Re: ISHMAEL: pensieri, dubbi, domande, critiche.

Inviato da  Red_Knight il 24/10/2011 5:58:58
@Dr_Jackal

Scusa se insisto, forse sono io che valuto male le conseguenze dell'analisi di Quinn (che condivido) ma proprio non concordo con te.

A mio modesto parere, è un errore considerare il pianeta Terra come un unico ecosistema. A parte l'atmosfera, il cui inquinamento si può ridurre (ovviamente stiamo parlando di pura teoria) anche a parità di produzione agricola e industriale, non ci sono variabili ambientali globalmente condivise. Facendo un esempio estremo, se in Asia diventassero 200 miliardi arrivando a mangiarsi fra di loro con un impatto ambientale da apocalisse, questo rimarrebbe comunque confinato al massimo all'Eurafrasia. Anche andando più nel piccolo, fra l'altro, l'impatto ambientale dell'agricoltura è prevalentemente locale ovunque (e anche quello dell'industria, tolta l'anidride carbonica).

Si potrebbero sfamare 20 miliardi di persone con un impatto ambientale complessivo minore di quello subito attualmente per sfamarne 7. Il disboscamento è praticato per questioni economiche più o meno bieche, ma nulla vieterebbe di coltivare immense pianure erbose senza sfrattare una sola specie né disidratare un territorio.

La controindicazione che tu paventi è "sì ma poi aumentiamo di numero e siamo daccapo". Ma questo è un problema solo perché aumenta l'impatto ambientale, non di per sé. La correlazione c'è ed è lineare, ma non perfettamente: abbiamo già preso in considerazione il caso dell'Europa. Tornando al discorso che stavamo facendo prima, se ipoteticamente si riuscisse ad abbassare il livello di devastazione lasciando inalterata la produzione, si potrebbe crescere di numero finché non si riesce ad alzare lo standard di vita necessario ad iniziare a decrescere spontaneamente prima di far precipitare la situazione, senza rinunciare ad una sola vigna.

Se - dico se - il mio ragionamento è valido, meglio sperare nella tecnologia e nella migliore organizzazione. Concordo con Spiderman riguardo l'orrore del lasciar morire intere popolazioni di proposito (succede già in molti posti, ma appunto mi fa abbastanza schifo). E adottando per un istante un po' di cinismo, non ci ridurremmo comunque una volta arrivati all'esaurimento delle risorse? Mica i campi di grano sparirebbero da un giorno all'altro.

Infine, non è pensabile nemmeno a livello teorico "moderare" l'agricoltura senza ricorrere allo stalinismo (che molto probabilmente fallirebbe comunque). Di nuovo, preferirei l'estinzione.

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