Re: 2012-2013: conto alla rovescia.

Inviato da  Calvero il 25/4/2011 2:02:38
Citazione:

La data ultima cui riferire la "fine del mondo" (grazie Calvero) è spostata al 2013 in quanto il riferimento non è tanto il calendario Maya (erano comunque molto evoluti) quanto il Sole e la sua iperattività.
Il Sole influisce nell'esistenza umana e nel nostro mondo fisico oltre ogni immaginazione.



- vari edit e correzioni-

Io non credo che vi siano "date da spostare". Io credo profondamente alla connessione con la natura che gli esseri umani hanno e credo che sia la cosa più sottovalutata, appunto, al Mondo. Io credo che bisogna incominciare a parlare della - fine del vecchio mondo -. Questi sono i termini da usare. La parte razionale vigila in noi attraverso il paradigma del bene e del male che non vuole mollare la sua presa. E comunque, anche al meglio della nostra conoscenza verso noi stessi, ancora non possiamo non esserne schiavi. Le sovrastrutture imposte attraverso i secoli e attraverso il fenomeno religioso hanno raggiunto, finalmente, il punto discendente della parabola. La percezione dell'uomo che è intriso di percorsi generazionali attraverso i lasciti della cultura e delle morali attraverso, in primis e ovviamente, alle famiglie e, in seguito, al bisogno di sicurezza e di stima ... ci hanno plasmati in una danza che ha spostato il baricentro della nostra essenza. Un essenza che, comunque sia composta o "disegnata", è un essenza A-morale. La spiritualità, come la verità, non ha né colori ..né Dei.

L'alveare umano, a differenza delle Api, non collabora per un esigenza comune intima, non è votato alla scoperta di sé stesso attraverso l'esperienza della Vita ... ma è - in vece - una condivisione (neanche collaborazione) di intenti imposti dalla morale del gregge. Attenzione che per - morale - non si intende, qui, quella che risiede nella sfera dell'interiore, nell'intimità del tuo percepire, quello che la tua coscienza, e i tuoi "campanellini" indicano ... ma riguarda purtroppo la - morale - intesa come rendiconto psicologico che l'uomo, ingannato, sente di dover espiare e "controllare" per gratificare (mortificando e tacciando la propria coscienza) la sicurezza e la stima che la morale del Gregge baratta con la nostra mente. Si tratta di vendersi. Per un piatto di lenticchie, la collettività umana cede, o meglio eclissa, il proprio potenziale nella de-responsabilizzazione che la morale del gregge impone. Una de-responsabilizzazione che è come un albero che ramifica i suoi scopi attraverso i frutti che veicolano il medesimo "DNA" squilibrato.

Hanno più peso nell'era moderna, dopo il declino dell'autorevolezza religiosa, il peso delle Ideologie (che non sono le idee): lo spirito umano e della collettività viene frantumato e setacciato nei percorsi del "bene e del male" (ancora una volta) che indeboliscono la capacità di porci come individui, invitandoci a prostrarsi e divenire "facciata"; consumatori. L'alveare umano esiste in funzione di un mostro: il consumatore. Il profitto è al centro della società, non l'uomo. Ecco perché ogni ragionamento che eufemisticamente ci dipinge come cittadini, attraverso la morale inganna la coscienza collettiva e rende accettabile un esistenza da codici fiscali con le gambe, quali effettivamente siamo. Ogni strategia razionale che cerca di risolvere la vita, sarà distruttiva. Poiché la vita non è mai risolvibile. Ci viene negata così la possibilità di essere sperimentatori, di "giocare". Il consumatore è un essere malato. Lo siamo tutti. Per questo ogni ragionamento teso a dimostrare, anche matematicamente, che vi possano essere ideologie che dimostrino la loro efficienza, in realtà stanno dimostrando l'efficienza sempre più cinica di essere consumatori. Consumatori di Dei, come di ideologie; di fanatismi come di religioni: tutte bugie che danno alla nostra paura l'alibi di trovare una scusa per potersi dire -oh sì, sono al sicuro, sì posso avere stima e posso avere il riscontro attraverso il Sistema ... che, come in un gioco di specchi, si auto-legittima mentre in realtà sposta il baricentro della coscienza degli uomini che si zavorrano, mutano in consumatori.

Consumatori come ne LA MOSCA di Cronemberg, che apprezzano il mutamento mostruoso: - da insetto, il protagonista, si inganna nel senso di galvanizzarsi in una nuova "forza" che sente sua, mentre in realtà si trasforma in un parassita, e il suo essere uomo ... è sempre più un vago ricordo.

Il baratro in cui il mondo versa, sta portando le coscienze ad un punto di fragilità estrema. E così gli uomini, così la razza umana vive in una sorta di schizofrenia la realtà che la circonda. Prendi ad esempio il discorso del "Caos organizzato" che ha riportato Cedolin in Homepage. La stessa cosa accade nei cuori e nell'animo delle persone. Il punto di rottura è, ovviamente, sempre più vicino. Quindi il risultato di questa rottura porterà ad un unico bivio: 1) o si chiederà a noi stessi la disaccettazione (non mi interessa se non esiste il termine, ma mi piace) della morale, indi scatenare un reale comportamento rivoluzionario nell'intimità delle coscienze che chiederà e lavorerà per vedere il cambiamento del paradigma esterno; oppure 2) farà esclamare - ti amo grande fratello.

