Re: SCAPAC 4 - Omeopatia

Inviato da  Al2012 il 17/10/2009 2:15:05
In merito alla teoria “similia similibus curentur”

<< LEGGE di ARNDT-SCHULTZ
Due tedeschi, Arndt e Schultz, pur non interessandosi di omeopatia, e separatamente, stabilirono la cosiddetta Legge di inversione dell’effetto di una sostanza a seconda della dose.

Recentemente, nel 1984, il francese Aubin ha dimostrato scientificamente tale legge studiando l’azione della aconitina che produce effetto tachicardico o bradicardico a seconda della concentrazione o diluizione.
Applicando la legge di inversione dell’effetto si comprende l’Isoterapia e le sue applicazioni.
Dr Francesco Capponi >>


Il FENOMENO dell'ORMESI e la Medicina Naturale, Omeopatia compresa
http://www.mednat.org/cure_natur/ormesi.htm



In merito alla teoria: “contraria contrariis curentur”

A Firenze lanciata la sfida al dogma portante della farmacologia convenzionale.
http://www.farmacista33.it/cont/chalrep.pdf

<< (…) Il prof. Dei ha sottolineato come il paradigma portante della farmacologia convenzionale si basi sul principio dell’occupazione recettoriale conseguente alla concentrazione tessutale del farmaco.

Poiché l’efficacia di un farmaco dipende dal numero di recettori cellulari occupati, la dose terapeutica, seguendo questo principio, è sempre calcolata come la dose più alta non tossica.
Il teorema portante di questo modello terapeutico prevede che tutti gli individui siano sensibili al farmaco, anche se la soglia di sensibilità è diversa ed essa determina il range terapeutico calcolato.

La farmacologia convenzionale non considera individui non sensibili al farmaco ( i cosiddetti “non responder”) e non prevede che, oltre a questi, possano esistere individui che dal farmaco possano avere solo effetti indesiderati. Tuttavia il modello lineare farmaco-recettore ha più volte dimostrato il suo limite.
Infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, l’interazione farmaco-recettore induce una serie di processi a cascata nei quali le proprietà genetiche dei singoli individui esercitano un effetto dominante.

Pertanto, come dimostrano gli studi condotti da IBM e riguardanti i 100 farmaci più comunemente usati, tali processi determinano una reazione efficace in non più del 40% dei pazienti, mentre in un 20% l’efficacia si accompagna a effetti collaterali.
Non solo, nel 30% dei casi il farmaco non ha alcuna efficacia terapeutica ma solo effetti collaterali, mentre il 10% dei trattati è “non responder”.

Se il paradigma della farmacologia si basa sulla inibizione, il farmaco dovrebbe essere sempre più efficace all’aumentare della sua concentrazione, mentre scendendo al di sotto della concentrazione minima efficace il farmaco non dovrebbe avere alcuna azione terapeutica.

Ma, seguendo questo paradigma, rimane una zona d’ombra, conosciuta e volutamente trascurata dalla Farmacologia convenzionale, che riguarda la possibilità di effetti terapeutici di sostanze somministrate a dosi molto al di sotto della soglia terapeutica stabilita come efficace: si tratta della già nota Legge di Arndt-Shultz, che riguarda il fenomeno dell’inversione dell’effetto (effetto paradosso della farmacologia tradizionale) .
Esistono sostanze che a basse dosi stimolano e ad alte dosi hanno effetto inibitorio.
A livello tossicologico questo fenomeno è attualmente definito come “ormesi”, ovvero stimolazione. (…) >>

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