Citazione:
Anche fosse non cambia di molto la mia posizione...
.. per amor del cielo ci mancherebbe, cambierebbe la posizione di Massimo però. Una cosa è lasciare intendere che i piloti subirebbero in qualche modo una costrizione verso quel "mestiere" e una cosa è, appunto, costringerli a giocarsi le loro carte in limiti che superano l'assurdo anche in quelle logiche.
E infatti come ha detto Tuttle:
Citazione:
... ma ci sono anche delle responsabilità esterne alle scelte del pilota. Un alpinista usa i suoi strumenti di sicurezza, se va oltre cazzi suoi.
Quindi il discorso sul giudizio etico/morale lo considero articolato.
Se noi partiamo dal presupposto che a prescindere certi livelli agonistici in certi contesti sono eticamente assurdi e deprecabili, naturalmente abbiamo già detto tutto. Ma il punto è quello di dimostrare quanto questo possa essere oggettivamente riconosciuto ed è qui che io, sinceramente, metto il mio
«non lo so».. da dove si parte per sbrogliare il nodo della matassa?
.. tu parti da queste posizioni:
Citazione:
Sempre con tutto il rispetto dovuto innanzi alla morte di chiunque.
E fin qui, non credo che vi sia qualcuno che possa obiettare qualcosa.
Citazione:
... sanno quello che fanno ed i rischi che corrono e nessuno li obbliga. Come un militare che va in zona di guerra se ci lascia le penne non è più eroe di chi crepa sul posto di lavoro.
Sanno quello che fanno, è verissimo. Anche se al militare non concedo sconti. L'analogia è forzata anche se condivido lo spirito di fondo. Il militare gioca il suo ruolo dove devono esistere a prescindere Vittime e Carnefici. Lui si vende l'anima nel senso più profondo del termine, cioè combatte un nemico che potrebbe avere le sue ragioni per non essere attaccato o addirittura (come la realtà insegna) che si è legittimati a considerare "effetti collaterali" la morte di Civili. Donne e bambini compresi.
Mentre un rischio legato ad una passione che tu condividi all'interno di un "CIRCO" con altri che vivono della medesima consapevolezza è tutt'altra cosa. Da qui infatti la differenza tra nemico e avversario. Un oceano divide questi due concetti.
-edit-
La domanda è, chi sono io per condannare uno stile di Vita piuttosto che un altro? Certo, ammettiamo che: "Tal dei tali" è morto e se l'è cercata. Ok. Ma cosa vi è di sbagliato nell'entusiasmarsi a seguire (ma anche appassionarsi) chi fa quel "mestiere" e anche a criticare le tragedie quando accadono? che le colpe siano indirizzabili a un concetto univoco compreso nel "sanno quel che fanno"?
Non sono provocatorie le domande. Sono proprio domande che mi pongo.
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