Re: Anarchia

Inviato da  prealbe il 2/3/2008 0:09:31
@LoneWolf58
Citazione:
Volevo solo ringraziare Florizel e Prealpe per la discussione interessante che stanno imbastendo. Vi seguo e vi leggo con attenzione...

Finalmente un intenditore!

Grazie a te dell’apprezzamento, Wolf. Si fa quel che si può.

-------------------------------------------------------------------------

@Florizel
Citazione:

Citazione:
non ha un suono affatto diverso dalle tante vuote formule che in questo periodo di campagna elettorale risuonano in bocca a personaggi cui - sono certo - non gradisci (giustamente) essere assimilata.

Io ti ringrazio per questo ennesimo apprezzamento, ne sono davvero lusingata…

Flo, sai benissimo che l’elemento di associazione era la mancanza di concretezza e nient’altro. Se pensassi che i punti di contatto sono più sostanziali, ti riserverei post di ben altro contenuto, fidati. Riponi il tuo risentimento per occasioni più degne.


Citazione:
ma colgo l’occasione per farti notare che nonostante tu giudichi il “potere” e le gerarchie come espressioni “naturali” degli individui (e di conseguenza “naturale” pure la loro applicazione in ambito sociale) i parassiti statalisti devono ricorrere alle suddette “formule vuote” per mantenere quelle gerarchie e quel potere… Non è poi così tanto “naturale”, per il potere, mantenere quello status, ma piuttosto “artificioso”, o no?

Qui ed ora, si.


Citazione:
Ma il tuo ragionamento appare anche come un positivo (quanto inconsapevole) primo passo nella comprensione di alcuni meccanismi, benché ti ostini a non voler capire che le risposte sono insite nelle tue stesse domande.

Florizel, dei meccanismi di cui parli non mi sfugge un bel nulla. Li vedo - credimi - per-fet-ta-men-te. È sulle valutazioni e sulle soluzioni proposte che dissento. Con pienamente ponderata convinzione.


Citazione:
D’altra parte, qui ci si è un po’ rassegnati ad essere da te, ormai coattamente, definiti dei “fuori di testa”, ma se ti si continua a dare spiegazioni su cui, tutto sommato, sembra che tu NON VOGLIA riflettere, si spera almeno che esse non vengano sottoposte ad un impantamento preterintenzionale, da parte tua.

Naturalmente ho dei miei convincimenti sull’anarchia, che precedono i nostri scambi e che non sono positive. Ma sono disponibile a riconsiderare le mie posizioni, non appena apparirà nel dibattito qualche argomentazione a favore dell’anarchia (anziché sempre e solo contro lo stato e il potere; non è esattamente la stessa cosa) che abbia i requisiti della concretezza. Finora, mi si perdoni l’impressione, in questo senso non ho visto granché.


Citazione:
E allora, mettendo da parte la sensazione che stai qui per prenderci tutti per il culo,...

Che noia, che barba, che barba, che noia!


Citazione:
…RI-provo a darTI ancora credito, precisando che non sono né una sociologa, né una psicologa, né una storica. Nonostante ciò, non posso fare a meno di considerare gli effetti che il potere ha sugli individui, me compresa.

Ok.


Citazione:

Citazione:
hai avuto un milione di occasioni (più o meno) per precisare un po’ in che modo (cioè su quali basi - psicologiche o sociologiche o storiche o quelle che tu ritenga più pertinenti, però almeno una!!!) l’applicazione concreta dei principi anarchici sia apportatrice di tutta questa positività nella vita sociale

Ti ringrazio anche per le “occasioni”, ma credevo che stessimo qui, e già mooolto tempo prima del tuo arrivo, proprio per darci la possibilità di discutere insieme, non per essere grati a te di avercene dato la gentile opportunità.

Flo, come dici sono entrato piuttosto tardi (“Sempre troppo presto!”, diranno uno o due... ) in questa discussione, ma so benissimo (come lo sai tu ) che - ben prima del mio avvento - precisazioni sulla tua “via” all’anarchia già ti erano state richieste diverse volte da altri utenti. Quindi, poiché è chiaro ad entrambi che non stavo sottintendendo quello che tu mi imputi, per favore basta con queste schermaglie fuori luogo e, direi, fuori tempo: siamo oltre questa fase, vediamo di restarci.


Citazione:
Piuttosto, anche per te sarebbe ormai giunto il momento di cogliere l’occasione per dimostrare la “naturalezza” del potere e delo stato, al di là di assunti teorici non dimostrati se non in base ad un’analisi “storica” delle strutture sociali carente in fatto di conseguenze sulle società civili; analisi, per altro, che estendono un limitato periodo di tempo della storia umana alla sua totalità.

