Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  nessuno il 6/9/2007 8:14:09
Per Franco8

Citazione:
Effettivamente... le risposte alle tue domande sono chiaramente contenute nelle pagine che hai linkato:

...Perché a ben vedere il rimedio è uno solo e in fondo abbastanza ovvio: esporre se stessi e il proprio gruppo a punti di vista diversi, persino di persone non competenti, ma che, proprio per questo, possono offrire un punto di vista molto differente sia nell'analisi che nelle scelte da fare...

... che a me sembrano evidentemente di buon senso...


Anche a me sembra buon senso. Solo che, per "esporre se stessi e il proprio gruppo a punti di vista diversi", occorre che tali punti di vista vengano riconosciuti in anticipo come tali. Come possibili. E, addirittura, come desiderabili.

Ma, stando a quel poco che ho letto, le comunità cui si riferisce Prealbe erano comunità piccole, omogenee, fortemente coese al loro interno e fortemente determinate a non lasciarsi "contaminare" da elementi esterni. Tutte caratteristiche che impediscono la messa in atto di misure come quelle proposte nell'articolo che hai citato.

Di fatto - mi sembra - misure di questo genere sono attuabili se, e solo se, si riconosce all'opinione individuale un valore superiore a quello dell'opinione collettiva (o pensiero comune, o pensiero di gruppo). Occorre, cioè, che il gruppo si comporti come "gruppo di lavoro", come società, come organismo sociale composto da singoli, i quali hanno e mantengono diritti (che sono singolari, non collettivi).

Circa l'ipotesi di "tenerceli tutti e due", probabilmente è proprio quel che accade. Con una continua oscillazione, a seconda dei momenti storici o degli avvenimenti nella vita personale, tra un più di "individualismo" ed un più di "comunitarismo". Io so che gli esseri umani hanno bisogno gli uni degli altri, per vivere decentemente. Ma so anche che un'altra delle condizioni per vivere decentemente è che ogni singolo essere umano possa decidere in proprio della sua vita. Altrimenti ci ritroviamo con cose di questo genere:

WASHINGTON - Chi indossa jeans a vita bassa e mette in mostra la mutanda, deturpa il decoro della città, al pari di lavavetri o graffitari. E quindi rischia una multa salata o la galera. E' l'offensiva lanciata da molte città Usa, con in testa Atlanta e Dallas, che come nella New York di Rudolph Giuliani, hanno deciso la tolleranza zero. Ma gli attivisti dei diritti civili insorgono: "E' anticostituzionale".

Il "decoro della città" e il "pensiero comune", possono essere paragonati l'uno all'altro?

Buona vita

Guglielmo

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