Re: Intervista ad Ali Fayad

Inviato da  soulsaver il 30/7/2006 17:22:18
*bump*

Intervista allo Sceicco Sayyed HAssan Nasrallah

Lo sceicco Hassan Nasrallah è il laader del gruppo militare libanese Hezbollah, Anche se gli Stati Uniti considerano Hezbollah un gruppo terroristico tre diplomatici U.S. hanno avuto l'occasione di incontrarlo in Libano lo scorso Febbraio, I Diplomatici erano membri di una delegazione organizzata dal "Council for the National Interest".
Durante l'incontro, Nasrallah discute la strategia di Hezbollah per liberare i prigionieri Libanesi trattenuti in Israele. Parla anche delle origini di Hezbollah, e racconta un evento che è tornato nelle pagine dei giornali in questi giorni, l'attacco Israeliano al punto di osservazione delle Nazioni Unite nel sud del Libano, in Qana nel 1996 nel quale morirono 106 rifugiati libanesi.
Uno di questi diplomatici che incontrò Nasrallah nel febbraio era Edward Peck, si unisce a noi in studio da Washington. Edward Peck è il comandante della missione in Irak e ambasciatore della Mauritania. Ha servito come delegato nella Task Force sul Terrorismo nell'amministrazione Reagan.

JUAN GONZALEZ: Nel corso della riunione, Nasrallah è stato interrogato riguardo a strategia del Hezbollah per liberare i prigionieri libanesi che sono tenuti nell'Israele. La sua risposta:

SCEICCO SAYYED HASSAN NASRALLAH: [ tradotto ] L'unica strategia possibile è avere dalla tua parte prigionieri israeliani, soldati israeliani ed allora negoziare per fare liberare i prigionieri libanesi. Questa è l'unica scelta. Vedi, non ci sono alternative tra le quali scegliere. Non ci sono scelte multiple. Avete due opzioni, lasciare questi prigionieri o detainees nelle prigioni israeliane o catturare i soldati israeliani.

AMY GOODMAN: Ora uno dei diplomatici che hanno incontrato Hassan Nasrallah febbraio, Edward Peck, comandante della missione in Irak e ambasciatore della Mauritania. Ha servito come delegato nella Task Force sul Terrorismo nell'amministrazione Reagan. Benvenuto, Ambasciatore Peck a Democracy Now!.

EDWARD PECK: Grazie

AMY GOODMAN: È un piacere averti con noi. Puoi descrivere questa riunione che avete avuto con il leader di Hezbollah in Libano? Poi parleremo dei suoi argomenti, di quel che ha da dire, perché questa (intervista) è stata fatta prima della cattura dei due soldati ed esplicitamente racconta che (la cattura) è parte della strategia di Hezbollah.

EDWARD PECK: Bene, eravamo li come osservatori internazionali per le elezioni a Gaza; poi abbiamo viaggiato nella zona, in Israele, nella West Bank, in Giordania, Siria ed infine nel Libano, in cui abbiamo incontrato Nasrallah. Avevamo parlato già con i funzionari in Egitto, con Hamas e Fatah ed i presidenti della Siria e del Libano in una missione, che il Council for the National Interest stava patrocinando, per cercare di "sentire" l'area, quali fossero gli umori in Gennaio.

E' stato interessante incontrarlo, perché già avevamo incontrato i capi di Hamas e Fatah prima e dopo le elezioni in Palestina ed la sua posizione era ragionevolmente semplice, credo.
Parlando con noi, diplomatici in pensione, Americani, le sue preoccupazioni chiave erano essenzialmente come liberare il suo paese dalla dominazione, come la percepiva e come proseguine nella costruzione della nazione, malgrado tutte le cose che erano accadute nel corso degli anni.

Una presentazione logica e ragionevole. Nessun fanatismo, grida. Sapete, un uomo intelligente, istruito che parla di cose serie e di come le considera. E' interessante nel senso che la proiezione della gente come lui in questo paese (USA) è di, sapete, pazzi sanguinari e ce ne sono alcuni certamente da tutte e due le parti, ma questo certamente non è il suo caso. Crede molto fortemente in quel che sta facendo, ed è qualcosa con cui volete confrontarvi mentre parlate con lui, è determinato a raggiungere gli obiettivi in cui crede, ed è convinto di essere nel giusto.

UAN GONZALEZ: Questa strategia di usare prigionieri israeliani, soldati israeliani, essenzialmente, come parte di scambio per i prigionieri libanesi non è una novità. Nasrallah aveva già negoziato un rilascio importante di prigionieri nel 2004?

