Re: 2011 ancora marketing sull' influenza A?

Inviato da  benitoche il 9/2/2011 7:11:11
Premessa

Carissima Vermilingua,
ti ringrazio per la sollecita segnalazione del tuo very glamour hair stylist: quel satanico coiffeur di fiducia
che tanto ti aiuta nei momenti di depressione. Ma ora è tutto passato. Il cattivo umore che ho manifestato in
questi giorni è in gran parte dovuto alla minaccia di quel minus habens di Faucidaschiaffi: bramerebbe
escludermi dall’esame per il patentino di giornalista del malaffare planetario. Quel povero diavolo, pur
appartenendo alla tua malèfica tribú specializzata in media deviati, brama solo la finanza speculativa.
Di piú, è convinto d’essere sprecato qui al Daily Horror e non si stanca mai di scaricare su di me la sua
frustrazione… per non aver fatto carriera.
E specialmente dopo il netto rifiuto della direzione (di cui fai parte) di aumentargli lo stipendio, è continuamente
preso dalla nostalgia canaglia di quando con i financial pitbull del Master Truffator impestava
le borse valori di quel grumetto terràcqueo con gli allegri tsunami finanziari di fine/inizio millennio dovuti
alle mille bolle blu speculative di volta in volta escogitate da loro… a tavolino.
Ora, tutti i santi giorni mi prendeva in disparte e (dopo la solita trita e ritrita minaccia), al suo quindicesimo/
sedicesimo bloody mary purpúreo, mi teneva bloccato lí (sic!) ad ascoltare come, per ringalluzzire la
sua caviuccia umana, le aveva suggerito di utilizzare un’innovazione appena appena sponsorizzata dai nostri
diabolici laboratori di ricerca e sviluppo: per una migliore remunerazione in Borsa della sua azienda farmaceutica.
Ti riporto le sue parole dall’inesauribile moleskine astrale:
Faucidaschiaffi: «Dovevi gustarti il tipo, Giunior Dabliu. Come era terribilmente abbacchiato! Non riusciva
a venire fuori dalla contraddizione tra l’esigenza di guarire (dei suoi fratelli umani) e l’interesse (suo proprio)
di commercializzare i suoi farmaci e le sue preparazioni medicamentose».
E poi continuava rabbioso, spesso impuntandosi come un juke box impazzito, a ripetere: «Lo amareggiava
la contraddizione ínsita in un’attività, la sua, che da una parte vorrebbe il bene dei pazienti (che gli si affidavano
perché debellasse le loro malattie) e dall’altra vuole il bene della sua fabbrichetta di medicinali che
(per prosperare) ha bisogno di molti malati, meglio se cronici, e pochi sani».
E non si sentiva bene finché, roco, non ribadiva ancora (e ancora…): «Inoltre era afflittissimo dal
pensiero di dover scegliere se avvantaggiare le nostre leccorníe, bellamente addormentate nel sottobosco
del Sistema Sanitario Nazionale, con rimedi a basso costo, alla portata di tutte le tasche, o se piuttosto
penalizzare la sua imprenditoriale inclinazione verso un’altissima remunerazione dei farmaci prodotti».
E mentre ascoltavo quel disco rotto di Faucidaschiaffi ripassare nostalgico i bei tempi andati e le banalità
di una ingrifata finanza speculativa bancocentrica, per la millesima volta mi toccava anche prendere appunti,
fingendo un’entusiastica partecipazione alla devastante storia di questa animuccia quèrula alle prese con un
classico conflitto di interessi a base monetaria: tra i piú ordinari e scontati da gestire... anche per un pestífero
diavoletto dell’asilo-nido sub-sensibile alle prime armi.
Vermilingua, non immaginerai mai quali e quanti sbadigli ho ingoiato per non irritarlo e quanti e quali
pensieri auto-eccitanti (slap) ho dovuto inoltre inventarmi per non essere tradito dal fenomeno inoccultabile,
per eccesso di noia, del mio superbo palco di corna... desolatamente pèndulo.
