Ilaria83 ha scritto:
Ciao a tutti, siccome mi sono appena iscritta ho praticamente letto le 11 pagine di topic in un pomeriggio e sono un poco fusa.. Ma o rispondo ora o non rispondo mai più.
Credo che ci sia un errore di fondo nella discussione.
Il problema non è stabilire se l'uomo è onnivoro, carnivoro, vegano, frugifero o "mangiaplastica", il punto è cercare di capire qual è l'alimentazione migliore per l'uomo.Se si dovesse scoprire che la frutta è il segreto della longevità e della salute, chi se ne frega se la dentatura dell'uomo è da onnivoro o se posso digerire 15 bistecche in un giorno. Stessa cosa dicasi della carne: se dovesse saltare fuori che fa vivere a lungo e in salute chi se ne frega che il nostro intestino in realta è lungo come quello di un erbivoro.
Credo che chi mangia la carne giustificandosi dicendo "L'uomo è onnivoro", cerchi in realtà una giustificazione ad una pratica che forse la propria coscienza non sa giustificare.
L'anatomia comparata mostra in maniera evidente che l'uomo possiede l'apparato digerente di un frugivoro, NON quello di un onnivoro.
Se non sentisse questa incoerenza di fondo, semplicemente risponderebbe: mangio carne perché fa bene. Poi però arrivano quei "rompiballe" dei vegetariani e dei vegani e pure i fruttariani come silver che invece, dimostrano nella pratica che si può vivere senza carne.
A questo punto nascono i problemi. Non si può sapere se TUTTI vivono meglio senza carne finché non si fanno studi su larga scala.
Esperienze come quelle di silver, però, dovrebbero far riflettere su quello che ci viene propinato come l'unica dieta possibile. Se lui vive bene e in salute da anni mangiando solo frutta, allora io mi interrogo: se lui ce la fa forse ce la posso fare anche io e forse tanti altri.
Io credo che siamo così convinti che la dieta bilanciata sia quella giusta solo perché è quella normale, con cui noi, la nostra famiglia e la nostra società occidentale è arrivata fino ad ora.
Vi faccio un esempio preso dal campo farmaceutico. Lessi un articolo che diceva che il cancro è il nuovo business delle industrie farmaceutiche. Ne consegue che tutte studiano nuovi farmaci antitumorali e cercano di immetterli nel commercio nel minor tempo possibile (che si tratta comunque di anni). Per accelerare i tempi prendono come parametro per stabilire se il farmaco ha una buona efficacia o no, il grado di regressione del tumore. Molti farmaci soddisfano tale parametro e quindi vengono approvati. Il problema è che spesso questa regressione del tumore non si accompagna ad una effettiva riduzione della mortalità. Ovvero se gli stessi farmaci venissero valutati in base alla loro capacità di allungare effettivamente la durata della vita, invece che in base alla capacità di far regredire il tumore, quasi nessun farmaco verrebbe approvato. Sembra assurdo ma è così: il fatto che un tumore regredisca non vuol dire che il paziente viva. Come la battuta "L'operazione è andata bene. Il paziente è morto."
Le discussioni sul cancro sono sospese fino a nuovo ordine
L'alimentazione bilanciata standard sicuramente fornisce tutti i nutrienti, ma produce un effettivo miglioramento e allungamento della vita? Oggi i settantenni e oltre sono comunque cresciuti da giovani con un'alimentazione molto più frugale e con meno carne di quella che mangiano i bambini oggi. I veri effetti dell'alimentazione standard com'è oggi li avremo quando la mia generazione arriverà a 50-60 anni (io ne ho 25 ora).
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