messaggi: 501
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sick-boy wrote:
Citazione:
il potere non è una cosa che si ha per concessione; il potere si ha o non si ha.


Sul resto sono abbastanza d'accordo. Su questo ho forti dubbi...

Dal mio punto di vista il "potere" non esiste. Esistono relazioni di potere. Come dire che non c'è se non è riconosciuto come tale da qualcuno.
Tu puoi pensare di avere tutto il potere del mondo. Nel momento in cui non ti obbedisco e faccio quel che voglio io, sei privo di qualunque potere.
Puoi imprigionarmi, ma non costringermi all'obbedienza. Uccidermi, ma non obbligarmi.

Buona vita

Guglielmo
_________________
"Quieremos organizar lo entusiasmo, no la obediencia" - Buenaventura Durruti
Inviato il: 20/2/2008 0:19
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  •  sick-boy
      sick-boy
Re: Anarchia
#1625
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 18/10/2006
Da Leith
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Guglielmo, direi che è una questione strettamente, ed etimologicamente, di potere. Tu hai potere su di me non tanto se puoi darmi un ordine, ma se puoi darmelo con successo. E bada che il tuo potere su di me potrebbe dipendere da amicizia, senso di colpa, amore o quant'altro. In questo senso il potere - del singolo - è una cosa strettamente tangibile, ma sempre in questo senso è altro dal potere formale. Inoltre, mentre il secondo fissa i suoi - spropositati - ambiti d'azione, garantiti da tutta una serie di mezzi anch'essi spropositati, il primo si risolve - nel caso A vuole che B faccia qualcosa - in un' accettazione volontaria di B (in caso di altruismo a paura), una negazione, uno scontro. Quest'ultimo caso, poi, riscatta il mancato potere di dare ordini con un confronto sul un potere fisico (non allarghiamoci alle ritorsioni...). Ma da qui a legittimare un potere formale al di sopra di tutti (proprio per evitare che B faccia quello che dice A se non vuole) ce ne passa..

Prendi miliardi di casi del genere, "falli succedere" con gli esiti più disparati, e ritroverai il principio di non aggressione.

edit: hai ragionissima sulle relazioni di potere. In questo senso infatti il potere non esiste se non a livello relativo. (mettiamo, semplificando, che io ho due persone innamorate di me che fanno tutto quello che vogliono. Tu, una. Non per questo io sono due volte più "potente" di te)
Inviato il: 20/2/2008 12:45
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  •  florizel
      florizel
Re: Anarchia
#1626
Sono certo di non sapere
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Carlo

Citazione:
dire che il potere è nefasto per chi lo esercita è niente più e niente meno che una contraddizione in termini.


Certo, e questa è una risposta politica. Il fatto che la negatività (e la stupidità) del potere sia controproducente ANCHE per chi lo esercita, non emerge, in ambito politico. Tutt’altro.
Chiunque affermerebbe senza dubbio che è lesivo solo per chi lo subisce.
Ovviamente, nel risponderti seguivo invece il filo del discorso relativo al potere come costitutivo della specie, per scendere sul terreno di chi gli imputa una rilevanza particolare delle caratteristiche umane. (vedi post1601)

Citazione:
Ma allora perché prendersela tanto con "lo Stato", ossia, perché limitarsi a ragionare politicamente?


Condivido la tua riflessione, limitare l’aspetto allo stato è tentare di darsi spiegazioni superficiali, ma converrai che il potere statuale è anche il caso più lampante della sua istituzionalizzazione e del suo “assolvimento”, tanto da renderlo emergente ed inevitabile rispetto alle altre caratteristiche umane.

Sick-boy

Citazione:
data la bontà della proposizione di partenza


questa

Citazione:
Lo Stato dovrebbe perlomeno tendere alla formazione di individui autonomi e responsabili e ridursi progressivamente nel tempo


Citazione:
le due alternative che rimangono mi sembrano quelle con cui concludo l'ultimo post.


queste

Citazione:
perchè se la dinamica fosse contraria l'effetto sarebbe a dir poco totalitario. Quindi, se si ritiene impossibile una spontanea retrocessione, anche perchè “mezzo” e “fine” coincidono, e l’utilizzo di uno strumento di Potere per eliminare lo stesso mi sembra antitetico alla premessa di cui sopra, non resta altra soluzione che riconoscere la pericolosità intrinseca dello stato, o accettare la dipendenza dell'individuo da esso come fatto buono


Il punto è che non ho capito cosa intendi con “dinamica contraria”…immagino tu ti riferisca all’ipotesi che lo stato possa rendere INdipendenti gli individui…

Per il resto, condivido la prima delle due alternative.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 20/2/2008 15:01
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  •  sick-boy
      sick-boy
Re: Anarchia
#1627
Dubito ormai di tutto
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Da Leith
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Flo

Se la dinamica fosse contraria a quella postulata in partenza (quella - irrealistica a dire il vero - che per cui lo stato tende a rendere gli individui indipendenti), ovvero qualora la tendenza dello stato sia quella di instaurare un sistema parassitario e pervasivo, il risultato finale non potrebbe essere che totalitario.

Vale infatti la pena di notare che, se le cose restassero esattamente immobilizzate allo stato attuale, non ci sarebbe da darsi tanta pena: va male ma potrebbe andare molto peggio - mi riferisco all'italia - accontentiamoci. Quello che preoccupa sono invece le tendenze di un sistema che in due secoli è continuamente avanzato, e laddove è receduto lo ha fatto tramite milioni di morti che, ironia della sorte, hanno legittimato il governo successivo in quanto "qualcuno deve fare qualcosa".

