Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  Parsifal79 il 16/9/2015 21:11:25
X invisibile:

ciò che tu domandi è disponibile in rete; non capisco perchè, se ti interessa, non fai delle ricerche da solo, come hai fatto per i dubbi su Biglino.
comunque, a scopo informativo:

I-Credo sia utile chiarire il concetto di "nomi di Dio". Non tutti sanno che nei testi originali non troviamo il termine "Dio", troviamo dei termini in ebraico che vengono tradotti in Italiano in Dio, Signore, Altissimo e l'Eterno. Nei testi originali troviamo invece termini quali Elohim, Elyon, El Shaddai, El, Eloha, infine troviamo il tetragramma, YHWH (???? si legge da destra verso sinistra yodh-he-waw-he), si tratta di quattro consonanti successivamente vocalizzate in diversi modi, ma la vocalizzazione più comune è quella di Yahwèh.

B- "Intanto c'è un dato di fatto che è incontrovertibile, lo so che può sembrare una cosa stranissima, ma nella lingua nella quale è scritto l'antico testamento, ovvero nell'ebraico biblico, non c'è il termine che significa Dio. Non c'è il concetto di divinità così come lo intendiamo noi nel pensiero religioso. Tu hai nominato sostanzialmente tutti i termini che sono utilizzati nell'antico testamento. Sono tutti termini che si riferiscono a delle caratteristiche di una serie di individui di cui alcuni sono indubitabilmente degli individui singoli, come ad esempio Elyon e Yahwèh. Altri, come quelli identificati ad esempio con il termine Elohim, sono indubitabilmente riferiti ad una molteplicità di individui. Tradurre con Dio significa compiere una traduzione su base teologica, non su base linguistica. Questo è una delle poche cose su cui direi non dovrebbero esserci dubbi. Il significato reale del termine Elohim nessuno lo conosce, si fanno tante ipotesi. Viene tradotto come quelli dell'alto, i potenti, gli splendenti, i magistrati, i giudici. Viene inoltre tradotto con il legislatore supremo o i legislatori supremi, ma nessuno degli esegeti - e mi sto riferendo all'esegesi ebraica - arriva a tradurre col termine Dio così come lo intendiamo noi (n.d.r. cattolici). Vengono sempre utilizzati per la traduzione dei concetti che sono degli aggettivi che servono a definire delle caratteristiche da attribuire a degli individui, in particolare per quanto riguarda il termine Elohim. Hai citato giustamente Elyon che viene tradotto con Altissimo, questa è forse la traduzione più congruente fra tutte quelle che vengono usate perché in effetti significa quello che sta sopra. In realtà tradurlo con Altissimo significherebbe introdurre un superlativo assoluto che invece non è presente nella lingua ebraica. Però diciamo che tradurre Elyon con Altissimo possiamo ritenerlo accettabile, visto che il termine ebraico significa "quello che sta sopra". Tradurre Yahwèh con Dio oppure col Signore o con l'Eterno è un puro artificio perché non si sa cosa significhi quel tetragramma".



I- A riguardo della traduzione del termine Elohim ho notato che nel libro dei Salmi - pubblicato di recente dalle Edizioni San Paolo - il Salmo 82 Elohim viene invece tradotto con "Dei" invece di riportare il termine ebraico, in chiara contraddizione con le altre traduzioni della stessa opera, dove i nomi di Dio non sono tradotti. Sempre nel salmo 82, fa specie notare che Elyon non viene tradotto in italiano, ma Elohim si, col termine "Dei". Forse per confondere le idee al lettore?

B- "Il Salmo 82 è molto problematico per la teologia, molto problematico! Nel salmo 82 la teologia deve fare un grande esercizio di esegesi e di interpretazione e di tentativo di spiegazione. Il salmo 82 parla di un'assemblea degli Elohim, dice che c'è un presidente dell'assemblea che è molto arrabbiato con i suoi sottoposti colleghi Elohim perche non governano come dovrebbero. Alla fine dell'assemblea questo presidente dice a questi partecipanti all'assemblea: si è vero, voi siete degli Elohim figli di Elyon, ma ricordatevi che dovrete morire come tutti gli Adam. Questo è assolutamente problematico per l'esegesi teologica. Ma alla luce invece della Bibbia degli Elohim, quel salmo è invece semplicissimo da interpretare".



