Re: L' Est

Inviato da  bifidus il 6/5/2007 4:27:41
Mi spiace quasi inserirmi in questo thread cosi romantico, di gente che va e viene, percorre migliaia di chilometri, vede culture e terre nuove che altri non han visto e poi ne narra qui le meraviglie.

Non vorrei adombrare questa atmosfera in cui il bello, la serenità e un velo di nostalgia prendono il sopravvento sulle peggiori cose che sono successe nel passato de "l' EST". Prenderò dunque spunto da alcune frasi, ripercorrendo il thread senza un ordine preciso, per aggiungere (o sviluppare) qualche elemento. Nel fare ciò, dovrò purtroppo adoperare un linguaggio meno "sognante" di quello usato da altri fino ad ora.
Arcadia:
Citazione:
"L'aspetto esterno e' quello piu' forte, quello che, veramente, ha fatto crollare l'urss (i problemi interni erano un fattore molto meno destabilizzante)."

Vediamo dunque qualcuno dei "problemi interni" che erano si destabilizzanti, ma "molto meno"...
Citazione:
"nei negozi c'erano montagne di prodotti di un certo tipo e totale assenza di altri, per i quali si doveva fare la fila."

Provo a nominare qualcuno dei prodotti in abbondanza? Tonno in scatola. Pile e pile di scatole! Accatastate anche con un certo gusto estetico ogni tanto, con forme geometriche delle più improbabili. E sottaceti. Di ogni tipo. In barattoli di vetro di ogni dimensione. Marmellate, dai sapori "industriali", sul quale di certo non veniva riportata la percentuale di frutta e degli altri ingredienti. Pasta. Ma nessuno pensi a "Barilla" per favore: solo chi l' ha mangiata sa come può essere una pasta che richiede anche mezz' ora di cottura. Alcolici, Vodka. E i detersivi! Quanti detersivi! Non intendo la abbondanza di qualità diverse: ma la quantità in sè di quei due-tre tipi che erano in commercio. I tristi scaffali andavano pur riempiti in qualche modo. Ah..e carta igienica: grigio-marrone, riciclata, spessa e dura. Sale.
Una spesa tutt' altro che invidiabile. E l' igiene del "supermercato" era alquanto discutibile. Se per strada c' era neve e fango, con gli scarponi/stivali li portavate nel "negozio". Gli inservienti di certo non si dannavano per tenere pulito. Perchè avrebbero dovuto? Erano tutti dipendenti statali (e intendo dire TUTTI:il settore privato non esisteva proprio!) e da tali si comportavano. Non è necessario che mi dilunghi sui generalizzati risvolti negativi che ciò poteva avere sulla "produttività". O si'?

Per cosa si "doveva fare la fila" invece? Qualche esempio: pane. Latte. Pollame (e carne in genere). Uova. Farina. Zucchero. Erano tutti beni razionati. Funzionava cosi: si faceva una lunghissima fila per ritirare ogni mese (oppure ogni settimana, a seconda del prodotto e qualche volta anche della città di residenza) il "carnet di buoni" con i quali, ad esempio, un uomo adulto aveva "diritto" a mezzo chilo di pane al giorno, 6 uova alla settimana, 3 kg di carne al mese, mezzo chilo di zucchero a settimana. Al momento dell' acquisto degli alimenti, come ovvio, i buoni venivano restituiti. Per cui, per fare un esempio, se durante le fesitività natalizie si necessitava di maggior quantità di farina e zucchero, il mercato nero dei buoni tornava quantomai utile.
Ma attenzione: il fatto di avere il buono per comprare un tot. di pane, non era garanzia di poterlo effettivamente acquistare! Lo scenario solito era questo per tutti i prodotti alimentari che erano razionati: andando al lavoro (ma più spesso tornando a casa) a piedi (perchè siccome l' EST non è solo Mosca, dove il metrò passa ogni minuto!), capitava di imbattersi in una fila. Più o meno lunga. Si chiedeva: "cosa si aspetta qui?" "Mah, non si sa...forse arriva pane tra mezz'ora. Dicono cosi..." Oppure: "Hanno appena scaricato un camion di polli". E ci si metteva in fila. Tornati a casa, era un evento da raccontare con gioia quello di essere riusciti a "beccare" una coda che era ancora di li' a formarsi. Altre volte, essendo che la fila era troppo lunga e i prodotti finivano prima di accontentare tutti, capitava di farsi 2-3 ore di vana attesa, per ritrovarsi senza pane (e che pane! peccato non averne una foto), spintonato e schiacciato in mezzo a una folla inferocita che inveiva verso incolpevoli inservienti!

