Re: L'Iran contrabbanda uranio... "come Saddam".

Inviato da  Abulafia il 22/8/2006 15:35:07
Ufficiali dei Servizi Segreti dubitano che l'Iran faccia incetta d'uranio, afferma Cheney dopo aver ricevuto informative sospette. [2]

Esperti americani di politica estera ed ex-ufficiali dei Servizi Segreti dichiarano a RAW STORY che l'amministrazione Bush continua a tagliar fuori i tradizionali canali d'intelligence usando quelle che molti ritengono essere tattiche di propaganda per creare un "casus belli" per attaccare l'Iran.
Un ex-ufficiale dei Servizi Segreti è particolarmente interessato dai resoconti privati che il Vice Presidente Dick Cheney sta ricevendo dall'ex-direttore dell'Ufficio per le Operazioni Speciali (OSP), Abram Shulsky.
"Il Vice Presidente Cheney fa affidamento sui resoconti personali di Shulsky in merito alla attuale faccenda dell'Iran." ha affermato questo ex-ufficiale.
Shulsky, un capofila neo-con e membro del Progetto per il Nuovo Secolo Americano (PNAC), guidò il controverso e misterioso OSP, dipendente dal Ministero della Difesa, nell'escalation alla guerra in Iraq. - contribuendo a piazzare informazioni che avrebbero sostenuto gli alibi dell'amministrazione Bush per attaccare l'Iraq.
In una precedente inchiesta di Raw Story su un fuoriuscito dell'OSP ora impiegato nell'Ufficio per l'Iran (ID) ["Iranian Directorate": emanazione del Pentagono creata nel 2006 per l'intelligence relativa all'Iran - NdT], il Tenente Colonnello Barry E. Venable - portavoce del Pentagono - confermò che si stava consultando Shulsky anche su questa nuova iniziativa.
"Mr. Shulsky rimane in carica come Consigliere Anziano del USD, specializzato in affari Mediorientali e [guerra globale al terrorismo]," dichiarò Venable.
Diversi esperti di politica estera che preferiscono mantenere l'anonimato hanno avanzato seri sospetti che proprio come l'OSP, la ID stia manipolando, selezionando, e fors'anche - come alcuni temono - fabbricando informazioni per portare gli USA dentro ad una altro conflitto, stavolta contro l'Iran.
"Cheney non si fida delle informazioni che la CIA sta rilasciando sull'Iran," afferma un ex-alto ufficiale dei Servizi. "I rapporti confezionati dall'ID al Pentagono sono significativamente diversi da quelli prodotti dalle altre Agenzie. L'Ufficio per l'Iran al Pentagono fa affidamento su fragili e non verificate notizie da fonti straniere."
Nell'allestimento della guerra all'Iraq, Cheney si basò quasi esclusivamente di notizie dall'OSP che puntavano alla possesso di armi di distruzione di massa da parte dell'Iraq. Ciò fu poi smentito, ma nessun ufficiale del OSP o del DOD [Department of Defense, il Ministero della Difesa - NdT] furono ritenuti responsabili per quel che molti credono esser stato uno "sforzo deliberato" di ingannare la Nazione portandola alla guerra.

