Il suicidio dignitoso

Inviato da  Edmondo il 15/8/2011 12:43:24
Mi è sempre difficile iniziare qualche discussione, a volte penso che comunque le chiacchiere stanno a zero, e troppe volte mi capita di dare per scontato che "tutti" la pensano come me, quindi per una volta, mi espongo al pubblico :)

Ebbene si, il tema di questo topic trattera non del "fatto" il suicidio, ma dell'idea...

C'è da premettere che non sto su un cornicione pronto a lanciarmi :) però, penso come molti, ci ho pensato qualche volta e non a causa di qualche disgrazia, ma così... o per curiosità o solo per "noia"? fate un po voi...

Vorrei solo evitare, se possibile, le solite banalità del tipo, il suicidio è peccato, il suicidio è "arrendersi" e via dicendo.. Per quanto mi riguarda, credo di condividere a pieno queste interpretazioni:

Alfieri:
ricorrere al gesto del suicidio, inteso come protesta a ciò che il destino gli ha riservato.

Schopenauer:
proprio perché si ama troppo la vita e non la si vuole vivere in una condizione sgradevole ci si libera con il suicidio.

E soprattutto Emil Cioran:

Senza il pensiero del suicidio, egli dice esplicitamente, non sarei riuscito a sopravvivere. Il suicidio è interpretato così non come gesto effettivo, ma come possibilità estrema che, in quanto mantenuta nella sua possibilità e non attuata, rende possibile ogni altra azione.

Per sdrammatizzare, concludo con Gesualdo Bufalino: i suicidi sono degli impazienti.

A voi la parola..

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