Re: Vergognamoci per loro

Inviato da  Sertes il 23/9/2010 18:09:00
In futuro per VACCINARCI basterà mangiare una mela


di Umberto Veronesi

I virus sono una delle più grandi sfide della medicina moderna e le pandemie virali sono la minaccia più pericolosa per il nostro futuro. Era il 1969 quando il Surgeon general degli Stati Uniti (l’equivalente del nostro ministro della Sanità) annunciò che le malattie infettive erano un capitolo chiuso della nostra storia.

I vaccini avevano risolto epidemie come vaiolo e poliomielite, e gli antibiotici avevano eliminato le malattie batteriche. Purtroppo si sbagliava e il risveglio da questo sogno fu molto brusco: 15 anni più tardi comparvero i primi casi di aids.

Nemmeno questo, però, ha risvegliato un sufficiente interesse della scienza verso l’ancora misterioso mondo dei virus. Sono forme di vita elementari dall’origine sconosciuta: frammenti di dna con capacità straordinarie di sopravvivenza e di diffusione all’interno degli altri organismi.

Nell’arco di 24 ore, una molecola virale può passare da una a 10 mila miliardi. Ne esistono circa 5.000 tipi e milioni sono ancora da catalogare. La maggioranza dei virus è innocua, anzi, alcuni sono addirittura utili perché possono essere usati come “vettori di
terapia”. Tuttavia, basta una mutazione perché uno solo di loro possa destabilizzare il mondo, come è successo non più tardi di un anno fa, con l’allarme pandemia per l’influenza A.

Insomma, molto resta ancora da scoprire. Per questo la mia Fondazione (insieme alla Tronchetti Provera e alla Cini) ha deciso di dedicare la sesta edizione della Conferenza mondiale sul futuro della scienza – a Venezia dal 19 al 21 settembre – a questo “Nemico invisibile”. Lì faremo due appelli: serve più ricerca, ma le persone devono fidarsi dei vaccini. La diffidenza verso di essi nasce dal passato, quando si usavano virus inattivati per vaccinare e, in rarissimi casi, questi potevano scatenare la malattia da cui dovevano proteggere.

Quelli moderni, ottenuti con il dna ricombinante, sono, invece, sicuri al 100 per cento perché si utilizza solo la proteina con potere immunizzante e non tutta la molecola. Anzi, grazie alle conoscenze genetiche e la possibilità di trasferire i geni, oggi stiamo studiando nuove forme di vaccinazione, anche attraverso piante e frutti.

Inserendo alcune molecole nelle banane sono stati creati cibi-vaccino. Se poi vengono omogeneizzati, si risolvono anche i problemi di conservazione che ostacolano le vaccinazioni nei Paesi più poveri. In futuro, magari, ci vaccineremo contro l’influenza stagionale mangiando una mela.

Fonte: GRAZIA

(grassetti aggiunti da me)

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