Re: Anarchia

Inviato da  florizel il 18/2/2008 16:17:19
Lone
Citazione:
Io chiedo un esempio pratico di come dovrebbe essere una società anarchica e mi si ripropone la critica alla società attuale.


Lone, procediamo senza ansie di anticipazione, per favore, che questo forum sta già minando l’equilibrio psichico di qualcuno…

Mi rendo conto che susciterò le tue (e le altrui) ire se dico che l’intero forum è PIENO di indicazioni circa il come si strutturerebbe una comunità anarchica.

E’ riduttivo? Dipende. Se vai cercando i termini di una pianificazione sociale, temo ne troverai ben pochi. O se ne troverai, non corrisponderanno a quelli a cui siamo addomest…ehm…abituati.

La pianificazione dettagliata della strutturazione sociale, e l’adeguamento forzato delle esigenze umane ad esso, è funzionale solo ad un potere da mantenere.

Proprio perché l’anarchia non prevede l’esistenza di un potere che tutto determina e stabilisce, non credo possa concepire uno standard sociale statico. L’essenziale è stato detto: nessun monopolio da parte di una qualsiasi autorità sulla vita e sulle relazioni degli/fra gli individui, il rifiuto di ogni forma di coercizione e di gerarchia, l’agevolazione di processi che favoriscano la cooperazione e la collaborazione fra gli individui, tra cui il libero scambio.
D’altra parte, scusa, il richiamo alla critica di QUESTA società è inevitabile, non si può pensare ad una condizione di vita migliore senza valutare quello che di sbagliato c’è in questa.

Citazione:
La società attuale non è stata progettata... purtroppo si è sviluppata "motu proprio" in seguito alla evoluzione (sic!) dei rapporti umani.. dalla tribù, alla città, allo stato...


Quando dici “evoluzione” intendi l’inevitabilità del potere? Perché se lo ritieni inevitabile, allora credo che sia inutile anche solo ipotizzare di contrapporglisi, dal tuo punto di vista.
Allora, è inevitabile rassegnarsi all’estinzione della specie umana o al suo totale asservimento…

Il problema è che noi sappiamo rispondere solo POLITICAMENTE a questo tipo di questione, perché la politica ha dirottato dalla possibilità di indagare sugli elementi costitutivi degli individui nella loro totalità, creando la trappola dell’inevitabilità del potere come unica espressione sociale. Se è vero che il potere è inevitabile (ho detto “se”), non possiamo prescindere dal considerare che ad esso si accompagna SEMPRE anche il suo rifiuto. Sei d’accordo su questo?

E’ capace che riderai, in seguito a quanto sto per dire, ma mi esporrò volentieri al ridicolo, se questo serve a far capire su quali meccanismi si fonda, a mio avviso, il potere. OGNI potere.
Sono d’accordo con Paxtibi, nel considerare che il “potere” è una malattia mentale, e quando questa “governa” il mondo, l’effetto è devastante.
Lo stiamo vedendo.

Sono fermamente convinta che negli individui agiscono delle forze (e dei sentimenti) capaci di tendere verso una condizione di libertà e dignità che lo stato (come ogni forma di coercizione) di fatto, nega; considerare che esso sia destinato a dominare sulla vita di milioni di persone, significa rassegnarsi alla stupidità.
SE esiste una tendenza umana alla delega, essa è stata sapientemente sfruttata da gruppi di individui che sono le PRIME vittime di quella stupidità. Vittime felici di esserlo, naturalmente.

Tanto “felici” da ritenere necessaria una pianificazione per mantenere quel potere. A questo punto, l’automatismo del “motu proprio” va a farsi benedire.

Citazione:
tra le varie società solo quelle più adatte allo sviluppo (più prepotenti o più forti come preferite) si sono tramandate mentre le altre sono state relegate a semplici pagine di storia... o a piccoli paradisi isolati.


E cosa ti porta a considerare che “sviluppo”, o “forza”, o “prepotenza” preservino dal rischio di distruzione?

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