Se il “limitato periodo di tempo” cui ti riferisci è quello dell’esistenza degli stati moderni, ti chiarisco che le mie affermazioni non hanno un valore limitato a questo ambito specifico, e il potere (nelle sue infinite coniugazioni, assolutamente non tutte aberranti) accompagna da sempre la socialità umana. Se intendi altro, allora non mi è chiaro il senso. Quanto alla “carenza” della mia analisi relativamente alle “conseguenze sulle società civili”, sarebbe il caso, oltre di affermarla, anche di argomentarla. Merci.


Citazione:
Comunque, cerco di schematizzare, sperando di farmi capire.

Base psicologica - Risulta evidente che in un contesto a-statale, in assenza, cioè, di un apparato centrale che per amministrare efficacemente ha necessità di conformare l’esistenza degli individui, gli stessi abbiano maggiori possibilità di strutturare le loro vite secondo tempi e modi del tutto indipendenti dai trend richiesti dalla necessaria omologazione statalista. Unitamente alla libertà VOLONTARIA di associarsi, che in quel senso risulta priva dei vincoli burocratici e dalle norme monopolistiche dello stato, l’individuo è più agevolato nell’interazione con i suoi simili; né vi è obbligato, da motivazioni di tipo sussistenziale, a ricorrervi.

In realtà, mentre la burocrazia e la normatività asfissianti sono senza dubbio peculiarità delle forme statuali moderne e più che mai di quelle contemporanee (anche per disponibilità dei mezzi tecnici che le consentono), la questione dell’omologazione degli individui non si limita certamente all’organizzazione statale ma è caratteristica propria anche di comunità molto più piccole e risponde, come mi è già capitato di dire, ad esigenze di funzionalità del gruppo. Gli individui per sentirsi parte di un insieme hanno bisogno di percepirne gli altri membri come propri simili; sarebbe magari forse più “giusto” (o forse solo più “politically correct”?) se questa esigenza potesse venire soddisfatta dalla semplice constatazione di appartenenza alla stessa specie, ma così non è. A quanto pare l’essere umano per effettuare questo specchiamento di sé stesso negli altri ha bisogno di agganciarsi anche ad elementi se vogliamo esteriori e superficiali, di cui fanno parte sicuramente perlomeno l’aspetto e il comportamento conforme a certe regole. È per questo che pretendere invece di affermare una totale libertà dell’individuo ad esprimersi come meglio crede purché non leda la medesima libertà degli altri a fare lo stesso, e contemporaneamente aspettarsi poi che gli individui che adottano questa strategia si sentano e compongano un gruppo affiatato ed efficiente è una ambizione destinata all’eterna frustrazione. Non funziona (non funzioniamo) così.


Citazione:
Dal punto di visto psicologico, i risultati di un’opera o di un lavoro, individuale o di gruppo, che traggono origine dalla personale autonomia decisionale, e non sottoposti a sistemi di gestione che implicano forme di gerarchia imposta (quindi di esercizio del potere), sono esperienze che non possono che accresce la “stima di sé”; considerando, tra l’altro, che solo una libertà DA schemi statici ed indotti può favorire l’espressione del potenziale umano.

Plausibile, ma con dei distinguo.

La vita sociale NON È (e non può essere) inquadrata semplicemente come un “laboratorio di creatività e libera espressione”; nel senso che, sebbene possiamo tranquillamente concordare che da questo punto di vista la nostra situazione attuale sia tra le peggiori possibili (ma per motivi legati assai più al modello di sviluppo adottato - e scala di valori al seguito - che per il famigeratissimo discorso del “potere”), anche in condizioni più umane il vivere in gruppo impone intrinsecamente un gran numero di concrete problematiche e limitazioni reciproche che tu mi pari decisamente ignorare quando lo dipingi.
Il “potenziale umano” che citi, oltre a prevedere senz’altro intelligenza, creatività, disponibilità, altruismo, ecc., contempla (in misura almeno pari ma forse anche maggiore) anche tutte le caratteristiche di segno opposto (stupidità, intolleranza, egoismo, aggressività, ecc. ) persino nella più paradisiaca delle situazioni (ovvero, dal tuo punto di vista, in assenza di ogni “potere”), e questo dato non può essere tralasciato: la “negatività” nelle dinamiche sociali assolutamente non può essere imputata solo alla presenza di strutture di potere, e anzi queste, a seconda delle qualità dei suoi componenti, possono costituirne un fattore di contenimento sostanziale. Come, per fare un esempio ben comprensibile in questo ambito, dei moderatori in gamba possono favorire il buon andamento delle discussioni contrastando gli eccessi degli utenti. Insomma, non sta scritto da nessuna parte che un gruppo sociale privo di gerarchia al suo interno funzioni automaticamente meglio dei gruppi in cui la gerarchia è presente, e rimane il dato di fatto che i gruppi del secondo tipo costituiscono, da sempre e ovunque, la norma praticamente assoluta; un “perché” relativo alla natura umana ci sarà pure, direi.


