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Grazie a un'amica [
Pescanoce], oggi ho finito di leggere questa "favola" di Sepùlveda.
E la trovo perfetta per inaugurare il Topic.
La tenerezza dipinta nel surreale, senza nessuna diplomazia in merito a una Natura e alla Vita che non viene nascosta nella sua durezza. Caso più unico che raro in cui una Postfazione fonde il confine tra racconto e realtà e continua, alla sua lettura, a far macinare la forza del messaggio in un vigore inaspettato.
Un occhio sull'uomo, e mille orecchie su un mondo silenzioso (quello degli animali) che attraverso la voce di questa fantasia rischiara le ombre presuntuose del Sapere.
E dove anche l'enciclopedia più fornita manca il bersaglio e nulla può, infondo, spiegare, colui che sente con l'anima riesce a dire tutto ciò che serve sapere; imparare.
Un libricino (*) da buttare giù in uno, massimo due bocconi. E dove, alla fine, le ultime parole lasciano incendiare la benzina che sotto sotto non ci aveva ancora detto del suo potere incendiario.
Buona lettura
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.. io lo dedico totalmente al mio Misti che se ne è andato e, come sempre purtroppo si dice, ha lasciato un vuoto profondo nel mio cuore
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