Anarchia è, secondo me, un ragionamento corretto prima di qualsiasi altra cosa. Un ragionamento che inquadra bene i limiti della nostra libertà. Se mai il messaggio passerà e un buon numero di persone rifiuterà il potere per auto organizzarsi come meglio crede, avremo il piacere di assistere a cosa succederà. In caso contrario la critica, corretta, al sistema, non darà risultati se non a livello individuale - che non è poco, comunque. Per tale motivo ritengo che la critica principale degli avventori di questo forum - come si dovrebbe realizzare? o tanto non si realizzerà mai - sai del tutto priva di significato.

edit: vietato rispondere che se avvenisse ciò che dico si arriverebbe al massacro perchè homo homini lupus. Un pò perchè è sterile, un pò perchè un gruppo di persone che riuscisse a rifutare il potere (riuscisse fisicamente) non avrebbe granchè da temere.
Inviato il: 20/2/2008 16:00
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  •  florizel
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Re: Anarchia
#1628
Sono certo di non sapere
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sick
Citazione:
Se la dinamica fosse contraria a quella postulata in partenza (quella - irrealistica a dire il vero - che per cui lo stato tende a rendere gli individui indipendenti), ovvero qualora la tendenza dello stato sia quella di instaurare un sistema parassitario e pervasivo, il risultato finale non potrebbe essere che totalitario.


sick, ma lo stato è pervasivo. La dinamica REALE è esattamente quella di rendere dipendenti da esso.
Non vedo come potrebbe rendere indipendenti gli individui SE non fosse totalitario (e totalizzante). Il punto è che non se ne ha la percezione immediata, immagina un attimo quale meccanismo ha messo in atto la "democrazia".

Comunque, ci dev'essere un punto oscuro nella tua riflessione, perchè non si capisce (almeno io non lo capisco) se con "dinamica contraria" ti ti riferisca alla possibilità che lo stato non sia parassitario o pervasivo.

Un'altra domandina: non sarà che stai prendendo la brutta strada dell'anarchismo...?
Eri un ragazzo tranquillissimo, fino a non molto tempo fa....
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Inviato il: 20/2/2008 16:32
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  •  sick-boy
      sick-boy
Re: Anarchia
#1629
Dubito ormai di tutto
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Da Leith
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Ma infatti stiamo dicendo la stessa cosa. Sto lasciando aperta la porta a chi vuole inficiare la correttezza del ragionamento: mi deve prima dimostrare che lo Stato NON è pervasivo (impresa ardua). Se lo è - e lo è - l'esito non può che essere totalitario. Tutto qui.

ps: forse ci faccio la tesi sull'anarchia, devo ancora decidere
Inviato il: 20/2/2008 16:40
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  •  Infettato
      Infettato
Re: Anarchia
#1630
Dubito ormai di tutto
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Grazie per le spiegazioni che risultano essere molto vicine al mio pensiero....

Solo una cosa, che probabilmente non ho recepito nel modo giusto
flo quando dici

Il punto è che non se ne ha la percezione immediata, immagina un attimo quale meccanismo ha messo in atto la "democrazia".

Al momento lo stato non è totalitario,
o almeno lo è in parte e tenderà ad avvicinarsi sempre più
ad essere totalmente IMHO
non conosco il termine corretto per definirlo.

Già che si possa criticarlo come stiamo facendo è significativo....

un saluto affettuoso a voi tutti
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Infettato dal morbo di Ashcroft
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Quando ci immergiamo totalmente negli affari quotidiani, noi smettiamo di fare distinzioni fondamentali, o di porci le domande veramente basilari. Rothbard
Inviato il: 20/2/2008 19:07
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  •  florizel
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Re: Anarchia
#1631
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Infettato

Citazione:
Al momento lo stato non è totalitario,
o almeno lo è in parte e tenderà ad avvicinarsi sempre più


In effetti, sarebbe più giusto parlare di “democrazia totalitaria”, perché con “stato totalitario” si tende a definire uno stato retto da un unico soggetto politico. Il che non è molto lontano dallo stato di cose attuale, se si considera che di diverso c’è solo il fatto che l’elite è rappresentata da più soggetti politici, la cui funzione sarebbe quella di “rappresentare” le diverse espressioni e i diversi orientamenti della società civile.

Ed è qui, a mio parere, che il potere è riuscito a perpetrare il più grande inganno: attraverso quello che viene definito “democrazia”, si sono create le premesse “teoriche” affinché gli individui si identificassero con lo stato.
Ma se lo stato, di fatto, impedisce agli individui di rendersene indipendenti, ingerendo in ogni aspetto della loro vita, non si è lontani dal convenire che è totalitario.
Pur definendosi “democratico”, in realtà siamo di fronte ad una centralizzazione del potere, ad una prevaricazione degli interessi di una “casta” politica, economica e militare, su quelli dei cittadini.
Questo risulta ancora più evidente quando i contrasti della società civile vengono repressi SE si scontrano con interessi che le sono estranei, che mettono a nudo meccanismi mistificatori e strumentali.

Citazione:
Già che si possa criticarlo come stiamo facendo è significativo....


Per me è significativo solo di una cosa, e arrivo alla domanda che facevi: lo stato ha necessità di lasciare margini di spazio alla percezione di poterlo “criticare”, o di poter interagire con esso. Ha bisogno di cambiare faccia e di continui trasformismi, per poter essere percepito come “flessibile” e corrispondente agli interessi degli individui.
Tolto questo, sarà costretto a mostrare il vero volto del potere, di cui è una delle espressioni.

un saluto anche a te, ed un bacio a chi sai.
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Inviato il: 21/2/2008 17:46
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Anarchia
#1632
Sono certo di non sapere
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Volevo rispondere a Carlo su questo: Citazione:
L'idea che mi sono fatto è che prendersela con "lo Stato" sia un atteggiamento tanto legittimo (e condiviso) sul piano pratico quanto inutile su quello teorico. Mi spiego: abbiamo il diritto, anzi, il dovere di sputtanare e avversare per quanto ci è possibile i soprusi perpetrati dall'istituzione statale per il semplice motivo che siamo noi a subirli, ma affermare, a livello teorico, che eliminandola avremmo risolto i nostri problemi è un asserto non suffragato da alcuna evidenza.

Ovviamente non ti posso che dare ragione su questo. E non credo che ci sia qualcuno che pensa di risolvere i problemi "eliminando lo Stato".

Ma c'è un ma...

Come ho scritto qualche (tanti) post addietro, la situazione attuale ci impone particolarmente di puntare sulla questione statale, per svariati motivi.

Fino – diciamo – alla fine della seconda guerra mondiale non era prerogativa degli anarchici quella di non volere lo Stato. Era un'idea diffusa e condivisa da tutti i socialisti; era opinione di molti liberali (inteso in senso ampio) che lo Stato dovesse ridursi al minimo; la Costituzione americana ha introdotto il secondo emendamento nel caso in cui lo Stato "s'allargasse" troppo. Insomma, lo Stato era un male, per alcuni un male necessario, per altri una necessità da limitare.

