Re: Corrado Malanga

Inviato da  alroc il 18/9/2012 18:10:26
Un mio modesto parere in merito alla lettera pubblicata da Alex Torinesi sul suo blog

http://alextorinesi.blogspot.it/2012/09/per-amor-di-verita.html



Vuoto per pieno.
Cosa allontana gli ex collaboratori dalla svolta che Malanga ha dato alla sua ricerca?
Il pieno è un punto di vista scientifico che trova conferme tramite dati misurabili e ripetibili. La forza che ne deriva è quella di poter stabilire con illusoria precisione cosa è scientifico e cosa non.

Un'esperienza singola non è un dato scientifico, ma sta di fatto che una moltitudine di persone (addotte e non addotte) continuano a seguire Malanga non più in un ambito ristretto come quello italiano, ma a livello planetario (i suoi studi sono tradotti in varie lingue dal cinese allo spagnolo, dall'inglese al rumeno).
Come mai tanta gente è attirata dai lavori di questo ricercatore?
Perchè stanno confluendo diverse energie su questa figura?
Come mai la puntata di n°39 di Ufocast è stata tra le più seguite nonostante Il ricercatore si presentasse in una veste diversa dal solito?

Il metodo di indagine è cambiato, la prospettiva pure.
L’umanità tutta, come dice Corrado, è partecipe di un processo di autocoscienza ed è per questo che anche la dualità addotto/non addotto andrebbe superata. La triade ha compiuto un balzo avanti nel concepire se stessa e questa completezza è dovuta al fatto che per uscire dal fenomeno delle interferenze aliene bisogna semplicemente "conoscere un po' meglio se stessi", perché è proprio da una personalità inconsapevole nasce l'adduzione. I lux vari sanno bene che è così ed è per questo che producono una mancata identità sin dall'infanzia con innumerevoli condizionamenti mentali volti ad accentuare proprio quelle componenti degenerative nella personalità degli animici (paure, insicurezze, ansie) che li rende incapaci di reagire.

In realtà il dissidio interno degli addotti non è molto dissimile da quello di molti individui non animici o non addotti. Questo dualismo, tra chi siamo realmente e l’ego, probabilmente esiste dentro l’intera umanità e la mostra “imperfetta” nel momento in cui essa dà troppo peso all’ego, invece di ascoltare la parte più profonda di sé. Non voglio demonizzare la componente ego, perché costituisce una parte del “programma” che ci definisce come esseri umani, ma, a mio avviso, essa svolge in certi casi un ruolo sbilanciato e deleterio per l’equilibrio interiore. Il meccanismo-coscienza ha bisogno anche dell’ego, ma nella misura in cui il suo ruolo nel complesso è costruttivo e non disfattista. Se guardiamo la faccenda da questa prospettiva, non c’è differenza tra umanità rapita dagli alieni e umanità libera.
Tutti, in modi diversi siamo “parassitati” da una parte di noi che non svolge bene il suo lavoro. Questo lavoro dovrebbe essere condotto con forza di volontà e desiderio di conoscersi sempre di più, ma la spinta per poter accedere a questo lavoro può giungere solo da noi stessi. Siamo noi, addotti e non, a dover decidere di cambiare i modelli che ci propone quella componente di noi stessi che tende a prendere sempre più spazio...il pieno appunto di cui accennavo all'inizio.

Il vuoto invece è il dare un senso alle cose facendo tabula rasa delle "certezze" presistenti, significa incamminarsi verso l'insidioso terreno del: "So di non sapere" e aggiungerei: "So di non capire fino in fondo se non faccio spazio dentro di me per nuovi e temporanei paradigmi"

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