Re: la cura per il cancro ....e se fosse vero?

Inviato da  vulcan il 18/5/2006 23:43:30
“L’uomo senza corpo… o quasi”; il polo umanistico della medicina scientifica

Qualora in funzione del post precedente qualcuno fosse intenzionato a classificarmi come un ortodosso meccanicistico stile Veronesi, a scopo di correzione della impressione è invitato a dare una letta veloce digitando sulla stringa di ricerca avanzata di L.C , “l’uomo malato”. ….
e rendersi conto di quanto in realtà le mie posizioni rispetto a Brasa e Asi siano vicine.

Avevo suggerito gia questa cosa a farvatus…con esito positivo.

...All’interno della medicina scientifica esiste un secondo polo cosiddetto “umanistico” che spinge i propri tentativi di conoscenza dell’essere umano verso confini più estremi ed in parte inesplorati dalla “tecnologia”… e a tal proposito ricordo che la nostra scienza è ancora in una fase molto precoce ed “infantile!”

L’essere vivente è inserito in una rete relazionale complessa comprendente tutti gli esseri biologici, e l’ambiente fisico circostante in cui essi sono immersi.
L’omeostasi interna dell’organismo umano secondo questo approccio metodologico è quindi da considerarsi la risultante di una interazione tra i propri meccanismi intrinseci ( biologico meccanicistici) geneticamente determinati , l’azione di fattori esterni e l’elaborazione cognitiva, tipica dell’essere umano identificabile in quel tessuto unico nel suo genere che è la cosiddetta neocortex, sede della intelligenza del linguaggio e della strutturazione integrata della sfera biologico-comportamentale-emozionale.

La genesi ed il decorso di molte malattie appaiono sottostare non solo ad una base esclusivamente biologico meccanicistica , ma anche scaturire come prodotto dello stile e della modalità di vita dell’essere umano all’interno dell’universo e come conseguenza della percezione che ha di se stesso.

Questo aspetto peculiare, è ulteriormente in grado di influenzare significativamente il substrato biologico genetico dell’uomo e della malattia stessa.

L’esistenza di un rapporto interattivo tra stimoli e aspetti psicosociali, il modo di essere dell’essere umano e le alterazioni emozionale e “cognitive” degli eventi di vita permette sicuramente di interpretare meglio molte patologie, non spiegabili esclusivamente su una base biologica, in uno spettro di tonalità come una tavolozza di colori graduati, dove “l’uomo senza testa” e “l’uomo senza corpo” si situano in due poli opposti ma complementari.

Emozioni, stress, malattia, elaborazioni della corteccia cerebrale sono elementi collegati tra loro da rapporti precisi, e su questi, nell’ambito di numerose discipline molti clinici hanno cercato di fare chiarezza. In particolare il tentativo è semplicemente quello secondo un orientamento “umanistico” di tentare una “integrazione “ tra dati strettamente biologico meccanicistici e comportamentali-emozionali dell’essere umano, dove la malattia anche intesa in senso strettamente meccanicistico acquisisca un significato più ampio , oserei dire “esistenziale”

Mutamenti funzionali, indotti dagli eventi di vita e dalla necessità di adattamento nel tentativo di raggiungimento dinamico di un equilibrio … (omeostasi) con influenzamento dei grandi sistemi biologici; sistema neurovegetativo, endocrino ed immunitario, possono sicuramente in taluni casi predisporre e favorire l’insorgenza di un disequilibrio scaturendo infine nella malattia strettamente somatica.

In questo senso, non sarebbero tanto gli eventi esistenziali in se a favorite la malattia quanto la modalità di vissuto di reazione e di adattamento agli stessi!

La malattia somatica può secondo questa metodologia di studio, esser non solo predisposta da condizioni fisiologiche alterate ( ma non ancora in fase di scompenso), ma essere indotta e scatenata e un ulteriore evento critico di tipo esistenziale che attraverso un meccanismo di cortocircuito passa dalla neocortex al soma , “percorrendo” i grandi sistemi biologici a partire dalla attivazione emozionale.

Non a caso in molti trattati di medicina generale ma anche di medicina psicosomatica si fa riferimento al fatto che molti eventi di vita possano favorire l’insorgenza di una malattia somatica. ( vedi l’infarto citato da Brasa)

Nella storia della medicina ufficiale, questo approccio si è sviluppato con relativo ritardo…e tra le ragioni di questo ritardo sono da sottolineare le difficoltà di standardizzare , quantificare, classificare da una parte gli eventi esistenziali stressogeni, dall’altra le modalità di reazione emozionale dell’essere umano.

Rimane il fatto che molti studi individuano spesso una quantità totale di cambiamenti esistenziali
( elaborazioni della neocortex) in una unità di tempo considerata, particolarmente significativa e precedente all’insorgenza di una malattia.

Questo polo preso in considerazione e che si muove comunque all’interno della medicina scientifica può giungere ad estremi limiti , fuoriuscendo infine dal comprensibile scientifico nel sostenere che la malattia somatica in realtà non esiste, rappresentando essa esclusivamente una manifestazione estrema dell’essere umano inteso esclusivamente come entità psichica. “l’uomo senza corpo”


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