Velenosi pensieri: circa le gustosissime devastazioni programmabili sul paludoso fronte terrestre con le
voluttuose velleità di dominio che si possono nascondere dietro l’illusione dello schermo soccorrevole e
scintillante della salute pubblica – sempre grazie al corrosivo intreccio unitario delle tre aree sociali (cultura,
diritto, economia): un èsito perverso e inevitabile dello Stato moderno. Tiè!
«Vedi Giunior Dabliu – ha continuato un imperterrito Faucidaschiaffi – quel bocconcino emotivo era
atrocemente prostrato dalla commistione di tutti questi conflitti di interessi contrapposti. E la sua mente aveva
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raggiunto quella speciale paralisi pensante, quel blocco che cosí tanto favorisce noi Bramosi pastori circa
la possibilità di un accesso indiscriminato alla loro animuccia indifesa».
Arrivati a questo punto (sic!) se non interloquivo almeno con un “E allora?”, ricominciava. Per cui alla
duemillesima monotona ripetizione ormai rispondevo in automatico, anche pensando ad altro.
«L’idea geniale, Giunior Dabliu, m’è venuta in mente mentre costui leggeva un quotidiano in cui si registrava
l’ormai naturale scomparsa definitiva di tubercolosi, pertosse e morbillo e si stava chiedendo perché
capitasse proprio a lui e al suo settore merceologico una siffatta sfortuna».
Qui il tuo tribale parente, Vermilingua, mi rifissava come a chiedere un commento: “E allora?”.
«E allora suggerii di debellare definitivamente quelle malattie infettive, ormai evolutivamente a fine corsa
in Centro e in Occidente, facendo leva sulla acritica accettazione da parte sua (in quello stato di confusione
mentale) della piú classica cosmèsi sulle perfidissime pratiche del malaffare planetario: agire soltanto per il
bene di tutti! Che importa – gli suggerivo ossessionandolo – se per salvare milioni, che dico, miliardi di
potenziali malati ne dovevano perire qualche centinaia di migliaia: pochi sacrificabili per il bene di tutti e…
di tutte le tasche. Se infatti, indirettamente, ne fosse derivato pure un non piccolo business, tanto meglio».
E qui giú a pontificare sulle nuove frontiere dei vaccini che in quel momento (siamo agli inizi della
seconda metà del XX secolo dall’avvento del Nemico, tempo terrestre) si stavano golosamente aprendo
nell’area della salute pubblica. Scommettendo sulla speculazione finanziaria per ampliare e rafforzare un
ormai inceppato business delle industrie farmaceutiche, sconfitte piú dalla maggiore coscienziosità igienica
e alimentare delle popolazioni che dall’efficacia di propri preparati e cure mediche.
In sostanza, Vermilingua, è il solito mediocre approfittarsi della diversa modalità con cui noi e loro
osserviamo – in maniera polarmente opposta – il trascorrere del tempo: noi prima vediamo la pianta (il
risultato) e poi il seme (la causa), mentre loro temporalmente vedono prima il seme (la causa) e poi la pianta
(il risultato).
Sapendo (noi) in anticipo... quanto sarebbe diventata distruttiva dopo soli pochissimi decenni la malapianta
vaccinica, l’efficacia di quel suo suggerimento ingannatore era assolutamente scontato.
E piú raccontava il ritrovato entusiasmo di quel medico-farmacista agli inizi dell’era industriale, piú
(dopo la sua quattromillesima puntuale ripetizione) il mio umore da nero... virava al funereo.
Neppure la varia partecipazione alle feroci e tonificanti risse con quell’integralista scientifico di Ruttartiglio
nell’attrezzatissima palestra di Ringhiotenebroso… erano piú capaci di tirarmi su. Anche i due nostri excolleghi
del master in damnatio administration, come te, erano preoccupati. Il suggerimento migliore però è
arrivato da Ringhiotenebroso – come sempre... da dove meno me lo aspettavo – il quale mi ha súbito consigliato
una specie di judo mentale: «Non devi fuggire il problema, Giunior Dabliu. Se rifiuti di prestare attenzione
a Faucidaschiaffi non ne verrai mai fuori. Piuttosto concéntrati proprio su quanto ti racconta. Pensa
alla noia che provi e intensíficane tu gli effetti: piú e piú ancora, volitivamente, finché vedrai ti si aprirà un
modo ulteriore, non banale, di interpretarli. A onore e gloria della Furbonia University, naturalmente».