Le ultime sull'uranio:
Alle similitudini tra i preparativi alla guerra fabbricata contro l'Iraq si aggiungono nuovi resoconti di transazioni d'uranio che cominciano a circolare in modo aggressivo dai primi del mese. Per esempio, in un articolo del londinese Sunday Times del 6 agosto dal titolo "Complotto iraniano per estrarre uranio in Africa", l'Iran è ritenuto d'aver acquistato uranio dalla Repubblica Democratica del Congo.
"Un rapporto delle Nazioni Unite, datato 18 luglio, afferma che 'non ci sono dubbi' che un grosso carico di uranio 238 di contrabbando, scoperto da ufficiali doganieri in Tanzania, è stato trasportato dalle miniere congolesi di Lubumbashi."
"Gli ufficiali doganieri tanzanesi hanno rivelato al Sunday Times che [il carico - NdT] era destinato al porto iraniano di Bandar Abbas e fu bloccato il 22 ottobre dell'anno scorso durante un controllo di routine."
Il Rapporto ONU, però, non fa alcun riferimento all'Iran. Soltanto l'ufficiale tanzanese lo fa.
L'articolo cita anche l'ufficiale tanzanese nella sua descrizione della quantità d'uranio presente in ciascun container e della sistemazione al loro interno.
"Questo [container - NdT] era molto radioattivo. Quando aprimmo il container era pieno di bidoni di coltan. Ogni bidone contiene circa 50 kg di minerale. Quando la prima e seconda fila furono spostate, risultò che quelle dietro erano bidoni d'uranio."
Esperti sia di estrazioni minerarie in Africa sia di energia atomica hanno avanzato seri dubbi su tali dichiarazioni, che son circolate per qualche tempo.
Secondo una fonte dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), la faccenda è "altamente improbabile" e "poco approfondita".
Tale fonte, che desidera rimanere anonima data la natura dell'argomento, ha spiegato che il problema principale nelle miniere congolesi sono i rifiuti e la loro pericolosità nei confronti dei lavoratori e degli abitanti nelle zone circostanti ai luoghi di estrazione.
Anche un ex-ufficiale USA con esperienza nella Regione trova improbabile la storia relativa all'intercettazione in Tanzania della spedizione dal Congo all'Iran e la quantità di minerale trasferito.
"Per quel che so le miniere congolesi sono chiuse da anni e l'attività d'estrazione oggi è a livello puramente artigianale." dichiara questo ufficiale.
"Richiederebbe parecchio lavoro il produrre la quantità d'uranio di cui stanno parlando. Il rapporto tra roccia estratta e minerale ottenuto è approssimativamente di 100 a 1 nelle miniere del Niger. Non so quanto la vena congolese sia più o meno ricca."
Anche altri esperti posero interrogativi circa la descrizione dell'uranio e del suo presunto scopo, inclusa l'opinione che l'U238 sia "altamente radioattivo".
Steven Aftergood, analista ricercatore anziano alla Federazione Scienziati Americani (FAS), organizzazione istituita nel 1945 da scienziati atomici del Progetto Manhattan, ne dubita.
"L'U238 è uno degli isotopi dell'uranio. Un altro isotopo, l'U235, è usato nelle bombe a fissione" spiega Aftergood."
"L'U238 non è molto radioattivo. Al contrario, decade molto lentamente. Ha un tempo di dimezzamento pari a 4,5 miliardi di anni. Ciò significa che una certa quantità di U238 dimezza la propria radioattività entro 4,5 miliardi di anni. Perciò potete tenerlo in mano senza alcun effetto nocivo. D'altra parte è un metallo tossico e, potendo, sarebbe meglio evitare di inalarne o ingerirne la polvere."
La storia dell'Iran che cerca di procurarsi uranio dall'estero lascia molti esperti alquanto perplessi.
Un ufficiale in stretto contatto col Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha spiegato che l'Iran ha le sue miniere, rendendo altamente discutibile ogni illazione di uranio importato dall'estero.
"Perchè mai l'Iran dovrebbe importare U238 quando già lo estrae per proprio conto?" chiede l'ufficiale a Raw Story. "Non c'è alcuna logica in questo."
Diverse fonti suggerirono che l'Ufficio per l'Iran, proprio come i precedenti - cioè l'OSP - potesse star selezionando, manipolando ed anche creando informative all'estero che sosterrebbero una reazione contro l'Iran nelle menti del pubblico.
Manifestando una forte frustrazione, un ex-ufficiale d'alto grado dei Servizi ha dichiarato: "è tutta colpa dei neo-con". Interrogato sulle notizie dello scambio di uranio dal Congo all'Iran, ribadisce: "Tutte stronzate".
Wendy Morigi, portavoce del Vice Presidente della Commissione del Senato sui Servizi Segreti Jay Rockefeller, non nega nè conferma che la Commissione ha ricevuto una qualche informazione riguardante l'acquisto di uranio dell'Iran. "Non possiamo commentare le informative ricevute dalla commissione", ha chiarito Morigi in una e-mail di risposta.
La Morigi ha comunque spiegato che "Restando sul generico, la Commissione certamente seguirà molto da vicino tutto ciò che riguarda il programma nucleare dell'Iran".


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18 agosto 2006 - Uranio africano II Edizione. [3]
I neo-con stanno riutilizzando il loro copione di guerra irakeno. Stavolta è l'Iran, non l'Iraq, sospettato di acquistare uranio dall'Africa: non dal Niger ma dal Congo.

