Re: La morte

Inviato da  florizel il 4/8/2006 14:02:20
fiammiferoCitazione:
Da quando l'uomo vive in comunità,da quella arcaica alla moderna,seguendo delle regole,leggi,usi costumi e quant'altro non è mai stato artefice della propria vita,ha dipeso sempre dagli altri,dalla comunità

Scusa,Fiamma, ma non puoi mettere sullo stesso livello dimensioni di vita tanto diverse tra loro.
Una cosa erano le comunità che tu definisci "arcaiche", in cui la dipendenza dalla comunità era in realtà un'interdipendenza,ed implicava un rapporto diretto dell'individuo con l'organizzazione della vita del singolo e della collettività.
Altra cosa è la società odierna, dove più nessuno sembra aver bisogno di nessun'altro, e sia la vita che la morte sono esperienze vissute in estrema solitudine, e per di più sotto il peso di un "progresso" programmato proprio allo scopo di approfondire l'isolamento gli uni dagli altri.
Questo è innegabile, e ben poco ha a che vedere con i panni lavati a mano o in lavatrice.
Citazione:
La morte non mi fà paura,anzi l'ho sempre vista come la fine di un ciclo senza un dopo se non hai figli,sono loro il tuo futuro,un pezzetto di eternità che si tramanda e quel po' che ci si affanna per rendere più agevole la ns.vita è per lasciarlo ai figli

Posso qui capire l'implicazione affettiva e,se vogliamo, biologica, circa il "futuro" che continua attraverso i nostri figli, ma mi chiedo se anche questa visione dell'esistenza strettamente "familiaristica" non sia un altro dei tanti modi per tenerci "isolati" dal resto degli individui,ed allo stesso tempo un "indottrinamento" della cultura "moderna",in cui la famiglia stessa diventa un riflesso della gerarchia sociale, con tutto quello che ne consegue.
Perchè, allora, nelle realtà socialmente "avanzate" la morte è sempre più un evento vissuto nell'ambito strettamente parentale?
E come mai, in alcune realtà tuttora esistenti, non "integrate" nella cultura del cosiddetto "progresso", la morte è un evento vissuto collettivamente?
Citazione:
Ma poi cosa significa allontanarci da noi stessi?

A mio avviso,significa allontanarsi dalla propria capacità di realizzare autonomamente la vita che si sceglie di vivere. Riuscirci,tendendo a farlo in ogni istante della propria vita,significa in qualche modo permettere a noi stessi che la morte possa riflettere il senso di pienezza ed integrità che abbiamo dato alla nostra esistenza.

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