Re: l' angolo delle seghe mentali

Inviato da  Giano il 12/10/2015 11:07:46
Pippa mentale della Domenica.

Questa mattina, quasi pomeriggio, mi sono recato al market e questo è un post lungo e sconclusionato.

Ad inizio giornata pensavo che avrei passato il pomeriggio davanti alla tv per guardare il glorioso Cagliari calcio nell' anticipo Domenicale dell' infimo campionato di serie B, ma non è andata così. Dieci minuti di una specie di calcio confuso e improvvisato mi hanno allontanato dal divano e portato a fare la spesa con la speranza che la maggior parte delle persone potessero essere allo stadio o incollate allo schermo per incitare i propri beniamini: mi sbagliavo, il market era pieno di gente. Ma non tutto sarebbe andato per il peggio, stavo per assistere alle reazioni di un piccolo uomo inconsapevolmente alle prese con la teoria di genere (qualsiasi cosa sia), almeno credo.

Entro all' inferno, prendo ciò che mi occorre e mi metto in fila alla cassa. Dopo sette secondi sono già spazientito e ho già curiosato tra i dolciumi degli scaffaletti davanti alle casse, guardato che non mi fosse arrivato un messaggio sul telefono, controllato se fossi in possesso di monetine per venire abbastanza incontro alla sempre amabile cassiera e, per finire, ho cominciato ad osservare le persone attorno a me, quelli che non amano il Cagliari calcio.
Tra una coppia di vecchietti e una di ragazzini ecco che spunta da dietro lo scaffale delle tisane una dea attempata: intendiamoci, attempata forse all' anagrafe ma con ancora "lo slancio che fu". Una specie di Jessica Chastain di sessant' anni, semplice e bella, senza trucco e senza inganno, -ho sessant' anni e guarda come me li porto- sembra dire alle coetanee che si atteggiano da giovani.
Viene verso la mia stessa cassa e si mette in fila subito dopo di me. Non faccio in tempo ad abbassare lo sguardo verso l' anulare della sua mano sinistra (non è vero! ) che arriva un signore anziano, alto, di bell' aspetto con in braccio un marmocchio biondo che avrà avuto massimo tre anni e un mese.
"Abbiamo dimenticato l' acqua!" dice l' anziano rivolgendosi alla mia "visione".
"Stai con nonna" fa la donna al bambino, "va nonno a prendere l' acqua".
"Nooooo! voglio stare con nonno!" ribatte il marmocchio mentre prende a dimenarsi come come se in realtà volesse liberarsi dalle grinfie del nonno.
"Che idiota" pensavo tra me mentre fissavo il bambino, "scendi e vai dalla nonna, fesso, che ci fai col nonno a prendere l' acqua?"

Ma il mostriciattolo la sapeva più lunga di me e ha mantenuto saldo il suo proposito: niente da fare, sto in braccio al nonno, vai tu a prendere l' acqua -sembra pensare il despota in miniatura- e mentre il piccolo balordo lo pensa e cerca di dimostrarlo, la nonna rompe gli indugi e lo dice: "Va bene, vado io a prendere l' acqua", e parte.

Non appena la nonna del giorno sparisce dietro gli scaffali il mostriciattolo si rivolta al nonno, sembra indemoniato, non vuole più stare in braccio, il suo diabolico piano può finalmente essere messo in opera!
Convince in mezzo secondo il nonno a metterlo per terra, il vecchio non fa in tempo a sgranchirsi le braccia che il piccolo perfido teppista si è già tuffato sopra lo scaffale dei dolciumi, quello che sta davanti ad ogni cassa che si rispetti, quello scaffale che è l' incubo di tutte le madri e le nonne: le signore però dopo anni di esperienza sanno dire di no senza tanti rimorsi, ma il nonno no, lui non ha ancora l' abitudine di opporsi alle richieste dell' erede sanguisuga e il giovane criminale lo sa bene, è lì per questo e forzerà la mano.