Il 6 agosto 2006 il Sunday Times, principale portavoce di Rupert Murdoch in Inghiltera, pubblica che "l'Iran sta tentando d'importare grandi quantità d'uranio dall'Africa". Fu una dichiarazione simile, contenuta in sedici parole di falso proclama da parte di George W. Bush nel suo discorso sullo Stato dell'Unione del 2003, ad essere in parte usata per giustificare la disastrosa invasione e occupasione angloamericana dell'Iraq.
Ora la stessa montatura si sta usando per giustificare l'attacco USA all'Iran. La principale fonte del Sunday Times per tale storia è stata un ignoto ufficiale doganale tanzanese che ha affermato che la dogana tanzaneseintercettò nell'ottobre 2005 un trasporto aereo di uranio da Lubumbashi, nel Katanga congolese, diretto a Mwanza in Tanzania. La supposta spedizione d'uranio dal Congo all'Iran si dice sia cominciata nel 2002 e composta di diversi carichi. La supposta riserva d'uranio, cioè la miniera Shinkolobwe in Katanga, fu la stessa dell'uranio usato nelle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
L'unico problema con la storia del Sunday Times è che la minera di Shinkolobwe non è più in funzione. "La miniera del Congo è chiusa da decenni." secondo una fonte molto ben informata del Governo USA che ha avuto molto a che fare con la produzione africana d'uranio. Il Governo del Congo afferma che la miniera Shinkolobwe è chiusa dal 1961 e, perciò, non può essere impegnata nella produzione
di uranio raffinato di grado "yellow cake".
Il ricco Congo, che sta da poco riprendendosi da una guerra civile genocida incoraggiata da elementi USA, inglesi ed israeliani tramite i loro agenti in Ruanda, Uganda e Congo dell'est, è un bersaglio redditizio per l'amministrazione Bush ed i suoi complici criminali. Convenientemente per i neo-con, la storia delle spedizioni d'uranio congolese all'Iran sembra coinvolgere punti di transito in Sudan e Siria e intermediari in Libano, tre Nazioni tutte bersaglio degli attuatori del "PNAC" a Washington, Londra e Gerusalemme/Tel Aviv.
Attualmente la CIA, sotto il regime del Generale Michael Hayden, sta ritoccando l'informazione in modo da dimostrare la complicità congolese-tanzanese-sudanese-siriana-iraniana nel contrabbando d'uranio. Giusto per cautela, i neo-con stanno avanzando l'ipotesi che anche lo Zimbabwe, uno dei principali bersagli dell'amministrazione Bush, e lo Zambia siano coinvolti nell'ipotetico complicato disegno del contrabbando d'uranio. Il Presidente George W. Bush è ritenuto aver ordinato ad Hayden ed al direttore della National Intelligence John Negroponte di fare tutto il possibile per dimostrare una complicità nel contrabbando d'uranio tra Congo e Iran.
L'Africa, che è piena zeppa di falsi "documenti ufficiali" come quelli nigerini riciclati dagli ambienti fascisti italiani di Silvio Berlusconi e Michael Ledeen per "dimostrare" che Saddam Hussein stava tentando d'acquistare uranio "yellowcake" dal Niger, è un'occasione d'oro per i neo-con per approntare informative fasulle e operazioni "false flag". Alcune di queste attualmente in uso per dimostrare un collegamento Congo-Iran circa l'uranio traggono origine dagli avversari politici del PResidente Joseph Kabila, che è il vincitore delle recenti elezioni presidenziali sotto la supervisione ONU. I suoi due principali oppositori, entrambi leader della guerrigla spalleggiati dagli USA e Israele, sono verosimilmente le fonti della falsa stroia sull'uranio. I Servizi segreti belgi, che hanno molti informatori a Kinshasa e in tutto il Congo, hanno riso alla notizia della presunta vendita di uranio. Hanno classificato il rapporto sull'uranio con un livello pari a "non serio", secondo il periodico belga Trends. Il giornale belga scrive anche che un ufficiale dell'Ambasciata Americana a Kinshasa visitò la miniera Shinkolobweil 9 agosto e trovò "nulla di irregolare". Persino l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) a Vienna ha riso della notizia dell'uranio congolese venduto all'Iran. Trends scoprì anche alcune prove che i registri ufficiali delle vendite d'uranio della Gecamines congolese (la Compagnia di Stato del Congo) dal 1966 al 1968 sono stati alterati per far sembrare che ci fossero state vendite recenti di uranio dal Katanga all'Iran. Il giornale afferma: "I codici identificativi delle relative spedizioni d'uranio nel carteggio tra la Wieland GmbH [tedesca] e la Saman Cheshemen [compagnia mineraria] iraniana, potrebbero essere stati presi dalle vendite ufficiali di vere riserve d'uranio della miniera Shinkolobwe tra il 1966 e il 1968 operate dalla Compagnia Statale congolese Gecamines. Per caso quei vecchi codici sono stati usati per dare a questa operazione di contrabbando un'apparenza di legalità? L'incredibile somma di 2 bilioni di dollari [due miliardi di dollari - NdT] è spiegata da alcuni come facente parte d'una operazione di riciclaggio di denaro".
Come sa perfettamente chi usa l'e-mail, l'Africa è la sede di ogni tipo di riciclaggio di denaro. Sembrerebbe proprio che i neo-con siano i soli al mondo inconspevoli di tali traffici ma che, nonostante ciò, stiano tentando di convincere le agenzie dei Servizi Segreti che le operazioni di riciclaggio ed i falsi rapporti d'intelligence siano prove a dimostrazione del disegno "il Congo vende uranio all'Iran".
Una fonte dei Servizi Segreti riferì a WMR, due mesi fa, che il Governo di Kabila sarebbe stato implicato dai neo-con in una falsa operazione di contrabbando con l'Iran, in uno sforzo per giustificare sia un attacco all'Iran che una rivolta militare contro Kabila in favore di elementi congolesi pro-USA/Israele. Kabila è stato l'obiettivo di numerosi attentati allestiti nelle Nazioni confinanti da mercenari pagati dai Servizi Segreti USA ed inglesi. Sembra ora che le previsioni di un falsa complicità del Congo nella vendita d'uranio, implicanti anche la Tanzania, si siano rivelate corrette. Sembra anche che i neo-con stiano diventando incredibilmente prevedibili nelle loro macchinazioni. Come nel caso del Niger e la falsa vendita di uranio "yellowcake" all'Iraq, abbiamo ora la manipolazione di documenti congolesi, le nuove false storie diffuse dalla Fabbrica della Falsità della sempre sospettosa Murdoch News Corp., e le agenzie d'intelligence che avvertono del bluff dei neo-con.

