Re: Permacolture e agricoltura sinergica

Inviato da  Makk il 27/12/2010 21:42:13
Citazione:

Al2012 ha scritto:
non ti sto rispondendo in modo bellicoso

Tranquillo, frate': ti conosco (x gli altri tuoi interventi in LC), non c'è pericolo che tu mi faccia quell'impressione.
Citazione:
Il mio fine, in questo caso particolare, è finalizzato a raccoglie informazioni in merito alla agricoltura sinergica, perché e per me è la più praticabile.


Citazione:
Forse, come dici tu, sono modalità differenti per differenti luoghi di applicazione, ma hanno in comune il concetto, diciamo filosofico/pratico, di approccio alla lavorazione della terra, intesa come intervento umano per il suo utilizzo.
Penso che il principio di base si quello di non combattere la natura, ma quello di comprendere i suo giusti equilibri e la sua sinergia.
In natura non esiste lo scarto, perché lo scarto di una specie è alimento per un’altra. Non esiste solo la competizione, ma anche la collaborazione.
Cosa ovvia che però per ragioni particolari viene spesso dimenticata.

Beh allora due cosette le sai, no?

Comunque visto che non le dici tu, intanto ci metto quel poco che ne so io

Masanobu Fukuoka è un signore giapponese, non agricoltore però ricercatore microbiologo e studioso delle piante.
Più ne studia e più ha il dubbio che ci sia qualcosa di sbagliato nell'agricoltura intensiva a base di prodotti chimici.
Alla fine molla tutto e si da a un tipo di coltivazione del tutto diverso: la natura và lasciata libera di svilupparsi e ti darà i suoi frutti nelle giuste quantità.

Niente potatura, niente aratura, niente concimatura. Anche la semina è più un abbandonare i semi in superficie (appena protetti con gusci di argilla), mescolati fra loro, lasciando che la natura e il suolo selezionino spontaneamente quali tipi di pianta devono crescere in quel particolare angolo dell'orto o del giardino.

Il suolo, laddove libero da piante "utili", deve però essere sempre abbondantemente coperto di trifoglio o fieno alfa-alfa o simili, che riazotano il terreno e lo preparano a nutrire le piante che producono commestibili. Tuttavia F. è contrario ad ogni altro tipo di "sovescio" (tecnica di coltivare piante per lasciarle marcire al suolo in modo che i loro frutti reintegrino l'humus).

Essendo uno (ex)scienziato, Fukuoka fa i suoi esperimenti di coltivazione annotando sempre minuziosamente tutto, con l'intento di creare una metodologia di coltivazione che si possa condividere con gli altri (niente "segreti del contadino", ma veri e propri manuali).

Le sue coltivazioni, in Giappone, risultano alla fine essere competitive, come produzione, con quelle intensive. Col grande vantaggio di non richiedere gli enormi appezzamenti dell'intensivochimica.

Questo è particolarmente significativo in Giappone, dove la parte coltivabile del suolo nazionale è sempre stata poca rispetto alla popolazione e la concimazione è sempre stata un problema per erosione del suolo, salinità e altri fattori. I giapponesi credevano di essere "condannati" all'agricoltura intensiva come unica possibile sul loro territorio. Fukuoka dimostra che questo è falso.

Tuttavia, anche se il metodo Fukuoka sembra essere un miracolo di semplicità e spontaneità, richiede una notevole competenza e studio. E' un metodo che esalta l'attenzione al dettaglio e la cura del particolare, invece degli interventi complessivi e totalizzanti di altri metodi colturali.
Svantaggi: bisogna essere agricoltori competenti, abili e sensibili. Vantaggi: l'orto "alla Fukuoka" richiede anni di lavoro ma alla fine si mantiene da solo, riducendo il lavoro fisico rispetto alle colture tradizionali, di metà o più.

Purtroppo molti europei, cimentandosi col metodo Fukuoka, hanno avuto risultati poco entusiamanti. Si è pensato che questo fosse per scarsa "pazienza" e differenza di mentalità fra occidentali e orientali.

Ma Emilia Hazelip (ricercatrice spagnola) sostiene che si tratta di una differenza fra tipi di piante occidentali e orientali. Che la filosofia di Fukuoka può essere riproposta in occidente ma và adattata alle condizioni climatiche, modi di crescere e tipi di piante commestibili nostri.
La Agricoltura sinergica della Hazelip, più che semplicemente adattare la filosofia/metodologia di Fukuoka, sembra in effetti "tradire" alcuni concetti di base.
E' un metodo in cui la "interferenza" con la natura è decisamente più spinta che in Fukuoka.
Il concetto del suolo che si "autorinnova" (come in Fukuoka) viene reinterpretato come suolo che, se correttamente preparato alla coltivazione, sarà in grado di autorinnovarsi, appunto.
Ma lo farà anche grazie alla "rotazione delle colture", tecnica antica di non sovrasfruttare il suolo con monocolture; con il "sostegno recirpoco" che piante di diverso tipo, piantate vicine o in sequenza, riescono a darsi (una caccia i parassiti, l'altra succhia azoto ma non potassio, la terza ha invece molto bisogno di potassio e l'azoto lo produce, ecc); con l'addizionatura al terreno di vari materiali.
Insomma per l'agricoltura sinergica non è "vietato" (come lo è in Fukuoka) seminare, coltivare in serra, trapiantare, concimare, pacciamare, ecc
Ma, soprattutto, si programma e progetta molto. In un orto sinergico c'è parecchio poco di lasciato "alla natura".


Poi c'è la permacultura
[Avvertenza: di Fukuoka ho letto qualcosa, della sinergica ho chiaccherato con uno che aveva fatto un corso, di permacultura invece so solo per sentito dire, di *terza* mano. Potrebbero avermela raccontata giusta o potremmo stare a livelli "mi ha detto mio cuggino..."]
Non so perché si faccia spesso confusione con la Agricoltura Sinergica, la Permacolture è americana ed ha un concetto di base diverso ed estremamente ambizioso:
di creare un circuito "autorinnovantesi" che produce frutti della terra e sostiene gli umani che quella terra lavorano, ma (a differenza degli altri due metodi) questo circuito comprende non solo la coltura di vegetali ma la vita di tutti gli esseri che ne fanno parte.
Le "enclave" permaculturali hanno idealmente una parte coltivata, una paludosa le cui piante trattano i nostri rifiuti (anche gli escrementi e un po' di chimica dolce) e contemporaneamente fa da habitat per insetti e animaletti che a loro volta sono antagonisti dei parassiti delle piante, le case sono costruite in modo da essere anche riciclaggio di materiali inerti, c'è una piccola parte boschiva, ecc
Si tratta di un vero e proprio microcosmo ricreato e schiaffato lì affinché esalti e sfrutti la capacità della natura di essere autosufficente e sostenibile all'infinito.

Insomma, progettare in permacolture è una roba pesante, che presuppone oltre a notevole competenza e cura, un intento preciso a identificarsi in un "lifestyle": non si fa nel tuo giardino, "vediamo un po' come và" e intanto continui a fare il broker assicurativo.

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