EDWARD PECK: Sì, anche i Palestinesi e gli israeliani ed i Libanesi, Hezbollah e gli israeliani hanno negoziato già scambi di prigionieri. Come credo sappiate, gli israeliani tengono prigionieri un certo numero di libanesi che hanno rapito dal Libano, che è una delle questioni per l'odio dei libanesi che vivono nel confine nord con Israele.

AMY GOODMAN: Certo, è molto chiaro, Nasrallah, ad esempio dice che l'unica strategia possibile è di avere soldati israeliani come prigionieri ed allora negoziare per ottenere i vostri prigionieri. Questa è l'unica scelta. Non avete scelte multiple. Avete le due opzioni, asciare questi prigionieri o detainees nelle prigioni israeliane o catturare i soldati israeliani.

EDWARD PECK: Si e questo si chiama circuito di contrattazione. È un pò avvilente come frase ma: se voi ne avete qualcuno e noi ne abbiamo qualcuno, forse possiamo fare uno scambio. E' quello che effettivamente già accaduto prima. Una delle cose che mi interessa, naturalmente, è che non sono convinto che sia stata la cattura di quei due soldati a provocare questa terribile risposta israeliana. Credo che stessero cercando una giustificazione.

SCEICCO SAYYED HASSAN NASRALLAH: [ tradotto ] Sapete che durante l'anno 1978, gli israeliani hanno invaso il Libano del sud ed il Consiglio di sicurezza dell' ONU ha pubblicato o la risoluzione 425. Chiedevano il ritiro immediato delle forze israeliane dal Libano del sud e gli Israeliani ignorarono la richiesta. Al contrario, durante il 1982, hanno invaso più territorio libanese. Hanno anche occupato la capitale, Beirut. Il sig. Sharon allora era il ministro della difesa.
Fra il 1978 ed il 1982, fino al 2000, la Comunità internazionale non ha fatto niente per liberare il Libano dalle forze israeliane di occupazione né, la Comunità Internazionale, ha fatto qualche cosa per impedire queste aggressioni al Libano. C'era la risoluzione 425, ma è stata messa in libreria. Noi come libanesi, siamo stati lasciati soli ad affrontare il nostro destino.
Il Libano è un piccolo paese, debole, un esercito con le possibilità molto limitate. Prima di tutto la gente è soffre come conseguenza della guerra civile, mentre poi affronta l'esercito più forte in Medio Oriente, quello israeliano. Non soltanto la Comunità internazionale, l'amministrazione USA, non ha fatto niente, anche la lega araba, lo OIC, l'organizzazione dei paesi islamici, nessuno ha fatto niente.
Siamo un gruppo di giovani libanesi. Abbiamo deciso che avremmo dovuto affrontare e resistere l'occupazione. Quando iniziammo la resistenza Io avevo --parlo delle età dei giovani che hanno partecipato a Hezbollah -- io avevo 22 anni allora. Il più vecchio fra noi aveva 27 anni, perché coloro che erano oltre i 30 allora credevano che fosse impossibile sconfiggere Israele. Erano prudenti, si credevano saggi e ci consideravano giovani pazzi.

JUAN GONZALEZ: Bene, ambasciatore, Nasrallah accenna a questa risoluzione 425, che è storia antica dell'ONU, dimenticata nell'attuale crisi. Israele accenna continuamente alla risoluzione 1559 dell'ONU e ci sono alcuni, compreso Hezbollah, che credono quello che questa risoluzione realmente non può essere applicata. Puoi spiegarci questo e le divergenze di opinione che riguardano questa ultima risoluzione?

EDWARD PECK: Bene, iniziamo con dire che la gente in Medio Oriente, per gli ovvi motivi, trova ironico che l'Israele ora stia insistendo sull'esecuzione diella risoluzione 1559, mentre, come Nasrallah detto, hanno ignorato questa risoluzione precedente del Consiglio di sicurezza che richiedeva il ritiro dal Libano del sud per 20 anni, questo è quello che si chiama "moralità selettiva". Ognuno la esercita, ma ti togli la terra da sotto i piedi se pensi che soltanto determinate risoluzioni del Consiglio di sicurezza dovrebbero essere fatte rispettare.
Hezbollah, il problema che affrontiamo -- il problema che affronta il governo Libanese è che Hezbollah è un partito politico, come sapete, che fa molto nel campo umanitario e sociale, che è un'ottima cosa e nello stesso tempo fa alcune operazioni militari, che alcune persone considerano come pessime. Ed il governo libanese, che è debole e diviso, com'è noto, dai molti, molti gruppi settari e le differenze religiose e sociali che hanno, non permettono di prendere una posizione su Hezbollah. Ci sarebbe una guerra civile. Mentre ad Israele non interessa necessariamente questo, vorrebbe comunque eliminare Hezbollah, e non c'è la possibilità, nel mondo che conosco io, che i Libanesi possano lontanamente considerare che questo accada. E questo ci è stato chiarito esplicitamente dai capi del governo libanese che abbiamo incontrato in quel viaggio.

