Re: Il pensiero scientifico- I suoi errori, i suoi dogmi, i suoi limiti

Inviato da  Vyoletta il 22/4/2009 0:33:42
Intanto volevo ringraziarti per avermi invitato a commentare questo tuo intervento che giudico a dir poco interessantissimo. Mi sono persa a leggere i vari commenti e ognuno di loro mi ha offerto qualche spunto interessante su cui riflettere.
Nella mia risposta non posterò link di eventi simili ai quali mi sono interessata, ma solo il mio pensiero, frutto di tante riflessioni, centrali nella mia evoluzione degli ultimi anni, a cui ho dedicato veramente molto tempo. Tempo che giudico prezioso visto le nuove frontiere che mi ha aperto.
Sarà “caso” (metto tra virgolette questa parola perché non condivido molto questo concetto) ma proprio pochi giorni fa, durante una conferenza tenuta nella sede dove pratico yoga tibetano da uno dei massimi esponenti di medicina tibetana: il professor Prof. Pasang Y. Arya (ora operante a Milano, anche astrologo, psicologo e direttore dell’ospedale di Dharamsala), si è parlato proprio di Masaru Emoto e delle molecole d’acqua.
Preciso che, sino a non molto tempo fa ritenevo, pur avento una mentalità piuttosto aperta e una mia spiritualità, del tutto marginali questi argomenti, fino a quando, dopo alcune vicende personali, non ho iniziato a fare tabula rasa di tutti i concetti precostituiti, che senza rendermene conto strutturavano la mia mente da troppo tempo.
Ora non sto affatto dicendo di avere raggiunto chissà quale stato di consapevolezza, né tantomeno di avere la mente sgombra da limiti e pregiudizi, anzi! Diciamo piuttosto che questa svolta è stata molto importante nella mia vita per farmi rendere conto che ben difficilmente riusciamo a dissiparli completamente da noi.
La tematica di fondo su cui proponi la discussione, cioè la scienza, i suoi metodi e le sue legittimazioni, sono diventate il centro dei miei ragionamenti e ogni giorno di più mi rendo conto di quanto sia “irreale” che esista un metodo proclamato efficace in senso universale che stabilisca parametri e tracci una barriera oltre la quale ogni altra evidenza, percezione, realtà, sia giudicata falsa, priva di fondamento e certe volte addirittura folle.
Io mi riconosco in pieno nella necessità dell’uomo di spiegare e catalogare ogni manifestazione, ogni evento, ogni fatto da un punto di vista razionale e logico, ma dissento in pieno sulla pretesa che da una parte ci sia il vero, dall’altra il falso. Se è vero che le leggi di natura esistono e che per noi sono ancora in gran parte un enorme mistero, è altrettanto vero che l’uomo ha inventato il suo metodo per interpretarle e di dar loro una forma, in modo da poterne parlare in termini razionali. Se penso che una qualsiasi manifestazione, dal momento in cui viene da noi sperimentata e “filtrata” dalla nostra esperienza, assume un carattere individuale, figuriamoci quando poi tentiamo ancora di catalogarla ed infine di esprimerla in parole per spiegarla ad altri! Ebbene io penso che l’uomo nei secoli abbia via perduto la sua capacità individuale di sperimentare e di conoscere, per voler incanalare e restringere queste sue esperienze in determinati “contenitori”, contenitori che sono diventati standardizzati e ormai così scontati, che nessuno si mette più a pensare che in natura non esiste il tempo, le ore, i minuti, né esistono i numeri, il metro, il litro, il chilogrammo….se pensiamo questo, anche la scienza diventa solo una proiezione di alcune esperienze classificate, classificate in base a criteri inventati da qualcuno, perpetrati e arricchiti via via da altre esperienze e altri criteri.
Mi trovo d’accordo con te quando affermi che cambiare prospettiva e modo di pensare, presupporrebbe una rivoluzione talmente profonda e “devastante” (nel senso che stravolgerebbe in modo completo l’ordine delle cose così come sono e le vediamo) da essere a dir poco insostenibile. Credo che questo faccia letteralmente orrore ad un enorme numero di persone. Solo questo fine settimana leggevo il blog di sostenitore accanito della scienza, si parlava proprio di cancro e di terapie alternative, ma anche di medicina olistica ed alternativa. Non posto il link, perché sinceramente non è mia intenzione fare pubblicità a questo genere di persone, che godono doppiamente nel leggere le opinioni indignate di alcuni lettori e triplamente nel considerarti intrappolato nel loro giochino logico. Ma ero assai divertita dal vedere che in ogni post, indipendentemente dall’argomento trattato, tutto si concludeva in un solo unico modo, riassunto più meno così: “la scienza è una, il metodo è uno, tutto il resto è una falsità è ignoranza medievale: chi ci crede è un ignorante, chi la professa dovrebbe andare in galera.”
Per contro avrei voluto proporgli almeno la lettura di un breve saggio filosofico di Feyerabend “contro il metodo”, che a questo proposito consiglio anche ai lettori di questo thread, come spunto di riflessione.
Volevo infine citare quello che dice Dr_julius, naturalmente, nel massimo rispetto del suo pensiero.

