Ti faccio un altro esempio, visto che hai parlato di propaganda e ti "svelo" come la stessa si auto-produce anche da parte di chi vorrebbe denunciarla in buona fede, poiché assoggettati a determinate logiche che ci "impongono" in quali ordine di idee esaminare le problematiche, soprattutto quando le medesime sono prodotte in seno alla morale.
Se Te guardi sopra, nel video incorporato da Perspicace, potrai notare che il titolo recita: "Donna: quale immagine nella pubblicità?"
.. ecco, appunto, che ci caschiamo con tutte le scarpe e pure col sorriso ebete stampato in faccia di chi crede di fare una buona azione (non sto dicendo a Perspicace, sia chiaro).
Se coloro che l'hanno ideato fossero stati liberi dalle congiunzioni astrali della propaganda, quella di COME si argomenta e, non solo, DEL PERCHÉ si decide di farlo, allora avremmo visto scritto questo titolo:
- "I bisogni e i rapporti delle donne con la pubblicità" ... e senza punto di domanda.
Quindi, non per concludere, ma per capirsi meglio, Perspicace non ha proprio sbagliato con l'ultimo suo intervento, quello a cui tu hai successivamente risposto; diciamo che non ha posto correttamente i termini e i piccoli approfondimenti...
... comunque, così come accade per altri temi dal contesto fortemente differente, è in atto ugualmente una desensibilizzazione forzata che riguarda il generale e non il particolare.
Secondo te esiste il problema della "mercificazione del corpo umano"?
Nel suo complesso intendo trovi giusto o origine di problemi che le persone abbiano diritto a vendere i propri organi (fegato, reni, retine, etc. etc.)?
Esistono i confini etici? Come il considerare l'essere umano merce interscambiabile oppure ognuno è padrone della propria carne e di tutto ciò che da essa viene prodotto (vendita della propria progenie ad esempio)?
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