Vero. L’assioma non è stato esplicitamente citato: infatti ho scritto “mi sembra”. Però ho avuto l’impressione che della concorrenza l’aspetto virtuoso - dal punto di vista sociale - più citato riguardasse la diminuzione dei prezzi. E, infatti, l’hai appena ripetuto.
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Beh, un cliente che poggia le proprie decisioni d’acquisto esclusivamente sul prezzo del prodotto (e così dovrebbe fare per usufruire della virtuosità del sistema, altrimenti il vantaggio per lui svanisce) è fuor di dubbio un cliente decisamente razionale.
Sul fatto che la pubblicità si fondi - nella stragrande maggioranza dei casi - su messaggi che ai prodotti che reclamizzano accostano deliberatamente contenuti (a cominciare dal sesso) di forte impatto emotivo che nulla hanno a che vedere con il prodotto in sé stesso, provocando nello spettatore una impropria associazione inconscia tra le due cose, non credo siano necessarie conferme (ma se dovessero servire, non ho difficoltà a riportare qualche tonnellata di materiale a supporto; fammi sapere. ).
E, a fronte di quanto appena constatato sulla pubblicità, quel tuo “la gente si costruisce delle scale di priorità” - come se, in presenza di un apparato di persuasione della potenza e pervasività note, tali scale fossero la spontanea espressione della suddetta gente - mi suona davvero piuttosto sbalorditivo.
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