Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  mc il 12/10/2007 16:52:10
Citazione:
Anch'io rinnovo la domanda a prealbe... per spiegare o esplicitare meglio i rapporti di queste ultime considerazioni con le passate
Vi sarà sfuggito forse nel post eccessivamente lungo e scritto un po' coi piedi:

Beh, anch'io ho ribadito il concetto rifacendo la richiesta a Prealbe di articolare il suo pensiero al riguardo, ma soprattutto snocciolare questa "palese" attinenza...
T'e' sfuggito o io scrivo col culo ?? eheheh.


Citazione:
....una società senza grandezza, dove gli obiettivi sono cambiare l’automobile, comprare l’ultimo cellulare, tenere lucida la casa, trovare la «propria regolarità» con “Activia” e dove le donne hanno perso il loro fiore più falso e più bello che un tempo si chiamava pudore. Una mediocrità quotidiana fatta di pin, di cin, di carte di credito, di bancomat, in cui domina la figura dell’imprenditore, cioè del mercante, che in tutte le culture e in tutti in tempi, prima dell’avvento della Modernità e della Democrazia, era posto all’ultimo gradino della scala sociale, sotto quello degli schiavi, perché gli uomini, finché son rimasti tali, hanno sempre considerato il massimo del disonore scambiare per guadagno.
....
Una società del fracasso che non conosce più i valori del silenzio e del controllo di sé e applaude anche ai suoi morti.

E secondo te non critica il livello culturale delle popolazioni che langue nell'abitudine alla moderna democrazia ?
Secondo me, si. E' piu' un giudizio con relativa condanna.
Per fortuna che ci si e' messo anche lui in mezzo, tra i trogloditi che sopravvivono in questo squallore... risparmiandosi quel briciolo di dignita' che mi ha consentito di appigliarmi a qualcosa di commentabile. Senza quel riferimento sarebbe stata una superficiale sentenza sommaria.

Quello che mi stupisce dei tuoi commenti, Francotto e' che mi pareva fossi spesso pronto a condannare una sorta di pianificazione della reazione dell'opinione pubblica.
Gruppi di potere che influenzano le popolazioni e le indirizzano verso i propri "orizzonti".
La propaganda che deve pilotare la gente, convincendola con la menzogna contro i propri interessi.

Ora.
A me sembra un disegno, quello di rincoglionire la popolazione. La tv pubblica ha cresciuto un paese, lo ha formato propagandisticamente, mentre forniva anche nuovi orizzonti culturali prima impensabili nella societa' italiana.
All'epoca (tra i '60 e gli '80), serviva gente di un livello culturale superiore per creare un certo tipo di societa'. Adesso che non e' piu' la specializzazione che serve, la cultura non e' piu' necessaria, anzi...

La popolazione e' mantenuta nell'aia senza la possibilita' di poter mettere il naso fuori.
Intuisco l'articolo di Fini come una critica alle galline del pollaio, chiuse da un recinto, perche' non vogliono uscire oltre i propri confini.
E' come se Fini, come gallina, aspirasse ad essere chiamato dal cuoco: il rischio di perdere la testa c'e'... pero', vuoi mettere col rimanere (vivi ma rinchiusi... o meglio rinchiusi ma vivi...) dentro?

Inoltre, la lotta dell'irakeno, dell'afghano, il Fini, dimentica di classificarla anche come reazione necessaria e volutissima da parte degli "occupanti vari", affinche' la repressione opprima del tutto gli individui, dividendoli tra di loro, e perseguita affinche' possa essere diluita nei decenni a venire:
nemmeno una contro-risposta ma una voce del coro insieme alle altre nella "compagnia della guerra".
Secondo il mio punto di vista e' piu' un imbuto, invece di essere una via d'uscita. Una scelta obbligata ad andare dalla padella alla brace, non il riscatto della propria vita dal futuro squallido incombente... proprio come l'attualita' in Italia.

E' un po' generalista (nel senso superficiale del termine), a mio avviso.

mc

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