Re: Non voglio uscire - Fuori dal Corpo - ..per quanto?

Inviato da  davy il 3/7/2007 19:39:08
Intanto grazie a Calvero per la bella discussione che ha tirato su,
e poi non è che stà scrivendo sulla repubblica,e quindi qualche errore ci stà di sicuro,e non è il caso di evidenziarlo.
Quando lessi l'ultimo di Icke,mi trovai di fronte ad un paradosso quando mi resi conto che il libro è basato sul consiglio di non produrre sentimento,quando invece alla fine dice di provare solo amore.
A parte il discorso che più che sentimento,intendeva paura,ho potuto constatare con la meditazione spontanea (che pratico fin da quand'ero bambino),che se rivolgo i miei pensieri in solo amore;
in effetti si arriva quasi al distacco,ma come al solito viene interrotto nel punto cruciale.
Quello che è vero amore,và oltre l'amore che si intende con tale parola;
la parola "Amore" è quella che si avvicina di più al nostro linguaggio,ma è inperfetta rispetto a quello che realmente intende Icke.
Nella mia vita ci sono arrivato solo una volta una decina di anni fà,e quello che ho provato e vissuto,è stata la cosa più bella di tutta la mia Vita...Diciamo l'interruttore che mi ha acceso l'Anima.

Per quanto riguarda il paradosso di Calvero:
tanto credo che tutto lo squilibrio (perchè di questo si tratta) che ci circonda è in un certo senso capace di adattarsi al nostro pensiero, che finchè non smette di auto-cedersi alle menti altrui, e non alle nostre, non può di fatto - Divenire in sé - e quindi connettersi al - Tutto -(altro paradosso?).

Sarebbe paradosso se tutti avessero l'anima,ma non essendo così,le menti altrui divengono solo interferenze,le quali ci inducono a non voler essere come loro e di conseguenza non arrivare al tutt'uno.
Il problema è che siamo (credo),davvero pochi (sicuro).

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