AMY GOODMAN: Ambasciatore Peck, ha avuto qualche sospetto, quando avete incontrato Nasrallah, dopo, che qualcosa fosse imminente, che si stava premeditando un certo genere di azione?

EDWARD PECK: No.. Certamente non da quella riunione. Quelli di noi che hanno vissuto e lavorato in quella parte del mondo per un lungo periodo -- bene, per qualsiasi durata di tempo tu sia stato in quei luoghi si stà per essere sempre una qualche tipo di esplosione imminente, per usare correttamente la frase, perché le situazioni come quella sono sempre tumultuose. Sono come, voi sapete, vulcani che stanno per eruttare. Qualcosa stava per accadere. Ma certamente, non c'erano indicazioni al momento dell'incontro che facessero sospettare a me o ai miei colleghi che qualcosa fosse imminente.
Ed è interessante notare, a proposito di quello che la gente chiama: la sproporzionata reazione israeliana -- ho un foglio di carta qui che vorrei citare, se posso, perché questo argomento viene discusso spesso. Nel 1985, quando ero il direttore del gruppo di esperti della Casa Bianca di Reagan sul terrorismo, ci hanno chiesto -- quello era un gruppo di esperti sul terrorismo; ed io il delegato direttore del gruppo di lavoro -- ci chiesero di fornire una definizione di terrorismo che potrebbe essere usata durante il governo. Abbiamo prodotto circa sei definizioni e sono state tutte rifiutate, perché la lettura attenta indicherebbe che il nostro governo era coinvolto in alcune di quelle attività (terroristiche).
Dopo che il gruppo di esperti finì il lavoro, il congresso si è accordato con la definizione finale e potete cercare su google nel codice degli Stati Uniti, paragrafo 18, sezione 2331 e leggere la definizione degli U.S. di terrorismo. Ed una di queste definizioni dice -- riguardo all'attività di terrorismo internazionale, "l'uso di mezzi che,"cito, "sono intesi a influenzare il comportamento di un governo con la distruzione di infrastrutture, l'assassinio o il sequestro."
Sì, certamente, potete pensare ad un certo numero di paesi che sono stati coinvolti in tali attività. Il nostro è uno di loro. Israele è un altro. Penso che sia utile per la gente che discute su quella definizione ricordare che Israele è stato fondato da organizzazioni terroristiche e un leader come, Menachem Begin, è diventato poi statista ed ha vinto il premio di pace Nobel. Nasrallah non farà una carriera dello stesso genere, ma le sue intenzioni sono le stesse. Desidera liberare il suo paese dalla dominazione di un altro.

AMY GOODMAN: torniamo all'intervista. Nasrallah inoltre accenna ad un evento che è tornato nelle news di questa settimana e che è il bombardamento di Israele di un posto di osservazione dell'ONU nella città libanese del sud di Qana nel 1996. In quell'attacco dieci anni fa, circa 106 rifugiati sono stati uccisi.

SCEICCO SAYYED HASSAN NASRALLAH: [ tradotto ] fra gli anni 1985 e l'anno 2000, abbiamo continuato la resistenza. Ci fu, per esempio, il massacro di Qana. Ne avrete sentito parlare. Il Consiglio di sicurezza del ONU non ha condannato il massacro di Qana, per il veto degli Stati Uniti. Cioè la nostra esperienza con la Comunità Internazionale, in primo luogo, è che non ci può proteggere, ossia, che la presenza dell'ONU non impedisce le aggressioni israeliane del Libano. Ed anche dopo che le aggressioni avvengono, l'aggressore non viene condannato. Al contrario, condannano la vittima e considerano coloro che si difendono come terroristi.

AMY GOODMAN:. Durante il vostro incontro con Nasrallah, naturalmente, l'occupazione e la guerra in Irak continuavano. Che effetto avevano su di lui? Come ha descritto la sitazione?