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L'Iran ricerca grandi quantità di uranio in Africa. [4]

Spiacente, ma non resisto.
Ormai molti di voi avranno sentito che il Sunday Times di Londra ha pubblicato che un carico clandestino di uranio dal Congo è stato intercettato sulla via per l'Iran:

"Un'inchiesta ha rivelato che l'Iran sta cercando d'importare grandi quantità d'uranio per fabbricazione di bombe dalle stesse miniere africane che produssero la bomba di Hiroshima.
Un rapporto delle Nazioni Unite, datato 18 luglio, afferma che "non ci sono dubbi" che un grosso carico di uranio 238 di contrabbando, scoperto da ufficiali doganieri in Tanzania, è stato trasportato dalle miniere congolesi di Lubumbashi."

Questa è una versione spaventosamente inesatta degli eventi.
Il "Comitato del Consiglio di Sicurezza dell'ONU Istituito in Conformità alla Risoluzione 1533 (2004) Relativa alla Repubblica Democratica del Congo" (Comitato per le Sanzioni alla RDC, per farla breve) rilascia rapporti periodici redatti da un gruppo di esperti a proposito dell'attuazione delle sanzioni nei confronti del Congo. In un Rapporto datato 18 giugno 2006 [è luglio, non giugno - NdT], il gruppo di esperti ribadì il fatto risaputo che l'attività artigianale d'estrazione d'una certa quantità di minerali nella miniera Shinkolobwe stava continuando: una catastrofe umana e ambientale.
Ma, come sapete, i congolesi che sbarcano il lunario per sopravvivere grazie all'estrazione artigianale in condizioni spaventosamente pericolose ed ambienti inquinati difficilmente rilasciano interviste ai redattori del "Sunday Times".
La condizione dei poveri africani, apparentemente, non aiuta le vendite.
(Il Sunday Times potrebbe imparare qualcosa da Sir Bob.)
Dunque, come ci si potrebbe mai accostare a questa storia, per prendere in prestito un modo di dire inglese?
Ora, il Rapporto delle sanzioni del 18 luglio menziona sì che il Congo ha un serio problema di protezione fisica riguardante i materiali radioattivi.
Ciò non sorprende, dato quel che sappiamo sulle condizioni in Congo di questi giorni. Infatti, circa due anni fa la BBC se ne uscì con un servizio sull'estrazione illegale di uranio in Congo, notizia confermata nel Rapporto del 18 giugno 2006 [è luglio, non giugno - NdT]:

