Re: Anarchia

Inviato da  carloooooo il 18/2/2008 18:25:41
Florizel, se la metti sul piano del "superamento di se stessi", allora siamo perfettamente d'accordo, ma si sfora nel metafisico, a mio parere. Da questo punto di vista uno dei grandi meriti dell'anarchismo "austriaco", sulle cui costruzioni teoriche si può essere d'accordo o meno, è quello di tentare di definire una società libertaria sulla base dell'uomo così come è, senza tirare in ballo nuove consapevolezze tutt'ora inesistenti.

Riguardo ai rapporti sociali lungo il corso della storia, non nego certo che si siano configurati anche in modo paritario, "orizzontale". Ma lo sviluppo di rapporti sociali di tipo orizzontale si è sempre inserito in un contesto di dominio "verticale" di alcuni gruppi su altri. Il potere (ossia la verticalità dei rapporti sociali) è un fatto della storia, col quale, volenti o nolenti, dobbiamo confrontarci. Ed è un fatto che non riguarda solamente l'era contemporanea. La mera esistenza del potere mostra come quella che tu chiami "risposta ai differenti meccanismi del potere", se mai esista, sia stata costantemente destinata a soccombere. Perché?

Riguardo a Proudhon, guarda che non vale rispondere ad una mia critica nei confronti di una affermazione ripetendo con parole diverse la stessa affermazione!

Se tutti partono con "gli stessi mezzi di produzione" (ad esempio la zappa), ma non vige alcuna "uguaglianza del benessere" (chi è più bravo o più resistente zappa meglio o più a lungo e raccoglie di più), che cosa assicura il mantenimento degli stessi mezzi di produzione? (il contadino che ha raccolto di più guadagna di più e con quei soldi si compra carro e buoi, cioè arriva a possedere legittimamente nuovi e più efficienti mezzi di produzione, aumentando il raccolto dell'anno successivo)

Carlo

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