Tocca, odora, avvicina tutto alla bocca, agita, finalmente sceglie: la vittima è un Kinder sorpresa, quel dolce "al cioccolato" a forma e dimensione di un uovo di gallina; lo spessore del guscio è simile a quello di un vero uovo, la composizione è per tre quarti quella pasta bianca che dovrebbe essere latte, il restante quarto è cioccolato contenente al massimo il 20% di cacao (oggettivamente una m....): dentro l' uovo, al posto di una vita biologica c'è una sorpresa inanimata, che può essere un po' di vita per la curiosità del piccolo demone o un piccolo gioco da ingoiare per andare all' aldilà, sempre a sorpresa.
Lo prende in mano, lo agita con vigore e si rivolge al nonno: "Uovo!". "Nonna non vuole, rimettilo a posto" dice il vecchio senza mostrare un briciolo di dignità e/o autorità. "UOVOO!!" urla delicatamente il nano, "OK!" risponde il nonno senza concedere ad Attila nemmeno la gloria di aver combattuto.
In tutto questo trambusto appare in lontananza una sventola ancheggiante che mi si fa incontro. Si avvicina e...diamine!, è la nonna di Uovo che fa ritorno: in pochi minuti ha cambiato look, ha legato i capelli e calato sul viso gli occhiali da sole, ha tolto la giacchetta e si avvicina con passo sinuoso a causa del peso dell' acqua che trasporta; non dimostra più di quarant' anni! Ne avrà cinquanta?

Nel mentre siamo ancora bloccati alla cassa, sempre davanti ai dolci.
Il nano maledetto dissimula, fa finta di non avere un pericolosissimo ovetto tra le mani, non osa sfidare la nonna più sexy del Campidano. Ma in breve ci ripensa, prima le mostra il corpo del reato e poi la sfida apertamente: "Uovo" sussurra a mezza bocca mentre le mostra il suo tessoro con il braccio disteso per metà e pronto a ritrarsi.
Il silenzio cala alla cassa 3.
La cougar non si scompone e passa al contrattacco: "Ma quello è un uovo per femminuccia!" e guarda il piccolo mostro con faccia supponente...
"Uovo!" fa il nano noncurante, "mio!".
Il nonno azzarda un "non importa.." ma subito viene murato dalla donna.
"È da femminuccia, lo vedi che è rosa, rimettilo a posto". Ed in effetti guardando il bottino del nano ha ragione la supernonna, la parte di stagnola che dovrebbe essere bianca è rosa.
Ma il piccolo di scimmia non lo freghi con queste baggianate, ha la preda tra le mani, non la molla, non gli importa del colore, guarda la nonna, sorride e dichiara: "Rosa! Rosa! Rosa!" Agita l' uovo e ride, ride e agita l' uovo, se è tutta qua la contestazione della nonna la vittoria è già in pugno.
"Ma dentro c'è una sorpresa per femminucce!"

Ta-dá!

E adesso che farà il nano? ho pensato. Vedrò la teoria di genere (qualsiasi cosa sia) in azione?
Il bambino non si curerà del fatto che la sorpresa dentro l' uovo potrebbe essere un gioco da bimbe?
Ha appena mostrato di non curarsi di possedere un oggetto da bambina, si adatterà anche a giocare come una bambina usando un gioco da femminuccia?
No.

La nonna pur perdendo vince, appena il bassotto macrocefalo apprende che potrebbe ritrovarsi tra le mani un gioco da femminuccia si blocca, stende il braccio come neanche l' ispettore Gadget saprebbe fare e punta la nonna:"maschietto, maschietto, maschietto!"

È fatta: è il mio turno alla cassa, il nonno ha scansato di trasportare l' acqua, il bambino ha avuto il suo dolce (celeste), la nonna ha fatto la sua sfilata e la teoria di genere (qualsiasi cosa sia) non è ancora abbastanza avanti e non ha retto all' urto di un esemplare di piccolo uomo addestrato in casa.
Basta una nonna per sconfiggere Satana.

Il Cagliari ha vinto.



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