Eh si: direi proprio che questo fattore interno (leggi: FAME!) è invece fortemente destabilizzante. Senza voler calcare la mano, ma solo per rendere ancora meglio la cruda realtà: in situazioni del genere, come potevano ritrovarsi, ad esempio, gli anziani che non potevano fare affidamento su parenti e di certo ancor meno su una inesistente assistenza sociale?
Arcadia:
Citazione:
"La gente era in generale serena, non esisteva l'ansia della nostra societa' precaria, del tipo: oddio, come faro' a pagare la casa domani, come faro' a far studiare i figli.."

Vero. Perchè prima di tutto non esisteva il "precariato". Come già detto, si era tutti dipendenti statali a tempo indeterminato (Come detto, su questo aspetto non voglio al momento dilungarmi: confido nella capacità di chi legge di riuscire a figurarsi le problematiche che una situazione del genere può generare). E il diritto alla casa c' era effettivamente: ma era di proprietà dello stato. Il comunismo, ne "l' Est", comportava l' abolizione della proprietà privata.
E a proposito di studiare (ovviamente gratissss): si avevano a inizio anno i libri di testo scolastici usati da altri da almeno una decina di anni (se l' impresa privata non esiste, i libri non si vendono e la propaganda è la stessa da decenni, è evidente che ristampare ogni anno i libri è una spesa superflua per lo "Stato"!). Te lo ritrovavi dunque tra le mani, con tutti i segni che poteva portare un oggetto che era stato tra le grinfie di precedenti annoiati alunni: senza copertina, tanto scarabocchiati da essere a tratti illeggibili, con pagine mancanti. E a poco servivano i buoni propositi con cui lo ricoprivi, a settembre, cercando di rendertelo gradevole per i mesi a venire ripulendolo per quanto possibile: quel libro non era "tuo" e a fine anno lo dovevi riconsegnare. Per cui a maggio, verso la fine dell' anno scolastico, con il primo sole che entrava nelle fredde aule, era facile cedere alla tentazione di lasciarvi un segno del tuo passaggio.
Citazione:
"pero' non c'era l'ansia, si poteva pianificare la propria vita."

Certo. Era già talmente pianificata, da poter facilmente predire la quantità massima di pane che avresti potuto mangiare nell' arco della seguente settimana.
Citazione:
"Forse pecco di entusiasmo, ma sono in buona compagnia."

Toglierei il forse. E temo che coloro che la pensano diversamente sono in smisurata e incomparabile maggioranza.
Citazione:
"Come dicono i russi, la festa gratis e' finita."

La festa non c' è mai stata. E nulla è mai stato gratis. Tutto pagato a carissimo prezzo.
Citazione:
mpi:"Era sentita l' oppressione sulle libertà personali ?
Arcadia: "Quali liberta' personali esattamente?

Giusto. Anche io avrei risposto: MA QUALE LIBERTA'????!!!
Citazione:
"...ci volveva un permesso per visitare un altro paese..."

