Re: Il cibo dell'uomo

Inviato da  ElwoodBlue il 12/9/2008 13:14:47
Citazione:

flombs ha scritto:
Infatti non ho detto che l'uomo cuocendo il cibo inganna la natura (intesa magari insenso panteistico), ma che inganna sé stesso, quindi volendo la propria natura, ma intesa dal punto di vista biologico, non mistico.

Io sto già seguendo questa linea di pensiero da parecchio tempo, ma solo per le bistecche alla fiorentina.
Le mangio talmente tanto al sangue che praticamente muggiscono ancora!


Citazione:
Riassumendo, se rinnego UN risultato dovuto alla capacità di adattamento dell'uomo, non significa che li debba rinnegare tutti. Sarebbe come dire che se non mi piace il melone, visto che il melone è un frutto, non devo mangiare nessun frutto?

E se invece non ne rinneghiamo nessuno e continuiamo a mangiare i panini col prosciutto?



Ho letto svariate cosette che mi hanno fatto accapponare persino le unghie, però vorrei evitare di fare un discorso polemico quindi invece di quotare frase per frase provo ad articolare una robina un po' più compiuta.


Scusami Flombs, ma a me questo sembra un discorso da RICCHI.
(nel senso che ha basi culturali molto evolute e che prende in considerazione tutto e di più dando comunque per scontata la sopravvivenza)
Gente ricca ed evoluta che disquisisce in punta di forchetta (mai parallelo fu più azzeccato) sul valore morale dell'insalata e sulla vigliaccheria immorale implicita nel mangiare un animale macellato da altri.
E allora? per quanto mi riguarda i funghi crescono sugli scaffali del supermercato, e se mai dovessi andare in un campo a cercare delle cipolle non saprei da che parte iniziare.
Forse cantare una canzone da cipolle le attirerebbe, o forse bisogna sistemare delle trappole da cipolle, chissà.

Comunque il succo del discorso non mi sembra quello.
Io e te abbiamo un retaggio atavico soprattutto erbivoro che è durato parecchi milioni di anni, vero. Compreso il periodo scimmiesco prima di evolverci in uomini.
Ma questa "predilezione" erbivora esisteva unicamente perché gli altri animali erano o troppo feroci o troppo veloci per acchiapparli.
In compenso quando ne trovavamo uno non ce lo lasciavamo certo sfuggire: meglio che mai se era leggermente putrefatto, visto che il nostro intestino "erbivoro" ci faceva durare un po' fatica a digerirlo..
Non era peccato di gola, bada bene: a parte il fatto che il concetto di peccato ancora non esisteva lo facevamo solo per variare da quei consueti e preziosi integratori alimentari preistorici che erano gli insetti e gli scarafaggi.
Ecco, quelli si che li digerivamo bene! Bastava sollevare una pietra che il pranzo era pronto.
Mica lo sapevamo all'epoca che le mosche comuni avevano tutta quella vitamina C dentro, però cazzo se erano buone..

Flombs, il tuo discorso trascura l'aspetto fondamentale della cosa: se una cosa non è velenosa, non è tossica ed è in qualche modo digeribile allora è cibo. Stop.
Il cibo lo intendo appunto come risorsa energetica, allo stesso modo in cui lo intendi tu.
Tu e io apparteniamo a una razza che non è legata a regimi alimentari stretti. Possiamo mangiare verdura e frutta, ma anche carne e pesce.
Il mio gatto è carnivoro e non mangia l'insalata; allo stesso modo non ho mai sentito dire di una mucca che per non morire di fame si mangi delle costine d'agnello.
Io domenica scorsa ho mangiato le costine d'agnello con un contorno d'insalata e sono stato benissimo. A casa mia questa è la definizione di "onnivoro": il resto è sovrastruttura.

E' vero che per alcune cose è necessaria una certa prudenza, per altre meno. La carne per poterla digerire bene va cotta, altrimente bisognerebbe masticarla tantissimo (oppure mangiarne solo le parti morbide).
Gli insetti possono essere ingoiati tranquillamente, tutti, tranne forse api e scorpioni.
Per le corteccie d'albero invece non c'è niente da fare: vanno cotte per forza per renderle commestibili.
(Almeno secondo il Manzoni, che nei Promessi Sposi racconta dei carichi di sale inviati nelle zone dove la peste aveva portato la carestia proprio, per l'appunto, per poter mangiare persino le corteccie. )
La medicina ci ha ampiamente dimostrato come eccedere nell'uso della carne, sopratutto quella rossa, sia più dannoso che l'eccedere nell'uso di verdura.
Ma questo non implica che la carne sia tossica. Anche l'eccesso di acqua è tossico.
Visto che cibo è energia e sopravvivenza, semplicemente la carne dà più energia della verdura - e quindi più possibilità di sopravvivenza.


La suggestione che agiti in sottofondo (e che per molti versi è anche bella), cioè che l'Eden era il Momento Magico dei vegetarianissimi "raccoglitori, e che poi, costretti da carestie e cataclismi, i poveri "raccoglitori" ebbero a dover depravare se stessi e costringersi a mangiare carne, semplicemente NON E' VERA.
Ti basta aprire un manuale di antropologia per vedere che il periodo dei "raccoglitori" non è mai esistito.
Ma in compenso se vogliamo credere a quei contaballe degli antropologi è esistito il periodo dei cacciatori-raccoglitori.
Cosa cacciavano? Onestamente non lo so, ma immagino non il cavolo cappuccio o le melanzane.
Sempre secondo quegli sciagurati inoltre la caccia è PRECEDENTE alla scoperta del fuoco.
Il fuoco ha semplicemente aumentato la digeribilità della carne, e anche la sua salubrità.


Mi ha molto colpito il fatto che in un certo senso tu condanni le sovrastrutture "culturali" che ci hanno allontanato dall'ortodossia vegetariana crudista.
Non critico, ci mancherebbe altro, la tua voglia di rientrare nel corretto regime alimentare storico umano.
Solo una raccomandazione: non dimenticare che ne fanno parte anche i lombrichi e gli onischi.
Perché sarà sicuramente vero che secondo i Vangeli esseni Gesù era un fruttariano, ma è altrettanto sicuramente vero che secondo la Bibbia i profeti, nelle loro peregrinazioni nel deserto, si nutrivano di locuste..

Ora perdonatemi, che è l'ora di pranzo.
Non senza una punta di imbarazzo, confesso che mi aspettano delle ottime lasagne!

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