Re:L'angolo delle cose preoccupanti...

Inviato da  florizel il 3/2/2012 18:07:38
Alternative al carcere anche per lo stupro di gruppo: secondo la Cassazione lo chiede la Consulta.

"La Consulta nell'analizzare la conformità del pacchetto sicurezza del 2009 con la Carta - nella parte che prevedeva in automatico la custodia cautelare in carcere per i reati sessuali - aveva ricostruito la filosofia che anima la disciplina della restrizione della libertà personale affermando che si tratta di un regime che deve essere ispirato al principio del minor sacrificio possibile.

Una regola che può essere assicurata solo prendendo in considerazione anche misure diverse e meno afflittive della detenzione.
Secondo la Corte costituzionale una giusta interpretazione del principio esclude qualunque automatismo e presunzione, ma lascia al giudice il compito di valutare i singoli casi in cui può essere applicato un regime, di cui va comunque sempre considerata la natura eccezionale.

Nelle motivazioni i giudici delle leggi ricordano le ragioni per le quali la Corte di Strasburgo e la stessa Consulta hanno ritenuto la custodia in carcere irrinunciabile solo per i delitti legati alla criminalità organizzata e mafiosa."


Quindi, se sei stupratore e NON mafioso, il carcere è troppo "afflittivo"...benissimo...

La sentenza della Corte di Cassazione sullo stupro di gruppo 1 - per il quale non sarebbe obbligatorio il carcere - contiene una "interpretazione doverosa" di una sentenza della Corte Costituzionale.

L'alternativa sarebbe stata sollevare una questione di incostituzionalità, che avrebbe portato verosimilmente alla scarcerazione degli indagati per scadenza dei termini di custodia cautelare.

Lo precisa, in una nota, l'ufficio stampa della Corte di Cassazione a proposito della sentenza con la quale è stato stabilito, con effetto estensivo di una pronuncia della Corte Costituzionale, che le persone accusate di violenza sessuale di gruppo possano beneficiare, se sussistono i requisiti, anche di misure cautelari alternative rispetto alla detenzione in carcere. Una sentenza che ha suscitato polemiche e scatenato una ridda di critiche.

"La sentenza della Corte di Cassazione (n. 4377/12 della Terza Sezione penale) - dice la nota - non ha determinato alcuna conseguenza immediata sullo stato detentivo degli imputati. Essi restano in carcere fintanto che non si sarà concluso il giudizio di rinvio davanti al Tribunale del riesame di Roma, che potrebbe anche confermare la precedente valutazione di necessità della misura carceraria".




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