Re: Mete e progenie, uomo e padre

Inviato da  mc il 4/3/2014 16:17:34
Vuotorosso Citazione:
Penso che sia diverso-pensieri diversi in maniera direttamente proporzionale al quanto si senta legato al proprio figlio.

Si, meglio.



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Calvero
Citazione:
In entrambi i casi non e' la prole a definire un uomo, sono le sue scelte.
Il punto è chi siamo quando facciamo quelle scelte.


Ok. Un neo-padre (a meno che non lo diventi a 13 anni) e' gia' formato psicologicamente per quell'esperienza ed e' dalla sua esistenza e dalla sua situazione personale che trae le conoscenze particolari relative. Dopo la nascita e' solo "invitato" dagli eventi ad utilizzare questo tipo di formazione ed a metterla in pratica. Non impari in quell'istante ad essere padre, metti in atto tutto quello che hai imparato teoricamente (sulla paternita') durante il corso della tua vita.
I piu' fortunati hanno un avuto la possibilita' di formarsi come genitori passivamente, come figli.
Naturalmente, e' solo una formazione di partenza, non e' tutto cio' che si deve sapere (anzi!): quello arrivera' con le esperienze dirette ... sempre che le scelte ti abbiano portato ad un figlio.
La dimensione psicologica in cui vieni proiettato dopo la nascita di un primogenito e' gia' esistente nell'individuo (e' dormiente), e diventare padre e' solo come risvegliare parte di se stessi.
Secondo me, il punto e' che si prendono gia' secondo coscienza determinate decisioni, e sono le medesime che si prenderebbero indipendemente dal fatto di essere genitore o meno.
Nello specifico:
Sai gia' se sacrificherai te stesso, o i tuoi ideali, o i tuoi sogni per i tuoi figli prima che i nascituri rendano questo tipo di decisioni delle scelte concrete e non rimangano solo opinioni (sia che si decida per il sacrificio, sia che si decida il contrario).

mc

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