Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  nessuno il 4/9/2007 11:25:15
Citazione:
P.S. Comunque, dopo certi miei toni forse un po’ accesi, ti dedico, come gesto di pace, “Canzone di notte” di Guccini che sta suonando in questo momento nelle casse del mio computer. Buona notte.


Ringrazio vivamente! Ottima canzone: "Gli anarchici li han sempre bastonati/e il libertario è sempre controllato/dal Clero o dallo Stato./Non scampa, tra chi veste da parata/chi veste una risata".

Dunque, Prealbe sostiene che il "malessere contemporaneo" può ben essere rappresentato da
Citazione:
Il tasso di disagio psichico e di suicidi, come elementi concreti possono andare bene? E’ sufficiente?


Sì, può quasi andare bene.
Quasi. Perché il "disagio psichico" rimane un'entità altrettanto astratta del "malessere contemporaneo". Non penso ti riferisca alla schizofrenia o al disturbo bipolare, perché si tratta di due forme di disagio psichico che sono sempre esistite e che mostrano una prevalenza compresa tra l'1% e il 2% della popolazione, in qualunque cultura, società e luogo del pianeta.
La sensazione di "spaesamento", di "non appartenenza a nulla", di "difficoltà esistenziale" (tutti termini alquanto astratti, ma credo comprensibili) è, in effetti molto diffusa. E' un prodotto della scomparsa della comunità? Può essere. E' risolvibile con il ripristino della comunità? Anche questo può essere. Com'era la situazione quando la comunità esisteva? Questo non lo sappiamo. Tuttavia, mi riesce difficile credere che, a differenza degli individui (Citazione:
si levi dalla testa chi eventualmente ce l'avesse quest'idea che ciò che l'individuo produce spontaneamente sia, in quanto tale, sempre oro puro.
) le comunità abbiano sempre spontaneamente prodotto oro puro.
I roghi delle streghe non nascono dal nulla, né possono venire spiegati semplicemente contrapponendo un potere esterno malvagio ad una comunità buona. Le rivolte contadine dal 1000 al 1600 ci dicono di una struttura sociale intrisa di violenza in un grado oggi difficilmente immaginabile. L'atteggiamento dei membri di una comunità nei confronti del "forestiero", dello "straniero", del "vicino", o - all'interno - delle donne, dei bambini, degli "eretici", degli "atei", non era certamente tenero o amorevole.
Vedi, ad esempio: La mesta fine dell'ultima strega di Valtellina.
Non fu tenero nemmeno l'atteggiamneto verso chi esprimeva, in modi diversi, il proprio grado di "disagio psichico" le Narrenschiff est le seul qui ait eu une existence réelle, car ils ont existé, ces bateaux qui d'une ville à l'autre menaient leur cargaison insensée. Les fous alors avaient une existence facilement errante. Les villes les chassaient volontiers de leur enceinte; on les laissait courir dans des campagnes éloignées, quand on ne les confiait pas à un groupe de marchands et de pèlerins. La coutume était surtout fréquente en Allemagne; à Nuremberg, pendant la première moitié du XVE siècle, on avait enregistré la présence de 62 fous; 31 ont été chassés; pour les cinquante années qui suivirent, on a trace encore de 21 départs obligés; encore ne s'agit-il que des fous arrêtés par les autorités municipales 1. Il arrivait souvent qu'on les confiât à des bateliers: à Francfort, en 1399, on charge des mariniers de débarrasser la ville d'un fou qui s'y promenait nu; dans les premières années du XVE siècle, un fou criminel est renvoyé de la même manière à Mayence.
Quindi, assodato che gli individui non producono necessariamente oro, io sostengo che nemmeno le comunità l'hanno mai fatto. E che tra mali diversi occorra comunque scegliere.

Il discorso del suicidio è più complesso. E' vero che il tasso di suicidi nelle società moderne è pari a circa dieci volte il tasso di suicidi nelle società di Ancièn Régime. Ma è anche vero che esistono differenze enormi nei tassi di suicidio in diverse società moderne (An international survey using representative community samples of adults (aged 18–64 years) reported lifetime prevalence of self reported deliberate self harm of 3.82% in Canada, 5.93% in Puerto Rico, 4.95% in France, 3.44% in West Germany, 0.72% in Lebanon, 0.75% in Taiwan, 3.2% in Korea, and 4.43% in New Zealand. [6] .
Inoltre, la prevalenza del suicidio è attorno allo 0.175% (o 17.5 persone che si suicidano ogni 100000), in Europa. E' un fenomeno tragico ma, se facciamo riferimento agli anni nei quali tu collochi l'esistenza delle comunità, vediamo che le epidemie di peste spazzarono via fino al 50% (cioè 50000 persone ogni 100000) della popolazione europea. Che la mortalità perinatale (entro il primo mese di vita) era del 50% (e tale rimase fino a circa il 1880). Che la speranza media di vita era attorno ai 35 anni. (Giusto per capirci, la speranza di vita attuale nelle società industrializzate si aggira attorno ai 76 anni per gli uomini e agli 82 per le donne). Che gli omicidi si aggiravano attorno ai 20/100000 abitanti, mentre oggi, nelle tanto vituperate società moderne europee, individualiste e prive di legami, stiamo attorno al 1.4/100000 (http://www.cicc.umontreal.ca/publications/cahiers/CRC_1998_N24.pdf).

Poi vado avanti col resto.

Buona vita

Guglielmo

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