Re: tragedia AirFrance 1 giugno 2009

Inviato da  redna il 11/6/2009 22:02:35
Piuttosto che guardare alla temperatura a 12 km di altezza sarebbe il caso di vedere in fondo al mare come è possibile che i corpi dei passeggeri:

- si trovino diversi giorni dopo la scomparsa su di una vasta area di oceano
- non sono allacciati al sedile con le cinture, vista la turbolenza della zona
- eventualmente l'aereo non fosse esploso come sarebbe mai possibile
che gli stessi fossero fuoriusciti dalle lamiere dell'aereo
- perchè è stato chiesto l'intervento dell'interpol per l'identificazione delle vittime.

I primi giorni ci furono notizie in cui si diceva che i corpi probabilmente sarebbero stati mangiati dagli squali. E'interessante notare che in quelle zone dell'atlantico di squali non ce ne sono perchè i corpi, malgrado diversi giorni in alto mare, sono stati ripescati in cattivo stato ma non sbranati.

shm
i radar militari non credo possano dire nulla anche se hanno visto tutto.
Ricordiamoci di Ustica ....

EDIT

Ustica, Los Roques.....

USTICA – LOS ROQUES

Quando l’unica certezza è il mistero

Sono passati quasi trent’anni dalla strage, che ancora oggi non ha un colpevole, una spiegazione, o un qualcosa che faccia luce sull’accaduto.


E’ il 27 giugno 1980, il volo dell’aereo di linea I-TIGI DOUGLAS DC9 della compagnia Itavia, con 81 persone a bordo, diretto da Bologna a Palermo, comincia con due ore di ritardo, quasi un presagio di una giornata che sarebbe finita male, o meglio, per alcuni non sarebbe finita affatto.


Sono le 20.58, e avviene l’ultimo contatto radio tra il comandante dell’aereo e la torre di controlla, poi il silenzio, l’aereo scompare dai radar, e nessun membro dell’equipaggio risponde alla chiamate per l’autorizzazione all’atterraggio nell’aeroporto di Palermo, e non rispondono nemmeno a quelle successive.
Cominciano le ricerche, ma è ormai buio e non si hanno esiti positivi. Solo alle prime ore del mattino viene individuata una macchia d’olio nelle acque di Ustica; Le ricerche si concentrano in quella zona e poco a poco emergono i corpi dei cadaveri: uno spettacolo raccapricciante.
Il bilancio finale è di 81 morti, di cui quattro sono i membri dell’equipaggio, ma vengono ritrovati solo trentotto corpi senza vita.
Dall’autopsia effettuata, si è accertata un’esplosione improvvisa dell’aereo in volo, allora ci si domanda, cosa è successo?
Le ipotesi che si susseguono sono spaventose:

L’aereo è stato abbattuto da un missile
E’ avvenuta una collisione con un altro velivolo
C’è stato un cedimento strutturale
A bordo era presente una bomba

Dalla scatola nera viene estrapolato l’ultimo dialogo prima dell’esplosione, comandante e co-pilota si raccontano barzellette, ma improvvisamente la registrazione s’interrompe:


Allora siamo a discorsi da fare... [...] Va bene i capelli sono bianchi... È logico... Eh, lunedì intendevamo trovarci ben poche volte, se no... Sporca eh! Allora sentite questa... Gua..."

L’ultima sillaba, “gua”, potrebbe far pensare alla parola guarda, come se il pilota avesse visto qualcosa.
Partono le indagini, cercando di schiarire una fitta nebbia di mistero che si è creata attorno all’accaduto, vengono analizzati anche i resti dell’aereo, sui quali ci sono tracce di esplosivi, delle stesse proporzioni di ordigni militari.

Passano 6 lunghi anni di silenzio e solo nell’87 il ministro Amato, dà l’ordine di recuperare di recuperare interamente il relitto, situato a oltre 3000 metri sott’acqua, e questo non ne facilita il recupero.
L’aereo viene recuperato quasi interamente tra il 1987 e 1991, e viene ricostruito in un hangar.
Le indagini si rivelano un fallimento, a causa di depistaggi e inquinamento delle prove da parte dell’Aeronautica Militare; Si tenta di provarlo allargando l’indagine, ma non si risolve molto il mistero s’infittisce e infiniti dubbi ruotano attorno all’accaduto.

Dal registro del radar di Marsala manca la pagina relativa al 27 giugno, e nel foglio successivo viene scritta una versione differente. La difesa contesta l’ipotesi, ma successivamente, in seguito ad analisi sul registro, conferma l’accusa.
Ma è durante una trasmissione del 1991 che l’enigma si fa più complicato. Una telefonata anonima irrompe nel programma “Telefono Giallo:

“qualcuno dichiara di essere stato "un aviere in servizio a Marsala la sera dell’evento della sciagura del DC9". L'anonimo riferisce che i presenti avrebbero "esaminato le tracce, i dieci minuti di trasmissione di cui parlate, di registrazioni che non sono stati visti nell’intero perché noi li abbiamo visti perfettamente. Soltanto che il giorno dopo, il maresciallo responsabile del servizio ci disse praticamente di farci gli affari nostri e di non avere più seguito in quella questione. [...] la verità è questa: ci fu ordinato di starci zitti!".

Qualche anno dopo il misterioso aviere uscì allo scoperto.
I risultati delle indagini non soddisfano molti. L’ultimo atto avuto dalla Cassazione il 10 gennaio 2007 afferma che

“Nessun crimine può aver determinato la caduta del velivolo: l’aereo è precipitato per disgrazia, nessuno ha colpa”.

Una decisione che getta nello sconforto i familiari delle vittime, uccise una seconda volta, che speravano in un esito diverso, o almeno, capire cosa sia successo ai loro parenti.

Ed in questi giorni si sta rivivendo una vicenda molto simile, anche in Venezuela hanno una loro Ustica, è Los Roques, e cosi come l’isola siciliana, è il luogo dell’incidente aereo, che appunto per certi versi ricorda quello di trent’anni fa, collegati da un mistero comune.

E’ il 4 gennaio 2008, quando in Italia i telegiornali parlano di un aereo scomparso nel nulla, nell’isola di Los Roques, a bordo c’erano 16 persone, tra cui 8 italiani.
Sembra che la causa sia un’avaria, ma ovviamente è solo un’ipotesi, in quanto non si possono effettuare analisi approfondite, per il non ritrovamento dell’aereo, né tantomeno i corpi dei passeggeri.
Anzi solo il cadavere di una persona, è il co-pilota, e il suo ritrovamento, ha fatto infittire il mistero sulla sorte del velivolo.
Dall’autopsia risulta che il cuore è stato lacerato, il corpo presenta numerose fratture. In più il suo orologio (non subacqueo) è ancora perfettamente funzionante, quindi non può essere annegato, e in più la morte è avvenuta cinque giorni dopo l’incidente, e allora anche qui ci si chiede: Che cosa è successo?
E’ ancora, come mai i cellulari dei passeggeri erano liberi anche ore dopo la strage?
Non si riesce a dare una risposta, le ricerche sono tuttora in corso, nel tentativo di recuperare la verità, oltre che i corpi, per capire cosa sia successo all’aereo che ancora oggi è un fantasma, e tutti si sperano che, a differenza di Ustica, si possa avere un colpevole, ammesso che ci sia

.... la morte è avvenuta cinque giorni dopo l'incidente. A Los Roques si è saputo questo. Per il volo AF447 , visto che ci sono di mezzo tanti passeggeri,probabilmente, non se ne saprà nulla.

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