"149. Durante un'indagine circa i supposti contrabbandi di materiali radioattivi, Il Gruppo d'Esperti è venuto a conoscenza che tali episodi sono molto più frequenti di quanto creduto. Secondo esperti congolesi di materiali radioattivi, organi della Sicurezza statale negli ultimi sei anni hanno confiscato più di 50 contenitori di uranio o cesio dentro e fuori Kinshasa. L'ultimo episodio significativo avvenne in marzo 2004 quando due container con più di 100 kg di U238 e U235 stabili furono requisiti.
150. In risposta ad una richiesta d'informazioni da parte del Gruppo d'Esperti il Governo della Repubblica Unita della Tanzania ha fornito dati limitati su quattro spedizioni che furono sequestrate negli ultimi 10 anni. Sfortunatamente il Governo scelse di non fornire informazioni nè sulla quantità dei carichi sequestrati nè sulla modalità specifica di contrabbando. Almeno per quanto riguarda l'ultima spedizione
dell'ottobre 2005, il Governo della Tanzania non ha lasciato dubbi che l'uranio fosse trasportato su strada da Lubumbashi attraverso lo Zambia fino alla repubblica della Tanzania. Tentativi dell'Interpol di venire a conoscenza del luogo preciso di partenza all'interno della Repubblica Democratica del Congo sono rimasti disattesi.

Specifiche del materiale radioattivo...................Luogo di confisca..........Data di confisca
Minerale d'uranio standard (Uranio-238)...............Dar-el-Salaam...........24 agosto 1996
Cesio-137........................................................Dar-el-Salaam...............24 aprile 1997
Uranio-238 e radio-226 (Ra226)..........................Dar-el-Salaam...........26 ottobre 2002
Uranio-238........................................................Dar-el-Salaam..............22 ottobre 2005"

Il Rapporto ONU, come potete constatare, non fa riferimento all'Iran o al Kazakhstan, dettagli che il Sunday Times afferma d'aver ottenuto da anonimi ufficiali doganali tanzanesi.
Ecco un paio di cose da tenere a mente.
La prima: i presunti ufficiali doganali tanzanesi han riferito al "Sunday Times" che la spedizione era diretta al Kazakhstan, che non ha accessi sul mare, attraverso il porto iraniano di Bandar Abbas:

"Il carico era destinato alle fonderie dell'ex-repubblica sovietica del Kazakhstan, consegnato via Bandar Abbas, il maggiore porto iraniano."

Questo particolare, che contraddice nettamente il titolo ("Complotto iraniano per estrarre uranio in Africa"), è prudentemente seppellito al settimo paragrafo entro il quale il lettore del Sunday Times sarà troppo occupato per capire che sta leggendo spazzatura.
La seconda: questo non è un carico massiccio nel senso di "Saddam Hussein cercò quantità significative di uranio."
La spedizione era di 100 kg di uranio minerale - che contiene circa 70 grammi di U235 fissile. Una bomba richiederebbe 25 kg di uranio arricchito di U235 fino al 90% - cioè più di tre tonnellate di minerale d'uranio. Alimentare un programma clandestino d'arricchimento d'uranio a colpi di 100 kg di minerale alla volta sarebbe come darsi un bel calcio nel culo.
Il punto è questo: il testo nel Rapporto ONU non fa riferimento all'Iran che costruisce una bomba, ma piuttosto alle condizioni disperate nei pressi della miniera Shinkolobwe e nella Repubblica Democratica del Congo in generale.
Dopo che un'ala della miniera Shinkolobwe crollò nel 2004, uccidendo otto persone, una missione ONU guidata dall'Ufficio delle Nazioni Unite per la Coordinazione degli Affari Umanitari (OCHA) e il Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), per mezzo della loro Unità Ambientale, visitò il sito. La conclusione della UNEP/OCHA è rimarchevole:

"Shinkolobwe è indicativo di altre situazioni analoghe in Africa e altrove nel mondo in via di sviluppo. Un forte legame sussiste tra povertà rurale, protezione ambientale e questo tipo di attività di sussistenza.
Devono essere sviluppate opportunità alternative di guadagno e integrate in parallelo all'attività artigianale se si vogliono escogitare nuove possibilità di sopravvivenza per queste povertà rurali. Un approccio
olistico e multidisciplinare nel contesto d'un alleviamento della povertà è essenziale per inquadrare questo problema ed evitare ulteriori catastrofi umanitarie ed ambientali."

Non che il Sunday Times ve l'avrebbe mai detto.

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