Negli anarchici la posizione antistatalista emerse come naturale conseguenza della volontà di liberare gli oppressi. E avvenne in aperta rottura sia con il marxismo (per gli anarchici la dittatura del proletariato era un dittatura e basta) che con tutti i socialisti in generale, dai socialdemocratici ai massimalisti (in quanto, secondo gli anarchici, per arrivare al cambiamento era necessario combattere anche sul piano politico, oltre che economico, per evitare che al vecchio Stato borghese se ne sostituisse un altro, uguale ma di un altro colore). E su questo, visto cosa è accaduto in Russia, bisogna dire che ci avevano visto giusto.

E' da notare comunque come la propaganda antistatalista non fosse rivolta tanto alle masse, che evidentemente identificavano il potere politico, statale, con quello economico, "i signori", quanto ai compagni di strada.

Quindi l'antistatalismo è sempre stato una parte del pensiero anarchico (e ridurlo a questo è infatti fuorviante), ma non l'unica: non era "l'ossessione" degli anarchici, che invece erano contrari all'autoritarismo, fosse anche quello dei dirigenti socialisti.

Però dopo la guerra tutto è cambiato. In questi 60 anni i – pochi – anarchici rimasti sono gli unici, insieme ai – pochi – seguaci della scuola austriaca a ritenere lo Stato una struttura da eliminare. Tutto il resto dei partiti e delle scuole di pensiero, invece, ha fatto una svolta di 180 gradi, identificando lo Stato come il garante della libertà, della giustizia e della solidarietà tra gli uomini. Non solo a livello di partiti, ma anche a livello accademico (non ho stime certe, ma credo che si contino sulle dita di una mano i docenti, i filosofi, gli economisti che non ritengano lo Stato un bene per l'umanità).

Ma soprattutto a livello di massa (intendo, a livello di grandi numeri) questa visione dello Stato è ormai diventata l'unica accettata e accettabile. Ormai non c'è mezzo movimento simil-politico che non invochi lo Stato per qualsiasi cosa, ritendendolo superiore e neutro rispetto alle vicende umane.

E' per questo che si insiste molto su questo punto, perché il grande problema è che – mentre è facilissimo leggere grandi accuse al "capitalismo" e al "libero mercato" – non capita una volta di leggere o sentire mezza critica allo Stato. Il problema è che il libero mercato non esiste, è una chimera: da un lato, come disse Shevek, è il grido belluino di quegli "imprenditori" che vivono di commesse statali, dall'altro è lo spauracchio da agitare di fronte a chi s'inquieta perché capisce che qualcosa, a questo mondo, non va.

Invece viviamo in un mondo in cui lo Stato è fortemente pervasivo, e grazie al quale si perpetrano stragi senza fine. Però questo semplicemente non viene percepito. Pensa al terzo mondo: li stiamo (li stanno) letteralmente uccidendo a milioni per fame, impedendogli – coi dazi – di vendere i loro prodotti e di costruirsi un'economia autonoma, e affamandoli con gli aiuti internazionali.

Eppure non senti mai "gli Stati europei stanno uccidendo il terzo mondo", ma sentirai sempre "il libero mercato sta uccidendo il terzo mondo", anche se è una cosa che non esiste sulla faccia della Terra. E guarda che se davvero il libero mercato stesse affamando l'Africa, sarei il primo a dirlo. Però non è così.

Si sente invocare ogni tre per due che lo Stato intervenga di più, che la scuola sia statale, che il welfare sia statale, che lo Stato pensi ai disoccupati, che lo Stato stampi moneta.

Ma nessuno si accorge che queste continue invocazioni stanno acclamando un regime fascista! Fu il fascimo, variamente declinato, a introdurre l'idea che lo Stato si dovesse occupare di tutto e di tutti, regolare l'economia, la cultura, alleviare la disoccupazione, pensare all'inflazione e via dicendo.

Chi invoca lo Stato, e sono molti, praticamente tutti, non si accorge di invocare un nuovo fascismo. Che non verrà certo con le camice brune e il passo dell'oca, ma che non sarà meno pericoloso.

Già adesso ne vediamo i sintomi. E' vero, come diceva infettato, che non siamo allo Stato totalitario di Hitler. Tuttavia ci siamo pericolosamente vicini. La sola Italia: stiamo occupando militarmente una lunga serie di Stati, dalla ex-Yugoslavia al Libano all'Afghanistan; nel nostro Paese vengono consegnati alla tortura e ai campi di concentramento delle persone che hanno la sola colpa di essere musulmani (a volte sono anche cittadini italiani, ma comunque non fa differenza); la classe politica è intoccabile, anche quando infrange la legge che essa stessa ha stabilito; in gran parte del sud lo Stato si chiama 'ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra (cioè si chiama morte per decine di persone). Non possiamo scegliere chi andrà in Parlamento con questa legge elettorale. Si può parlare, è vero, ma parlare in fondo cosa fa? Non appena si contrasta veramente il potere, sono mazzate che arrivano dallo Stato (vedi Campania, vedi Val di Susa, vedi i ragazzi che si sono suicidati in galera perché non volevano la TAV; vedi Genova 2001). EDIT E considera che questi non predicano la sovversione dello statu quo, ma chiedono semplicemente che il posto dove vivono non venga devastato e reso mortifero. E' molto meno di quello che chiedevano gli operai che scioperavano nel biennio rosso.

Quello che voglio dire è che ci stiamo creando un nuovo fascismo con le nostre mani, lo invochiamo ogni volta che c'è un problema.

Per questo si batte tanto sulla questione Stato. Non perché elimiato quello, tutti felici e contenti. Tutt'altro.
Inviato il: 21/2/2008 22:36
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Anarchia
#1633
Mi sento vacillare
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Ciò che permette ad un numero di individui sparsi di funzionare come gruppo coordinato è la sostanziale condivisione di un sistema di interpretazione della realtà, da cui discendono l’affiatamento e l’efficienza del gruppo e, quindi, il benessere dei suoi membri. L’infrazione di tale “pensiero comune” (1) da parte di qualche individuo all’interno del gruppo, se capace di determinare una frattura estesa nel sistema suddetto inciderà dunque dannosamente sulla qualità della vita degli altri membri del gruppo stesso, i quali hanno piena e logicaa facoltà di difendere sé stessi sanzionando, nella misura consona al sistema di valori adottato, l’autore di tali comportamenti devianti.

