Attacco imminente all'Iran

Inviato da  temponauta il 20/8/2010 9:20:34
Vi sono chiari segni che, se interpretati correttamente, possono confluire tutti verso una unica interpretazione del prossimo futuro, che riguarda da vicino l'Iran e il suo programma nucleare.
1) Il primo segno è stato il viaggio di Benjamin Netanyahu a Washington il 6 luglio ultimo scorso.
Un mese dopo il sanguinoso e illegale attacco israeliano alla Freedom Flottilla, Netanyahu è andato a spiegare personalmente (leggasi imporre) il piano israeliano per l'area mediorientale, per il cui innesco è indifferente la volontà degli Usa (salvo poi ritrovarsici incatenati mani e piedi).
Israele è ora in grado di sferrare un attacco autonomo dalle basi messe a disposizione da Arabia Saudita o giù di lì, mediante cacciabombardieri e sommergibili: essendo mezzi con capacità di armamento ridotta, i missili lanciati saranno necessariamente dotati di testata nucleare per raggiungere effetti distruttivi importanti.
2) Obama ha anticipato il ritiro delle unità combattenti "ordinarie" dall'Iraq: mossa rivenduta politicamente come segno di pacificazione, ma in verità, a cominciare dallo spostamento del generale Petreus in Afghanistan, mossa di ridislocamento delle risorse americane per allontanarle dalla minaccia della ritorsione dell'Iran dopo l'attacco alle centrali (e per allontanarle da un eventuale default radioattivo).
La fretta del ritiro indica la vicinanza della data di attacco.
3) la autorizzazione a costruire una moschea vicino a ground zero e lo smantellamento di una parte del muro da parte degli israeliani in Cisgiordania: quando i lupi si vestono da agnelli il gregge comincia a essere in pericolo.
4) le calamità naturali in Russia, Cina e Pakistan, in paesi cioè che potrebbero dire la loro in caso di attacco all'Iran.
Se provato che sono determinate in via artificiale (Haarp), questi paesi potrebbero essere messi sotto pressione da emergenze interne per impedirgli di muoversi nello scacchiere durante e dopo l'attacco all'Iran.
5) la imminente nuova crisi economica, questa volta non sanabile e che porterà i governi occidentali a scegliere lo stato di guerra piuttosto che perdere la poltrona, determinata dalla crisi endemica di liquidità indotta dalle sinarchie giudeosioniste che controllano i sistemi monetari e finanziari.
E' mia opinione che la scacchiera è pronta e si sta finendo di mettere i pezzi per la nuova partita: probabilmente si partirà con un attentato alla Regina (tanto è vecchia e ha rotto le scatole con quei cappellini ridicoli) o al Re nero (per rialzargli i sondaggi da morto).

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