Re: Meccanica Quantistica

Inviato da  ivan il 6/4/2008 18:44:11
Allora, i muoni sono citati quale conferma della validità della relatività


Allora, i muoni sono particelle che si formano quando i raggi cosmici impattano con l'atmosfera terrestre.

Sono particelle instabili che decadono velocemente in un elettrone, un antineutrino elettronico e in un neutrino muonico.

Ponendo quale velocità limite per ogni oggetto C, la velocità della luce nel vuoto, si nota una incongruenza tra il numero di muoni aspettati e quelli realmente contati.

Ossia, per esempio, se a 10 km di altezza, si contano tre milioni di muoni, data il loro tempo di dimezzamento molto breve, ci si aspetterebbe che a livello se ne conti al massimo uno, invece se ne contano circa centocinquantamila.

La cosa è egregiamente descritta in questo sito: http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/relativ/muon.html

Questo è lo schema dell'esperimento:




La spiegazione che si dà è la seguente: il "tempo" visto dai muoni è diverso dal tempo "nostro".
Applicando le correzioni relativistiche i conti tornano: il numero di muoni previsti applicando le correzioni relativistiche è in buon accordo con il numero di muoni realmente contati a livello del mare.

L'esperimento dovrebbe essere convincente e pertanto dovrebbe spazzare via ogni dubbio.

Ma non è affatto così.

Il solito complottista domenicale fa alcune semplici osservazioni:

1.
Nell'espeimento la premessa è : "C" è la velocità limite di ogni oggetto dell'universo, sia a scala sub-atomica, sia a scala atomica/molecolare, sia sulla scala della nostra esperienza quotidiana, sia livello planetario-cosmico.

Quindi si parte dalla premessa che il muone viaggi al massimo a una velocità minore o al massimo uguale a "C".

Ma la verifica che ciò sia vero non c'è: l'esperimento parla di muoni contati a 10 km di altezza e di muoni contati a l livello del mare, cioè si conta il loro numero, ma non si misura mai la loro velocità.

Quindi le conclusioni dell'esperimento sono in qualche modo implicite nelle premesse del medesimo, nel postulato che nulla può andare più veloce della luce nel vuoto.

2.
Si parte dla presupposto che tutti i muoni si formano a 10 km di quota, senza dare altri dettagli in merito .
Eppure l'aria non è un "muro invalicabile ai raggi cosmici"; le molecole che compongono l'aria sono distanti una dall'altra, quindi un certo numero di raggi cosmici arriverà più "giù" di 10 km, magari arriverà a 5 km o anche più giù, magari ad 1 km, dove poi impatterà una molecola scatenando così la sequenza di eventi che porta alla formazione dei muoni.
Quindi non si hanno informazioni precise sulla distribuzione delle "nascite" di muoni man mano che si sale via via più in alto.

3.
Si presuppone, poi, che il flusso dei raggi cosmici sia costante nel tempo, cioè che sia lo stesso quando si contano i muoni a 10 km d'altezza, che quando li contano a livello del mare.

Quindi, il caso dei muoni non è conclusivo e lascia ancora aperta la questione delle verifiche sperimentali della teoria della relatività.

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