Citazione:
Base sociologica – Se ti riferisci al termine “sociologia” che indica lo studio delle strutture, dei processi e delle regole sociali, il motivo per cui la struttura statalista è NOCIVA al genere umano, mi pare di averlo spiegato (se ricomincio, mi si accusa di soffermarmi su questo per evitare di rispondere, quindi sorvolo).

Approvo e sottoscrivo il sorvolo.


Citazione:
Per quanto riguarda l’Anarchia, non so se parlare di “strutture” sociali è corretto, o almeno non nei termini convenzionali, dal momento che si tratta più di una forma di organizzazione sociale, abbastanza fluida da consentire gli scambi tra gli individui a tutti i livelli. Sostanzialmente, l’idea anarchica di società si basa su una serie di rapporti tra comunità, più facilmente auto-gestibili quanto più ridotto è il numero dei componenti. Con “ridotto” indico qualcosa di completamente diverso dai grandi numeri che giustificano l’esistenza di un’autorità centrale. Tali comunità, se lo vogliono, possono formare delle confederazioni interagenti tra loro. La gestione della vita sociale è affidato alla pratica della “democrazia diretta”.

Ok. Di questo pezzo mi sembra innanzitutto opportuno evidenziare la parte che ho messo in neretto, che mi sembra da parte tua un riconoscimento (involontario?) di come comunità al di sopra di certe dimensioni non si prestino alla formula anarchica, l’applicazione della quale ritieni aumenti la sua efficienza “quanto più ridotto è il numero dei componenti”. E trovo in effetti logico che una teoria che mette al suo centro la prevalenza (se non l’esistenza esclusiva) della dimensione individuale funzioni tanto meglio quanto meno ci si distacchi da tale livello.


Citazione:
Base storica - hai bisogno che ti si descriva il disastro a cui ha condotto la gestione gerarchica delle società umane, per capire su che base storica si fonde l’esigenza dell’Anarchia?

Veramente si, sarebbe opportuno . Perché finché mi parli di forma statuale moderna posso abbastanza agevolmente farti ampie concessioni sul tema “disastri”; se invece zitta zitta lella lella () pensi di estendere la cosa a qualunque “gestione gerarchica delle società umane” (cioè praticamente a tutta la storia - e geografia - nota), non posso proprio esimermi (con immenso rammarico per l’imperdonabile indelicatezza ) dal chiederti di spendere qualche parola in più per il sostegno della tua tesi.


Citazione:
Se sono stata riduttiva non è colpa mia, l’argomento è talmente vasto da richiedere pagine e pagine di interventi: quindi, accomodatevi.

Flo, non saremo certamente né tu né io ad esaurire la questione. Ma apprezzo - sinceramente - il tuo sforzo attuale , perché diversamente è davvero troppo facile mantenersi soltanto nella posizione di Criticon Thinker (ruolo peraltro assai diffuso anche tra gli appassionati di calcio e nella clientela dei saloni di bellezza ).


Citazione:
Non sono affatto circondata da esseri “superiori”, prealbe. Mi faccio il mazzo tanto ogni giorno pur di contribuire a tessere relazioni umani basate sulla fiducia e sulla collaborazione, o per scardinare consuetudini assunte quasi inconsapevolmente, semplicemente perché “si fa così”, o perché condizionate dalla “pervasività” del “potere”, di cui lo stato è solo un espressione.
Ma questo non implica che, forse come per te, spinta da puerili tentativi di difendermi io arrivi a vedere negli esseri umani solo gli aspetti negativi. Anzi, “autosuperamento” forse è anche liberarsi da questa visione miope.

Flo, io negli esseri umani non vedo solo gli aspetti negativi; so anzi perfettamente che le loro azioni possono prendere sia una piega sommamente negativa che estremamente positiva a seconda di chi le compie... compreso l’esercizio del potere. È l’uomo che fa sempre la differenza, non lo strumento che adopera.


Citazione:
A livello di “effetti concreti”, ritengo più nefaste le certezze di un accanito assertore del potere e dello stato.

Comunque io ti devo ringraziare, perché più cerco di illustrarti gli aspetti positivi dell’Anarchia, più mi convinco della sua necessità.

Anche io continuo ad andare abbastanza d’accordo con me stesso.

Grazie di nuovo dello sforzo, Flo.


Prealbe

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=52&topic_id=1146&post_id=113241