Mi pare.


Prealbe


1 - Che, ovviamente, non sarà solo una questione di “pensiero” in termini puramente speculativi e astratti, di “opinioni”, ma investirà tutta intera la sfera esistenziale di chi vi partecipa.
Inviato il: 23/2/2008 9:30
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Re: Anarchia
#1634
Sono certo di non sapere
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Occorrono distinguo e chiarimenti, altrimenti e' puro esercizio fisico dei polpastrelli:
Citazione:
Ciò che permette ad un numero

Definire il numero. Le dinamiche mutano sostanzialmente a seconda del numero, non si possono considerare assolutamente assimilabili una squadra di tennis doppio misto, una banda di 150 Hell's Angels e la popolazione della Cina.

Citazione:
di funzionare come gruppo coordinato

Coordinato per quale funzione specifica, visto che gli stessi individui fanno parte contemporaneamente di svariati gruppi per diverse funzioni caratteristiche di uno specifico gruppo? Il gruppo che riempie ogni aspetto della vita degli individui e' una fantasia totalitaria che puo' durare solo un tempo piuttosto limitato (e non porta a niente di buono).

Citazione:
è la sostanziale condivisione di un sistema di interpretazione della realtà

In senso culturale ermeneutico?

Citazione:
da cui discendono l’affiatamento e l’efficienza del gruppo

Non necessariamente: un culto che porta al suicidio dei propri adepti non e' molto efficiente (gli alieni non li porteranno nel mondo dell'aldila'), ma la loro condivisione di un sistema di interpretazione della realta' e' assoluta.

Citazione:
e, quindi, il benessere dei suoi membri.

Definire "benessere", se no si arriva all'assurdita' che il benessere dei membri di un gruppo consiste nello farsi sbudellare per la maggior gloria del gruppo.

Citazione:
L’infrazione di tale “pensiero comune” (1) da parte di qualche individuo all’interno del gruppo, se capace di determinare una frattura estesa nel sistema suddetto inciderà dunque dannosamente sulla qualità della vita degli altri membri

Non si menziona affatto come si possa arrivare a tale conclusione. Per esempio la qualita' della vita dei Templari del Sole sarebbe migliorata di gran lunga (anche solo in termini di sopravvivenza, che e' il primo requisito quando si parla di qualita' della vita) se qualcuno avesse infranto il "pensiero comune".

Citazione:
i quali hanno piena e logicaa facoltà di difendere sé stessi sanzionando, nella misura consona al sistema di valori adottato, l’autore di tali comportamenti devianti.

Ne hanno facolta' se possono permettersi di sanzionare, in caso contrario non l'hanno, perche' gli sara' impedito da qualche forza esterna. Inoltre, non stanno difendendo se stessi, ma il sistema di valori adottato, che - senza il riconoscimento di qualche forma di legge naturale - e' del tutto arbitrario. Tale sanzione potrebbe essere del tutto controproducente in quanto i comportamenti devianti potrebbero essere favorevoli alla sopravvivenza individuale e persino a quella del gruppo.

Citazione:
Mi pare.

Affermazione in netto contrasto con il piglio messianico dell'intervento. Qual e' la posizione reale, quella del so tutto io o quella del mi pare?
_________________
Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inviato il: 23/2/2008 14:24
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Anarchia
#1635
Mi sento vacillare
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Citazione:
Occorrono distinguo e chiarimenti, altrimenti e' puro esercizio fisico dei polpastrelli:

Che non fa male neanche quello, al limite.

Citazione:
Definire il numero. Le dinamiche mutano sostanzialmente a seconda del numero, non si possono considerare assolutamente assimilabili una squadra di tennis doppio misto, una banda di 150 Hell's Angels e la popolazione della Cina.

No, no, sicuramente più dei giocatori di un doppio misto.

Citazione:
Coordinato per quale funzione specifica, visto che gli stessi individui fanno parte contemporaneamente di svariati gruppi per diverse funzioni caratteristiche di uno specifico gruppo? Il gruppo che riempie ogni aspetto della vita degli individui e' una fantasia totalitaria che puo' durare solo un tempo piuttosto limitato (e non porta a niente di buono).

Dici?

Citazione:
In senso culturale ermeneutico?

Ecco, si. Grossomodo, quella cosa lì.

Citazione:
Non necessariamente: un culto che porta al suicidio dei propri adepti non e' molto efficiente (gli alieni non li porteranno nel mondo dell'aldila'), ma la loro condivisione di un sistema di interpretazione della realta' e' assoluta.

Beh, mi sembra un’osservazione molto acuta.

Citazione:
Definire "benessere", se no si arriva all'assurdita' che il benessere dei membri di un gruppo consiste nello farsi sbudellare per la maggior gloria del gruppo.

Eh, già. Che assurdità!

Citazione:
Non si menziona affatto come si possa arrivare a tale conclusione. Per esempio la qualita' della vita dei Templari del Sole sarebbe migliorata di gran lunga (anche solo in termini di sopravvivenza, che e' il primo requisito quando si parla di qualita' della vita) se qualcuno avesse infranto il "pensiero comune".

Ma pensa! La “sopravvivenza”. Giusto.

Citazione:
Ne hanno facolta' se possono permettersi di sanzionare, in caso contrario non l'hanno, perche' gli sara' impedito da qualche forza esterna.

Oh! Straordinariamente profondo. Quasi geniale.

Citazione:
Inoltre, non stanno difendendo se stessi, ma il sistema di valori adottato, che - senza il riconoscimento di qualche forma di legge naturale - e' del tutto arbitrario.

Hai ragione. Il sistema di valori adottato nell’ambito di un sistema sociale è arbitrario. È un problema?

Citazione:
Tale sanzione potrebbe essere del tutto controproducente in quanto i comportamenti devianti potrebbero essere favorevoli alla sopravvivenza individuale e persino a quella del gruppo.

