Marijuana proibita: domande e risposte

Inviato da  orkid il 12/10/2006 8:56:57
Liberamente tratto da “Marijuana: uno scandalo internazionale” di Guido Blumir

Si può morire di marijuana?

Nel 1965, gli studi dedicati alla canapa erano circa 2000; O.J. Kalant, della Addiction Resarch Foundation canadese, aggiornò questo elenco; Tra il 1965 e il 1980, sono state pubblicate più di tremila ricerche; Dal ’68 in poi, i governi di tutto il mondo hanno formato delle commissioni scientifiche nazionali, che non solo hanno studiato tutte le ricerche esistenti, ma ne hanno realizzate di nuove per coprire ogni possibile aspetto.
Insomma una mole impressionante di dati, nessun farmaco nella storia è stato mai sottoposto ad un lavoro così accurato; un particolare interessante è che ci sono dei risultati anche a proposito del consumo cronico, che analizzano gli effetti dell’uso di marijuana per venti-trent’anni o più.
Per capire la tossicità di questo droga leggera, come per tutti gli altri farmaci si procede con test su animali per vedere se c’è, e di quanto è, la dose mortale: per la marijuana è di quarantamila volte la dose normale; negli esseri umani la dose “efficace” è di un decimo di grammo. La dose mortale è di quattro chili. (Tod H. Mikuriya, Marijuana in Medicine: Past, Present and Future, “California Medicine”, 110, 1969, pp.34-40); Nessuna persona al mondo è in grado di “farsi” una quantità così enorme, quindi NO, non si può morire di marijuana.

Guidare sotto l’effetto della marijuana è pericoloso?

Dalla fine degli anni ’60 si sono fatti degli esperimenti di laboratorio. Ci sono delle macchine simulatrici di guida, dei software per analizzare ogni aspetto. Si prendono dei consumatori di marijuana, si lascia che fumino, si aspetta che l’effetto sia al suo maximum, poi si mettono al volante. A un gruppo viene data una dose di “fumo” media, a un altro gruppo una dose forte. Poi c’è un terzo gruppo che non ha preso nessuna droga. Di tutti i gruppi, si contano gli errori e si fanno i confronti. In altri esperimenti, si prendeva anche un gruppo sotto l’effetto dell’alcol.
Per la marijuana si è notato un fatto curioso. I fumatori tendevano a guidare con più prudenza: andavano più piano, correvano meno rischi e mantenevano una maggior distanza dalle altre macchine, ma con errori di modesta entità (A.M Smiley, Marijuana: On-road and Driving Simulatior Studies, “Alcohol, Drugs and Driving”, 2, 1986, pp. 121-34; H. Moskowitz, Marijuana and Driving, “Accident Analysis and Prevention”, 8, 1976, pp. 45-50).
Il confronto con i gruppi sotto l’influenza di alcol in dosi basse, sotto il livello consentito dalla legge (0,1 Bac), dava questi risultati: se le dosi di marijuana erano medie, l’impatto sulla guida era minimo, se le dosi erano più alte l’impatto sulla guida era inferiore a quello indotto da dosi minime (legali) di alcol. Chi aveva bevuto pochissimo faceva più errori di chi aveva fumato molto. (A.C. Stein, A Simulator Study of the Combined Effects of Alcohol and Marijuana on Driving Behavior; Phase II, United States Department of Transportation, Washington (DC) 1983)
Un’altro genere di studi esamina gli incidenti avvenuti nella realtà. Tramite i rapporti della polizia e della medicina legale, constata il ruolo della marijuana, dell’alcol, e di altre sostanze nella dinamica del dramma. Alcune ricerche hanno dimostrato che i guidatori “positivi” ai test sulla marijuana non solo erano meno colpevoli di quelli positivi all’alcol, ma erano anche meno colpevoli dei guidatori che non avevano preso niente. Insomma, i responsabili di incidenti erano di meno fra i “fumatori”. Secondo gli scienziati, questo potrebbe dipendere dal fatto che, sapendo di essere un po’ sotto il livello di perfetta efficienza, i consumatori di marijuana overcompensate, cioè compensano facendo sforzi particolari per non commettere errori. (K.W. Terhune, The Incidence and Role of Drugs in Fatally Injured Drivers, Department of Transportation, Washington (DC), 1992)
Esaminando la letteratura sui due tipi di studio, quelli sulla guida simulate e quelli sugli incidenti reali, il ministero dei Trasporti Americano conclude: “Di tutte le droghe psicoattive legali e illegali (compresi dunque anche alcol e psicofarmaci) che sono reperibili e che sono usate da persone che poi guidano, la marijuana può essere tra le meno dannose”.

Alla prossima puntata con:
- Si inizia con la marijuana e si finisce con un ago in vena.
- La bugia del 16 %;
- Chi ha spinto per il proibizionismo dell'erba?

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