Falso. O al più: non del tutto esatto. Non si poteva "visitare" un altro paese! Era semplicemente vietato. Il "turismo" era permesso negli "stretti" ambiti dell' "area comunista". Si potevano al più ottenere permessi di "lavoro temporanei" (ma nessuno pensi alle attuali "badanti" ). Ad esempio li ottenevano gli sportivi per le competizioni internazionali e gli artisti per le tournee. ( Oltre ai cosiddetti "diplomatici" naturalmente e agli alti funzionari della burocrazia.) Perchè questi potevano? Semplicemente per motivi politici e di propaganda: si voleva mostrare al mondo quali straordinari talenti potevano fiorire sotto il comunismo. Quello che nessuno ha mai mostrato invece è la pressione a cui queste persone (e relative famiglie) venivano sottoposte da parte della polizia di REGIME. Vivevano sotto stretta e costante sorveglianza sia all' estero che a casa propria. Le microspie nelle abitazioni degli "osservati" era il meno che ci si potesse aspettare. Era invece il costante testare la "fede" di costoro, adoperando spioni delle polizie, che rendeva la vita impossibile.
Ovviamente la possibile "fuga" di personaggi di spicco era uno dei peggiori pericoli possibili ai fini della propaganda. Di conseguenza, si prendevano le dovute "precauzioni". Alle persone comuni invece, come detto, era semplicemente vietato lasciare "l' est". Naturalmente, sempre per motivi propagandistici, la presenza di occidentali invece era ben vista (anche se questi, ovviamente, erano "controllati" durante la loro permanenza.)
Citazione:
"dell'occidente sapevano certamente molto ma molto di piu' di quel che sapevamo noi del''est. Solo che ne avevano un'idea molto rosea"

Traduco: dell' "occidente" non avevano la più pallida idea. Altro che "rosea". Semplicemente: l' aria insopportabilmente opprimente che si respirava ne "l' Est", ha fatto si' che nascesse nelle fantasie un luogo, identificato con l' ovest, dove tutto funzionava e brillava, dove non c' erano file per il pane, tutti vivevano nell'agio e al più si doveva fare i conti con qualche omicidio di troppo (che poi venivano risolti immancabilmente dal simpatico tenente Colombo) Salvo poi avere tutt' altro riscontro dalle famose riviste di propaganda che "tutti leggevano nei metrò", dove venivano smascherate impietosamente tutte le aberrazioni possibili (e inventabili) del mostruoso capitalismo!
Abbiamo detto delle riviste, ma i giornali come erano? 4 facciate di noiosissimi (ma fantasiosissimi) dati sul fiorire dell' economia nazionale che proponeva quotidianamente percentuali di crescita inverosimili, oltre all' immancabile propaganda sugli ideali del partito. In ultima pagina, annunci funebri.
Citazione:
"Altre liberta' non mi sembra che mancassero."

Mi sembra che... se quanto detto fino ad ora non è bastato, dovremmo seriamente pensare a ridefinire la "libertà".
Citazione:
mpi: "Cosa c' era di sbagliato allora ?"

Diverse "cosucce". Ad ora ne ho accennata solo qualcuna. Lo sbaglio più grosso che potresti fare tu ora, invece, è quello di limitarti ad ascoltare due sole testimonianze sul tema (per quanto queste siano diametralmente opposte).
Arcadia:
Citazione:
"c'era il pcus oppure non ti iscrivevi, ne restavi fuori."

Ed era comunque la scelta migliore direi. Anche se il regime decideva lo stesso per te. Non aveva certo bisogno del tuo assenso.
Citazione:
"se ti riferisci al fenomeno dei dissidenti, quello e' un discorso a parte. Lungo."

Non sono d' accordo: è un discorso perfettamente collocato in ciò che fino ad ora ho affermato. Non è per nulla "a parte". Ed è lungo? Raccontalo lo stesso. Altrimenti ci si limiterà al "livello umano straordinario", che ben poco dice invece della vita quotidiana ne "l' Est". Soltanto per questo mi sono permesso di inserirmi nella vostra chiaccherata: per dire che "I fratelli Karamazov" potevi anche leggertelo in un sol giorno ...se eri stato un pò sfortunato e la fila per il pane era solo un poco più lunga del solito !

Ci sarebbero tante altre piccole/grandi cose che vorrei/dovrei contestare di ciò che dici, ma questo mio post è già sin troppo lungo. Quindi, semmai, alla prossima.
Saluti.

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