Re: aggiornamenti dalla situazione in Grecia?

Inviato da  Santaruina il 28/1/2009 14:49:48
la situazione in Grecia è critica.
inserisco qui qualche riflessione che ho postato sul blog:

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Dopo i violenti scontri che hanno caratterizzato la fine del 2008, una nuova protesta sta avendo luogo in questi giorni in Grecia.

A manifestare questa volta sono gli agricoltori, che richiedono allo stato maggiori sovvenzioni per i loro raccolti.
Le mobilitazioni vanno avanti da una decina di giorni, e gli agricoltori hanno a lungo bloccato con i loro trattori le arterie principali del paese, permettendo il solo passaggio delle merci deperibili e dei medicinali.
Il malcontento degli agricoltori ha in verità origini lontane, e la questione è strettamente legata con l’evoluzione del mercato internazionale dei generi alimentari: i prodotti agricoli di un paese relativamente avanzato come la Grecia da un decennio a questa parte non sono più competitivi con quelli dei paesi in via di sviluppo, e questo è un problema che riguarda tutte le nazioni cosiddette benestanti.
Per evitare che i campi vengano abbandonati, in queste nazioni i governi centrali sostengono la produzione agricola con onerose sovvenzioni.
E’ il caso degli Stati Uniti e dell’ Unione Europea.
Se non fosse per questi sussidi, per i contadini molte produzioni agricole non risulterebbero economicamente vantaggiose, dal momento che il ricavato dalla vendita della produzione stessa non copre le spese della manodopera, dei fertilizzanti e delle attrezzature necessarie per il raccolto.

Complice la crisi economica e la corruzione titanica dell’amministrazione greca, le sovvenzioni dell’Unione Europea che arrivano nelle tasche dei contadini si sono ridotte sensibilmente, ed a questo si è aggiunto il crollo sul mercato dei prezzi di diverse produzioni agricole, come il cotone o gli agrumi.
Si è quindi giunti al punto in cui tonnellate di arance marciscono al suolo, poiché la manodopera necessaria alla raccolta verrebbe a costare molto di più del guadagno che la vendita degli agrumi assicura al mercato, così come enormi distese di campi di granoturco si offrono spontaneamente quale banchetto per i corvi ed altri volatili.

Questa situazione è paradossale specialmente per una nazione come la Grecia, praticamente sprovvista di un settore industriale e che basa la propria economia sull’agricoltura e sul turismo, mentre la maggioranza della popolazione è impiegata nel terziario, a gestire non si sa bene che cosa.
E se in un paese la cui più grande ricchezza sono i prodotti del suolo non è più conveniente coltivare la terra, diviene naturale nutrire una certa preoccupazione per i periodi che verranno.

La Grecia nel panorama europeo è sempre stata considerata una nazione povera, fino agli anni 70, un angolo di Europa in cui praticamente la rivoluzione industriale non è mai arrivata, dove si è passati da una economia da ancien regime all’era informatica senza passaggi intermedi.
Una nazione povera che era riuscita comunque a raggiungere la autosufficienza alimentare, e che era entrata nel salotto dell’Europa che conta con il vestito buono della festa ereditato dai nonni e le scarpe bucate.
Negli ultimi 30 anni la Grecia è comunque diventata a tutti gli effetti una nazione occidentale, raggiungendo il benessere dei parenti europei e colmando il divario dei decenni precedenti.
Ma è stato un falso benessere, frutto di sovvenzioni europee e di un’economia che si è mossa esclusivamente sul debito; una ricchezza che non corrispondeva alla reale redditività della nazione.

Fare i conti con i propri debiti, questa in qualche modo sarà la sorte che attende anche gli altri paesi europei, una sorte che la Grecia ha sperimentato per prima a causa del suo debole sistema produttivo.
E non sarà semplice per i cittadini ritornare al livello di vita precedente.
Con una ulteriore complicazione, rispetto al passato, inoltre.
Per quanto infatti la Grecia fosse una nazione povera fino agli anni 70, quasi tutta la popolazione poteva contare su di una personale periusia, ovvero una proprietà.
La quasi totalità dei greci aveva infatti almeno una casa di proprietà, magari nel paese dei nonni, e qualche distesa di terra da far fruttare.
Negli anni 80 e 90 la gran parte di queste periusie sono state vendute, e dal ricavato delle vendite le famiglie greche hanno ottenuto il necessario per adeguarsi agli standard di vita europei, con l’acquisto di apparecchi tecnologi, automobili ed altre comodità in precedenza poco comuni nella nazione ellenica.
Così, la popolazione greca è passata ad essere da povera ma autosufficiente a benestante ed indebitata.

Ed ora che la crisi è dilagata, ora che il flusso di denaro in prestito si è interrotto, la Grecia si è improvvisamente svegliata senza fondi e con una marea di debiti.
Si sta concludendo un banchetto durato 30 anni.

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