Già! Qualunque opzione è potenzialmente foriera di conseguenze anche negative. Per questo hanno cura di consultare previamente l’oracolo locale.

Citazione:
Affermazione in netto contrasto con il piglio messianico dell'intervento. Qual e' la posizione reale, quella del so tutto io o quella del mi pare?

Quella del “so tutto io”! Penso.


Prealbe
Inviato il: 23/2/2008 15:16
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Re: Anarchia
#1636
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Occorrono distinguo e chiarimenti, altrimenti e' puro esercizio fisico dei polpastrelli

Che non fa male neanche quello, al limite.

Qui il limite mi pare che tu l'abbia passato da tempo. L'unica ragione della tua presenza, oltre ad un "sano" esercizio fisico da parte tua (non dimenticare la pomata emorroidale di complemento, pero') e' il rendere illeggibile il 3D.
Non e' il caso che si dia una definizione a quel che stai facendo (da sempre), visto che tutti sanno di un particolare personaggio mitologico scandinavo di cui sembri possedere tutte le caratteristiche (soprattutto la sgradevolezza).

Citazione:
No, no, sicuramente più dei giocatori di un doppio misto.

Citazione:
Ecco, si. Grossomodo, quella cosa lì.

Citazione:
Beh, mi sembra un’osservazione molto acuta.

Citazione:
Eh, già. Che assurdità!

Citazione:
Ma pensa! La “sopravvivenza”. Giusto.
Citazione:
Oh! Straordinariamente profondo. Quasi geniale.

Citazione:
Il sistema di valori adottato nell’ambito di un sistema sociale è arbitrario. È un problema?

Citazione:
Già! Qualunque opzione è potenzialmente foriera di conseguenze anche negative. Per questo hanno cura di consultare previamente l’oracolo locale.
Citazione:
“so tutto io”! Penso.

Esempi lampanti di quanto si e' appena detto. TORNA NELLE FORESTE SCANDINAVE, E RESTACI, piccolino. Insieme agli altri orrendi nanerottoli potrai cosi' reprimere e sanzionare a capocchia renne, alci ed orsi, cosa che ti procurera' orgasmi continui.
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Inviato il: 23/2/2008 20:13
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  •  prealbe
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Re: Anarchia
#1637
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Citazione:
Qui il limite mi pare che tu l'abbia passato da tempo. L'unica ragione della tua presenza, oltre ad un "sano" esercizio fisico da parte tua (non dimenticare la pomata emorroidale di complemento, pero') e' il rendere illeggibile il 3D.

Sull’argomento “pomata emorroidale” mi fido della tua evidente competenza in materia.
Quanto al contributo all’illeggibilità del 3D, ti prego di non adularmi: anche nei casi di mia migliore forma e ispirazione so di non potere neanche lontanamente raggiungere certe gloriose vette che, qua e là, ho visto invece conquistare di slancio. Anche ultimissimamente.

Citazione:
Non e' il caso che si dia una definizione a quel che stai facendo (da sempre), visto che tutti sanno di un particolare personaggio mitologico scandinavo di cui sembri possedere tutte le caratteristiche (soprattutto la sgradevolezza).

Esempi lampanti di quanto si e' appena detto. TORNA NELLE FORESTE SCANDINAVE, E RESTACI, piccolino. Insieme agli altri orrendi nanerottoli potrai cosi' reprimere e sanzionare a capocchia renne, alci ed orsi, cosa che ti procurera' orgasmi continui.

…e la lira SI IMPENNA!


Prealbe
Inviato il: 23/2/2008 21:31
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Re: Anarchia
#1638
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Proviamo a ridirlo.

Il sistema di credenze di un gruppo sociale non è solamente una questione intellettuale, meramente speculativa o accademica. È intimamente connesso, intrecciato con l’intera sfera esistenziale - modelli di interpretazione, scenario intellettuale, archetipi emotivi, ruoli sociali... praticamente tutto, in parole povere - dell’individuo che ne partecipa.

Non sarà una pretesa un tantinello balorda supporre che chi vede messo in pericolo il proprio orizzonte di senso (cioè semplicemente le fondamenta della propria concreta, pratica, tangibile esistenza fino a quel momento) eviti di reagire con un’intensità proporzionale alla enorme preziosità soggettiva di tutto ciò in nome di un astrattissimo e remoto principio quale quello di non aggressione? Un’osservazione come “Inoltre, non stanno difendendo se stessi, ma il sistema di valori adottato”, come se all’atto pratico fossero due cose così diverse, non sarà semplicemente un’ottima occasione persa per riflettere un po’ meglio ed evitare un superfluo traffico di bit?

Ah, saperlo!


Prealbe
Inviato il: 25/2/2008 1:49
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Re: Anarchia
#1639
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Un’osservazione come “Inoltre, non stanno difendendo se stessi, ma il sistema di valori adottato”, come se all’atto pratico fossero due cose così diverse, non sarà semplicemente un’ottima occasione persa per riflettere un po’ meglio ed evitare un superfluo traffico di bit?

No, l'occasione, come sempre, te la sei persa tu, colla tua spocchia che deriva dal tuo indottrinamento: altri non indottrinati non hanno gli stessi pensieri automatici che tu scambi per cultura e la cui assenza prendi per minchioneria.

Il "Sistema di Valori", come complete package con le istruzioni per l'uso, che sicuramente tu vedi adottato in diversi ambiti sociali al momento, non e' una caratteristica spontanea di tutte le entita' sociali (che sono, non dimentichiamolo, una astrazione, cioe' un cartellino che mettiamo per mettere ordine ai NOSTRI pensieri riguardo il mondo - e non esistono come ente reale) ma sono bensi' frutto volontario di un centinaio di anni di raffinamento del potere, un passepartout per entrare nella testa delle persone e che, al giorno d'oggi, vista la complessita' che E' STATA VOLUTAMENTE INDOTTA nelle interazioni sociali dai gruppi dominanti, richiede, ahime', una quindicina di anni di indottrinamento continuo, e richiami diuturni dello zombie box per essere funzionale al suo scopo.

