Re: Vaticano SpA, un macigno sulla democrazia

Inviato da  inquisitor il 5/9/2011 23:09:41
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Pispax ha scritto:
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inquisitor ha scritto:
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Pispax ha scritto:
Se la Chiesa, per fare un esempio, ha convertito in albergo a 5 stelle uno stabile storico con dentro una cappellina, basta che in questa cappellina venga officiata messa al pubblico una volta ogni tanto... perché tutto il lussuoso impianto goda dell'esenzione dall'ICI.


Sbagliato, informati meglio, o se ne sei convinto, dimostralo numeri alla mano.
Poi io ti dimostrerò ciò che ho scritto.


Non mi prendo la briga di riscrivere cose che ho già scritto. Di sicuro non per chi non ha neppure bisogno di leggere quello che si era già scritto prima di intervenire, che evidentemente tanto basta cercare di insabbiare il più possibile.

In ogni caso un po' di riferimenti.

#47.
Inoltre questo.
Ecco anche un buon riassunto.

Sei smentito persino dall'avvocatura della Curia di Milano



Avanti il prossimo, che di insabbiatori ce n'è sempre bisogno.


Più che altro dovresti prenderti la briga di rileggere bene quel che tu stesso inserisci credendo che supporti la tua tesi....
Stai facendo un po' di confusione nell' interpretare quel che é contenuto nei documenti che hai riportato.

Se ti va di spendere un po' di tempo:

http://www.questaelasinistraitaliana.org/2011/il-vaticano-non-paga-lici-prima-di-condividere-su-facebook-piccole-informazioni-per-esseri-pensanti/

se non ti vuoi legere tutta la pappardella di Guttila, ti riassumo qui (dove trovi il caso specifico di cui parliamo):


Le riflessioni.

Bene. Ora abbiamo gli strumenti per rispondere alle gentili domande del nostro ipotetico (ma neanche tanto) amico.

- “L’esenzione è riservata agli enti della Chiesa cattolica”.

In realtà abbiamo visto che la legge destina l’esenzione a tutti gli enti non commerciali, categoria nella quale rientrano certamente gli enti ecclesiastici, ma che comprende anche: associazioni, fondazioni, comitati, onlus, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche, circoli culturali, sindacati e partiti politici (che sono associazioni), enti religiosi di tutte le confessioni e, in generale, tutto quello che viene definito come il mondo del “non profit”. Non si dimentichi inoltre che fanno parte degli enti non commerciali anche gli enti pubblici.

- “L’esenzione vale per tutti gli immobili della Chiesa cattolica”

Come abbiamo evidenziato sopra, l’esenzione richiede la compresenza di due requisiti: quello soggettivo, dove rileva la natura del soggetto (essere “ente non commerciale”) e quello oggettivo, dove rileva la destinazione dell’immobile (utilizzarlo “esclusivamente” per le attività di rilevanza sociale individuate dalla legge ed in modo “non esclusivamente commerciale”). Non è vero, quindi, che tutti gli immobili di proprietà degli enti non commerciali (e, quindi, della Chiesa cattolica) sono esenti: lo sono solo se destinati alle attività sopra elencate. In tutti gli altri casi pagano regolarmente l’imposta: è il caso degli immobili destinati a librerie, ristoranti, hotel, negozi, così come delle case date in affitto.

-“L’esenzione vale per ogni imposta”

In realtà l’esenzione dall’ICI (che è un’imposta patrimoniale) non ha alcun effetto sul trattamento riguardante le imposte sui redditi e l’IVA, né esonera dagli adempimenti contabili e dichiarativi. Infatti gli enti non commerciali, compresi quelli della Chiesa cattolica (parrocchie, istituti religiosi, seminari, diocesi, ecc.), che svolgono anche attività fiscalmente qualificate come “commerciali” sono tenuti al rispetto dei comuni adempimenti tributari e al versamento delle imposte secondo le previsioni delle diverse disposizioni fiscali.

- “Gli alberghi sono esenti”

Attenzione, questa è insidiosa. Per dimostrare come l’esenzione prevista dalla norma sia iniqua, danneggi la concorrenza e non risponda all’interesse comune, viene citato il caso dell’albergo che, in quanto gestito da enti religiosi, sarebbe ingiustamente esente, a differenza dell’analogo albergo posseduto e gestito da una società.

Peccato, però, che l’attività alberghiera non rientra tra le otto attività di rilevanza sociale individuate dalla norma di esenzione. Perciò gli alberghi, anche se di enti ecclesiastici, non sono esenti e devono pagare l’imposta. Ad essere esenti sono, piuttosto, gli immobili destinati alle attività “ricettive”, che è ben altra cosa. Si tratta di immobili nei quali si svolgono attività di “ricettività complementare o secondaria”. In pratica, le norme nazionali e regionali distinguono fra ricettività sociale e turistico-sociale:

* La prima comprende soluzioni abitative che rispondono a bisogni di carattere sociale, come per esempio pensionati per studenti fuori sede oppure luoghi di accoglienza per i parenti di malati ricoverati in strutture sanitarie distanti dalla propria residenza.
* La seconda risponde a bisogni diversi da quelli a cui sono destinate le strutture alberghiere: si tratta di case per ferie, colonie e strutture simili.

Entrambe sono regolate, a livello di autorizzazioni amministrative, da norme che ne limitano l’accesso a determinate categorie di persone e che, spesso, richiedono la discontinuità nell’apertura. Se si verifica che qualche albergo (non importa se a una o a cinque stelle) si “traveste” da casa per ferie, questo non vuol dire che sia ingiusta l’esenzione, ma che qualcuno ne sta usufruendo senza averne diritto. Per questi casi i comuni dispongono dello strumento dell’accertamento, che consente loro di recuperare l’imposta evasa.

- “Basta una cappellina per ottenere l’esenzione”

Questa è più simpatica che ridicola. È del tutto falso che una piccola cappella posta all’interno di un hotel di proprietà di religiosi renda l’intero immobile esente dall’ICI, in base al fatto che così si salvaguarderebbe la clausola dell’attività di natura “non esclusivamente commerciale”. È vero esattamente l’opposto: dal momento che la norma subordina l’esenzione alla condizione che l’intero immobile sia destinato a una delle attività elencate e considerato che – come abbiamo visto sopra – l’attività alberghiera non è tra queste, in tal caso l’intero immobile dovrebbe essere assoggettato all’imposta, persino la cappellina che, autonomamente considerata, avrebbe invece diritto all’esenzione.



Se poi invece non vuoi leggerti nemmeno questo e ti interessa semplicemente sbraitare contro la Chiesa (che é comunque cosa buona e giusta), fai pure, sicuramente troverai qualcuno che ti verrà dietro.

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