Un paradigma veicolato nei secoli che verrà ricordato, in un monito negativo, come quelli, i secoli, del "bene e del male": tutto è servito e serve a rendere accettabile il guinzaglio del Potere che ha mutato forma ma la sua equazione sulla psicologia delle masse è sempre la medesima: attraverso la "fede", il fenomeno religioso, il fenomeno politico, il fenomeno della gratificazione guidata sui binari decentrati di coscienze che non guardano sé stesse ma, purtroppo, al bisogno di appartenenza al "vecchio mondo" che sta finendo. Si tratta sempre di paura. Si trappa sempre di non accettarsi e, come dice una metafora, di guardarsi allo specchio e pettinare l'immagine riflessa.

La vigilanza della parte razionale, si diceva all'inizio, è stata alimentata dal fenomeno sopravvalutato, o meglio, malamente valutato ...dell'intelligenza. La Vita e la Natura stessa hanno una propria intelligenza che risiede nella spietatezza di dover "prevalere"; così le piante rampicanti che fanno a gara ad arrampicarsi per prendere luce, così le piante che cercano la luce, così le radici che si fanno spazio nella Terra, e tutto per una funzione di indipendenza che ha però una fondamentale natura... la natura lavora senza sovrastrutture e senza ideali che gli parlino di "bene e di male". L'uomo potrebbe fare altrettanto, e il paradosso positivo è che lavorando esclusivamente per cercare sé stesso e la sua rivalsa non potrebbe far sì che il prossimo venga prevaricato; disprezzato, poiché l'uomo che ama sé stesso ama il prossimo. Discorsi questi che sono ben lungi anche dal concetto di filantropia: un'altra ideologia falsata per disprezzare la vita. Dannosa quanto la misantropia. La differenza che l'uomo ha rispetto alla natura è fondante: ciò che ci rende "migliori" dalle piante è l'amore e non l'intelligenza. E' l'amore e non l'idea di porsi moralmente nel bene e nel male. L'amore che può essere una scelta. Che la pianta non può scegliere. L'uomo violento, l'uomo che cerca il potere, l'uomo cosiddetto cattivo, l'uomo che abbisogna di imposizioni che cadono dall'alto, l'uomo che cerca nelle ideologie il "suo" mantra, è un uomo che non si ama: questo il vero significato della debolezza. Alla faccia dei dizionari che, anche quelli, hanno fatto il loro tempo; fanno e faranno anche loro parte del "vecchio mondo". L'uomo del vecchio mondo non combatte per le sue opinioni in realtà, ma per le opinioni che la morale impone attraverso lo status quo. Le vere opinioni, la vera coscienza che ci appartiene e che dovremmo dedicarci tutti a cercare, porta sempre equilibrio. Anche - e soprattutto - nei confronti. I confronti sono il succo della vita. Così come il viaggiare e il mettersi a rischio. Chi ama sé stesso non sa neanche concepire cosa sia una Patria.. fa sempre parte del linguaggio rovescio dello Status Quo, che impone una condivisione dei dolori delle debolezze del gregge e lo spaccia per collaborazione. Un idea non è mai vendibile, altrimenti non è un idea ma è morale. Questo il significato, appunto, del perché non si può convincere nessuno ... ma solo mostrarsi attraverso l'idea che vive in te. Essa creerà una "risonanza" che potrà essere abbracciata o ripudiata, ma che farà muovere gli altri sempre sulle proprie gambe. Questo, ad esempio, non vuole la Politica - intesa come concetto stesso: che impone di farci camminare con gambe che non sono le nostre ma del Potere... e i risultati sono sempre esponenzialmente più evidenti e dannosi. Un atto politico non è mai un atto positivo, è una contraddizione, un ossimoro. Il bene e il male, poi, come ciò che è eroico, ciò che è virtù, sono sempre fenomeni storicizzati. Non hanno valenza a prescindere. Quel che è virtù in questa società potrebbe essere disdicevole in altre società, e in altri tempi. Solo l'amore odora di verità, solo l'amore annienta gli squilibri.

La natura stessa e le energie che ci attraversano, danno una forza sana se siamo privi delle paura che la morale veicola. Man mano che studiavo il fenomeno delle manipolazioni e delle bugie (storia compresa) che impazzano in questo mondo, ho cercato di lasciare andare sempre più me stesso a me stesso. Ho cominciato ad entrare in risonanza con una spiritualità che può essere solo la mia (e così per tutti) e che non può avere nomi e non può avere gerarchie. Inserendosi in queste prospettive naturali si percepisce anche il dialogo della natura e, soprattutto, si percepiscono e si delineano le maschere che l'uomo indossa. Incominci a vedere la limpidezza che può celarsi dietro lo sguardo delle persone. Un anarchia dello Spirito, questo, che apre porte che anche a livello fisiologico mutano il tuo sguardo, il tuo portamento, la tua presenza, i tuoi bioritmi. Mettendosi realmente in discussione e sprofondando in sé stessi (lungi da me ogni "filosofia" ascetica: sono ipocrisie) sei chiamato a muovere i tuoi passi in altre direzioni...

... e altre risposte arrivano. E con esse, soprattutto, domande più intelligenti. Quando ero sereno e conquistavo una lucidità intima degna di questo nome, potevo - e ho sperimentato - esperienze fuori dal corpo. Ho cominciato a percepire le vibrazioni dei posti. Non solo, trasmettevo le esperienze a chi mi stava vicino. Si traducono i codici e i linguaggi. Così come la sincronicità ha raggiunto livelli talmente evidenti che non avevo neanche tempo di stupirmi. La pesantezza di spirito che sta governando questi tempi malvagi è l'urlo e il canto del cigno della razionalità che ha eclissato le percezioni e le potenzialità che sono in noi. Ogni lotta è una lotta con sé stessi.

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