In un ambiente umano meno inquinato i soggetti hanno ben presente quale siano le loro reali priorita'. Questo spiega anche la mitica "vigliaccheria" degli italiani, i cui carri armati avevano per default solo la marcia indietro (e' un adagio che gli emigrati nei paesi anglosassoni si sentono ripetere costantemente): essi, allora, erano infatti piu' ignoranti e quindi meno indottrinati. Non che indottrinati non lo fossero, ma solamente nei confronti di un indottrinamento religioso che non era in contrasto col loro interesse biologico, se non altro.

Questi sono i risultati del ritenere quel che si vede attuato oggi come "l'unico dei mondi possibili". In realta' le dimensioni mentali sono tremendamente variegate, almeno fino a che non attueranno il maledetto NWO con tanto di microchip e nanotecnologie in giro per il corpo per tutta l'umanita'. Per ora, pero', l'uniformita' mentale e' solo il prodotto percettivo derivante dall'indottrinamento di quelli che la vedono perche' ne sono essi stessi preda.
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Inviato il: 25/2/2008 7:59
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  •  prealbe
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Re: Anarchia
#1640
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Pikebishop
Citazione:
Il "Sistema di Valori", come complete package con le istruzioni per l'uso, che sicuramente tu vedi adottato in diversi ambiti sociali al momento, non e' una caratteristica spontanea di tutte le entita' sociali…

[segue sotto]

Citazione:
(che sono, non dimentichiamolo, una astrazione, cioe' un cartellino che mettiamo per mettere ordine ai NOSTRI pensieri riguardo il mondo - e non esistono come ente reale)

L’albero esiste. Il bosco è un’astrazione.
Il filo d’erba esiste. Il prato è un’astrazione.
L’uccello esiste. Lo stormo è un’astrazione.
Il palazzo esiste. La città è un’astrazione.
Il lupo esiste. Il branco è un’astrazione.
Il granello di sabbia esiste. La spiaggia è un’astrazione.
L’automobile esiste. Il traffico è un’astrazione.
Il soldato esiste. L’esercito è un’astrazione.
La nave esiste. La flotta è un’astrazione.
Il giocatore esiste. La squadra è un’astrazione.
La cellula esiste. L’organismo è un’astrazione.
La goccia esiste. La pioggia è un’astrazione.
Il pixel esiste. Questa videata è un’astrazione.
L’individuo esiste. Il gruppo sociale è un’astrazione.
Capito bene?

Citazione:
...ma sono bensi' frutto volontario di un centinaio di anni di raffinamento del potere, un passepartout per entrare nella testa delle persone e che, al giorno d'oggi, vista la complessita' che E' STATA VOLUTAMENTE INDOTTA nelle interazioni sociali dai gruppi dominanti, richiede, ahime', una quindicina di anni di indottrinamento continuo, e richiami diuturni dello zombie box per essere funzionale al suo scopo.

Quindi, prima di questo centinaio di anni, le comunità sociali non esprimevano al loro interno una visione delle cose sostanzialmente omogenea e concorde. È questa la tesi?

Citazione:
In un ambiente umano meno inquinato i soggetti hanno ben presente quale siano le loro reali priorita'. Questo spiega anche la mitica "vigliaccheria" degli italiani, i cui carri armati avevano per default solo la marcia indietro (e' un adagio che gli emigrati nei paesi anglosassoni si sentono ripetere costantemente): essi, allora, erano infatti piu' ignoranti e quindi meno indottrinati. Non che indottrinati non lo fossero, ma solamente nei confronti di un indottrinamento religioso che non era in contrasto col loro interesse biologico, se non altro.

Sarebbe un’analisi storico-sociale, immagino.

Citazione:
Questi sono i risultati del ritenere quel che si vede attuato oggi come "l'unico dei mondi possibili".

Ma la pomata antiemorroidale si mette anche sugli occhi prima di leggere i post altrui?

Citazione:
In realta' le dimensioni mentali sono tremendamente variegate, almeno fino a che non attueranno il maledetto NWO con tanto di microchip e nanotecnologie in giro per il corpo per tutta l'umanita'. Per ora, pero', l'uniformita' mentale e' solo il prodotto percettivo derivante dall'indottrinamento di quelli che la vedono perche' ne sono essi stessi preda.

Mi sento abbagliato dall’autoevidenza delle tesi presentate.


Prealbe
Inviato il: 26/2/2008 0:04
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  •  florizel
      florizel
Re: Anarchia
#1641
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Sarebbe un’analisi storico-sociale, immagino.


Prealbe esiste. Il forum è un'astrazione.

ps: eppure sono certa che l'Anarchia ti piacerebbe...
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 26/2/2008 15:01
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  •  prealbe
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Re: Anarchia
#1642
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Flo
Citazione:
ps: eppure sono certa che l'Anarchia ti piacerebbe...

...sono gli anarchici che non sopporto...





Prealbe
Inviato il: 26/2/2008 20:39
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  •  sick-boy
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Re: Anarchia
#1643
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certo che ti impegni sempre molto per calmare i flames...
Inviato il: 26/2/2008 20:45
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  •  prealbe
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Re: Anarchia
#1644
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Sick-boy
Citazione:
certo che ti impegni sempre molto per calmare i flames...

Sick, cerca di cogliere la scherzosità, almeno quando è esplicita ed evidente come nel caso in questione. Altrimenti si che i flames sono inevitabili.

Tra l'altro tendo sempre a distinguere nettamente tra le persone e le idee di cui si fanno portavoce, per quanto queste possano sembrarmi del tutto prive di fondamento e assurde.

Un brindisi agli anarchici tutti.


Prealbe
Inviato il: 26/2/2008 21:39
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  •  NERONE
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Re: Anarchia
#1645
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Flo
Citazione:

ps: eppure sono certa che l'Anarchia ti piacerebbe...


...sono gli anarchici che non sopporto...



Suvvia...è tremendamente carina...la battuta
Inviato il: 26/2/2008 21:46
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  •  sick-boy
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Re: Anarchia
#1646
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Prealbe

vista la tua, chiamiamola, apertura, ti dico una cosa seriamente: sbagli approccio nella critica all'anarchia. Davvero. Se la vuoi criticare non puoi dire che "è irrealizzabile" perchè, anche se fosse realizzabile, non lo potrebbe mai essere con la forza. Ovvero la non realizzabilità (vero fino a prova contraria, ma in parte) non è un pericolo come nel caso del comunismo (dove intanto si prova imponendo a tutti, poi si vede); non è lì che, se volessi eventualmente criticare, devi puntare il dito.

