Re: L' angolo delle cose che non si sa se ridere o piangere

Inviato da  redna il 15/9/2010 11:58:44
Citazione:
Se la nave italiana é stata colpita alle 30 miglia, é comunque anche fuori dalla zona contigua, forse per quello l' ambasciata libica ha chiesto scusa e il governo libico ha aperto un' inchiesta.
troppi se e forse.....quello che è evidente è che non si sanno nè i patti e nè le relazioni che esistono AL MOMENTO fra l'Italia e la Libia o, forse, sarebbe meglio dire
che nessuno sa ancora la relazione che esiste fra Berlusconi e Gheddafi.

Per questo non sappiamo ancora che cosa è successo di preciso nel mediterraneo.


Citazione:
Il dettaglio che emerge dal rapporto della Guardia di Finanza a proposito del peschereccio mitragliato dalla vedetta di Gheddafi: lo prevede il trattato firmato con il paese africano.

ci sono anche trattati non firmati e questo è proprio in caso di questo genere di cui nessuno sa capirne nulla.
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«ABBIAMO AVVERTITO I PESCATORI CHE I MILITARI ERANO PRONTI AD APRIRE IL FUOCO» I libici mitragliavano. E i nostri finanzieri erano scesi sottocoperta Obbligati dagli accordi a lasciare il ponte della nave
Quando i libici hanno cominciato a sparare contro il peschereccio «Ariete» i militari della Guardia di finanza sono scesi sottocoperta. È l’incredibile dettaglio che emerge dai primi atti raccolti dai funzionari del Viminale incaricati di svolgere accertamenti per capire che cosa sia davvero accaduto domenica pomeriggio e stabilire se le procedure siano state rispettate. Mentre dalla motovedetta partiva la sventagliata, i finanzieri sono dovuti uscire di scena perché questo prevede l’accordo firmato dai due Paesi. Non solo. Il trattato assegna loro compiti di «supporto e addestramento». E vieta che possano «eseguire controlli sui mezzi navali individuati » e impone che salgano a bordo «in abiti civili, scevri da ogni segno distintivo».


Secondo la versione fornita dai libici «il comandante della motovedetta ha deciso di intervenire tentando l’abbordaggio perché gli occupanti del peschereccio stavano commettendo un reato: erano entrati in acque internazionali per la pesca di frodo». È proprio questa la violazione più evidente del trattato bilaterale visto che più volte nel testo si ribadisce come il «pattugliamento marittimo viene effettuato ai fini di contrastare l’immigrazione clandestina». Non c’è alcuna deroga, non è possibile intervenire se non per effettuare attività di «controllo, ricerca e salvataggio».

In queste ore la Farnesina ha ribadito la necessità di chiarire in maniera netta come le motovedette debbano essere utilizzate soltanto nell’attività legata all’immigrazione clandestina. Un modo per evitare eventuali contestazioni in sede europea riguardo alle violazioni sui trattati relativi alla pesca, ma anche alla definizione delle frontiere marittime. Discorso più complesso riguarda i compiti assegnati ai finanzieri che salgono a bordo.
Il Viminale non appare propenso a modificare lo status di «osservatori e addestratori» per evitare che poi si possa chiedere ai nostri militari di avere un ruolo operativo durante le attività effettuate in mare, comprese quelle di respingimento che avvengono in acque internazionali. Ma è lo stesso prefetto Manganelli a chiarire che «una decisione sarà presa al termine degli accertamenti in corso

E chissà se già questa sera se ne parlerà durante il ricevimento organizzato all’ambasciata libica per festeggiare l’anniversario della Rivoluzione che nel 1969 ha portato Gheddafi al potere che vede tra gli invitati numerosi esponenti delle istituzioni italiane.

http://www.corriere.it/cronache/10_settembre_15/sarzanini_libia_a24aa4be-c08b-11df-baf9-00144f02aabe.shtml

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