Ruttartiglio, invece, evidenziava che è solo colpa della mia ignoranza in merito al tema specifico: «Hai
una conoscenza superficiale, come il 99,5% del nostro futuro olocàusto! Per questo non cogli l’entusiasmante
potenzialità catastrofica di questa innovativa
bomba biologica».
Dev’essere stata la parola magica “catastrofica”
che mi ha fatto drizzare le orecchie e allentare la
presa con cui lo stavo negligentemente stritolando.
Cosí ho súbito cancellato l’idea di un
nuovo nodo marinaro al suo flessibile collo serpentino,
e l’ho invitato ad essere piú chiaro ed
esauriente.
«Sostanzialmente, Giunior Dabliu, il vaccino
è una micro-infezione. Ossia funziona secondo lo stesso
esatto principio per cui funziona l’omeopatia, e per evitare un
concorrente molesto e meno costoso, al piú presto – profetizzava ispirato
nel 1974 ad Alma Ata – la faremo mettere al bando dai nostri sgherri. Ciò che
ammala può curare, infatti, se dosato in quantità infinitesimali, se somministrato quando serve,
con il giusto ritmo di assunzione».
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Poi, massaggiandosi il lungo collo torchiato e dolorante con la zampa destra, ha aggiunto: «Per produrre
un vaccino ci si procura il germe di una malattia, un batterio tossico o un virus – che non è un essere
vivente come si farà credere, bensí una proteina di lipidi contenente porzioni di DNA. Ma qui viene il bello,
Giunior Dabliu. Se da una parte il virus deve essere attenuato, per uso umano – attraverso culture successive
di tessuti animali per ridurne la carica patogena – dall’altra lo si accoppia con un elemento, un ‘adiuvante’,
che gli mette il turbo e lo rende ancor piú potente».
«E cosí, per di piú, se ne possono produrre quantità maggiori a costi sensibilmente inferiori!» – ha proseguito
un rinfrancato Farfarello appena reduce, con Ciriatto, da un terapèutico tagliando presso i Sanguinari
anonimi di quei due geniacci di Freddiodi e Combinelli – con i quali era entrato in terapia perché non reggeva
piú (rammenti?) nemmeno un artiglio mignolo di bloody mary.
Ma come si era disintossicato, a forza di flebo ai fanghi palustri, da bravo agriturista terapèutico qual è...
ci aveva preso gusto: si era cosí iscritto a un gruppo che stava disintossicandosi dal sesso e contemporaneamente
ad un altro che invece voleva togliersi il vizio degli acquisti compulsivi.
Non tutto il male vien per nuocere, Vermilingua. Infatti le folli spese di Farfarello per i costumi da indossare
ad ogni Halloween e le trasferte per frequentare gli infernali sàbba in giro per il mondo, oltre a ridurlo
sul lastrico gli stavano rovinando il carattere.
Incuriosito gli ho chiesto come si preparasse un vaccino e questa è la sua risposta, registrata sul mio moleskine
astrale prontamente estratto, con rinnovato entusiasmo, dalle mie scaglie dorsali:
Farfarello: “Il vaccino trivalente (MMR), ad esempio, che viene associato a morbillo, parotite e rosolia,
viene preparato nell’embrione di un pulcino; il virus che serve per la micro-infezione della poliomielite
vien fatto navigare piú volte attraverso i reni della scimmia verde africana; mentre quello per la rosolia lo
si rende assiduo frequentatore di cellule diploidi umane».
Cellule diplo... che? Ti starai chiedendo anche tu, Vermilingua. E cosí alla mia risentita richiesta di spiegazioni
piú terra terra, con la zampa sinistra leggermente premuta sulla sua giugulare, si è dato un tono meno
saccente e didascàlico, ma era un poco risentito:
Farfarello: «Sarai anche molto furbo, Giunior Dabliu, ma resti sempre di un’ignoranza colossale. Dov’eri
mentre col ciclopico Frantumasquame frequentavamo quell’allegro e spensierato club di fieri vivisezionatori?