Inoltre (per quanto questo sia molto molto più utopico) una sorta di stato con adesione strettamente volontaria e possibilità di recedere sarebbe già una forma di anarchia (a meno che la scelta non sia ridotta a quale stato aderire...meglio che niente comunque). Quest'ultima cosa è per rispondere alle tue obiezioni sulla tendenza umana a costituire forme statali: magari è pure vero (magari invece sono imposte dall'alto) ma ti sembra giusto imprle a tutte? Il discorso è di principio, ma cosa c'è di male?
Inviato il: 26/2/2008 21:48
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Re: Anarchia
#1647
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Prealbe

vista la tua, chiamiamola, apertura, ti dico una cosa seriamente: sbagli approccio nella critica all'anarchia. Davvero. Se la vuoi criticare non puoi dire che "è irrealizzabile" perchè, anche se fosse realizzabile, non lo potrebbe mai essere con la forza. Ovvero la non realizzabilità (vero fino a prova contraria, ma in parte) non è un pericolo come nel caso del comunismo (dove intanto si prova imponendo a tutti, poi si vede); non è lì che, se volessi eventualmente criticare, devi puntare il dito.

Guarda, Sick, l’anarchia come modello sociale non mi preoccupa affatto, nel senso che do per certo che non si affermerà né ora né mai (e dunque non c’è nessun motivo per impensierirsi). Se sto qui a discutere non è per preoccupazione del “pericolo anarchico”; semplicemente mi interessa in generale il discorso dell’organizzazione sociale e il contesto di LC è piuttosto affollato di anarchici, dunque l’anarchia è un argomento in cui si inciampa spesso. Ma se mi trovassi in un altro contesto, contraddirei comunque le idee che ritenessi scarsamente fondate. D’altra parte qui anche l’anarchismo ha coniugazioni diverse a seconda del filone cui aderisce chi ne parla, e con gli uni e con gli altri mi è capitato di discutere.

Citazione:
Inoltre (per quanto questo sia molto molto più utopico) una sorta di stato con adesione strettamente volontaria e possibilità di recedere sarebbe già una forma di anarchia (a meno che la scelta non sia ridotta a quale stato aderire...meglio che niente comunque). Quest'ultima cosa è per rispondere alle tue obiezioni sulla tendenza umana a costituire forme statali: magari è pure vero (magari invece sono imposte dall'alto) ma ti sembra giusto imprle a tutte? Il discorso è di principio, ma cosa c'è di male?

Approfitto dell’occasione per uno scoop inedito: recenti e accurati studi filologici sugli scritti dell’utente Prealbe uniti ad un ardito esperimento di lettura diretta del pensiero del medesimo (effettuata da un abile medium a lui molto vicino) hanno dimostrato incontrovertibilmente che il Prealbe non è affatto un fanatico dello statalismo; semplicemente ritiene che la strutturazione gerarchica (senza evocazione automatica e obbligatoria di regimi particolarmente dispotici e disumani, grazie) dei contesti sociali sia cosa perfettamente naturale quindi funzionale quindi nell’interesse stesso dei membri del gruppo. Come qualunque cosa agita da esseri umani può essere soggetta a distorsioni e usi impropri (e il problema vero è come evitarlo), ma rimane l’unica strada praticabile, essendo l’uomo fatto come è fatto (il che non vuole dire che sia fatto male). Buttare nel cesso il tutto in quanto a qualche neurone di qualcuno appare che in linea di principio la cosa possa non essere giusta... beh, non me ne si voglia male, ma fra le pensate astratte di qualcuno e la pratica di qualche millennio (segno di una qualche probabile aderenza con la natura dell’uomo), io opto decisamente per la seconda.
W la pratica. Abbasso le chiacchiere.

Ci sarebbe anche altro da aggiungere per risponderti compiutamente, ma adesso ho sonno. Domani vedo di farlo.

Buonanotte.


Prealbe
Inviato il: 27/2/2008 1:07
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Re: Anarchia
#1648
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Anche io ho sonno quindi controbatto solo una cosa:

Buttare nel cesso il tutto in quanto a qualche neurone di qualcuno appare che in linea di principio la cosa possa non essere giusta... beh, non me ne si voglia male, ma fra le pensate astratte di qualcuno e la pratica di qualche millennio (segno di una qualche probabile aderenza con la natura dell’uomo), io opto decisamente per la seconda.

Questo può essere ottimo per descrivere la natura umana, ma come può costituire in alcun modo una scelta? Intendo la critiche che l'Anarchia fa al sistema mi paiono tutto tranne che infondate, anche un pragmatico come te dovrebbe, IMO, tenerne conto quando si tratta di effettuare scelte (mi scuso se non riesco ad essere più preciso). Esattamente come si tiene conto, come hai scritto, della pratica di qualche millennio, si dovrebbe farlo delle critiche fondate di cui gli anarchici parlano, anche nell'immaginare - ognuno come gli pare e anche per pura speculazione - un possibile modello sociale ideale. Io per esempio, vedo tale modello come società coese fatte di individui responsabili senza la necessità di alcuno stato centrale, costituzioni ecc.. Tale modello è quanto di più lontano dalla realtà esista, ma passando ad un piano pragmatico non vedo come, anche in un tempo infinito, esso si possa realizzare essendo la tendenza dello Stato moderno contraria (la pervasività cui si accennava). Se mi si chiedesse come realizzare l'Anarchia non lo saprei proprio dire, l'idea stessa è contraddittoria (nessuno può realizzare l'anarchia); molto più semplice dire cosa NON si deve fare. Non per questo il ragionamento è scorretto.
Inviato il: 27/2/2008 2:00
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Re: Anarchia
#1649
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Sick-boy
Citazione:
Questo può essere ottimo per descrivere la natura umana, ma come può costituire in alcun modo una scelta? Intendo la critiche che l'Anarchia fa al sistema mi paiono tutto tranne che infondate, anche un pragmatico come te dovrebbe, IMO, tenerne conto quando si tratta di effettuare scelte (mi scuso se non riesco ad essere più preciso). Esattamente come si tiene conto, come hai scritto, della pratica di qualche millennio, si dovrebbe farlo delle critiche fondate di cui gli anarchici parlano, anche nell'immaginare - ognuno come gli pare e anche per pura speculazione - un possibile modello sociale ideale. Io per esempio, vedo tale modello come società coese fatte di individui responsabili senza la necessità di alcuno stato centrale, costituzioni ecc.. Tale modello è quanto di più lontano dalla realtà esista, ma passando ad un piano pragmatico non vedo come, anche in un tempo infinito, esso si possa realizzare essendo la tendenza dello Stato moderno contraria (la pervasività cui si accennava). Se mi si chiedesse come realizzare l'Anarchia non lo saprei proprio dire, l'idea stessa è contraddittoria (nessuno può realizzare l'anarchia); molto più semplice dire cosa NON si deve fare. Non per questo il ragionamento è scorretto.