Citazione: "“Vabbé forse esageri.
Non penso di doverti elencare i Nobel della Medicina e Fisiologia, della Chimica o della Fisica per convincerti.... sei pregiudiziale.
Non credo che 50 anni fà ci fossero le capacità di cura e salute, di trasporto, di comunicazione che ci sono oggi. Forse il progresso filosofico etico e morale non è stato all'altezza, ma gli strumenti in più la scienza e le tecnologie ce li hanno portati, per rimanere sul pratico e fermarci ai nuovi strumenti.
Per invece "volare alto" possiamo elencare molti nuovi concetti e capacità di leggere il mondo? Penso molti, non ti faccio elenchi, ma comunque ti sembrassero anche pochi, non concordo con la frase”

Vedi, per come la penso in questo momento, questa “cosa” del progresso non sta più in piedi nella mia testa. Una volta la pensavo esattamente come te, ma adesso la mia prospettiva è cambiata e sento che ogni giorno cambia maggiormente, distanziandosi da questa postura.
Non voglio passare per pessimista, anzi fondamentalmente, non lo sono affatto! Non mi interessa dire che oggi ci sono un sacco di brutture che una volta non c’erano (che per una scoperta fatta subentrano mille altre incertezze, che per una malattia curata ,ne arrivano altre peggiori o che era meglio la guerra con le lance invece delle armi biologiche o che per una nuova tecnica agricola inventata corrisponde spesso uno stravolgimento della natura) Tutto questo è vero per me, ma nonostante tutto sono in questa epoca ed è mia intenzione amarla e comprenderla come meglio posso e riesco a fare.
Io non voglio dire che le cose siano le stesse, tutt’altro. Sono profondamente diverse, lo sono eccome! Ma questo non significa affatto che siano migliori. Semplicemente moltissime cose, per noi importanti e anche indispensabili allora NON servivano! Cosa se ne facevano gli uomini di una volta delle tecniche agricole di cui oggi parliamo o di macchinari sofisticati? E noi, perché abbiamo iniziato ad averne così bisogno? Siamo davvero certi che questo ci abbia migliorati, che la nostra visione del mondo sia poi molto diversa da un Maya? Il punto è che credo che questo sia un giudizio veramente molto parziale, è il tipico modo di pensare che contraddistingue in pieno l’uomo moderno. Ci lamentiamo ogni giorno di ciò che accade a noi e al nostro mondo, vaghiamo insoddisfatti alla ricerca dell’elisir della vita eterna, ma riteniamo al contempo che questa sia l’epoca migliore in cui si possa vivere. Bisognerebbe far venire qui un uomo dell’antica Grecia o un babilonese o un fenicio, e chiedere a lui se gli piace vivere qui ed ora.
Non contesto premi nobel né menti geniali, ci mancherebbe! Ma non riesco a cogliere cosa sia in definitiva questo progresso: di trasporto, di comunicazione…ora siamo qui a parlare virtualmente e godere di questo mezzo, forse solo al tempo di mia nonna ci saremmo scambiati idee nella stalla, magari un po’ più scomodi, ma non per questo più felici o infelici. Ora posso ordinare su ebay una cornice portaritratti che sta a New York in un negozio sulla quinta strada ed averlo tra due giorni, ma cosa c’è di fondamentale in questo? Che bisogno ne sentivano i miei genitori? Comunico con il mio compagno quando è fuori per lavoro, lontano 400 km? E chi andava a guadagnarsi il pane da solo, senza famiglia a seguito tornando a casa nei week end il fine settimana una volta? Le capacità di cura e salute? Ma io credo che la capacità di prendersi cura della propria salute una volta fosse ancora più ampia e consapevole per ogni essere umano, mentre oggi ci affidiamo solo ed esclusivamente a chi ci dovrebbe curare e dirci cosa fare. La mortlità infantile si è abbassata, vero, ma mica tanto per chissà che miracolosi progressi della medicina, più che altro per il miglioramento di alcune fondamentali norme di igiene e grazie ad un livellamento delle condizioni economiche che, nei paesi occidentali permette a quasi tutti di mangiare e bere ogni giorno in modo adeguato. E poi come vivono ora il lutto le persone? Quello che una volta era un dolore che si inscriveva nel ciclo della vita di ciascuno, ora è un dramma da cui molti non si riprendono se non dopo anni di dolore. La malattia è vissuta come una condanna, un tradimento, una mancata realizzazione di una promessa che ci viene instillata ogni giorno nelle nostre menti: la promessa che la scienza ha le risposte e ci farà vivere fino a cento e più anni…per fare cosa? Per sovraffollate il mondo? Per diventare famosi a 90 anni? Per avere figli a 70? Per partorire idee geniali da vecchi perché da giovani abbiamo perso troppo tempo in discoteca? E quanto soffrono i malati, quanti mesi, anni, a volte decenni, soffrono molte persone per tenersi in vita, magari abbandonati negli ospizi o in sterili corsie di ospedale, attaccati a macchinari…
Anche la “capacità di leggere il mondo”, perché mai la nostra dovrebbe essere maggiore, o quanto meno perché più elevata? Io credo che oggi come oggi ci siano ancora più “illusioni” alle quali bisogna stare molto attenti a non cadere, o meglio, anche lasciarsi cadere, ma esserne quanto meno consapevoli.
Naturalmente questo è il mio pensiero e ritengo che ognuno debba innanzi tutto pensare a ciò che davvero desidera per sé e l’unica cosa che davvero ora desidero è poter leggere e ascoltare persone che sentono e sperimentano il mondo mettendosi in discussione.

Citazione:
"Sono daccordo con te, non sarebbe compito della scienza, ma la nostra societa' si e' ormai orientata in tal senso
E' alla scienza che ora si chiedono le risposte sull'origine della vita, su come migliorarla, non piu' alla filosofia o alla religione (perlomeno qui in occidente) :"

Esattamente, è il concetto di "progresso" che contesto, non tanto le conseguenze, ormai la sceinza sta facendo da inquisitrice nell'epoca moderna, stabilisce e sentenzia il giusto e il vero di ogni paramentro.
Grazie ancora per l’occasione di confronto e buona notte a tutti!

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