I- Ora ti chiedo di ascoltare il commento del Rav Di Segni su alcuni punti del tuo pensiero. Gli chiedo di leggere pagina 119 del tuo ultimo libro La Bibbia non parla di Dio e gli chiedo di esprimere un'opinione in merito. Nel testo proposto, tu ribadisci alcuni concetti base del tuo pensiero: Elohim non significa Dio; gli Elohim erano individui in carne e ossa; gli Elohim si univano sessualmente con le femmine Adam procreando; gli Elohim si sono spartiti le terre a seguito di decisioni assunte dal loro comandante Elyon; Yahweh non era che uno dei tanti Elohim operanti nel teatro mediorientale; a Yahweh venne assegnata la porzione di una famiglia, quella di Abramo, mentre alcuni rami della stessa famiglia furono destinati ad almeno tre diversi Elohim.

La risposta del Rav Riccardo Di Degni è stata la seguente:

<<Rispetto a questo posso dirle che non c'è nessuna novità rispetto a quello che dice, sono concetti ben noti. La parola Elohim può significare cose differenti, può significare persone speciali, può significare Giudici e può essere un modo per indicare Dio. Dunque Il termine significa anche Dio. Che il termine Elohim sia grammaticalmente plurale è noto da fin dall'inizio della storia, non c'è nessunissima novità e anche nell'antichissima esegesi notavano che c'è un'incongruenza di questo nome che compare nella prima frase della Genesi: All'inizio creò Elohim il cielo e la terra. Creò è singolare, Elohim è plurale. Nessuna novità in quello che dice. A riguardo il termine ebraico barà, Biglino dice che barà significa modificare qualcosa di già preesistente , ma ci sono diversi termini che indicano in ebraico la creazione o la trasformazione, dunque non si tratta di scoperte. La tradizione esegetica religiosa si orienta verso un certo tipo di interpretazione, la tradizione ebraica si orienta non verso un solo tipo di interpretazione ma verso un gruppo di interpretazioni differenti>> .

I- Mauro, cosa pensi di queste affermazioni del Rav Di Segni?

B- "Fantastico. Una cosa che è fondamentale, il Rav Di Segni dice che certe cose le si conoscono da millenni. Ne sono contento. Durante le mie conferenze dico sempre: non ho scoperto nulla e non faccio altro che raccontare ciò che leggo. Il fatto che si sappia da millenni però dovrebbe essere di larga diffusione. Se si chiede alla gente, la gente non le sa queste cose qui. Neanche tutti gli ebrei sanno tutto questo. Quindi, se si sanno da millenni, diciamole alla gente, altrimenti queste informazioni rimangono nell'ambito degli studiosi e la gente continua a credere ciò che viene raccontato pubblicamente. Questo è, se vuoi, la stupidità del mio lavoro, dire apertamente le cose che il rabbino capo della comunità di Roma dice in questa sede. Diciamole queste cose, diciamole".

I- Quando il termine Elohim - che ha come abbiamo visto ha la desinenza del plurale - è accompagnato da un verbo al singolare, come troviamo nella prima riga della Genesi, come andrebbe tradotto?

B- "Il significato del termine Elohim, dal mio punto di vista non cambia. Fermo restando che la certezza su cosa significhi Elohim nessuno al mondo ce l'ha. Dunque io preferisco non tradurlo. Dico quindi che qualsiasi cosa significhi Elohim rimane invariato, sia che abbia il verbo al singolare, sia che abbia il verbo a plurale. Che cos'è che cambia? Che probabilmente gli scrittori, mi riferisco agli autori biblici, quando usavano il verbo al singolare intendevano il gruppo degli Elohim che agisce al suo complesso; oppure si riferivano ad un Elohim specifico quando ad esempio nominavano un individuo specifico, come Yahwèh. Così come chiamano l'Elohim Kamosh, così come chiamano l'Elohim Milcom , così come chiamano l'Elohim Astarte nella Bibbia, identificano quindi per nome, uno degli Elohim. In quel caso, è chiaro, si riferiscono a uno. Quando parlano di Elohim in generale è perché danno l'idea della molteplicità degli individui. Ma farò un esempio molto semplice: oggi pomeriggio Renzi, il capo del governo, fa una conferenza stampa e dice testualmente: il governo ha deciso, abbasseremo le tasse. Chi è il soggetto di ha deciso? Il governo. Chi è il soggetto di abbasseremo le tasse? Sempre il governo. Il soggetto è sempre lo stesso, abbiamo il verbo al plurale e il verbi al singolare, non cambia nulla, non c'è nessun mistero. Ce l'abbiamo sotto gli occhi, è stessa cosa".

I- Il Rav Di Segni sostiene che il verbo usato nelle prime battute della Genesi, barà , è uno verbi possibili per indicare creazione. Tu immagino non sarai d'accordo.

