Giovani a scuola di guerra, paga lo Stato
Un emendamento alla manovra finanzia con 20 milioni di euro corsi di disciplina militare per ragazzi e ragazze
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A scuola di guerra a spese dello Stato. Infilato dentro il pacchetto della Finanziaria, la commissione Bilancio del Senato ha infatti approvato un emendamento, siglato Antonio Azzollini (Pdl), che offre a ragazzi e ragazze tra i 18 e 30 anni la possibilità di partecipare a corsi tecnico-pratici nell’esercito per un periodo non superiore alle tre settimane. Un progetto che costerà in totale 19 milioni e 800 mila euro in tre anni, rispettivamente ripartiti in 6 milioni e mezzo di euro per il 2010, 5 milioni e ottocentomila euro per il 2011 e 7 milioni e mezzo per il 2012. Una “mini-naia” sperimentale contenuta in una proposta di legge che porta la firma congiunta dei ministri Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Giulio Tremonti.
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Per Sinpref e Sndmae, i sindacati di prefetti e diplomatici, l’iniziativa è “alquanto pittoresca, costosa e non servirà ai ‘novelli balilla’ neppure come titolo per partecipare a futuri concorsi”. I poliziotti, invece, sostengono che quei soldi sarebbero spesi meglio se fossero dati a loro. Tra proteste e rivendicazioni, l’aria di guerra non accenna a placarsi: messo sotto pressione dal malcontento dei Cocer (Consigli centrali di rappresentanza militare), il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha infatti detto di aver proposto alcuni emendamenti per la reintroduzione dei fondi sulle trasferte e sulle missioni all’estero.
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