Sapresti che le cellule diploidi umane sono organi sezionati di feti abortiti».
Ruttartiglio: «In ogni caso, alcuni vaccini come quelli del tetano, della pertosse e della difterite vengono
realizzati con una tossina; altri come le micro-infezioni per il morbillo, parotite, rosolia e varicella, invece,
le si ottiene moltiplicando le proteine tossiche (ossia i virus) in culture a base di uova; ugualmente si procede
con il normale vaccino per l’influenza stagionale, quello che viene consigliato a vecchi e neonati dai
3 ai 30 mesi».
Ringhiotenebroso: «Davvero una cosa maligna, vaccinare anche neonati cosí giovani! Ma come è possibile
che siano cosí tonti? Eppure i loro medici ben sanno che l’uovo è un allergizzante e, per questo, nell’alimentazione
dei loro bambini, viene introdotto non prima del dodicesimo mese».
Ciriatto: «In realtà, le tecniche di preparazione dei vaccini sono top secret anche per quasi tutti i vari
Ministeri della Salute mondiali e, per una piú efficiente strategia di macello-marketing, la loro inoculazione
viene praticata a dispetto di ogni abituale, elementare e necessaria regola di sicurezza che viene raccomandata,
indistintamente, per tutti gli altri trattamenti medici».
La notizia mi ha cosí entusiasmato che l’umore è ritornato quello di sempre. Li ho salutati e sono scomparso
per un limitrofo corridoio astrale... che mi ha portato direttamente nel tenebroso antro della nostra Nera
Sibilla oracolare, cui ho chiesto una veloce predizione abusiva
sull’evoluzione tecnica dei vaccini.
Cosí ho saputo che quando non si tratti di linfomi (cellule
cancerose naturali) i vaccini virali moderni verranno preparati su
culture di cellule umane o animali cancerizzate artificialmente.
Perché cancerizzarle? Perché cosí si riproducono sempre, all’interno
dei corpi viventi. Sono rese praticamente immortali... per dare
una certa ‘stabilità’ al prodotto: ossia per impedire l’efficace risposta
del sistema immunitario. Poi, per accrescerne il rendimento, le si nutre –
cito dalle dispense on-line del master – con siero del sangue di vacca â
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(da cui “vaccino”, innocente nomignolo depistante per la nostra venèfica micro-infezione), anche se è impossibile
ottenere un prodotto puro: cosí l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) auspica pudicamente
una purezza al 90%.
Riassumendo, si inoculano sostanze cancerogene in grandi quantità ed anche alcuni ‘strumenti’ (su
scala cellulare) serviti alla manipolazione genetica che possono slatentizzare (ossia tornare a rendere
virulenti e attivi) virus già vinti. Persino quelli (sic!) vinti dalle passate immunizzazioni… negli avi del
soggetto in questione! Ma c’è di piú, Vermilingua: raddrizza le orecchie e ascolta.
Ringhiotenebroso: «Si possono addirittura ‘innescare’ in qualsiasi momento variazioni del patrimonio
genetico del vaccinato, oltre a virus latenti ancora sconosciuti: sostanzialmente stiamo trattando di vere e
proprie mine anti-uomo biologiche da posizionare sottocute».
Non è magnifico? Tutta questa materia tossica organica viene poi iniettata direttamente nella circolazione
sanguigna del micro-infettato! Si saltano a zampe pari tutti i naturali meccanismi di difesa immunitaria
e si possono cosí causare gustosissime alterazioni della struttura genetica del vaccinato, trasmissibili
ai suoi ignari discendenti: oltre a immunodeprimerlo invariabilmente.
