Re: Anarchia

Inviato da  prealbe il 27/2/2008 1:07:11
Sick-boy
Citazione:
Prealbe

vista la tua, chiamiamola, apertura, ti dico una cosa seriamente: sbagli approccio nella critica all'anarchia. Davvero. Se la vuoi criticare non puoi dire che "è irrealizzabile" perchè, anche se fosse realizzabile, non lo potrebbe mai essere con la forza. Ovvero la non realizzabilità (vero fino a prova contraria, ma in parte) non è un pericolo come nel caso del comunismo (dove intanto si prova imponendo a tutti, poi si vede); non è lì che, se volessi eventualmente criticare, devi puntare il dito.

Guarda, Sick, l’anarchia come modello sociale non mi preoccupa affatto, nel senso che do per certo che non si affermerà né ora né mai (e dunque non c’è nessun motivo per impensierirsi). Se sto qui a discutere non è per preoccupazione del “pericolo anarchico”; semplicemente mi interessa in generale il discorso dell’organizzazione sociale e il contesto di LC è piuttosto affollato di anarchici, dunque l’anarchia è un argomento in cui si inciampa spesso. Ma se mi trovassi in un altro contesto, contraddirei comunque le idee che ritenessi scarsamente fondate. D’altra parte qui anche l’anarchismo ha coniugazioni diverse a seconda del filone cui aderisce chi ne parla, e con gli uni e con gli altri mi è capitato di discutere.

Citazione:
Inoltre (per quanto questo sia molto molto più utopico) una sorta di stato con adesione strettamente volontaria e possibilità di recedere sarebbe già una forma di anarchia (a meno che la scelta non sia ridotta a quale stato aderire...meglio che niente comunque). Quest'ultima cosa è per rispondere alle tue obiezioni sulla tendenza umana a costituire forme statali: magari è pure vero (magari invece sono imposte dall'alto) ma ti sembra giusto imprle a tutte? Il discorso è di principio, ma cosa c'è di male?

Approfitto dell’occasione per uno scoop inedito: recenti e accurati studi filologici sugli scritti dell’utente Prealbe uniti ad un ardito esperimento di lettura diretta del pensiero del medesimo (effettuata da un abile medium a lui molto vicino) hanno dimostrato incontrovertibilmente che il Prealbe non è affatto un fanatico dello statalismo; semplicemente ritiene che la strutturazione gerarchica (senza evocazione automatica e obbligatoria di regimi particolarmente dispotici e disumani, grazie) dei contesti sociali sia cosa perfettamente naturale quindi funzionale quindi nell’interesse stesso dei membri del gruppo. Come qualunque cosa agita da esseri umani può essere soggetta a distorsioni e usi impropri (e il problema vero è come evitarlo), ma rimane l’unica strada praticabile, essendo l’uomo fatto come è fatto (il che non vuole dire che sia fatto male). Buttare nel cesso il tutto in quanto a qualche neurone di qualcuno appare che in linea di principio la cosa possa non essere giusta... beh, non me ne si voglia male, ma fra le pensate astratte di qualcuno e la pratica di qualche millennio (segno di una qualche probabile aderenza con la natura dell’uomo), io opto decisamente per la seconda.
W la pratica. Abbasso le chiacchiere.

Ci sarebbe anche altro da aggiungere per risponderti compiutamente, ma adesso ho sonno. Domani vedo di farlo.

Buonanotte.


Prealbe

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