Re: Il rifiuto della comunità.

Inviato da  soleluna il 23/9/2007 17:42:24
Mi scuso anticipatamente nel caso dovessi ripetere passaggi già esplicitati ma non ho letto tutto con dovizia di tempo, mancandomi spesso quest'ultimo...pertanto in tal caso basta citarmi il numero del post grazie.

Mi pare di aver notato una sorta di contrapposizione tra i fautori dell'individualismo e della comunità.
Posto come presupposto base che prioritariamente ci si debba intendere sui significanti delle parole, io non ho ancora ben compreso cosa significhino le parole " individuo " e " comunità ", considerato che, storia docet, essi mutano nel tempo, preistoria, medioevo, industrializzazione, tempo contemporaneo e nello spazio, Italia, Giappone, aborigeni australiani...

Personalmente mi trovo nella posizione mediativa che considera la comunità come più e differente rispetto alla somma delle varie individualità, che sia l'una che l'altra costituiscano ricorsivamente l'essenza di entrambe, mutandosi rispettivamente, embricate fra loro, una spirale stile dna dovendola immaginare visivamente. Come nell'infinito piccolo, l'immenso.

Fiammifero

Citazione:
il paesino si è ripopolato da quelli che se ne erano andati ,per nostalgia e pur essendo quasi tutte le stesse persone la comunità non è la stessa, perchè?


Tu sei la stessa di 5 - 10 - 15 - 20 -30 anni fa? Nessuno (non te Guglia ) è lo stesso, neppure a distanza di una settimana, altrimenti vivremmo tutti incistati in un presente eterno, sai che "vita"?

Arturo

come diceva Nessuno, che ha citato esempi viventi come Ozpeteck e la Merini, il primo da te riconosciuto come regista interessante, la seconda poetessa nel senso pieno del termine, esistono differenti forme di quella ineffabile modalità espressiva chiamata "arte".
Il fatto di non aver dato loro o sulle scie da loro percorse, un nome, un movimento, non significa che non esistano, posto anche il fatto che spesso ciò accade a posteriori. La Merini già citata scriveva fin da ragazza, è nota solo da alcuni anni, esempio fortunato di fama in vita.
Ti cito una scrittrice giovane, la Nothomb, a mio avviso una grandissima scrittrice, può darsi giunga a fama perenne nei prossimi secoli, può darsi di no, ma esiste.
Pasolini?
Mapplethorpe? La fotografia ad esempio, altra forma espressiva nuova.

Che esista un livellamento, parlando in termini statistici, di pensiero base collettivo, non mi appare affatto una novità, considerato anche il fatto che ciò corrisponde ad una fisiologica modalità di funzionamento mentale, l'economia cognitiva. Ciò tuttavia non esclude, per fortuna, che taluni individui possano battere nuovi percorsi, nell'indifferenza collettiva odierna e che in futuro saranno considerati dei caposcuola.
In fondo il genio precorre i tempi.

Libera-mente
Pat

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