Ferma Vermilingua. Riponi per un attimo l’arcaica schiacciuòla con cui stai arricciando la sulfúrea tua
chioma. Con immunodeprimerlo si dice solo che il sistema immunitario (ossia la naturale difesa della loro
corporeità dalle aggressioni esteriori) ne risulta paralizzato e fortemente indebolito, ma il bello è che cosí
fortemente indebolito... si trasmette ereditariamente alla futura prole. Tiè! Una modalità creativa (non
trovi, Vermilingua?) per ottenere un sempre piú cospicuo parco di malati cronici anche attraverso le
generazioni. Dalle profezie abusive della Nera Sibilla oracolare risulta che intorno al 1950 e al 1970 tt (=
tempo terrestre), milioni di persone saranno state infettate con i millantati piú che sicuri vaccini della
poliomielite (Sabin) e contaminati con il virus SV-40 (SV = Scimmia Virus; 40 = quarantesima proteina
tossica trovata dai ricercatori dall’inizio degli studi clinici): un fortissimo soppressore del sistema immunitario
umano, che è considerato addirittura un ‘innesco’ potente per il virus dell’HIV, ossia un proliferatore
e propagatore del virus dell’AIDS. E in piú alcuni ricercatori lo ritengono generatore del mesotelioma,
un piacevole cancro della pleura.
Per non parlare del corrispondente e parallelo aumento esponenziale, nelle generazioni successive, delle
allergie e dell’autismo infantile. Ecco, non sbagli Vermilingua a sentirmi entusiasta tra le righe di questa
e-mail: perché ho trovato negli archivi purpurei del Daily Horror ulteriori conferme alle tesi di Ruttartiglio
sull’indebolimento continuo e progressivo del loro sistema immunitario naturale.
Ruttartiglio: «Nell’attuale Stato guida dell’Estremo Occidente, autopsie eseguite per confrontare tra
loro lo stato delle ghiandole del timo – responsabili delle cellule immunitarie T protettive – ha verificato
che súbito dopo la pubertà cominciano ad atrofizzarsi, mentre il loro deterioramento è minimo... nei
Paesi in cui la vaccinazione (purtroppo per noi) è ancora poco praticata».
E l’anormalità delle ghiandole del Timo, Vermilingua, sai a cosa viene poi associata? Alle malattie autoimmuni
– in cui il sistema immunitario attacca quella stessa corporeità che invece dovrebbe difendere –
e cancerogene (cancri vari, leucemia, lupus erythematosus, artrite reumatica). Mentre il vaccino trivalente
(pertosse, difterite, tetano) viene dai piú ritenuto la causa prevalente (slap) per l’‘inspiegabile’ sindrome
di morte infantile improvvisa (SIDS). Ma senti adesso il lecca zoccoli:
Ciriatto: «E qui viene il bello Giunior Dabliu. Se da una parte il virus deve essere attenuato, per un
utilizzo umano compatibile, dall’altra lo si accoppia con un elemento che gli mette il turbo, un ‘adiuvante’
come mercurio e alluminio – ossia metalli pesanti – la cui documentata neurotossicità in quantitativi
anche minimi... viene scaltramente contrastata con strafottenza sui media deviati della mia tribú».
Farfarello: «Rovinerebbe il profilo del vaccino, infatti, se loro sapessero che... senza ‘adiuvanti’ la
micro-infezione non funziona! Mentre ci interessa moltissimo il fatto ormai scientificamente assodato che
con quei cosiddetti ‘adiuvanti’ si possano determinare irreversibili danni enzimatici nel ciclo della respirazione
cellulare e danni irreversibili al loro DNA, nucleare e mitocondriale».
Ciriatto: «E non dimentichiamoci che, messo al vaccino il turbo tossico degli ‘adiuvanti’, se ne possono
produrre quantità maggiori a costi inferiori! Un bel toccasana per il business».
Ma non era al business che pensavo: c’erano tutti gli elementi per un nero progettino che mettesse insieme
business, controllo sociale delle nascite e distruzione del loro sistema immunitario.
E proprio all’ossessione economica di Ciriatto sarebbe toccato il ruolo di audace parafulmine della pubblica
opinione: chi avesse avanzato obiezioni sull’esistenza del secondo e terzo obiettivo sarebbe stato zittito dal
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lapidario commento di un interlocutore a un tempo invidioso e convinto di saperla lunga: «Sono solo delinquenti
che pensano al business! Tutto il resto è fantasia di menti malate».