Intanto, se un ragionamento non si basa sulle caratteristiche reali dell’oggetto che intende analizzare, è scorretto per definizione. Se io, per dire, fissando come “più giusto” il parametro della “solidità” e trascurando le leggi dell’aerodinamica, almanaccassi seriamente di costruire un deltaplano in muratura, capisci da te che questo sarebbe si solido ma non più un oggetto utile per volare (dunque non un deltaplano, in realtà). Ovviamente, in relazione ad un oggetto concreto certe incongruenze emergono più facilmente che quando si tratta di cose concettuali. Per questo sarebbe bene - per non fare solo chiacchiere a vuoto - tenere attentamente conto (e obiettivamente, magari) dei precedenti storici.

Poi: l’anarchia mette al centro della propria costruzione teorica il concetto di libertà individuale (con i corollari noti), di cui fa il bene assoluto che prevale su ogni altro principio. Ma non sta scritto da nessuna parte (non certamente nell’esperienza, né storica né in quella di tutti i giorni) che la libertà individuale - nei termini radicali in cui viene postulata - sia la cosa cui l’uomo tenga di più (e neanche che sia ciò che più di ogni altra lo soddisfi). A me pare piuttosto che l’uomo tenda a vincolarsi intimamente con ciò che lo circonda (persone e cose, quest’ultime sia concrete sia astratte) fino a percepirsi lui per primo come parte di un insieme (1); così come vedo che nei rapporti umani l’asimmetria (di cui la gerarchia è una logica e giusta conseguenza) è la norma assoluta, e non subita e accettata ma proprio riconosciuta come perfettamente naturale (come tra l’altro è).
A fronte di ciò io mi domando perché mai si dovrebbe prendere per buono un principio che con tanta evidenza cozza con le caratteristiche note dell’essere umano.

Ora, quando tu parli di “società coese fatte di individui responsabili senza la necessità di alcuno stato centrale, costituzioni ecc.” mi pare sorvoli diversi aspetti. Intanto che un contesto sociale non si forma con la ricetta della libera adesione (non è il Club Méditerranée; l’interpretazione “contrattualistica” dei gruppi sociali è una semplice allucinazione); ma, quand’anche fosse, mi sembra che presupponga un gruppo di soli “adulti e vaccinati”, cosa che, ancora una volta, nella realtà non è; i gruppi sociali sono formati da individui in ogni fase del loro sviluppo personale, di età come psicologico, culturale, intellettuale e quant’altro. Ipotizzare che tutto ciò produca una spontanea armonia fra le parti senza la minima necessità di alcuna “pezza d’appoggio” impersonale e super partes (o percepita come tale) quali le leggi (non ha nessuna importanza se nella forma scritta oppure orale, come tradizioni piuttosto che come codici) è un altro elemento di ostinata negazione della natura umana. E infatti si vedono ipotizzare fantasiosi “superamenti di sé stesso” da parte dell’uomo (che evidentemente così com’è non va bene; quindi deve cambiare, questo rozzo bipede, per adeguarsi ai superiori princìpi dell’anarchia...).

Recuperando il tuo post precedente:
Citazione:
Inoltre (per quanto questo sia molto molto più utopico) una sorta di stato con adesione strettamente volontaria e possibilità di recedere sarebbe già una forma di anarchia (a meno che la scelta non sia ridotta a quale stato aderire...meglio che niente comunque). Quest'ultima cosa è per rispondere alle tue obiezioni sulla tendenza umana a costituire forme statali: magari è pure vero (magari invece sono imposte dall'alto) ma ti sembra giusto imprle a tutte? Il discorso è di principio, ma cosa c'è di male?

Sulla “possibilità di recedere”: ma (senza polemica) che vuol dire? Prendiamo un individuo che è nato e cresciuto in un contesto, a cui è legato da mille vincoli personali (ambientali, culturali, famigliari, affettivi, ecc. ecc.); che vuol dire “recedere” per questo tizio? Trasferirsi nella comunità accanto? Adottare un codice di comportamento completamente slegato dagli altri membri del gruppo? Cambiare shampoo e pettinatura (scherzo, ovviamente)? Come si attuerebbe, concretamente, questo “recedere”?

Per quanto riguarda poi il tasto “imporre a tutti” qualcosa, continuo a dire che un gruppo sociale, per essere tale e funzionare, deve basarsi su una interpretazione delle cose sostanzialmente univoca e condivisa dai suoi membri. Se questo aspetto, che è il vero collante sociale, viene a mancare, viene essenzialmente a mancare il gruppo stesso; si avrà a quel punto semplicemente un certo numero di individui che condividono un territorio (e, a questo proposito, faccio notare en passant che diversi autori hanno evidenziato con chiarezza come individualismo e statalismo - e mercato, per la gioia di grandi e piccini - vadano a braccetto, siano intimamente connessi e si alimentino l’un l’altro; meditate, gente, meditate.).

Si potrebbe aggiungere e approfondire molto, ma per adesso mi sembra sufficiente questo. A te la palla.


Prealbe


1 - Non solo come parte di un insieme, ovviamente, ma comunque la sua appartenenza ad un dato contesto rimane per lui un elemento sostanziale (cosa vera anche oggettivamente, tra l’altro).
Inviato il: 27/2/2008 15:49
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  •  sick-boy
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Re: Anarchia
#1650
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Prealbe purtroppo non ho neppure il tempo di leggerti ora, risponderò tra qualche giorno!! Ciao
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