Re: Abolire il denaro

Inviato da  prealbe il 22/12/2007 0:54:27
Ashoka
Citazione:
L'assioma di razionalità veramente non mi pare sia stato nominato...

semplicemente si è detto che se un settore è fortemente remunerativo allora ci sarà un forte segnale luminoso che dice: “Qui si fanno i soldi” attirando tutta una serie di cattivi capitalisti che mirano al profitto personale.

Se vi sono capitali da investire (leggi:risparmio reale) allora questi segnali guidano gli investimenti verso quei settori più remunerativi. L'offerta quindi aumenta e con essa, ceteris paribus, i prezzi tenderanno a diminuire.

Vero. L’assioma non è stato esplicitamente citato: infatti ho scritto “mi sembra”. Però ho avuto l’impressione che della concorrenza l’aspetto virtuoso - dal punto di vista sociale - più citato riguardasse la diminuzione dei prezzi. E, infatti, l’hai appena ripetuto.

Citazione:
Il “cliente razionale” dove sta in tutto questo ragionamento?

Beh, un cliente che poggia le proprie decisioni d’acquisto esclusivamente sul prezzo del prodotto (e così dovrebbe fare per usufruire della virtuosità del sistema, altrimenti il vantaggio per lui svanisce) è fuor di dubbio un cliente decisamente razionale.

Citazione:
E quindi? Lo decidi tu cosa è bisogno artificiale e cosa no? La gente si costruisce delle scale di priorità di bisogni da soddisfare, il tutto in modo assolutamente non razionale, ma non mi pare che questo autorizzi qualcuno o il governo a decidere cosa posso comprare perché soddisfa un bisogno “reale” e cosa no.

Beh, qui un po’ mi sconcerti.

Sul fatto che la pubblicità si fondi - nella stragrande maggioranza dei casi - su messaggi che ai prodotti che reclamizzano accostano deliberatamente contenuti (a cominciare dal sesso) di forte impatto emotivo che nulla hanno a che vedere con il prodotto in sé stesso, provocando nello spettatore una impropria associazione inconscia tra le due cose, non credo siano necessarie conferme (ma se dovessero servire, non ho difficoltà a riportare qualche tonnellata di materiale a supporto; fammi sapere. ). Quindi, se si sostiene che il bisogno che sorge nelle persone di acquistare i prodotti in tal modo proposti - cioè tramite un messaggio coscientemente ingannevole e volto proprio a provocare un desiderio di possesso fondato su una associazione errata tra due elementi in realtà del tutto indipendenti - è un “bisogno artificiale”, mi sembra che si stia facendo una semplice constatazione; per cui il tuo evocare l’assurdo arbitrio di un qualcuno o del solito governo (cattivo, si capisce, non meno dei tuoi capitalisti ) mi sembra fuori luogo.

E, a fronte di quanto appena constatato sulla pubblicità, quel tuo “la gente si costruisce delle scale di priorità” - come se, in presenza di un apparato di persuasione della potenza e pervasività note, tali scale fossero la spontanea espressione della suddetta gente - mi suona davvero piuttosto sbalorditivo.


Prealbe

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