B- "Dicevo prima che all'interno del pensiero ebraico sono riportate tutte le posizioni, se si leggono gli studi dei rabbini pubblicati dalla Jewish Publication Society nelle pubblicazioni ufficiali, si dice che il racconto di Genesi della creazione non è altro che il racconto di una serie di divisioni. Divisioni cosa vuol dire, intervenire in una situazione già esistente per fare opera di separazione, mettere ordine in una situazione nella quale non c'era ordine o comunque non c'era ordine a sufficienza per utilizzare ciò di cui gli Elohim avevano bisogno per i loro obbiettivi. Il termine barà, anche qui se se leggiamo gli studi, sia di epigrafisti, sia di docenti dell'Università, come ad quelli del professor Garbini dell'Università La Sapienza di Roma, dice che barà non significa creare in nessuna lingua semitica, non solo in ebraico. Quindi, tutte le posizioni sono possibili. Allora che cos'è che ci aiuta? E' il contesto. E' chiaro che se noi prendiamo il verbo barà e lo tiriamo fuori dal contesto e ci mettiamo a discutere a tavolino su cosa significhi, non ne verremo mai a capo. Andiamo a vedere cosa dice la Bibbia ogni volta che usa il termine barà. In uno dei miei libri ho analizzato più di trenta ricorrenze del termine barà e in tutti i contesti mai si indica creare, tantomeno creare dal nulla. Dopo di che tutte le posizioni sono possibili, ci mancherebbe, però allora bisogna comprendere che se tutte le posizioni sono possibili, nessuna è certamente quella vera. Quando si dice: Dio ha creato, meglio dire: facciamo finta che Dio abbia creato, perché non lo sappiamo".

I- Il Rav Di Segni - lo hai sentito anche tu nel video - sostiene che il termine Elohim ha diversi significati, può significare persone speciali, può significare Giudici, può significare Dio.

B- "Non sono d'accordo per un semplice motivo, perché i vari significati vengono attribuiti di volta in volta a seconda della necessità di interpretare il singolo testo. Per questo che io dico se vogliamo essere intellettualmente onesti allora non dovremmo mai tradurlo. E, senza mai tradurlo, si possono capire un sacco di cose, è un suggerimento che sto dando ultimante alle mie conferenze. Altrimenti succede che quando conviene lo traducono come Dio, quando la traduzione come Dio non conviene più allora lo traducono come Giudici. Se si fa così vuol dire che ogni volta si inventa la traduzione più conveniente. Io dico non è corretto, non è intellettualmente corretto. Lasciamolo sempre Elohim, senza tradurlo. Tra l'altro, se lo lasciamo sempre Elohim, non entriamo nel tunnel delle contraddizioni dove ogni volta dobbiamo spiegare che cosa si intende. Non c'è bisogno di spiegare, perché la Bibbia è chiarissima".

I- Ma non può essere che il termine Elohim, nel corso del tempo, abbia di fatto assunto il significato di Dio?

B- "Ah certo. Da quando si è deciso, dal punto di vista teologico di prendere Yahwèh e farlo diventare il più grande degli Elohim e poi l'unico è chiaro che gli è stato calato dentro il significato di Dio, ma è un'elaborazione teologica successiva. Se noi leggiamo il testo e andiamo a vedere che cosa gli autori biblici attribuivano come azioni, come intendimenti, come comportamento agli Elohim, vediamo chiaramente che erano individui in carne ed ossa. Ho fatto un raffronto preciso tra passi biblici e una stele moabitica (n.d.r. la stele di Mesha), cioè dei cugini degli israeliti, dove li c'è un re, re Mesha,che è conosciuto dalla Bibbia perché citato, dove parla del suo Elohim che si chiama Kamosh e ne parla esattamente come gli autori biblici parlano del loro Elohim, che si chiama Yahwèh. Da questa analisi precisa, parallela, viene fuori che in realtà l'Elohim Kamosh e l'Elohim Yahwèh facevano le stesse cose, volevano le stesse cose, avevano le stesse esigenze, si comportavano esattamente nello stesso modo. Dunque il termine Elohim è bene non tradurlo. Vogliamo tradurlo con Dio? Benissimo, allora diciamo che il dio Yahwèh e il dio Kamosh erano assolutamente uguali, non cambia nulla. Qualunque traduzione si voglia dare al termine Elohim bisogna prendere atto che nella Bibbia quel valore li, lo attribuisce a tanti Elohim e a tutti nello stesso modo, quindi non cambia nulla".

http://www.thelivingspirits.net/mauro-biglino/intervista-a-mauro-biglino-nella-bibbia-non-c-e-traccia-di-dio.html

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