Re: Quello che non vi dicono sui terremotati abruzzesi

Inviato da  Fabrizio70 il 30/4/2009 19:17:43
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Ed io credo che se la decisione rimane quella, gli ospiti NON verranno trascurati, ne sono certissima.
A differenza dei disagi patiti dagli sfollati sparsi in tutta la regione.
E mi chiedo: perchè quella struttura, pubblica perchè appartenente ad un "apparato" dello stato, non sia stata messa a disposizione ben prima a favore della popolazione?


Ciao florizel ,a parte il fatto che quando ci andavo io la mensa non funzionava fondamentalmente quella è una struttura militare , e nonostante tutto in realtà avevano diminuito le difficoltà d'accesso alla struttura (ora sono cambiate le disposizioni , bisogna fasi prima autorizzare dal COM 1 se non ho capito male) , entravo ed uscivo senza bisogno di mostrare documenti o permessi.
Il fatto di controllare la presenza di civili è una procedura standard per queste situazioni , e provocare lo spostamento di migliaia di persone durante i pasti (e le colazioni?) non risolverebbe il problema , il tempo che guadagni non facendo la coda alla mensa lo riperdi con quello del traffico entrata-uscita , a questo punto è meglio utilizzare i servizi di catering , ma se lo spazio per mangiare è piccolo si crea comunque una coda.

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Le critiche vanno a chi, ai vertici, ha gestito le operazioni di soccorso e l'organizzazione logistica della loro distribuzione sul territorio.


Ne risponderò solo per ciò che è di mia competenza

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Dai dati a disposizione, presi qua e là nel web, o raccolti dalle testimonianze di chi in Abruzzo c'è stato (qui da Napoli son partite alcune delegazioni che poi hanno fatto il punto della situazione in un'assemblea), si è parlato di un'organizzazione farraginosa, della buona volontà di molti volontari sminuita o ostacolata da ordini imposti dall'alto.


L'organizzazione è fatta da umani , se gli umani sono persone valide i problemi si risolvono più facilmente , al com 3 dove sono stato io per un alchimia del caso le persone che contavano erano preparate , ma c'erano parecchi "novizi" alla prima emergenza reale e non sempre è facile gestire il flusso continuo di informazioni che arriva tutto insieme , senza contare che ora che ci sono state le nomine "ufficiali" alcune posizioni stono state prese da persone incompetenti...
Per ciò che riguarda la buona volontà ti posso assicurare che in alcuni casi è eccessiva , l'esuberanza dei volontari può portare a risultati opposti a quelli voluti , ma per l'appunto trovando persone che ascoltano le buone proposte vengono seguite.
Piccolo esempio pratico:La linea ufficiale del dipartimento è che i campi devono rispettare tutte le norme attualmente in corso , per il momento non sono previste deroghe particolari , ad esempio ci sono state ispezioni dei NAS per verificare lo stato delle mense e dei magazzini , e questo vale anche per gli impianti elettrici , ecco perchè c'è il problema della mancanza delle stufe.
In un campo in cui ero ospite avevano collegato male il televisore della mensa ,la tenda di plastica pesante bianca:



Il surriscaldamento della presa ha causato un principio d'incendio all'esterno che ha provocato un attacco di panico all'interno (3 giorni di afonia mi è costata quella notte ),quindi come vedi non sempre le buone intenzioni portano bei risultati , è costato un giro di campo per "invitare" la popolazione a disfarsi degli impianti non a norma , ho bloccato per un pò pure i militari , comunque visto che stavano tirando su le tende per la gente mi sono andato a fare un giro da un altra parte

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Ovviamente, nessun media dirà che in alcuni campi le tende venivano solo scaricate e non montate, e che in molte occasioni di questo si sono occupati gli stessi sfollati o chi si trovava lì, pur non appartenendo alla PC.


