Re: Il cibo dell uomo

Inviato da  florizel il 20/9/2008 17:23:17
Citazione:
Tutti siamo diversi psicologicamente e partiamo con abitudini alimentari differenti e questo è ovvio, ma la fisiologia deve essere per forza per tutti uguale

Avrei un’obiezione: qui si aprirebbe il discorso del rapporto tra psiche e soma (che ci starebbe tutto, perché no?), che invece la tua affermazione sembra trascurare.
Secondo la teoria della correlazione tra mente e corpo, e dando per ovvia e scontata la particolarità di ogni individuo: proprio perché siamo diversi, diverse dovrebbero essere anche le esigenze alimentari. Che presuppongono diverse risposte e richieste organiche.
Quindi anche il discorso sulla presunta fisiologia uguale per tutti decade.

Tu affermi che partiamo da abitudini alimentari differenti. Non so se sia esatta, come analisi.
Spiego perché.

Citazione:
Di quanta carne si cibava? comunque si è sempre cibato di pochissima carne…
… Nelle culture meno "progredite" c'è un riscontro altissimo di diete con pochissima carne.


E’ vero. Ancora oggi, in luoghi dove sopravvive una cultura alimentare di tipo “rurale”, la carne occupa un posto marginale, a vantaggio di verdura, ortaggi, legumi, farinacei e frutta.
Ma quante persone sono coinvolte attualmente da queste realtà? In generale pochissime, la maggior parte degli individui non vive secondo ritmi che consentono loro di determinare abitudini alimentari specifiche per ogni esigenza soggettiva.
Quindi, se è vero che la diversità psicologica esige abitudini alimentari differenti oggi siamo di fronte ad un appiattimento (e non solo dal punto di vista alimentare…)

Il consumo di carne (ma non solo), nelle culture “urbane”, o comunque dipendenti da un sistema di produzione e distribuzione “di massa”, ha appiattito le differenti abitudini alimentari di cui parli.
Si può affermare con quasi assoluta certezza che per la stragrande parte della popolazione quasi non esistono variazioni alimentari, e che oggi la regola è che sia l’organismo a doversi adattare ad uno standard produttivo, e non il contrario. Sei ancora convinto che si parte da abitudini alimentari differenti? E’ veritiera questa affermazione?
Il mio discorso puntava esattamente a distinguere tra diverse esigenze, pur difendendo il vegetarianesimo come scelta soprattutto “etica”.
Citazione:
Quindi è nel cambiamento dell'alimentazione che dovrebbero esserci differenti approcci per ognuno e non nel punto di arrivo.

Esattamente quello che segnalavo. Ma se è differente il percorso, perché pretendiamo che sia invece uguale il punto di arrivo? Come vedi, a proposito di idee confuse, o meglio di “percezione” della realtà, le cose non sono liquidabili tanto facilmente al punto di postulare un’ipotetica soluzione ottimale indistintamente per tutti.

Un modello alimentare soggettivo che può migliorare l'incidenza di alcune patologie in un determinato individuo, non può essere applicato ad un altro che, per differente metabolismo o particolari equilibri, ne esige un altro.

Citazione:
La dieta mediterranea che vogliono rendere "a marchio DOC", è o non è composta di sola frutta verdura e pasta?

Un grande peso è dato anche all’olio extravergine di oliva e al pesce azzurro, ma gli studi del “padre” della Dieta Mediterranea, Ancel Keys, vertevano soprattutto sull’incidenza delle patologie cardiovascolari e dell’ipercolesterolemia.
Non riguardavano tutte le possibili carenze e le diverse predisposizioni a questa o quella carenza o patologia.
In ogni caso, la dieta mediterranea non prevede la rinuncia a farinacei e latticini.

Citazione:
Sul concetto decimazione, voglio puntualizzare una cosa:
Questo è un termine esagerato che fuorvia dalla realtà dei fatti.

Beh, se consideriamo che il consumo di carne sia tuttora eccessivo (cosa su cui son d’accordo con te), e non siamo ancora stati decimati da esso, vuol dire che si riesce (ancora) a tollerarlo. Per quanto tempo, non saprei, visto che obesità e patologie cardiovascolari dilagano.

Citazione:
Io sostengo che la carne (è un'abbreviazione che uso per intendere le sostanze assunte o metabolizzate tramite la carne) si comporta come una droga. Lo fanno anche i latticini, le farine e tutti i prodotti raffinati.

Dunque, io distinguerei tra aspetto etico ed aspetto salutistico, solo per fare un attimo di chiarezza.
Eticamente, io credo nella “collaborazione” tra individuo ed animali: togliere latte alla mucca, o uova alle galline, per il mio fabbisogno alimentare non lo vivo come un sopruso, SE a quegli animali riservo un trattamento dignitoso, fornendogli al contempo una condizione di vita che li rispetti.
Qui subentra il solito discorso degli allevamenti per la grande produzione di massa, ed è la ragione per cui cerco di acquistare latticini, verdure, uova ed olio direttamente dai piccoli produttori. Il Cilento ed alcune zone della Toscana sono ancora un luoghi dove poter approfittare di ciò che resta della dimensione “rurale”, e achi obietta che sono cose da "ricchi", rispondo che i prezzi sono molto più convenineti di quelli di qualsiasi supermercato. Inoltre, meglio due cucchiai di olio d'oliva sicuro, che cinque di origine industriale.

Relativamente al tuo link, sembra che gli inviti a diventare vegani vengano unicamente dal considerare la brutalità degli allevamenti intensivi, non dal prendere adeguatamente in analisi i veri e propri effetti di quegli alimenti sulla salute.
Quindi, chiedo: ma perché non finalizzare le proprie energie a sensibilizzare su questo aspetto, piuttosto che decretare la nocività di quegli alimenti tout court?

Dal punto di vista salutistico, davvero non saprei cosa dirti, se non che durante i miei primi passi da vegetariana sentivo l’esigenza di mangiare formaggi, uova e yogurt. Latte non ne bevo più da decenni, credo che l’enzima utile a metabolizzarlo lo perdiamo intorno ai 7 anni.

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