EDWARD PECK: Non mi ricordo direttamente, ma una delle cose di cui abbiamo parlato -- devo dirvi che abbiamo parlato con tanta gente interessante, interessante al senso che avevano cose da dire che volevamo sentirci dire, che e che è bene ricordare. Penso che per gli Americani sia importante provare a capire che tutto è collegato. C'è, nelle menti della gente in quella parte del mondo,un collegamento fra la Palestina, La West Bank e Gaza ed il Libano e Irak e l'Afghanistan e le minacce contro la Siria e l'Iran. Nasrallah, che è un uomo istruito, certamente sa che queste cose effettivamente sono collegate e lui probabilmente e anche io devo -- sono aperto a correzioni -- ha implicato che ci sia un collegamento diretto fra gli interessi americani in Irak e il problema della sicurezza di Israele a qualsiasi costo.

JUAN GONZALEZ: Il tuo parere come diplomatico veterano, qual'è l'effetto delle azioni degli Stati Unitinel mondo nel suo insieme, e poi particolarmente nel mondo arabo? Com'è vista la nostra posizione nel mondo arabo, specialmente ora in questa ultima crisi Libanese?

EDWARD PECK: Bene, quest'ultima crisi è l'indicazione soltanto, voi sapete, di quelle cose che si sono già conosciute. Ci sono fatti e ci sono fatti ed poi ci sono le percezioni e le percezioni sono l'unica realtà. E le percezioni, nelle menti delle persone nel mondo arabo ed europeo e ovunque mostrano la perdita di prestigio, credibilità e rispetto degli Stati Uniti, dovuta alle nostre posizioni, che sembrano agli occhi degli altri, irrazionali e ingiustificabili
Ed ora, finalmente siamo usciti fuoripubblicamente -- sapete, la prima cosa da fare in tutte le guerre ovunque nel mondo è di cercare di ottenere un cessate il fuoco in modo da poter lavorare per risolvere o provare a risolvere i problemi di fondo. Ed allora gli Stati Uniti dichiarano, "no, no. nessun cessate il fuoco, fate continuare i bombardamenti e le uccisioni." Penso che il danno a noi sia non soltanto vitale, penso che avrà un lungo effetto sui nostri rapporti con il resto del mondo, socialmente, culturalmente, in ogni senso immaginabile.

AMY GOODMAN: Ambasciatore Peck, analizzando il modo in cui i media occidentali parlano di Al-Qaeda, Hamas e Hezbollah, è una tentativo di ammassarli tutti insieme. Avete incontrato singolarmente gli esponenti di (qeuste formazioni). Che cosa ne pensi? Mi spiego, dalle ultime notizie, Al-Qaeda che pubblica una nuova registrazione che invita i musulmani ad attacare Israele ed gli alleati per gli attacchi continui nel Libano e a Gaza. Cosa pensa, delle loro strategie, dove sono daccordo e dove no e quanto lavorano insieme?

EDWARD PECK: Credo che sia quella specie di cose che potete vedere -- è un'analogia impacciata, ma è una di quelle occasioni in cui Democratici e Repubblicani lavoreranno insieme per un obiettivo comune che entrambi cercano, una volta raggiunto, torneranno di nuovo a litigare tra loro. E credo che ciò si applichi in ogni tipo di attività, economica, politica, militare, così che, sia Hezbollah ed Hamas che sono di differenti sette islamiche, sono perfettamente preparate a ricevere soldi ed armi se possono riceverle dall'iran indistintamente dal fatto religioso. Ma non hanno sicuramente necessità, in particolar modo Hamas di diventare un governo fondamentalista dominato da Sciiti. Nella stessa maniera Israele che riceve armi e denaro dali stati uniti, non rischia per noi, visto che non gli chiediamo di far molto?
I collegamenti degli USA con Israele in questa guerra all'Islam (come viene percepita nel mondo arabo) sono molto preoccupanti, perché la storia ci dice si possono sviluppare pressioni tremende del genere che, particolarmente nelle società che tendono ad essere meno sviluppate della nostra, meno istruite che tendono ad essere molto più tradizionaliste di noi, possono generare una terribile sentimento di rabbia e di rancore, cosa che per ora, abbiamo prodotto con successo.

AMY GOODMAN: Ambasciatore Peck grazie di esser stato con noi.

EDWARD PECK: Mi dispiace di essermi dilungato tanto...

Ed io aggiungo mi dispiace anche a me che ho tradotto tutto...Vecchietti di LC ma come fate voi... datemi una "dritta" babelfish di Altavista fa ridere, l'ho tradotto più o meno tutto io... e non siate severi con la traduzione

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