Montare le tende è facile , ci sono delle istruzioni semplici all'interno di ogni kit , ed era la popolazione stessa a chiederci di essere d'aiuto nel montaggio e nella preparazione del campo , la linea ufficiale del dipartimento ovviamente è negativa pure in questo caso (ufficialmente per motivi assicurativi) , ma come si fà a dire di no alla figlia del sindaco?
Per le poche volte che mi è capitato di montare tende isolate ho sempre avuto avuto a disposizione una o due squadre di militari che ovviamente venivano distolte dal montare tende nel campo principale



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Hanno dovuto parlare dei bagni chimici e della loro inadeguatezza alle esigenze degli individui proprio perchè NON POTEVANO tacere di fronte al lampante disagio più volte espresso dalla popolazione.


E' il minore dei problemi....

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Il fatto stesso che in alcuni campi siano arrivati aiuti e soccorsi in esubero, ed in altri non ne siano arrivati che dopo 4 o più giorni, lascia emergere un divario tra i proclami dei vertici della PC e la verità dei fatti.
Uno scoordinamento che personalmente collego alla questione a monte: non aver dato credito a chi preannunciava il rischio del disastro.
Farlo avrebbe significato eludere lo stato di "emergenza" tanto più utile quanto più coglie impreparate le popolazioni; e screditare le posizioni divergenti (tutte fondate su interessi di parte, a mio avviso) dell'INGV nei confronti dell'INFN, nella persona di Carlo Giuliani.


In una situazione del genere il caos è la norma , tieni presente che stiamo parlando di comunità montane quindi molto frammentate sul territorio , a proposito , il tom tom lo puoi pure mettere nel cassetto.
Lo stato di emergenza ci sarebbe comunque stato , Giuliani o meno , quello che stai chiedendo è uno stato di emergenza "preventivo" , una mossa molto pericolosa a ben pensarci , un conto è la certezza , un conto sono le probabilità , finora da come sò da gente del posto Giuliani non ha pubblicato i suoi studi , i dati disponibili sono molto pochi , e rendere frequente lo stato di "emergenza" lo renderebbe "normale"

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E questo posso capirlo.
Ma non capisco, proprio non mi riesce, come si possano tenere separate le esigenze organizzative dallo specifico stato d'animo dei diretti interessati.
Come si possa pretendere che siano intere popolazioni a doversi adeguare ai criteri organizzativi imposti, e non debbano esser questi, invece, ad essere "pensati" affinchè si rechi meno disagio possibile.


Sono per l'appunto pensati per creare il minor disagio possibile , ma rendere tutti contenti è impossibile , qualcuno che si lamenta lo troverai sempre , è una certezza assoluta .

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Pretendo troppo? Può darsi, però non credo che i fondi di cui dispongono enti locali, governo centrale e macchina dei soccorsi, siano esattamente noccioline. Soprattutto se parte (buona parte) di quei fondi vengono dai cosiddetti contribuenti. Soprattutto considerando la campagna di finanziamento scatenata dalla PC nei giorni dopo il sisma.


Non sono noccioline ma non sono infiniti , e devono comprendere i fondi per la ricostruzione...

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La militarizzazione dei campi (la "stonatura" di cui parli), come per l'emergenza rifiuti in Campania, ritengo non sia altro che la "normale" risposta dello stato: guai a lasciare che le persone si autorganizzino, guai a far mancare la "presenza" delle istituzioni, soprattutto in situazioni di disagio che possano acuire il senso critico degli individui.
Lo stato sa rispondere solo in questo modo, perchè è nella sua natura "contenere" e non certo "rispondere".

Volevamo fare un’attività di dopo scuola? Subito abbiamo incontrato difficoltà molto pesanti con la protezione civile. Dicono che la organizzeranno loro con dei moduli formativi adatti. E noi ad aspettare. Vestiti, nutriti, curati. E basta. L’importante che rimaniamo qui e aspettiamo che provvedano a tutto loro».

Ripeto: attribuisco tutta questa cnfusione e tutte le carenze dei soccorsi alla logica di fondo del sistema, quella di non voler prevenire, ma di voler "curare"; spesso creando o alimentando gli stessi mali su cui poi intervenire.



Per fortuna lo stato non "risponde" , non siamo gestiti da cervelloni , le risposte potrebbero essere spiacevoli
Lo ripeto pure io , uno stato d'emergenza "preventivo" è quanto di più possa aspirare qualche seguace di Orwell , permetterebbe poteri assoluti ancora prima della minaccia

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