La Nera Sibilla oracolare abusiva, poi, mi confermava il problema di un piú difficoltoso controllo politico
delle masse per la crescente sovrappopolazione e per l’illusorio teorema dell’indiscriminato sfruttamento
delle risorse planetarie, e per il secondo obiettivo ho attivato dei laboratori infernali.
Legando ad un ormone naturale della fertilità – gonadotropina corionica umana = hCG, essenziale per
mantenere la gravidanza – un tossoide del tetano, avrebbero ottenuto di scatenare i linfociti delle donne
[trattate dai 15 ai 45 anni in vari Paesi (fra cui Messico, Nicaragua, Filippine)] contro l’ormone stesso: ingannando
il sistema immunitario.
Ecco l’alternativa al classico preservativo. Come quello meccanico è ideato per il singolo individuo, questo
vaccinale punta alla sterilità di intere generazioni... mira chirurgicamente al caos sociale.
Circa il terzo piú ambizioso e abbietto obiettivo, per il quale i membri del nostro Black Team si sono
complimentati e inorgogliti – ossia l’indebolimento del loro sistema immunitario affinché la corporeità indebolita
e resa fragile non potesse supportare nascita e sviluppo delle entità spirituali piú forti tra le milizie
del Nemico – ho provveduto direttamente, partendo dalla sperimentazione di un vaccino contro l’influenza
suina... già nel 1976, tt., secondo il viscido suggerimento di Ciriatto.
Iniziata l’area test su scala locale – nel Paese guida dell’Estremo occidente che Ringhiotenebroso ritiene
essere in assoluto (slap) il piú favorevolmente propenso all’uso indiscriminato delle tecniche eugenetiche
sulla propria popolazione ignara – la correlativa terrorizzante campagna pubblicitaria con l’entusiastico apporto
degli specialisti della Fanatic Fashion, tutt’ora visibile su infernet, non ha purtroppo dato i devastanti
risultati sperati: malauguratamente i danni collaterali, e soprattutto il pesantissimo rimborso di tali danni per
produttori e Governo, hanno interrotto la sperimentazione.
Ma dagli errori si impara! Cosí prima di fare una seconda sperimentazione, questa volta su scala planetaria,
grazie ai diabolici meccanismi dello Stato unitario onnipervasivo si dovrà solo aspettare, pazientemente,
la proclamazione urbi et orbi del loro Presidente democratico piú adatto ad assopire le coscienze di tutti. Lui
penserà súbito (giugno 2008) a decretare “intoccabili”, per legge, le società produttrici di queste duttilissime
bioarmi di distruzione di massa, a latere di un rivoluzionario
e innovativo piano sanitario nazionale...
a difesa delle fasce piú deboli, tiè!
E ha proprio ragione la prima regola del master:
«La gente è stupida e con la motivazione (e... la
paura) appropriata crederà a quasi tutto ciò che le
diremo». Nel frattempo il nostro mefítico Black
Team porterà avanti – perdona il semi-solido filino
di bava che cola dalle mie fàuci – l’eccitante idea
che prima dei vaccini bisogna... brevettare i relativi
virus. Doppio tiè!
Insomma Vermilingua, una velenosa collaborazione
questa, (con ricercatori, imprenditori, medici,
giornalisti, politici e governati... registrati tutti sul
nostro libro paga animico) talmente efficace e pestífera
che profetizzo ci verrà persino sponsorizzata
dai Magnifici Quattro Apocalittici. Triplo tiè!
E allora là sul paludoso fronte terrestre – ormai in
vista (slap) di un nuovo secolo di disumana disperazione
e in bieca e feroce attesa dei suoi mortiferi
frutti – per il nostro antipastino animico verrà l’infausto
giorno in cui noi tutti Bramosi pastori stoneremo
in coro:
á «Obama, Obama nell’alto dei Cieli»
Il tuo macroinfettivissimo inviato speciale
Giunior Dabliu

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