Re: Anarchia

Inviato da  florizel il 18/2/2008 16:19:26
Carlo, ovviamente ogni affermazione del tuo post (e di quello di sick-boy) meriterebbe pagine e pagine di approfondimento, ma comunque provo a rispondere sinteticamente.

Citazione:
sostengo questo proprio perché il “sistema” NON è un'entità a sé stante ma, appunto, pervasiva.


L’ho capito, ma all’interno del sistema ci sono anche coloro che lo rifuggono o lo contestano, o no?
La “risposta” è già nella struttura statuale. Così come la risposta ai differenti meccanismi del potere, inclusi quelli costitutivi della specie, è già nell’individuo. Lo stato è solo una delle espressioni del Potere, e siamo d’accordo. Infatti è’ per questo che molti post addietro affermavo che l’anarchia rappresenta innanzitutto una spinta all’autosuperamento.

Citazione:
L'istituzione statale è una configurazione storicamente determinata di potere esercitato da un gruppo dominante, e sia la sua nascita che la sua evoluzione seguono l'evolversi dei rapporti gerarchici a livello sociale


E aridaglie, Carlo: siamo sicuri che è così? Siamo proprio sicuri sicuri che ovunque e in ogni tempo l’evoluzione dei rapporti sociali (ai quali comunque sottendono quelli umani) abbia obbedito a criteri di tipo gerarchico? A parte ricordare che l’era contemporanea non è che uno sputo, rispetto alla storia dell’umanità (quella passata e quella futura…se ce ne sarà una, sigh!), a parte questo, ma siamo sicuri che la nostra stessa conoscenza non sia influenzata dalla propaganda del potere? Quella che a me viene spontaneo definire “storiografia sistemica”? (termine che fa sorridere molti, Redazzucco in testa).

E se anche “Lo Stato non è dunque una entità a sé stante, ma la viva espressione di un dominio di gruppi”, dove sta scritto che tale situazione non possa essere ribaltata, date le premesse di cui sopra?


Citazione:
Il vero obiettivo di una pratica realmente libertaria sarebbe secondo me quello di tentare di capire che cosa inneschi il meccanismo del potere che sembra contraddistinguere la storia umana fin dall'alba dei tempi, e non di operare contro una delle sue cristallizzazioni (la più visibile) nella vana speranza che, mandata una volta questa in frantumi, non se ne riproponga un'altra.


Lo scrivevo nella risposta a Lone: finchè ci limitiamo a rispondere politicamente, senza indagare la “specie umana”, saremo speculari al potere. Ora, il campo delle ipotesi e delle riflessioni circa COSA inneschi il meccanismo di potere negli individui, è aperto. Senza dimenticare che questa presunta tendenza è sempre accompagnata da manifestazioni di natura opposta, di cui sempre meno siamo messi a conoscenza e che gradualmente tendono a diminuire mano a mano che si cede alla prima. In questo, Clausnegheha ragione: affermare la possibilità di una vita diversa da questa, è una necessità.

Citazione:
come è possibile “mantenere l'eguaglianza nei mezzi di produzione” nel momento in cui, dato che non deve vigere alcuna “uguaglianza del benessere”, il lavoratore ha tutto il diritto di accumulare e reinvestire?


E’ perfettamente coerente, invece. Se si parte dall’uguaglianza dei mezzi, sarà naturale che ogni conquista soggettiva sarà il prodotto dell’impegno individuale.
D’altra parte, se si elimina il diritto al possesso si afferma coercizione. Per come interpreto io “eguaglianza nei mezzi di produzione”, significherebbe darsi quelle regole che impediscono il monopolio da parte di uno o pochi su molti.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=52&topic_id=1146&post_id=112032